Sar&agrave; stata la poca distanza tra Mandello del Lario e Varese a fare appassionare cos&igrave; tanto Massimo Carracino a Moto Guzzi? Massimo &egrave; fisioterapista e osteopata, vive a Varese, appunto, ma ha sempre coltivato un grande sogno: costruire la moto perfetta, perfetta per lui ovviamente. La base &egrave; una Moto Guzzi Bellagio, che ora (dopo quattro anni di lavori) &egrave; diventata una caf&eacute; racer e ha preso il nome di Moto Guzzi Veloce.  Gli interventi    Un progetto assolutamente personale, ma non per questo meno curato e dettagliato. La Bellagio aveva dalla sua il classico telaio Tonti, che non &egrave; stato assolutamente modificato, anzi. &Egrave; stato il punto di partenza per costruire il resto del design. Per farlo, Massimo Carracino ha buttato gi&ugrave; un disegno, ma si &egrave; rivolto a dei professionisti del settore, i fratelli Gianfranco e Vittoriano Guareschi di Parma, specialisti proprio nella trasformazione di Moto Guzzi. Il V-Twin raffreddato ad aria da 936 cc originale &egrave; stato potenziato dai due fratelli, ora ha un cilindrata di 1.105 cc (ed &egrave; passato da 75 a 101,2 CV!), che sono poi intervenuti aggiungendo nuovi pistoni, alberi a camme da competizione, testate lucidate, aspirazione, valvole e un nuovo sistema di lubrificazione. Di nuovo c&rsquo;&egrave; anche il sistema di scarico, realizzato su misura in titanio, e una frizione rinforzata. Si aggiungono alla lista la forcella regolabile &Ouml;hlins, l&rsquo;impianto frenante Brembo e le ruote a raggi da 18&rdquo; all&rsquo;anteriore e 17&rdquo; al posteriore che montano pneumatici Pirelli.  Tra i partecipanti al progetto anche Fabio Montanari, un artista nella lavorazione dei metalli che ha collaborato con Cagiva e Ducati. Seguendo i disegni di Massimo, ha realizzato a mano il nuovo corpo della Moto Guzzi Veloce, in alluminio aeronautico da 2 mm di spessore. E poi via via sono arrivate le altre componenti, dal serbatoio al copriruota anteriore. Tutto coerente e perfetto da unire al telaio originale. Infine &egrave; stata aggiunta la sella, realizzata dall&rsquo;esperto Luca Ronzoni: una monoposto dal look sportivo, ma non troppo.  Infine, un tocco di modernit&agrave;. Troviamo il display a colori TFT e l&rsquo;elegante faro rotondo a Led. Alla livrea ci ha pensato Remo Lana di Varese: nera e oro.  MOTO GUZZI V100 MANDELLO: LA FORZA DI UN&#39;IDEA 

Base Bellagio, arriva dalla mente dell&rsquo;appassionato (e fisioterapista) Massimo Carracino che si &egrave; rivolto a dei professionisti per creare la moto perfetta

Moto Guzzi Veloce, la caf&eacute; racer che nasce da un sogno

I sogni sono desideri. Di &quot;Merypoppinsiana&quot; (passateci il termine) memoria, un detto che ha sempre il suo perch&eacute;. Perch&egrave;... noi motociclisti siamo tutti un po&#39; dei sognatori: aspettiamo sempre l&igrave; la moto da poter guidare, quella che - secondo noi - &quot;ci starebbe benissimo&quot; in un listino o banalmente nel nostro garage. Le vogliamo, le desideriamo, ed ognuno di noi ha una scheda tecnica personale gi&agrave; l&igrave;, piantata in testa. Ma spesso il nostro desiderio non fa i conti con le esigenze e le problematiche, tecniche e commerciali, che ogni azienda mette giustamente sul piatto quando deve ponderare un nuovo modello.&nbsp; Ma a noi questo non &egrave; interessato mica. Abbiamo messo in campo le nostre moto, tre per ciascuno. Quelle che vorremme presto vedere. Sogni, desideri - appunto - che in molti casi trovano sponda nei rumors o basi tecniche gi&agrave; saggiate e viste. E chiss&agrave; che poi alla fin fine qualcosa non si veda poi sul serio. Noi qualche idea l&#39;abbiamo...  Di seguito ecco i &quot;sogni pi&ugrave; o meno proibiti&quot; che ci piacerebbe vedere in vetrina.&nbsp;  Diego D&#39;Andrea  Suzuki Recursion, la bicilindrica col turbo    Era il 2015, quando, al Salone di Tokyo, Suzuki mostrava un concept capace di attirare immediatamente l&rsquo;attenzione generale. Il suo nome era Recursion: motore bicilindrico da 600 cc e un compressore volumetrico in grado di portare la potenza massima a sfiorare la soglia dei 100 CV. Pura libidine! Da quel momento, tra voci, conferme e smentite, &egrave; stato un continuo rimandare e rilancio d&rsquo;attese. Come quando il progetto sembrava aver trovato nuova sostanza sotto la sigla GSX-700 T, ipotesi di naked equipaggiata con un motore &quot;XE7&quot; 700 dotato di turbocompressore a geometria variabile con intercooler. Uno step evolutivo, rispetto al primo concept Recursion, con una cilindrata maggiore e maggiore potenza. &nbsp;Poi l&rsquo;oblio, e di tutta questa faccenda non se n&rsquo;&egrave; saputo pi&ugrave; nulla. Un vero peccato, perch&eacute; una moto del genere rappresenterebbe un sicuro &ldquo;killer-boy&rdquo; nel segmento delle sportive (nude o semi-nude) di media cilindrata.  Moto Guzzi V100 Griso    L&rsquo;ultima piattaforma V100 rappresenta realmente qualcosa di nuovo, per la Casa lariana; e chiunque abbia provato la Mandello S sa di cosa stiamo parlando. Una base talmente ricca di personalit&agrave; (e dal potenziale talmente alto) che - se da un lato sappiamo gi&agrave; essere la brace da cui risorger&agrave;, come l&rsquo;araba fenice, la Stelvio - &egrave; impossibile non sperare di vederle vestire anche i panni della Griso. Una frase complessivamente un po&rsquo; contorta, per dire: &ldquo;s&igrave;, &egrave; arrivato il momento, aridateci la Griso&rdquo;. Magari pi&ugrave; leggera; magari pi&ugrave; moderna&hellip; e anche un po&rsquo; pi&ugrave; cazzuta. Quel tanto che basta per riempire il vuoto lasciato da una certa Monster, fatta come le Monster si facevano una volta. Vogliamo sognare ancora un po&rsquo;? Vogliamo immaginare l&rsquo;arrivo di una retro-classic-sport? Magari ispirata alle linee della MSG-01? Meglio di no! Non vorrei svegliarmi improvvisamente tutto sudato.  Triumph Tiger 1200 Sport    Qualcuno, forse, la ricorda la vecchia Triumph Tiger 1050 Sport (che non ha nulla a che vedere con l&rsquo;attuale 850). Una moto, all&rsquo;epoca, sorprendentemente sottovalutata dal mercato, che chi scrive non si stancava mai di consigliare a chiunque cercasse comodit&agrave;, ma anche carattere, efficacia e tutto il gusto di un &ldquo;big Three&rdquo; su strada. Ecco, lei &egrave; davvero un mezzo che vorrei rivedere. La base tecnica c&#39;&egrave;: l&#39;ultima Speed Triple 1200 ha raggiunto livelli inauditi di raffinatezza e gloria (l&rsquo;ho amata alla follia in versione semicarenata RR). E poi i tempi sono maturi: il pubblico &egrave; sempre pi&ugrave; stufo delle &ldquo;solite&rdquo; maxi enduro elefantiache ossessionate dal fango e torna a guardare con maggiore interesse all&rsquo;asfalto. Insomma: comode s&igrave;, ma con tanta voglia di piegare forte. Quasi pi&ugrave; naked, che crossover. Uno scenario riaperto con decisione dall&rsquo;ultima Guzzi V100 Mandello, in cui una Tiger 1200 Sport, rivista in salsa &ldquo;cross-naked&rdquo; (appunto!), sguazzerebbe felice come uno squalo tra i bagnanti a Ferragosto. Poi - amici di Triumph - visto che ci siamo ci sarebbe anche la Daytona, da rifare&hellip; ma questa &egrave; un&rsquo;altra storia.  &nbsp;  ALESSANDRO CODOGNESI  Kawasaki Versys 900  Non &egrave; facile immaginare una moto che, realisticamente, potrebbe vedere la luce. Bisogna infatti distinguere tra quelli che sono i nostri sogni e quelle che invece sono le esigenze delle aziende, che devono rispettare stringenti limiti di budget, curare gli interessi degli azionisti, fare ricerche di mercato, curare le omologazioni&hellip; progettare una moto da zero non &egrave; un gioco da ragazzi. Tuttavia, senza aver nemmeno aperto un foglio Excel, dall&rsquo;alto della mia saggezza (modalit&agrave; ironia: on) sono convinto che una Kawasaki Versys 900 potrebbe realmente conquistare il mercato. I motivi a supporto della mia tesi sono diversi. Prima di tutto &egrave; il segmento di moto che da anni piace di pi&ugrave;, su questo c&rsquo;&egrave; poco da discutere. In seconda battuta, ho sempre pensato che il 4 in linea della Z900 da 125 CV, se opportunamente tarato, starebbe benissimo su una crossover sportiva. Me la immagino un po&rsquo; pi&ugrave; atletica dell&rsquo;attuale Versys 1000, magari con ruota anteriore di 19 pollici (anche se Kawasaki non ha mai sposato questa scelta, prediligendo sempre il 17) e con un peso non superiore ai 230 - massimo 240 kg in ordine di marcia. Motore e telaio d&rsquo;altra parte potrebbero rimanere gli stessi della Z (dovrebbero cambiare giusto i rapporti); rimarrebbero da progettare ovviamente un diverso telaietto (con predisposizione per le borse laterali, su questo non si discute) e un&rsquo;ergonomia-geometria del telaio adatta alle lunghe percorrenze, con sospensioni dalla corsa allungata (ma non cos&igrave; cedevoli: come detto, me la immagino piuttosto sportiva). Infine un bel pacchetto elettronico, comprensivo di mappe-traction-ABS Cornering, manopole riscaldabili, cruise control&hellip; chiedo troppo?  KTM RC 990    Parlando invece di moto che molto probabilmente vedranno la luce (e che non vedo l&rsquo;ora di spremere tra i cordoli) c&rsquo;&egrave; sicuramente da tenere sottocchio la KTM RC 990. L&rsquo;azienda di Mattighofen ci ha fatto sognare con la RC 8C, in entrambe le edizioni (135 CV per soli 142 kg!), ma ovviamente era una moto destinata a una nicchia estremamente facoltosa (40k euro), oltre che rapida con il mouse: per accaparrarsene una occorreva prenotarsi online, ma come spesso accade con le edizioni limitate sono state tutte vendute nel giro di pochissime ore&hellip;ma torniamo a noi: quella che abbiamo gi&agrave; pizzicato in giro sar&agrave; una sportiva stradale, quindi con targa e frecce, ma decisamente pi&ugrave; alla portata di molti. Quel che &egrave; certo, &egrave; che utilizzer&agrave; una versione anabolizzata del bicilindrico parallelo della serie Duke/ADV, che grazie a un aumento di cilindrata dovrebbe arrivare a erogare senza troppi problemi 140 - 150 CV. Se il peso rimarr&agrave; sotto i 200 kg, sono i numeri giusti per una sportiva da pista, quantomeno per noi &ldquo;esseri umani&rdquo;. Le moderne superbike, per quanto efficaci, divertenti e relativamente semplici da guidare, sono anche tremendamente veloci&hellip;troppo, per la maggior parte di noi. 30 minuti di guida equivalgono a una maratona, se parliamo di sforzo fisico e mentale. Con meno cavalli, ma magari una bella dose di coppia, ci si diverte un&rsquo;infinit&agrave; e si termina il turno ancora a mente lucida. E si va forte, molto forte. Ducati Panigale V2 docet&hellip;  Yamaha YZF-R9    Datemi del monotono, ma l&rsquo;ultima moto della mia personale lista &egrave; un&rsquo;altra sportiva di media cilindrata. Su di lei si sono sprecate le speculazioni ed &egrave; facile capire il perch&eacute;: la richiesta da parte degli appassionati &egrave; alta e allo stesso tempo Yamaha avrebbe gioco abbastanza facile nel trasformare la sua naked MT in una sportiva. Cosa che peraltro ha gi&agrave; fatto con la 07, perci&ograve;&hellip;Nonostante questo e le nostre insistenti domande agli uomini dell&rsquo;azienda, Yamaha per ora smentisce qualunque sviluppo in merito. Tuttavia soltanto pochi mesi fa (ottobre 2022) sono stati registrati diversi marchi per la serie YZF-R, tra cui proprio quello dell&rsquo;R9 che, stando sempre alle indiscrezioni, dovrebbe essere una sportiva di media cilindrata con meccanica identica a quella della naked, quindi con l&rsquo;ultima evoluzione del 3 cilindri di 890 cc e 119 CV e telaio Deltabox in alluminio. &Egrave; gi&agrave; parecchio tempo che se ne parla e in questi anni, il mio personale desiderio di provare una moto del genere &egrave; solamente aumentato. Non &egrave; per nulla semplice scrivere queste righe tenendo nel frattempo le dita incrociate&hellip;  &nbsp;  Michele Lallai  Moto Guzzi Stelvio    Faccio coming out, sono tremendamente appassionato di Moto Guzzi e appena ho avuto la conferma, con il teaser di EICMA 2022, mi &egrave; salita la febbre da Nuova Stelvio. Con l&#39;ottimo lavoro fatto sulla V100 grazie al nuovo motore Compact Block, ho aspettative alte in termini di prestazioni complessive, principalmente equilibrio fra dinamica, coppia/potenza e reali capacit&agrave; turistiche.  Sono sicuro che non sar&agrave; una moto dalla forte caratterizzazione off-road. La prima Stelvio con il motore 1200 8V era una vera e propria turistica stradale con ruota anteriore da 19&quot; e non digeriva facilmente gli sterrati un po&#39; pi&ugrave; impegnativi, ma sapeva regalare grandi soddisfazioni su asfalto. &Egrave; quello che vorrei da questo nuovo modello e penso che anche in Guzzi la stiano pensando in questa maniera.  Estetica? Non ho la pi&ugrave; pallida idea di come possa essere, ma anche qui spero si ispirino alla Stelvio prima serie, con quei due grossi proiettori in stile dakariana anni &#39;80/&#39;90 e un equilibrio fra originalit&agrave; e classicismo tipico del brand. A guardare la V85TT, altra crossover di successo di Mandello, potrebbe essere proprio una moto ispirata dalla stessa filosofia e, se sar&agrave; cos&igrave;, saranno altri punti a suo favore. Spero di vederla pronta prima di EICMA.  BMW R1300GS    Sar&ograve; banale, ma mi metto in fila con quell&#39;altro miliardo di motociclisti che aspettano con ansia l&#39;arrivo della regina delle turistiche a ruote alte da sempre, la nuova R1300GS (o M1300GS, o R1400GS, staremo a vedere). Non sono mai stato grande fan della serie e non mi aspetto di vedere una moto rivoluzionaria come concetto e come essenza.  Non mi ha mai fatto battere il cuore anche per la sua estetica, sempre personale ma mai armonica o da manuale di design, ed &egrave; proprio questo il motivo principale per il quale l&#39;attendo con ansia: sono curiosissimo di vedere che forme avr&agrave; e se, finalmente, riuscir&agrave; a farmi dire per la prima volta &quot;ma che bella &#39;sta GS&quot;.  Secondo motivo per il quale l&#39;attendo: riusciranno i tecnici di Monaco a migliorare qualcosa che rasenta la perfezione? Con la 1250 si &egrave; arrivati a rendere la GS uno Stradivari della guida turistica, uno strumento avanzatissimo nella tecnica e cos&igrave; equilibrato ed efficiente che sembra giocare un&#39;altra partita rispetto alla concorrenza. Neanche l&#39;esuberanza della Multistrada V4 &egrave; riuscita a sconfiggere l&#39;equilibrio della GS (parere personale, dato che la Multi ha vinto il secondo Alpen Master di fila), quindi cosa s&#39;inventeranno per migliorare la migliore di tutte? Sono curiosissimo.  Yamaha R9 e KTM 990RC    Siccome le moto da citare sono tre, io baro e ne metto due insieme. In realt&agrave; le cito entrambe perch&egrave; sono moto che appartengono alla stessa categoria e che mi attizzano allo stesso modo. Si tratta del ritorno in grande stile delle maxi sportive stradali da 1000cc, qualcosa di molto diverso dalle Superbike dei tempi moderni e pi&ugrave; simile alle vecchie carenate di fine anni &#39;80 con caratteristiche da stradale pura, ma con i semimanubri. Per intenderci qualcosa tipo GSX-R 1100 o CBR900RR.  Il perch&egrave; mi attizzano &egrave; palese, sono un nostalgico e amo la guida stradale sportiva. La Yamaha (che non &egrave; ancora confermata ufficialmente, ma ci sono rumor e brevetti) avr&agrave; il motore tricilindrico CP3 gi&agrave; famoso per MT e Tracer 9, ottimo compromesso fra coppia corposa e allungo robusto, mentre la KTM sar&agrave; un&#39;ennesima declinazione del bicilindrico parallelo che ora equipaggia Adventure e Duke 890, anche questo con una bella spinta ai medi-bassi.  Guidare una moto agile e relativamente leggera, con semimanubri non troppo estremi e un motore coppioso ai bassi &egrave; la quintessenza della guida sulle strade misto veloci di montagna. Giocattoli per il puro divertimento di bambini troppo cresciuti che con le ultime Superbike pronto-pista hanno perso il gusto della guida su strada. Forse le vedremo entrambe a EICMA 2023, o speriamo prima!  &nbsp;  William Toscani  Yamaha R9    Appello per Yamaha: mezza moto &egrave; gi&agrave; in casa! Ovviamente parliamo della, speriamo prossima, R9. Pi&ugrave; che una moto quasi il &quot;Godot&quot; del mercato: la si aspetta, ma non arriva. Da mesi si rincorrono rumors, segnalazioni, &ldquo;spiate&rdquo; che drizzano le antenne dei molti utenti e appassionati della guida con i semimanubri che invocano l&rsquo;arrivo di una sportiva dal volto pi&ugrave; umano. L&rsquo;operazione R7, che sfrutta motore e ciclistica della naked MT-07, ha lasciato molti - diciamocelo - con l&rsquo;appetito insoddisfatto. Un po&#39; come a 14 anni sali sul primo &quot;motorino&quot; e dopo 4 o 5 mesi ti si chiude la vena e vorresti di pi&ugrave;. Bella la R7, ok. Ma quindi? Se si potesse avere anche di pi&ugrave;... La YZF-R9, oltre che quasi scontata come approdo sul mercato, potrebbe essere un prodotto ancora pi&ugrave; stimolante oltre che dalla impostazione pi&ugrave; stradale rispetto alla strabordante R1; con la giusta cavalleria (per non parlare della corposa erogazione del 3 cilindri),un prezzo abbordabile e con un pacchetto ciclistico (quello dell&rsquo;ultima MT-09 cade a pennello) pi&ugrave; adatto ad una sportiva per come la si intende, la R9 potrebbe fare (o far&agrave;) la gioia di chi vorrebbe una sportiva da potersi godere, magari tutti i giorni, senza i patemi di eccessive cavallerie e comfort in sella degni di un vero eroe. Dopo voci e indizi ed aver &ldquo;bucato&rdquo; EICMA 2022&hellip; il 2023 potrebbe essere l&rsquo;anno buono. Sar&ograve; troppo facilone, ma... Yamaha batti un (altro) colpo!  Aprilia Pegaso 660    Anche qui, diciamo, parte del lavoro sembra gi&agrave; fatto. Ed anche bene. L&rsquo;arrivo due anni fa della Tuareg sembra&nbsp; - ovviamente mettiamo il condizionale - aver spianato la strada per un altro grande ritorno di nome glorioso. La prossima Pegaso 660, anche se manca al momento la classica pistola fumante da mostrare, sembra un progetto molto concreto. E voci parlano di qualche esemplare (non definitivo) impegnato nei collaudi. La base sar&agrave; ovviamente quella della sorella enduro 660, con cui si condivider&agrave; il bicilindrico di casa,&nbsp; ma con la differenza di una &ldquo;sistemata&rdquo; ai cerchi (con misure 19&rdquo;-17&rdquo;), una diversa taratura delle sospensioni e ovviamente le linee, che dovrebbero mantenere un family feeling con le cugine Tuono e RS 660, almeno nella zona frontale. Insomma una crossover/fun-bike made in Noale che speriamo arrivi presto sul mercato. E non dovrebbe mancare poi tanto&hellip;  KTM RC 990    Il discorso pu&ograve; fare paio con quanto detto per la Yamaha R9, ma in questo caso abbiamo immagini e qualche dato tecnico (non ufficiale) che ne confermano l&rsquo;arrivo. Quando? Tutto rema per la fine del 2023 e arrivo in vetrina nella primavera del 2024.  La ricetta &egrave; semplice: la base di partenza sar&agrave; quella della naked Duke R, ma con motore bicilindrico LC8c con cubatura portata a 990 cc e potenza che dovrebbe aggirarsi sui 170 CV. Tanti ma forse non troppi, soprattutto se spalleggiati da una buona erogazione ai bassi e con una impostazione pi&ugrave; stradale rispetto alle maxi sportive odierne. Una sportiva stradale come oggi si inizia ad intravedere, per spassarsela senza gravosi impegni fisici, anche in pista. E la speranza &egrave; che non passi ancora troppo tempo. 

Tra rumors e desideri abbiamo stilato una lista di tre moto (per ciascuno di noi) che vorremmo tanto vedere in passerella gi&agrave; quest&#39;anno. E chiss&agrave; che poi alla fine non si riesca ad avere soddisfazione&nbsp;

TOP 3, le moto che ci piacerebbe vedere nel 2023

Design, ciclistica e soprattutto aerodinamica sono stati tre degli elementi cardine nella progettazione della nuova Moto Guzzi V100 Mandello. Questo perch&eacute;, attorno al nuovo motore - inedito per molti aspetti, secondo i canoni del brand - &egrave; stato deciso di sviluppare un mezzo che avesse altrettanti elementi di innovazione. Da qui, tutta una serie di &ldquo;prime volte&rdquo; per una moto della Casa lariana: prima volta di un quick shifter, prima volta di una piattaforma inerziale; ma soprattutto, prima volta di una soluzione aerodinamica inedita per il mondo moto, e non soltanto per quello Guzzi: le famose &ldquo;alette&rdquo; adattive.&nbsp; La grande sfida, quindi, &egrave; stata quella di realizzare un mezzo inquadrabile essenzialmente nella categoria roadster, ma con la protettivit&agrave; - all&rsquo;occorrenza - di una turistica. E che fosse immediatamente riconducibile all&rsquo;heritage del brand, ma con una connotazione inedita e innovativa: insomma, una Guzzi mai vista prima. Operazione, che ha comportato uno sforzo enorme sotto diversi punti di vista.  UN&#39;APPASSIONANTE &quot;ROUND TABLE&quot;    Partiamo dal design. Ad accompagnarci in questo primo viaggio - durante l&rsquo;esclusiva round table con il team di progettazione della V100 Mandello - &egrave; Marco Lambri, head of Piaggio Group design center. Con lui abbiamo approfondito alcuni aspetti chiave, a partire dalla difficolt&agrave; di far coesistere presente e futuro all&#39;interno del progetto.  &ldquo;Alcuni veicoli si identificano con il loro motore. Per le Guzzi &egrave; da sempre una costante. Per questo una rivoluzione come quella del bicilindrico &ldquo;compact block&rdquo;, all&rsquo;esordio sulla V100, ha rappresentato un passo difficile, ma&hellip; ne siamo usciti bene. Siamo riusciti a far s&igrave; che il propulsore, assolutamente inedito per le moto dell&rsquo;Aquila - non so da quanti decenni si attendeva l&rsquo;arrivo del raffreddamento a&nbsp;liquido&nbsp; - rimanesse protagonista. Nel rispetto di quella &ldquo;guzzitudine&rdquo; imprescindibile - semplicit&agrave; e stile italiano - che non pu&ograve; mancare. Insomma, lo sguardo al futuro sul piano tecnologico, &egrave; stato seguito da un linguaggio stilistico ad hoc sulla stessa linea d&rsquo;onda. Se in genere le Guzzi sono moto abbastanza orizzontali, molto semplici - con elementi macro come il serbatoio, la sella, le fiancatine, tutti plasmati attorno al motore - la&nbsp; V100 ha estremizzato questi concetti, con notevoli elementi di innovazione, estetici e funzionali. Anche sul fronte dell&rsquo;ergonomia, ad esempio, disegnare il layout del motore non &egrave; stata una cosa banale: con le termiche davanti alle ginocchia, abbiamo dovuto ruotarlo di 5&deg; in avanti, perch&eacute; cos&igrave; il pilota sarebbe stato, senza ingombri, proprio l&igrave; dove volevamo metterlo&rdquo;.  Altri elementi stilistici forti, sulla Mandello, sono il serbatoio (con le teste dei cilindri che sembrano quasi entrarci dentro), l&rsquo;aquila stilizzata nel fanale anteriore, che dona un vero e proprio &ldquo;sguardo&rdquo; alla moto; e i due elementi rotondi della fanaleria posteriore, tagliati a fetta di salame, che evocano una turbina. &ldquo;Un richiamo alla tradizione aerodinamica della Guzzi, alla galleria del vento, al legame con l&rsquo;aeronautica,&rdquo; aggiunge Lambri. &ldquo;Guzzi nasce dall&rsquo;acqua del lago e dall&rsquo;aria in cui sfrecciano gli aerei&rdquo;.&nbsp;  LA CICLISTICA: UN APPROCCIO RIGOROSO MA FLESSIBILE    Forme e volumi sono anche funzionali alla &ldquo;sostanza&rdquo;. Una cosa da subito evidente, in sella alla V100, &egrave; la solidit&agrave; della ciclistica, che si traduce in precisione di guida elevata, e in grande stabilit&agrave; e rigore direzionale. Merito di un&rsquo;attenta impostazione iniziale del mezzo gi&agrave; a livello di layout, geometrie, chassis-design primario, angolo, cannotto, posizionamento motore; ma anche rigidit&agrave; - torsionali e di imbardata - a livello di telaio e sospensioni. Fondamentale, poi, &egrave; stata la parte successiva di test &ldquo;sul campo&rdquo;, con prototipi pluriregolabili, che danno la possibilit&agrave;, entro un certo grado di libert&agrave;, di effettuare la regolazione fine di diversi parametri. Un iter di sviluppo che ha portato a scelte come quella di far proseguire il serbatoio sotto la sella per abbassare le masse e ottimizzare la distribuzione dei pesi; o a rivederne altre, non risultate ottimali alla prova dei fatti.  &ldquo;Quando abbiamo deciso di fare l&rsquo;aspirazione downdraft, quindi con i condotti di aspirazione centrali nella V del motore ruotando le teste e gli scarichi esterni,&rdquo; ci spiega Piero Soatti, head of body and chassis, che ci ha accompagnati alla scoperta delle fasi di progettazione&nbsp; della V100 &ldquo;oltre agli aspetti prestazionali, sapevamo che questa scelta avrebbe consentito di avere una cassa filtro, s&igrave; molto grande, ma in posizione non ingombrante perch&eacute; tutta spostata in avanti. In questo modo abbiamo potuto collocare il serbatoio nella parte centrale, in maniera anche un po&rsquo; irregolare e con sviluppo verticale e ottenere un ottimo bilanciamento del mezzo; che ad esempio, risente pochissimo dello sciacquio, cio&egrave; delle variazioni di carburante nel serbatoio&quot;.  STABILIT&agrave; o AGILIT&agrave;?&nbsp;    Ma durante il lavoro di sviluppo abbiamo dovuto effettuare anche diversi cambi di rotta. Per esempio, il monobraccio della V100, inizialmente, lo avevamo progettato con una certa rigidit&agrave;, poi durante le fasi di test su strada, quando ci siamo concentrati su handling e stability, ci siamo resi conto di doverla aumentare in maniera sostanziale. Non parliamo di microregolazioni, ma proprio di un intervento importante. E non sono mancati neanche i compromessi, su una roadster che strizza l&rsquo;occhio al turismo. Parlando di stabilit&agrave; e agilit&agrave;, ad esempio, abbiamo scelto di privilegiare nettamente la stabilit&agrave;, che &egrave; stato il nostro principale fattore guida. Perch&eacute; dovevamo realizzare una moto divertente, ma capace di poter viaggiare, anche in coppia, senza alcun tipo di problema; con tanto di bagagli e alla massima velocit&agrave;&rdquo;.&nbsp;  A caratterizzare in maniera importante la V100 Mandello in versione S, poi, ci sono sicuramente le sospensioni semiattive &Ouml;hlins Smart EC 2.0, il cui algoritmo di funzionamento &egrave; stato sviluppato in collaborazione con gli uomini Guzzi.  &ldquo;Queste sospensioni le conosciamo ormai da anni, le usiamo sulle top di gamma dell&rsquo;Aprilia V4,&rdquo; ci spiega ancora Soatti. &ldquo;Fino ad oggi, per&ograve;, le abbiamo sempre sviluppate in ottica performance; qui, invece, il challenge &egrave; stato riuscire a ricavare anche risultati importanti in termini di comfort. Soprattutto attraverso un&rsquo;attivit&agrave; di calibrazione di tipo sperimentale. E per calibrazione, intendo mettere i numeri giusti e i parametri giusti, in seguito a un grande e laborioso sviluppo su strada e sulle piste deputate ai test&rdquo;.  LA GRANDE SFIDA DELL&#39;AERODINAMICA    Ma &egrave; sul versante dell&rsquo;aerodinamica, probabilmente, che si &egrave; combattuta la partita pi&ugrave; difficile. Infatti, le caratteristiche che doveva avere la moto sembravano quasi in contraddizione tra loro: &quot;fare una roadster protettiva, &egrave; un po&rsquo; come dire &ldquo;fare un&rsquo;utilitaria a otto posti&rdquo;. Tutto ci&ograve;, per&ograve;, ha funzionato da stimolo per arrivare a una soluzione brillante: l&rsquo;aerodinamica attiva, o adattiva che dir si voglia. L&rsquo;ordine di dar vita a qualcosa di speciale arrivava direttamente dall&rsquo;alto, come ci racconta Diego Arioli, head of motorcycle product marketing: &ldquo;l&rsquo;aerodinamica adattiva ha di fatto interpretato una forte richiesta arrivata dalla propriet&agrave;, che voleva, tra i contenuti tecnici, una forte connotazione innovativa. Direttamente da parte della famiglia Colaninno, quindi, ci &egrave; arrivata la richiesta di avere un elemento di innovazione discontinua, inserito in questa moto, che andasse a rappresentare, e rafforzare, l&rsquo;importanza del passaggio dei 100 anni del marchio&rdquo;.    La risposta si &egrave; incarnata nelle inedite &ldquo;alette&rdquo; che scompaiono nel serbatoio. Realizzarle, per&ograve;, &egrave; stato tutt&rsquo;altro che semplice. A partire dalla necessit&agrave; di dover coniugare funzionalit&agrave; e stile; senza dimenticare la parte tecnica, perch&eacute; se una cosa si deve adattare o deve essere attiva, sono necessari meccanismi di regolazione, elettronica e tanto altro.&nbsp;  LE ALETTE? NON UN SEMPLICE GADGET    &ldquo;Per le alette non abbiamo pensato subito al serbatoio -&nbsp;ci confessa Marco Lambri - ma siamo partiti da ipotesi che prevedevano anche parte del frontale del mezzo. Per&ograve; erano veramente invasive e non volevamo che con le alette aperte la moto diventasse inguardabile. Quindi &egrave; stato necessario cercare il miglior compromesso tra funzionalit&agrave; ed estetica. Questo sistema non &egrave; un semplice gadget. Un qualcosa messo l&igrave; tanto per fare scena. E chi guider&agrave; la V100 col caldo, ad esempio, scoprir&agrave; che - oltre a togliere aria dal busto del pilota - svolge anche una funzione di comfort termico, perch&eacute; riesce a dissipare l&rsquo;aria calda che sale dal motore. Ma ci&ograve; non toglie che il risultato doveva essere accattivante anche sul piano estetico&rdquo;.&nbsp;  &ldquo;Dal punto di vista progettuale,&rdquo; aggiunge Soatti, &ldquo;gi&agrave; a livello di ingombri, avere il parabrezza che si muove di 90 mm, quando la concorrenza ha escursioni di 55, 60 mm, subito cos&igrave;, pronti via, ci ha dato diversi grattacapi a livello di movimentazione e azionamenti. Poi per quanto riguarda le alette, dovevano convivere con una cassa filtro, proprio l&igrave; a fianco, da pi&ugrave; di 10 litri, quindi molto ingombrante; ma allo stesso tempo dovevano essere belle e filanti. &Egrave; stato fatto un bello sforzo riuscire a compattare il meccanismo in senso laterale.  Ma secondo me, la sfida pi&ugrave; complicata, dal punto di vista pratico, &egrave; stata cambiare il metodo di lavoro. Perch&eacute; noi, con l&#39;aerodinamica, lavoriamo gi&agrave; da diversi anni attraverso un gruppo di grande esperienza che di fatto &egrave; uno spin off delle corse. Un team che sviluppa l&rsquo;aerodinamica in ottica performance; che vuol dire fondamentalmente una downforce buona che non comprometta il drag, ventilazione ai radiatori, massimizzazione della pressione specifica dentro la cassa filtro. Tutti temi che vivono nella nostra comfort zone, e si risolvono con metodologie computazionali standard. Con la V100, invece, cosa abbiamo dovuto migliorare? Il comfort. Quindi abbiamo dovuto ridurre le pressioni dell&#39;aria sul corpo, ma allo stesso tempo abbiamo dovuto ridurre le turbolenze. Ecco, per far questo, i nostri metodi standard non funzionano. Sono state necessarie metodologie mai usate in passato, cio&egrave; metodologie computazionali transienti, che vanno a vedere cosa accade all&rsquo;interno di un lapse temporale a livello di flussi sporchi. Ecco, dal punto di vista metodologico, tutto questo &egrave; stato abbastanza oneroso. E se nella storia del motociclismo non l&rsquo;aveva fatto mai nessuno, forse un motivo ci sar&agrave;&rdquo;.  Tre motivi che rendono le moto sexy: (Parte 2) le Aprilia 

Superare le contraddizioni intrinseche a un progetto che ibrida il mondo roadster con quello touring, accettando il minor numero possibile di compromessi: un&rsquo;operazione complessa, ma non impossibile. Come ci racconta il team di tecnici che ha realizzato la moto

Moto Guzzi V100 Mandello: la forza di un&#39;idea

        L&rsquo;edizione 2023 di Motor Bike Expo non &egrave; stata solo l&rsquo;occasione per presentare nuovi modelli, ma anche un appuntamento per raccontare tutto quello che di bello ruota attorno al mondo delle due ruote. Come il lavoro del Team In Moto con l&rsquo;Africa che prima ha presentato allo Sport Stage la squadra che nel 2023 parteciper&agrave; al CIV Classic in tre diversi campionati (Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance, Trofeo V7 Sprint e Old Open Cup) e poi si &egrave; ritrovato nello stand della Federazione Motociclistica Italiana per un momento benefico dove non sono mancate le emozioni. Sono state consegnati al dottor Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione e dell&rsquo;Area scientifica di Medici con l&rsquo;Africa Cuamm, 10.000 euro, ovvero le donazioni raccolte nel 2022 dall&rsquo;attivit&agrave; congiunta tra FMI e Team In Moto con l&rsquo;Africa. Il tutto alla presenza del Presidente FMI Giovanni Copioli e Marco Vison&agrave;, Presidente del Moto Club In Moto con l&rsquo;Africa e Team Principal. Le donazioni La somma &egrave; stata raccolta tramite le donazioni dei piloti che hanno corso a fronte di un&rsquo;offerta nel Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance con la moto numero 46, sulla quale erano state applicate le grafiche del leggendario Team Italia, dove in passato hanno militato piloti come Fausto Gresini e Luca Cadalora. Hanno partecipato alla riuscita di questa iniziativa non solo la Federazione, ma anche il Team Ducoli Corse, che ha messo generosamente a disposizione la moto, la GCorse dei fratelli Vittoriano e Gianfranco Guareschi, curatori a titolo gratuito della logistica e dell&rsquo;assistenza in pista, e tutti gli appassionati e aziende che hanno sostenuto il progetto. Le moto nei contesti difficili L&rsquo;iniziativa nasce anche per far capire quanto sia importante l&rsquo;utilizzo delle moto nei contesti difficili, come ha ricordato il dottor Putoto che proprio in queste zone opera da pi&ugrave; di settant&rsquo;anni con Medici con l&rsquo;Africa Cuamm. Le due ruote riescono infatti a portare assistenza sanitaria nei paesi dell&rsquo;Africa sub-sahariana nei quali opera la ONG padovana e sono fondamentali per trasportare le partorienti dai villaggi sperduti ai centri sanitari pi&ugrave; vicini. Anche per il 2023, il Team In Moto con l&rsquo;Africa prover&agrave; a dare il suo contributo a questa importante causa. MOTOR BIKE EXPO, UN SUCCESSO PER L&rsquo;EDIZIONE 2023       

Consegnate le donazioni dei piloti che hanno corso a fronte di un&rsquo;offerta nel Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance per aiutare Medici con l&rsquo;Africa Cuamm

Team In Moto con l’Africa e FMI, nel 2022 raccolti 10.000 euro

L&rsquo;appuntamento al Motor Bike Expo di Verona, in programma dal 27 al 29 gennaio, &egrave; l&rsquo;occasione per i marchi di presentare le novit&agrave; della stagione e gli appuntamenti del nuovo anno. Tra questi c&rsquo;&egrave; anche Moto Guzzi, che mostra alla fiera il calendario delle Moto Guzzi Experience 2023 e rinnova il format.  Le novit&agrave; per il 2023    Grazie anche all&rsquo;ampliamento della gamma, con l&rsquo;arrivo della Moto Guzzi V100 Mandello, spinta dal nuovo motore compact block e ricca di tecnologie, nel 2023 le tappe della Moto Guzzi Experience sono pensate attorno a tre modelli di punta della Casa dell&rsquo;aquila: la V7 Stone, dall&rsquo;anima giovane e fresca, l&rsquo;avventurosa V85 TT, e appunto la nuova V100 Mandello. Questo significa che chi partecipa ha una maggiore possibilit&agrave; di scelta, e tre relative tipologie di esperienza, con percorsi disegnati sulle caratteristiche del modello utilizzato.  Tra le novit&agrave; c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave;, per alcuni dei viaggi, di usufruire della nuova formula Moto Guzzi Experience Weekend, che occupa un solo fine settimana. Tre le Moto Guzzi Experience Weekend in programma, due dedicate a V7 Stone, una a V85 TT: Valli Nascoste, per tre giorni nella natura alla scoperta dei luoghi pi&ugrave; nascosti dei colli piacentini; Ride&amp;Sail, connubio tra moto e barca a vela; Dust&amp;Stars, che unisce la guida in fuoristrada al del relax sotto le stelle. Tutte le date in calendario prevedono la speciale formula all inclusive: il pacchetto comprende il noleggio della moto, il carburante e assistenza lungo il percorso. Per chi volesse iscriversi pu&ograve; farlo gi&agrave; da ora, sia sito o, per chi passer&agrave; da Verona, presso lo stand Moto Guzzi a MBE.  Calendario Moto Guzzi Experience 2023&nbsp;  V7 Stone Experience 28-30 aprile: Formula Weekend - Valli Nascoste 26-28 maggio: Formula Weekend - Ride&amp;Sail&nbsp;  V85 TT Experience 22-25 aprile: Toscana 28 aprile-1 maggio: Toscana 12-14 maggio: Formula Weekend - Dust&amp;Stars 21-30 ottobre: Tunisia 4-13 novembre: Tunisia 26 dicembre-10 gennaio 2024: Marocco&nbsp;  V100 Mandello Experience 9-16 aprile: Sicilia 27 maggio-4 giugno: Balcani 30 settembre-8 ottobre: Belpaese 2-10 dicembre: Andalusia  MOTO GUZZI, CON GIANLUCA TIEPOLO LA LE MANS 850 SI DA AL FLAT TRACK 

La Casa dell&rsquo;aquila presenta a Verona gli appuntamenti dell&#39;anno all&rsquo;insegna di moto e divertimento in sella V7 Stone, V85 TT e V100 Mandello

Moto Guzzi Experience 2023, presentato il calendario al Motor Bike Expo

        La Moto Guzzi Le Mans 850 presenta una delle silhouette pi&ugrave; iconiche di tutti i tempi. Dalla carenatura tonda al serbatoio trapezoidale fino al codone, il modello riesce a incarnare la perfetta estetica caf&eacute; racer. A personalizzarla, ci ha pensato l'officina Stile Italiano, fondata da Gianluca Tiepolo negli anni '90 e che nel corso degli anni ha lavorato su tantissimi marchi motociclistici.  Nuova ciclistica, scarico in acciaio per il bicilindrico L'officina ha iniziato la costruzione della "sua" Guzzi Le Mans aggiornando il telaio. Pur mantenendo l'originale telaio Tonti del modello, Stile Italiano ha realizzato un forcellone tubolare personalizzato per ospitare un monoammortizzatore. Tiepolo si &egrave; affidato a un'unit&agrave; &Ouml;hlins, mentre davanti trova spazio una forcella a steli rovesciati Showa anodizzata in oro. Una coppia di pinze Brembo e doppi dischi caratterizzano l'impianto frenante. Il rinnovato motore bicilindrico longitudinale a V da 844 cc sfoggia uno scarico personalizzato in acciaio inossidabile dotato di silenziatori Virex. Flat track in nero, oro e argento La carrozzeria &egrave; in stile flat track. Le linee fluide e sinuose riprendono il look caf&eacute; racer della 850, integrando efficacemente la sezione di coda affilata, le tabelle portanumero laterali e la tabella portanumero anteriore. La vernice nera lucida si unisce agli accenti dorati e argentati. MOTO GUZZI V10 CONCEPT, OBERDAN BEZZI TRASFORMA LA V100 MANDELLO       

L'iconico modello di Mandello del Lario rinasce sotto forma di flat track grazie all'opera dell'officina Stile Italiano. Aggiornata la ciclistica, il motore, lo scarico e i colori

Moto Guzzi, con Gianluca Tiepolo la Le Mans 850 si da al flat track

Quando il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, a fine anni &#39;50, visit&ograve; gli Stati Uniti in viaggio diplomatico, venne affascinato dalle forme e dall&#39;imponenza delle Harley-Davidson. Moto con una &quot;presenza&quot; del genere in Europa non esistevano e tutta la produzione era incentrata su modelli piccoli e scattanti. Le Moto Guzzi Falcone dei Corazzieri, bench&egrave; ottime moto, non potevano reggere il confronto per stile ed importanza e a Gronchi pesava parecchio, tanto da far balenare nel suo cervello l&#39;ipotesi di acquistare delle HD dall&#39;America.  Per una questione istituzionale, i Corazzieri non potevano avere moto estere e quindi fu indotto un bando di concorso per la fornitura di un nuovo modello di moto di rappresentanza e per l&#39;utilizzo delle Forze Armate. Moto Guzzi rispose per prima e decise di recuperare il progetto&nbsp; di motore bicilindrico a V che Giulio Cesare Carcano sviluppo&#39; per una nuova versione sportiva della Fiat 500, ma che non and&ograve; mai in porto. Stiamo parlando del bicilindrico a V trasversale che ancora oggi &egrave; bandiera intramontabile del marchio lariano.    La V7, origine ed evoluzione  La richiesta del Presidente fu chiara: una moto robusta, in grado di raggiungere alte velocit&agrave; e capace di percorrere almeno 100.000 km senza la necessit&agrave; di troppa manutenzione. Quando la V7 si present&ograve; al mondo nel 1965 incant&ograve; tutti, perfino gli americani che non si sarebbero mai aspettati una moto del genere da un produttore europeo. Massiccia, comoda, tecnologica e veloce, ha raggiunto 19 diversi record di velocit&agrave; per moto di serie tra cui i 100 km alla media di 218.5 km/h, l&#39;ora a 217 km/h e i 1000 km a 206 km/h. Con la sucessiva versione V7 Special da 750cc e la velocissima V7 Sport venne ampliata una gamma che divent&ograve; il vanto del motociclismo italiano nel mondo.&nbsp;  Il picco della popolarit&agrave;, poi, venne raggiunto quando gli Stati Uniti ordinarono un lotto di V7 Special con parabrezza maggiorato e protezioni per la Polizia Stradale della California. Il modello denominato per l&#39;appunto &quot;California&quot; fu la ciliegina sulla torta che ribalt&ograve; la situazione iniziale delle FF.OO, prima ad un passo dall&#39;acquistare prodotti americani, poi fornendo moto agli USA per la comprovata superiorit&agrave; tecnica e dinamica. Che soddisfazione.    &nbsp;  Dal passato ai giorni nostri, un nome che rimane  Da quel modello di met&agrave; anni &#39;60 con motore da 50CV e poco pi&ugrave; di 220 kg di peso, inizi&ograve; il percorso che ha portato Moto Guzzi ai giorni nostri passando attraverso crisi aziendali, modelli iconici, passaggi di propriet&agrave; e rinascite pi&ugrave; o meno riuscite. E nonostante tutto ci&ograve;, il modello che fa la differenza nel listino di Mandello ha ancora quel nome: V7.  Certo, si tratta di un mezzo ben diverso e con una storia meno affascinante di quella che ha dato i natali al mitico V2. L&#39;attuale modello &egrave; stato presentato a EICMA 2007 ed era derivato dalla Breva 750, un progetto del tutto trascurabile nella lunga storia Guzzi. Il motore non era quello della &quot;serie grossa&quot; di un tempo ma quello della &quot;serie piccola&quot; degli anni &#39;80, rivisitato e rialesato per addattarsi bene ai giorni nostri.&nbsp;  La prima V7 Classic uscita dagli stabilimenti di Mandello vantava 48CV e 182 kg a secco, dimensioni compatte e un carattere decisamente meno &quot;boss&quot; rispetto al modello originale. Ora si parla di una motina vintage sull&#39;onda del successo della Triumph Bonneville, indicata per un utilizzo cittadino e gite fuoriporta, con un look ispirato al passato che segue una delle mode dei giorni nostri.&nbsp;    Una sigla che &egrave; un successo, da sempre  Con poco investimento da parte dell&#39;azienda, nessuno si sarebbe immaginato un successo cos&igrave; esplosivo e fin dal debutto &egrave; sempre stata la Moto Guzzi pi&ugrave; venduta del listino. Nel 2021 la moto viene completamente rivista fino all&#39;ultimo bullone, adottando il motore 850 da 65CV della V85TT e sposando dimensioni pi&ugrave; generose, ma uno stile molto simile (quasi identico) alla precedente. Il suo successo non si ferma, anzi, cresce, e nel 2022 &egrave; ancora una volta nella Top10 delle moto pi&ugrave; vendute dell&#39;anno.  Ci sono mille motivi per amare la vecchia Guzzi V7 degli anni &#39;60, e altri mille per amare la moderna interpretazione del concetto. Hanno lo stesso nome ma origini e utilizzi del tutto diversi ed entrambe le interpretazioni hanno portato a un indiscutibile successo. Un segreto forse non c&#39;&egrave;, si tratta semplicemente di moto ben pensate e azzeccate per l&#39;epoca in cui si inseriscono, e chiss&agrave; se nel futuro ci saranno altre V7 - magari ancora una volta del tutto diverse - a replicare la gloria delle progenitrici.    Prova Moto Guzzi V100 Mandello S: muscoli e personalit&agrave; VIDEO 

Nasce nel 1965 come moto della rinascita e, ai giorni nostri, &egrave; il modello che ha riportato la Guzzi nell&#39;olimpo delle moto pi&ugrave; vendute d&#39;Italia. Ha scritto pagine di storia e, probabilmente, continuer&agrave; a scriverle

Moto Guzzi V7: una storia infinita

        V100 Mandello non &egrave; un nome messo l&igrave; a caso: in Moto Guzzi ci tengono a festeggiare il primo secolo di vita con una moto che porta innovazione e rivoluzione, proiettando l&rsquo;azienda nel futuro e mettendo le basi per una serie di nuovi modelli che saranno lo zoccolo duro della rinascita del marchio. V100 Mandello: cattura sguardo e cuore  Una moto fisica, nel senso migliore del termine. Viva. Con tanta personalit&agrave;, e qualche piccolo peccato di giovent&ugrave;. Un mezzo emozionale, in grado di rapire lo sguardo&hellip; e anche il cuore. Perch&eacute;? Ha carattere da vendere, la Guzzi V100. Lo capisci subito, appena la accendi. Con quel colpo vitale che solo le moto di Mandello sanno trasmettere al primo sussulto. Una vibrazione che ti scuote, ti collega al mezzo. Cuore e motore che battono all'unisono.&nbsp; Scopriamola meglio in questa video-prova        

Un modello affascinante, che celebra i cento anni del marchio lariano accendendo i riflettori sul futuro. Scopriamola meglio

Prova Moto Guzzi V100 Mandello: muscoli e personalità VIDEO

        Nella mente di Oberdan Bezzi sono tante le idee che prendono forma. Come una delle sue recenti creazioni: un&rsquo;interessante variante della Moto Guzzi V100 Mandello, che ha chiamato V10 Concept. Il noto designer, infatti, ha disegnato e poi pubblicato sui suoi canali il modello della Casa dell&rsquo;Aquila rivisto e reinterpretato, con evidenti richiami alla V7 Special degli anni &rsquo;60. Le modifiche alla V100 Richiami agli anni &rsquo;60, ma anche tecnologia e dotazioni moderne. Bezzi &egrave; partito smontando il cupolino della V100. Ha poi sostituito il gruppo ottico originale con un unico faro rotondo e per rafforzare&nbsp;l'estetica neo-r&eacute;tro della moto, ha inserito un nuovo tachimetro rotondo che prende il posto del moderno schermo TFT della V100. Di ispirazione vintage anche il serbatoio, mentre i pannelli laterali della V100 Mandello non vengono quasi toccati, a differenza invece della coda, che viene completamente ridisegnata. Via i cerchi in lega, al loro posto un set di cerchi a raggi. A quanto pare, nella mente del designer non ci sarebbero modifiche al motore V100, e vengono mantenuti anche trasmissione a cardano e monoammortizzatore. Il colori scelti per la livrea sono argento, e per i dettagli nero e rosso, con strisce da corsa sempre in rosso, il logo Moto Guzzi e il disegno con l&rsquo;aquila sul serbatoio.  KM37, CON MOTO GUZZI UN OMAGGIO ALLA GIULIA GTA         

Il designer ha postato sui suoi canali una delle sue creazioni: la rielaborazione della moto svelata per il centenario del Marchio

Moto Guzzi V10 Concept, Oberdan Bezzi trasforma la V100 Mandello

Come omaggiare l&#39;Alfa Romeo in una moto? O meglio, come trasportare la propria passione per i modelli Alfa degli anni &#39;60 e &#39;70 sulle due ruote? Il titolare del customizer di Amburgo Kaffeemaschine ha pensato di farlo con la KM37, una caf&eacute; racer basata su una Moto Guzzi 1000SP ma decorata con una livrea in tipico stile del Biscione.    KM37: il Quadrifoglio adorna kevlar e carbonio  L&#39;auto ispiratrice &egrave; la Giulia GTA Stradale degli anni &#39;60; la base di partenza, come accennato, la Guzzi&nbsp;1000SP, rivista con l&#39;apporto di&nbsp;kevlar e carbonio- grazie ai&nbsp;quali&nbsp;la moto pesa 184 kg -&nbsp;e con cerchi Morad in acciaio inossidabile.&nbsp; Nostalgica anche la scelta dei freni, che sono a tamburo proprio come quelli della Giulia GTA presa come modello di riferimento. L&#39;elettronica &egrave; tuttavia ampiamente presente. La strumentazione, fornita da Motogadget, presenta un display digitale per la velocit&agrave; e un contagiri analogico. Ma a spiccare &egrave; sicuramente la livrea biancoverde con il celebre Quadrifoglio di Alfa Romeo.  Lavori al motore per ottenere pi&ugrave; potenza  La caf&eacute; racer tedesca &egrave; anche pi&ugrave; potente rispetto al modello originario. I cavalli sono 82, una cifra che Kaffeemaschine ha ottenuto grazie alla sostituzione dell&#39;albero a camme e all&#39;inserimento di un nuovo carburatore Dell&#39;Orto e un nuovo impianto di scarico con dB-killer estraibili. Se vi siete ingolositi, sappiate che il prezzo non &egrave; noto e che la KM37 &egrave; in vendita, per adesso, soltanto in Germania e in al negozio Moto Borgotaro di Brooklyn, New York.  MOTO GUZZI, LA MITICA V8 IN SALSA V9 BOBBER 

La caf&eacute; racer dell&#39;officina tedesca Kaffeemaschine parte da una gloriosa 1000SP e spicca per la colorazione biancoverde e il Quadrifoglio della Casa&nbsp;del Biscione

KM37, con Moto Guzzi un omaggio alla Giulia GTA

        Quasi nascosto, in un angolino del grande stand del Gruppo Piaggio a EICMA 2022, un display ripeteva in loop il video di un'aquila che vola sopra il Passo dello Stelvio. In cima allo schermo la grande scritta in rosso: STELVIO, sotto due ruote e basta, a simboleggiare una moto che non c'&egrave; ancora. L'anticipazione &egrave; stata apprezzata da tutti e Guzzi ha creato un bel teaser per stimolare l'appetito degli appassionati, ma cosa sappiamo di questa nuova edizione della on-off italiana? Un teaser che ci racconta qualcosa In Piaggio sono bravi a creare teaser interessanti. Nel 2019, sempre nel contesto del Salone di Milano, abbiamo visto una teca con all'interno tante piante e qualche dettaglio di una moto inedita, denominata T-Concept. Quello era il primo teaser dell'Aprilia Tuareg 660 (annunciata sotto traccia gi&agrave; nel 2018 da una semplice "T") che ha debuttato poi a EICMA 2021 in versione definitiva. Lo stile di comunicazione &egrave; molto simile, ma le tempistiche di uscita della nuova Stelvio potrebbero essere decisamente pi&ugrave; brevi, non avendo una pandemia di mezzo. Da Guzzi ci dicono che la moto &egrave; in stadio avanzato di sviluppo e gi&agrave; durante il 2023 dovremmo avere informazioni pi&ugrave; dettagliate e magari qualche prima immagine.&nbsp; Per il momento quello che sappiamo della moto &egrave; che avr&agrave; lo stesso motore della V100 Mandello, quindi 1042cc per 115 CV e 105 Nm. Difficile sapere se i dati di potenza e coppia saranno gli stessi, probabilmente cambier&agrave; qualcosa per adattare una curva di coppia pi&ugrave; robusta ai bassi regimi. Altro dettaglio non da poco sono le ruote: quelle esposte per il teaser allo stand Guzzi erano a raggi tubeless con pneumatici 120/70 19" davanti e 170/60 17" dietro, stesse identiche misure montate su BMW R1250GS e KTM 1290 Super Adventure. Facile capire che si tratter&agrave; di una moto che - nonostante la cilindrata inferiore - andr&agrave; a competere con le maxi pi&ugrave; apprezzate della categoria.  &nbsp; Come sar&agrave;?  Cosa possiamo aspettarci dall'estetica? Questo &egrave; un bel mistero. Le Moto Guzzi on-off con ruota alta non sono state tante (ricordiamo principalmente NTX, Quota e la protagonista di questo articolo) e tutte avevano in comune una grossa carena anteriore e un cupolino di velata ispirazione dakariana. Se ci concentriamo sulla Stelvio 1200 prodotta dal 2011 al 2016 non possiamo dimenticarci del doppio faro circolare anteriore, che &egrave; anche un elemento distintivo della V85 TT, tuttofare di successo dell'attuale listino di Mandello. Ci pare logico immaginare un'estetica anteriore con doppia lente full LED, e questa &egrave; la sola ispirazione estetica che riusciamo a percepire dal passato della Casa. Infine, Stelvio &egrave; un buon nome da usare per una nuova crossover Moto Guzzi? Nessuna delle on-off di Mandello ha avuto un gran successo in passato. La Stelvio, nello specifico, ha vissuto una vita da outsider della categoria e non si &egrave; mai avvicinata ai numeri dell'inarrivabile GS, ma la sua personalit&agrave; alla guida e l'indiscutibile unicit&agrave; del suo bicilindrico, ha creato attorno all'immagine del modello un piccolo culto di appassionati molto fedeli nonostante i numerosi difetti del progetto. Quindi s&igrave;, pensiamo che il nome Stelvio sia azzeccato e l'attenzione catturata dal teaser di EICMA ne &egrave; la prova. Il nostro articolo a riguardo &egrave; stato uno dei pi&ugrave; letti in assoluto di InMoto.it nel periodo del Salone. Aspettiamo di scoprire qualcosa in pi&ugrave;.  Moto Guzzi V9 Bobber Special Edition a EICMA 2022       

Ad EICMA 2022 abbiamo fatto la prima "conoscenza" con la prossima crossover lariana... o meglio con le sue ruote. L'anticipazione per&ograve; ci fa ragionare su come potrebbe essere e quando potrebbe arrivare

Moto Guzzi Stelvio 2023: cosa ci dobbiamo aspettare?

Ritorno a grande richiesta. Gi&agrave; dal lancio della apprezzata V85 TT, la Classic Enduro che ha portato il marchio Moto Guzzi tra le moto Adventure furono in molti ad invocare un elritorno per una moto molto apprezzata dai guzzisti.  Ad EICMA pochi indizi: due ruote ed un ledwall sormontato dal pi&ugrave; che chiaro nome Stelvio. Quel che possiamo dire &egrave; che la moto avr&agrave; ruote da 19&quot; e 17&quot; (anteriore e posteriore rispettivamente) con cerchi a raggi e il motore che arriva dall&#39;unit&agrave; che equipaggia la V100 Mandello.&nbsp;  Quando arriver&agrave; la Stelvio?    Anche qui bocche cucite, ma alcune indiscrezioni parlano di un arrivo in versione concept in tempi brevi. Ipotizziamo prima dell&#39;estate per avere una prima visione della moto completa con l&#39;arrivo poi in versione definitiva nel 2024. Una mossa quella del Gruppo Piaggio che ricorda il teasing fatto con la Aprilia Tuareg, con un bel logo che anticipava l&#39;arrivo della nuova Enduro poi uscita a distanza di un anno e mezzo.  Non resta che attendere nuovi sviluppi 

Solo pochi indizi ed una certezza: una nuova crossover bicilindrica di Mandello pronta a volare. Il concept prima dell&#39;estate?

EICMA 2022, clamoroso Moto Guzzi: torna la Stelvio con motore V100

A EICMA 2022 Moto Guzzi presenter&agrave; la V9 Bobber Special Edition, inedita serie speciale della custom sportiva di Mandello del Lario.    Colori esclusivi, moto rifinita    La nuova Moto Guzzi V9 Bobber Special Edition vanta una speciale colorazione Workshop twin-tone nera e grigia sul serbatoio a goccia in metallo (dotato di tappo in alluminio ricavato dal pieno), colore che si estende anche ai fianchetti in alluminio. Gli specchietti bar-end fissati alle estremit&agrave; del manubrio, assieme ai soffietti della forcella e al parafango anteriore corto, completano la dotazione. Nuove e curate anche le finiture delle saldature del telaio e la qualit&agrave; della verniciatura dello stesso, cos&igrave; come i dettagli che caratterizzano il bicilindrico trasversale a V di 90&deg;, non solo nelle fusioni, ma anche nella sua tinta nero opaco che esalta i loghi Moto Guzzi fresati sui coperchi delle teste in alluminio.  MOTO GUZZI, LA MITICA V8 IN SALSA V9 BOBBER  Il sound del motocilindrico &egrave; evidenziato dagli scarichi slip-on omologati verniciati in nero opaco e con fondello in alluminio e caratterizzati, nella parte terminale, da una slanciata sagomatura obliqua. Il peso complessivo &egrave; contenuto in soli 199 kg (in ordine di marcia), l&#39;altezza della sella da terra &egrave; di soli 785 mm, a voler unire comfort e piacere di guida in un&#39;unica soluzione sportiva.    COSA VEDERE A EICMA 2022? 

La custom sportiva di Mandello del Lario presentata in una versione pi&ugrave; esclusiva e rifinita. Spicca la doppia colorazione nero-grigia

Moto Guzzi V9 Bobber: a EICMA 2022 sfila la Special Edition

        Moto Guzzi, storico marchio oggi nel Gruppo Piaggio, conserva nella sua lunga storia una pietra miliare, il V8. Il particolare modello lanciato negli anni '50 come macchina da corsa, era equipaggiato con un motore V8 da 500 cc che raggiungeva i 70 CV a pi&ugrave; di 12.000 giri/min. Ancora oggi, il V8 Guzzi &egrave; una fonte di ispirazione per customer che puntano sempre sulla carenatura della pattumiera (o Guscio d'uovo) in verde scuro, caratteristica presente anche nella replica del V8 dell'olandese LM Creations di Groningen.  MOTO GUZZI 1000 SP ENZO, UNA SPECIAL CARICA DI SIGNIFICATO La trasformazione Luuc Muis, che si cela dietro le iniziali LM, aveva ricevuto un ordine da Motoplex, grande rivenditore di moto di Metz in Francia, il quale gli aveva inviato anche una Moto Guzzi V9 Bobber che doveva essere utilizzata come base. Luuc ha realizzato la carenatura anteriore in lamiera di alluminio a mano. Al posto della vernice, Custom Coatings ha applicato un rivestimento in polvere verde scuro opaco, mentre il serbatoio della benzina &egrave; stato ricavato da una nuova lamiera di alluminio, in modo che tutto si incastri nella parte anteriore e che almeno gli elementi stilistici siano fedeli all'originale. Le coperture laterali classiche della V9 Bobber sono state mantenute nella parte posteriore. In basso, Luuc ha sostituito l'impianto di scarico originale due in due con una versione due in uno notevolmente accorciata. E il team Motoplex ha lucidato le spalle dei cerchi in alluminio fuso. Il tachimetro &egrave; rimasto lo stesso della V9, mentre il motore a due cilindri raffreddato ad aria con una cilindrata di 853 cm e due valvole per cilindro produce fino a 65 CV e tira con oltre 70 Nm. La forcella telescopica e i due puntoni a molla sono quasi altrettanto classici. Un'altra Moto Guzzi ricostruita nello stile della leggendaria V8 da corsa degli anni Cinquanta. Da LM Creations nei Paesi Bassi, sulla base dell'attuale V9 Bobber. La maggior parte dell'impegno &egrave; stata dedicata alla caratteristica carenatura della pattumiera e al serbatoio della benzina, entrambi realizzati a mano in alluminio. MOTO GUZZI, V100 MANDELLO AVIAZIONE NAVALE: L'AQUILA PLANA SU UNA PORTAEREI        

Il modello &egrave; stato ricostruita dal customer olandese LM Creations nello stile della leggendaria moto da corsa di serie utilizzando come base la V9 Bobber

Moto Guzzi, la mitica V8 in salsa V9 Bobber

Mezzi come la V100 Mandello hanno prima di tutto un grande merito: ci ricordano che nel motociclismo carattere e personalit&agrave; sono valori fondamentali. Perch&eacute; di modelli figli del marketing, fatti per piacere a tutti, ovunque nel mondo, sono pieni i listini. Mentre &quot;i ferri&rdquo; che fanno scorrere forte il sangue nelle vene, e aprono a mondi diversi, sono sempre meno (e ce n&rsquo;&egrave; davvero un gran bisogno). Abbiamo provato l&rsquo;ultima novit&agrave; di Mandello in versione S, la pi&ugrave; sofisticata (e costosa), con le sospensioni semiattive e il cambio quick shift di serie. Di seguito, l&rsquo;analisi &ldquo;voce per voce&rdquo; nel consueto #SottoEsame, con le prime impressioni di guida e i voti assegnati al design, ai contenuti tecnici, alla resa dinamica e al rapporto qualit&agrave;/prezzo. Il test completo, insieme agli approfondimenti e ai contenuti esclusivi, saranno invece sul prossimo numero di In Moto in edicola.  MOTO GUZZI V100 S: DESIGN    Andatela a vedere dal vivo, rimarrete sorpresi. Perch&eacute; in foto, il vero appeal della V100 Mandello non arriva. Come se due dimensioni fossero poche per trasmettere a pieno il fascino di una moto (quasi una instant-classic) capace di apparire, allo stesso tempo, snella, muscolosa, compatta, imponente o slanciata, in base al punto da cui la si guarda. Sull&rsquo;ultimissima release, alcuni inserti in plastica nera, sapientemente posizionati a spezzare la continuit&agrave; della carena, donano ora maggiore dinamicit&agrave; all&#39;insieme (rispetto all&#39;esemplare visto lo scorso anno a EICMA, che non li aveva); un piccolo &ldquo;trucco&rdquo; estetico, estremamente efficace. Tra le due colorazioni proposte per la versione S - Grigio Avanguardia e il 2121 in foto (che riprende la livrea della mitica Otto Cilindri) - personalmente non avrei dubbi. VOTO: 8  MOTO GUZZI V100 S: CONTENUTI TECNICI E DOTAZIONE    La moto &egrave; stata svelata da un po&#39; e di lei si sa praticamente tutto. Quindi, al netto dei dettagli tecnici riportati nella scheda in basso, analizziamo (e commentiamo) le novit&agrave; pi&ugrave; succose. A partire dal &ldquo;compact block&rdquo;, il bicilindrico a V trasversale di 90&deg; (con distribuzione a doppio albero a camme in testa, con bilancieri a dito comandati da una catena e 4 valvole per cilindro) progettato totalmente ex novo per questa moto (e per gli altri modelli che seguiranno a breve sulla stessa base). Il nome, compact block, suggerisce subito come compattezza e leggerezza siano state le linee guida nella sua realizzazione; con lui, inoltre, esordiscono anche l&rsquo;inedito raffreddamento a liquido e le teste ruotate di 90 gradi, per aumentare lo spazio per le gambe e razionalizzare la posizione dei componenti della linea di aspirazione e dell&rsquo;iniezione elettronica. Qualche numero: 1042 cc, 115 CV a 8.700 giri/min e una coppia massima di 105 Nm a 6.750 giri/min (con l&rsquo;82% disponibile gi&agrave; da 3.500 giri/min). Il dato dichiarato sui consumi &egrave; di 4,7 l/100 km. Un&rsquo;altra chicca riguarda l&rsquo;albero cardanico con un&rsquo;uscita posizionata molto pi&ugrave; in basso, associata a uno sviluppo longitudinale molto elevato del forcellone. Soluzione che ha permesso di contenere l&rsquo;effetto di innalzamento alla prima apertura del gas, senza la necessit&agrave; di utilizzare aste di reazione sul forcellone, alla ricerca di una resa simile a quella di una&nbsp; trasmissione finale a catena, ma con tutti i vantaggi del cardano (minore manutenzione e maggiore pulizia).  Sul fronte della ciclistica, tratto distintivo della V100 Mandello S - che poi &egrave; la differenza tecnica pi&ugrave; rilevante rispetto alla versione base, insieme al cambio quick shift di serie - &egrave; il sistema di sospensioni semiattive &Ouml;hlins Smart EC 2.0:&nbsp; in grado di leggere l&rsquo;asfalto, e di adeguare costantemente il setup della moto, adatta la taratura idraulica di forcella e ammortizzatore attraverso un algoritmo realizzato in collaborazione tra &Ouml;hlins e Moto Guzzi. Due le modalit&agrave; di intervento previste: semiattiva (con due mappe, Comfort e Dynamic) e manuale (con un funzionamento simile a un sistema tradizionale pluriregolabile).&nbsp; Poi c&rsquo;&egrave; l&rsquo;aerodinamica adattiva (comune a tutte le V100), il sistema che regola automaticamente la posizione dei deflettori presenti ai lati del serbatoio, in dipendenza della velocit&agrave; e del Riding Mode selezionato. Una tecnologia utile - quando attivata - a ridurre la pressione dall&rsquo;aria sul busto del pilota (quando non servono, le &ldquo;alette&rdquo; spariscono nel serbatoio e non le vedi pi&ugrave;; e le linee della moto rimangono compatte e &quot;pulite&quot;).&nbsp; Il resto della dotazione principale prevede acceleratore ride-by-wire, 4 Riding Mode (Pioggia, Turismo, Strada e Sport, ognuno dei quali gestisce 3 tipi differenti di mappe motore, 4 livelli di traction control, 2 livelli di freno motore, l&rsquo;apertura dei deflettori laterali e nella versione V100 Mandello S, anche la taratura delle sospensioni semiattive &Ouml;hlins), cornering ABS e luci adattive (che sfruttano una sofisticata piattaforma inerziale a 6 assi). Non mancano una presa USB nel vano portaoggetti sotto la sella del passeggero, il cruise control, la strumentazione TFT a colori da 5 pollici e la piattaforma multimediale Moto Guzzi MIA. VOTO: 8.5  MOTO GUZZI V100 S: ERGONOMIA E COMFORT  Sella comoda (con diverse opzioni per quanto riguarda l&rsquo;altezza), manubrio alto, presa salda, ginocchia piegate il giusto. La posizione di guida &egrave; confortevole, senza per&ograve; risultare &ldquo;seduta&rdquo;. Insomma, comoda s&igrave;, ma con la giusta predisposizione alla guida aggressiva quando se ne presenta l&rsquo;occasione. Dopodich&eacute;: cupolino regolabile elettricamente; alette aerodinamiche (che quando sono in azione tolgono aria dal busto); cilindri che garantiscono una certa protezione alle gambe quasi come fossero una carena; apprezzabili attacchi per le valigie, gi&agrave; integrati nel codino&hellip; tutti elementi, che globalmente considerati, fanno rispondere &ldquo;sport-touring&rdquo; alla fatidica domanda: ma in che categoria rientra la V100 Mandello? VOTO: 8,5  MOTO GUZZI V100 S: PIACERE DI GUIDA    Sostenere che questa Guzzi sia diversa dalle altre Guzzi non &egrave; corretto. Anzi, per certi versi, la V100 &egrave; la Guzzi pi&ugrave; &ldquo;Guzzi&rdquo; che ci sia. Una super Guzzi. Come se 100 anni di storia del marchio si fossero dati appuntamento tra le pieghe dei suoi cilindri, pronti a iniziare un nuovo capitolo, ma senza tradirne l&rsquo;identit&agrave;. E non si tratta di una semplice suggestione. Lo capisci subito, appena la accendi. Con quel colpo vitale che solo le moto di Mandello sanno trasmettere al primo sussulto. Una vibrazione che ti scuote, ti collega al mezzo. Cuore e motore che battono all&#39;unisono.&nbsp; Eppure, la V100 non &egrave; di quei mezzi che danno subito confidenza. Bisogna prenderle le misure, abituarsi ad una certa, iniziale, &ldquo;ruvidit&agrave;&rdquo;. Insomma, devi domarla e lasciarti domare, dopodich&eacute; tutto cambia. Soprattutto quando la strada si apre e si pu&ograve; dare libero sfogo all&rsquo;esuberanza del motore. Un bicilindrico muscoloso come non te lo aspetti. Che spinge forte, come un toro, sin dai bassi&hellip; e allunga autorevole fino all&rsquo;intervento del limitatore (talmente autorevole, che ne vorresti ancora un po&#39;). Le vibrazioni non mancano. Ma su una moto cos&igrave; - ferro, carne, anima e bulloni - fanno parte del gioco. Diventano elemento di fascino. Un po&rsquo; meno l&rsquo;eccessiva ruvidit&agrave; del quick shifter nei rapporti pi&ugrave; bassi (in particolare in alzata, nel passaggio dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza; anche se va detto, che quelli testati erano i primissimi esemplari di Mandello S usciti dalla catena di montaggio, con ancora la targa prova e 6/700 km all&#39;attivo. Quindi le cose potrebbero migliorare terminato il rodaggio).  Tornando al test, se il motore incanta, la ciclistica non &egrave; da meno. Le &Ouml;hlins fanno un lavoro egregio, donando tanto sostegno e precisione su ogni percorso. Soprattutto tra le curve, dove il rigore direzionale ricorda la stessa, rocciosa, determinazione - nel mantenere la traiettoria - della V85 TT. Ma con ben altri risultati quando si cerca la sportivit&agrave; nel misto, situazione in cui la V100 regala genuine soddisfazioni. In frenata, l&#39;impianto Brembo fa un gran lavoro e la Guzzi non si scompone neanche nelle staccate pi&ugrave; assassine. L&#39;entrata in curva &egrave; rapida; anche se non si tratta di una moto iper-reattiva, e dunque va timonata con decisione per essere efficace, con l&rsquo;avantreno che si fa sentire forte e chiaro nelle braccia nei rapidi cambi di direzione. Il classico mezzo che pretende &quot;un capitano&quot; al comando. E anche questo, in fondo, fa parte del suo fascino. Poi, impostata la traiettoria, la V100 non la sposti neanche con le cannonate... e via fino all&rsquo;uscita di curva, pronti per il colpo di bazooka che teletrasporta alla successiva. Peccato solo per un certo on/off nell&rsquo;apri e chiudi del comando del gas in seconda e terza marcia (pi&ugrave; evidente con il riding mode &ldquo;Sport&rdquo;, un po&rsquo; meno in &ldquo;Strada&rdquo;), che in alcuni casi pu&ograve; rovinare il ritmo di guida (soprattuto alle basse velocit&agrave;). Tutto questo, ovviamente, vale solo se si viene colti dai proverbiali 5 minuti di teppismo. Altrimenti, questa moto &egrave; perfetta anche per godersi la strada pennellando curve, una dietro l&rsquo;altra, supportati dall&#39;ottima elasticit&agrave; del compact block nelle marce alte. Una vera moto double-face, godibile ad ogni andatura. VOTO: 8  MOTO GUZZI V100 S: RAPPORTO QUALIT&Agrave;/PREZZO  A distinguere la V100 Mandello S dalla versione base ci sono anche le manopole riscaldabili, l&rsquo;indicatore della pressione degli pneumatici e il sistema di connettivit&agrave; Moto Guzzi MIA di serie. Il tutto, per un prezzo di listino di 17.999 euro (15.499, l&rsquo;esborso per la base). Una cifra che, nonostante gli innegabili contenuti tecnici, appare un&nbsp;po&rsquo; alta se si tiene conto di alcune finiture migliorabili,&nbsp;e&nbsp;della mancanza di features come il sistema di accensione Keyless, che ci si aspetterebbe su una moto cos&igrave;. VOTO: 7,0  MOTO GUZZI V100 S: CONCLUSIONI    Pi&ugrave; roadster, pi&ugrave; touring; oppure una sport-touring&hellip; decidete voi. Di sicuro la V100 Mandello S &egrave; un modello che mancava. Una moto fisica, nel senso migliore del termine. Viva. Con tanta personalit&agrave;, e qualche piccolo peccato di giovent&ugrave;. Un mezzo emozionale, in grado di rapire lo sguardo&hellip; e anche il cuore. La disponibilit&agrave;, nelle concessionarie, &egrave; dal mese di Novembre.&nbsp;&nbsp; VOTO FINALE: 8  SCHEDA TECNICA MOTO GUZZI V100 MANDELLO  MOTORE  Tipo: Bicilindrico trasversale a V di 90&deg; raffreddato a liquido. Distribuzione a doppio albero a camme in testa con bilancieri a dito e quattro valvole per cilindro Cilindrata: 1042 cc Alesaggio e corsa: 96 x 72 mm Rapporto di compressione: 12,6 : 1 Potenza massima: 115 CV (84,6 kW) a 8.700 giri/min Coppia: 105 Nm (10,7 kgm) a 6.750 giri/min Alimentazione: Iniezione elettronica; doppio corpo farfallato &Oslash; 52 mm e gestione Ride by wire Capacit&agrave; serbatoio carburante: 17 litri (riserva 3,5 litri) Omologazione: Euro 5 Consumi (ciclo WMTC): 4,7 l/100 km Emissioni CO2 (ciclo WMTC): 118 g/km  TRASMISSIONE  Frizione_ Multidisco in bagno d&rsquo;olio con antisaltellamento e comando idraulico Cambio: 6 marce [6 marce con sistema elettronico quick shift] Trasmissione primaria: A ingranaggi a denti dritti e parastrappi integrato, rapporto di trasmissione: 31/48 (1,548) Trasmissione secondaria: Ad albero cardanico: Rapporto di trasmissione: 12/38 (3.166) Gestione controlli: 3 mappe motore (MGCM), 2 livelli di controllo freno motore (MGFM), 4 livelli di controllo di trazione (MGTC), cruise control. 4 Riding Mode (Turismo, Pioggia, Strada, Sport), [quick shift]  CICLISTICA  Telaio: Tubolare in acciaio ad alta resistenza Sospensione anteriore: Forcella telescopica idraulica a steli rovesciati, &Oslash; 41 mm, regolabile nel precarico molla e nell&rsquo;idraulica in estensione [forcella semiattiva &Ouml;hlins Smart EC 2.0, a steli rovesciati &Oslash; 43 mm con trattamento superficiale TIN, completamente regolabile] Escursione ruota anteriore: 130 mm Sospensione posteriore: Monobraccio in alluminio con monoammortizzatore laterale sinistro, regolabile nel precarico molla con manopola e nell&rsquo;idraulica in estensione [monoammortizzatore semiattivo &Ouml;hlins Smart EC 2.0 completamente regolabile e dotato di regolazione del precarico molla con manopola] Escursione ruota posteriore: 130 mm Fremo Ant: doppio disco flottante in acciaio inox, &Oslash; 320 mm, pinze Brembo ad attacco radiale a 4 pistoncini contrapposti e tubo in treccia metallica Freno Post: disco in acciaio inox, &Oslash; 280 mm, pinza Brembo flottante a 2 pistoncini ABS Continental con funzione cornering Ruote: In lega di alluminio&nbsp; Cerchio anteriore: 3,5&rdquo; x 17&rdquo; Cerchio posteriore: 6,0&rdquo; x 17&rdquo; Pneumatico anteriore: Radiale tubeless 120/70 - R17&rdquo; Pneumatico posteriore: Radiale tubeless 190/55 - R17&rdquo;  DIMENSIONI  Lunghezza: 2.125 mm Larghezza: 835 mm Interasse: 1475 mm Altezza sella: 815 mm (accessori: sella bassa 800 mm; sella alta 835 mm) Inclinazione cannotto di sterzo: 24,7&deg; Avancorsa: 104 mm Peso a secco: 212 kg Peso in ordine di marcia*: 233 kg  &nbsp; 

Una moto di grande carattere, che celebra i cento anni del marchio Lariano accendendo i riflettori sul futuro. Pregi, difetti, caratteristiche e prezzo, scopriamo con quali voti ha superato il nostro test

Test Moto Guzzi V100 Mandello S: i voti del #SottoEsame

Siamo all&rsquo;inizio del nuovo millennio quando, al Motorshow di Bologna nel 2000 e all&#39;Intermot di Monaco di Baviera nel 2001, fa il suo debutto il prototipo Sansone, nato a Torino da Beestudio e Design Service Network, sulla meccanica della Moto Guzzi Nevada 750, ma realizzato in Giappone presso White House. Un lavoro che ha portato al totale smantellamento del modello originale per realizzare un esemplare nuovo, ispirato sia alla Casa italiana che agli anni &rsquo;50: insomma, circa vent&#39;anni fa c&#39;era un scooter Guzzi in giro, eppure quasi nessuno se lo ricorda.  Le caratteristiche del Sansone    Ma com&#39;&egrave; fatto? E quali sono le sue caratteristiche? Al centro di tutto c&rsquo;&egrave; il motore a &#39;V&#39; Moto Guzzi e la tradizionale trasmissione a cardano, il tutto avvolto da un design da maxi scooter, unendo sportivo ed elegante, e con l&rsquo;obiettivo di rappresentare un buon alleato sia nella guida urbana che nei viaggi fuori citt&agrave;. Linee pulite, superfici muscolose, che accolgono nella coda lo spazio per un bauletto che pu&ograve; ospitare due caschi integrali; il serbatoio si trova sotto la sella, in posizione anteriore rispetto alla ruota posteriore, cos&igrave; da abbassare il baricentro e migliorare l&rsquo;agilit&agrave; soprattutto nel traffico urbano. Infine, gli specchietti retrovisori sono stati sostituiti da una telecamera le cui immagini sono visibili sul monitor integrato nel cruscotto.  MOTO GUZZI 1000 SP ENZO, UNA SPECIAL CARICA DI SIGNIFICATO 

Presentato all&#39;inizio del nuovo millennio, il prototipo venne realizzato partendo del V-Twin della Nevada 750. Non super&ograve; la fase di preserie

Una meteora chiamata Sansone: lo scooter Moto Guzzi

Arriva da Ravenna ed &egrave; un concentrato di arte e stile. Stiamo parlando della Moto Guzzi 1000 SP Enzo, nata nell&#39;officina Fuchs Workshop. La special - caf&egrave; racer &egrave; stata acquistata dal customizzatore Massimo Rinchiuso da un suo cliente e l&#39;ha fatta diventare cos&igrave; icona e marchio di fabbrica del suo laboratorio.    MOTO GUZZI EXPERIENCE: SI TORNA IN SELLA FRA MARE E MONTAGNA  Nome e caratteristiche  Partiamo dall&#39;inizio, il nome. La prima cosa che ci si chiede quando sentiamo parlare di questo modello &egrave; chi sia Enzo. Enzo &egrave; il nonno di Massimo ed &egrave; grazie a lui che nacque la passione per i motori. Per quel che riguarda le caratteristiche di questa Special,&nbsp;modifiche sono state apportate al telaio e allo sterzo, ma anche la forcella ha sub&igrave;to dei cambiamenti utilizzando alcuni elementi della Yamaha R6. Presente un nuovo forcellone realizzato in alluminio, collegato a due ammortizzatori Ohlins. I cerchi sono realizzati dalla stessa officina e cos&igrave; il serbatoio, il cupolino e il codino. L&#39;impianto di scarico &egrave; composto di due terminali SC Project.  Motore e colore  Ulteriori modifiche sono state apportate al volano e all&#39;albero per renderli pi&ugrave; leggeri, mentre l&#39;accensione &egrave; affidata al Silent Hektik. I carburatori sono Dell&#39;Orto PHM40. Massimo ha scelto il grigio e il rosso per rendere questo esemplare unico il pi&ugrave; accattivante possibile. Nonno Enzo ne sar&agrave; sicuramente fiero.  MOTO GUZZI, V100 MANDELLO AVIAZIONE NAVALE: L&#39;AQUILA PLANA SU UNA PORTAEREI 

Il modello &egrave; stato completamente rivisitato dall&#39;officina ravennate Fuchs Workshop ed &egrave; dedicata ad una persona davvero importante per il proprietario

Moto Guzzi 1000 SP Enzo, una special carica di significato

        Non tutti conoscono i professionisti che si celano dietro grandi storie, ma se proprio dovessimo nominarli, fra questi uno che ha grande rilievo &egrave; Len Wein, un fumettista che ha contribuito alla nascita, nel mondo del Marvel Comics, di incredibili e particolarissimi personaggi. Fra i suoi lavori, spicca proprio Wolverine, che molti ricordano come figura apparsa &ndash; e interpretata da Hugh Jackman &ndash; nei film di X-Men. Questo mondo, il mondo dell&rsquo;immaginario, spesso si scontra e incontra con quello reale. Ed &egrave; quello che &egrave; successo con Moto Guzzi che presenta Viaggio nel Tempo, un albo a fumetti firmato Marvel Entertainment interamente dedicato a V100 Mandello. Questo modello tanto atteso del marchio &egrave; protagonista in una storia dai ritmi serrati al fianco di Wolverine, uno dei super-eroi pi&ugrave; iconici e popolari dell&rsquo;universo Marvel. In Viaggio nel Tempo il mutante si trova a combattere contro i fantasmi del suo passato e a dover fronteggiare l&rsquo;assalto di Bullseye, uno tra i supervillain pi&ugrave; letali e pericolosi della Marvel. Dentro il mondo Marvel  Nella trama delineata per questo fumetto, la V100 Mandello si inserisce nella storia di Wolverine con la vicenda di una donna che ritorna dal suo passato. Tantissimi i colpi di scena, tra i quali un inseguimento nel corso del quale Moto Guzzi V100 si dimostra una compagna potente e veloce per il mutante dagli artigli di adamantio. E anche nel passato In Viaggio nel Tempo mostrer&agrave; come le strade di Wolverine e Moto Guzzi si fossero gi&agrave; incrociate grazie a una V7 prima serie, uno dei modelli pi&ugrave; iconici della casa italiana. Moto Guzzi V100 Mandello nasce per festeggiare i 100 anni del marchio: &egrave; dotata di tecnologie di avanguardia sia nell&rsquo;inedito bicilindrico raffreddato ad acqua sia nel ricchissimo pacchetto di supporti elettronici alla guida. Per questo motivo, con essa si scopre un nuovo capitolo della storia Moto Guzzi, che lega la sportivit&agrave; e la brillantezza da vera roadster sui percorsi guidati, alla vocazione al viaggio e alla scoperta che sono da sempre nell&rsquo;anima di ogni Moto Guzzi. Viaggio nel Tempo - Journey of Time sar&agrave; disponibile nelle versioni italiana e inglese a partire dal mese di ottobre presso i bookshop del Museo Moto Guzzi a Mandello del Lario e del Museo Piaggio a Pontedera e presso i dealer Moto Guzzi che aderiscono all&rsquo;iniziativa.&nbsp; MOTO GUZZI V100 MANDELLO: CROSSOVER, TOURER O ROADSTER?       

Il nuovo modello dell&rsquo;aquila &egrave; inserito in un albo a fumetti Marvel dove fa da sponda a uno dei personaggi pi&ugrave; amati dell&rsquo;universo dei supereroi

Moto Guzzi: la V100 Mandello incontra Wolverine

        L&rsquo;edizione 2022 delle Giornate Mondiali Moto Guzzi si &egrave; rivelata un successo grazie all&rsquo;enorme affluenza di partecipanti all&rsquo;evento e che conferma, ancora una volta, la grande quantit&agrave; di appassionati del marchio che ad esso rimangono fedeli. La manifestazione si &egrave; svolta a Mandello del Lario ed ha totalizzato pi&ugrave; di 60.000 appassionati, la maggior parte arrivati proprio in sella alla loro compagna e provenienti da tutte le parti del mondo: Europa, Stati Uniti, Sud America, Australia, Indonesia. Un bel momento per incontrarsi e scambiarsi opinioni vaste e variegate. V100 Mandello, star dell&rsquo;evento  In pole position per l&rsquo;evento c&rsquo;&egrave; stata la Moto Guzzi V100 Mandello, che ha aperto la parata del sabato con alla guida Ewan McGregor. Sia il 10 che l&rsquo;11 settembre &egrave; stata poi data l&rsquo;occasione di prenotarsi per la compera di uno dei primi esemplari di V100 Mandello esclusivamente presso lo storico stabilimento di via Parodi. Grande affluenza anche nel Museo Moto Guzzi, il quale ha visto entrare pi&ugrave; di 20.000 persone. Nel programma delle Giornate Mondiali Moto Guzzi c&rsquo;erano poi alcune visite alle linee di assemblaggio motori e veicoli, e alla Galleria del Vento. Ad accompagnare questa nuova edizione &egrave; stata la musica di Virgin Radio, con alcune parentesi di intrattenimento come talkshow dove si &egrave; parlato del progetto di V100, fornendo dettagli specifici riguardo la nuova roadster. Si &egrave; potuta anche ammirare la nuova V7 Special Edition, e due esemplari di V7 preparate per il Trofeo Fast Endurance. MOTO GUZZI V100 MANDELLO: CROSSOVER, TOURER O ROADSTER?       

L&rsquo;edizione del 2022 porta a casa ottimi risultati. La protagonista indiscussa dell&rsquo;evento &egrave; stata la V100 Mandello

Successo per le Giornate Mondiali Moto Guzzi: più di 60.000 persone

        Anche Obi - Wan Kenobi &egrave; appassionato di Moto Guzzi. Non stiamo parlando propriamente del personaggio di Guerre Stellari, ma dell'attore che lo interpreta, Ewan Mc Gregor. La stella del cinema &egrave; stato infatti uno dei migliaia di amanti del marchio di Mandello del Lario che nel piccolo comune lombardo hanno partecipato alle GMG, le Giornate Mondiali Moto Guzzi.  MOTO GUZZI V100 MANDELLO: CROSSOVER, TOURER O ROADSTER? Un cavaliere jedi...in sella In occasione del centenario del marchio, il protagonista di Trainspotting &egrave; stato uno dei protagonisti della parata, salendo in sella alla nuova V100 e guidandola da Lecco fino a Mandello sotto gli occhi dei visitatori. Terminata la passeggiata in moto, Mc Gregor ha visitato il Museo e le linee produttive della fabbrica. Sono stati circa 50mila i visitatori che hanno invaso il pittoresco borgo sul lago di Como, accorsi a gustare giornate all'insegna dei motori e della bellezza made in Italy con esemplari Guzzi rarissimi e preziosi. Lo stesso attore britannico ha pi&ugrave; volte raccontato come la sua passione per Moto Guzzi sia nata spontaneamente del tempo, argomento trattato anche nel road movie "Long Way Down": il suo primo modello fu una Le Mans usata, poi nel resto della sua vita ne ha avute altre 12 ma di diversi modelli, l'utima una V85TT. Non &egrave; la prima volta che la stella di Hollywood partecipa alle Giornate Mondiali Moto Guzzi, poich&egrave; anche nel 2007 era stato sotto i riflettori dell'evento rientrando a Londra in sella alla sua bianca California Vintage.  MOTO GUZZI: ARRIVA LA V7 STONE SPECIAL EDITION        

Ewan Mc Gregor tra i 50mila visitatori delle GMG, in sella da Lecco a Mandello e si &egrave; poi mischiato agli oltre 50mila partecipanti per visitare il Museo

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