        Col nuovo Codice della Strada in arrivo, si fanno bilanci sugli incidenti in Italia, tra contravvenzioni e sanzioni, purtroppo in aumento. Sull&rsquo;argomento &egrave; intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante la presentazione della campagna &ldquo;Sicuri si parte&rdquo;, realizzata dal Tg2 in collaborazione con la Polizia di Stato. Incidenti e multe: i numeri del 2023&nbsp; &ldquo;Nel 2023 sono state organizzate 400mila pattuglie della polizia stradale, che hanno controllato oltre 1,9 milioni persone, contestato 1,8 milioni di contravvenzione, +26% - dato preoccupante - ritirate 37mila patenti e 44mila carte di circolazione e decurtati pi&ugrave; di 3 milioni punti patenti. Sono stati inoltre disposti 26mila servizi straordinari di contrasto alla guida guida sotto effetto di alcol e sostanze psicotrope, con l'accertamento di 1.500 casi di positivit&agrave; all'alcol e 522 a sostanze&rdquo;. Gli incidenti stradali sono una &ldquo;guerra silenziosa - ha dichiarato Renato Cortese, direttore delle Specialit&agrave; della Polizia di Stato - In questa sfida la comunicazione gioca un ruolo strategico. La televisione pu&ograve; essere un alleato quotidiano per la Polizia e per milioni di famiglie, offrendo consigli pratici, trasformando la visione della sicurezza stradale da obbligo in scelta consapevole&rdquo;. La campagna &ldquo;Sicuri si parte&rdquo;, infatti, prevede nell'ambito della rubrica Tg2 Motori, la trasmissione di una serie di piccoli filmati dove si spiegano le norme basilari e le regole di comportamento previste dal Codice della Strada. IN MOTO, SENZA CASCO, A 300 KM/H: L'ASSURDO VIDEO DI UNO YOUTUBER       

Secondo i numeri della Polizia, sono state anche ritirate 37mila patenti e 44mila carte di circolazione e decurtati pi&ugrave; di 3 milioni punti

Sicurezza stradale, nel 2023 crescono le sanzioni del 26%: come ridurle

Il disegno di legge di riforma del Codice della Strada sta prendendo forma. &ldquo;La sicurezza stradale &egrave; un tema troppo serio e prezioso per trasformarlo in rissa da campagna elettorale: il Mit ha elaborato il nuovo codice, intervenendo su norme ferme da decenni, introducendo novit&agrave; rilevanti come l&#39;alcolock e la stretta per chi guida con cellulare o sotto effetto di stupefacenti&quot;, affermano fonti del Mit rispondendo alle polemiche sul Codice della Strada che di certo non sono mancate (come quelle arrivate dai familiari delle vittime per incidenti). Gli argomenti sono tanti e delicati, dalla gi&agrave; citata sicurezza stradale alla nuove regole per gli autovelox. Vediamo tutto nel dettaglio per capire anche cosa effettivamente dovrebbe cambiare.  Indice:    Quando entra in vigore il nuovo Codice della Strada  Nuovo Codice della Strada per neopatentati  Il decreto Autovelox  Guida in stato di ebbrezza  Cellulare alla guida: a quanto ammonta la multa e quanti punti si perdono  Bici e monopattini   Quando entra in vigore il nuovo Codice della Strada  Sull&rsquo;effettiva entrata in vigore del nuovo Codice della Strada difficile fare ipotesi. Non resta che attendere che tutti gli iter volgano al termine. Solo in quel momento sar&agrave; effettivamente possibile stabilire con pi&ugrave; certezza una data (quasi) certa. Ma sappiamo bene che i percorsi legislativi in Italia non sono propriamente snelli.  Nuovo Codice della Strada per neopatentati  Tra le novit&agrave;, arrivano cambiamenti anche per i neopatentati, che riguardano principalmente la potenza dei mezzi. Per i primi tre anni dal conseguimento della patente B non potranno guidare: veicoli superiori a 75 chilowatt per tonnellata; veicoli M1 (anche elettrici o ibridi) superiori a 105 chilowatt per tonnellata. I minorenni trovati alla guida ubriachi o sotto l&rsquo;effetto di droghe potrebbero non poter prendere la patente fino ai 24 anni.  Il decreto Autovelox  L&rsquo;argomento autovelox &egrave; sicuramente una delle novit&agrave; pi&ugrave; corpose e va modificare le&nbsp;modalit&agrave; di collocazione e uso&nbsp;dei dispositivi di rilevamento a distanza delle violazioni sui limiti di velocit&agrave;, che si applicano alle postazioni di controllo e ai sistemi sia di&nbsp;nuova installazione&nbsp;che&nbsp;gi&agrave; esistenti. Nel caso in cui si prendano pi&ugrave; multe nello stesso tratto di strada, in un periodo di tempo di un&rsquo;ora e di competenza dello stesso ente, non si cumulano le sanzioni, ma si paga una sola sanzione. Se la sicurezza stradale resta al primo posto, dicono dal Mit, si vuole evitare il posizionamento degli autovelox in punti strategici solo &quot;per fare cassa&rdquo; (ricordiamo che l&rsquo;Italia, per numero di dispositivi, &egrave; al primo posto in Europa e al terzo nel mondo).  Guida in stato di ebbrezza  Dalla guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti all&rsquo;eccesso di velocit&agrave;. Anche in questo caso i cambiamenti non mancano. Se il tasso alcolemico &egrave; compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro, la multa va da 573 a 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico &egrave; compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, c&rsquo;&egrave; una doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (con arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro), oltre alla sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico &egrave; superiore a 1,5 grammi per litro, anche qui abbiamo sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e da 1.500 a 6.000 euro da pagare), oltre alla sospensione della patente da uno a due anni.  Dovrebbe essere introdotto l&rsquo;alcolock, ovvero un dispositivo da tenere nel veicolo per coloro che hanno a carico violazioni che costituiscono reato: il guidatore, prima di accendere il mezzo deve soffiare nell&rsquo;apparecchio, qualora venisse rilevato un tasso alcolemico nel fiato, il mezzo non parte.  Cellulare alla guida: a quanto ammonta la multa e quanti punti si perdono  Stretta anche per chi viene trovato alla guida con il cellulare. &Egrave; previsto il ritiro della patente da 15 giorni a due mesi e una sanzione fino a 1.697 euro. In caso di recidiva la multa sale fino a 2.588 euro, la sospensione della patente pu&ograve; arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti. Patente sospesa anche per chi &egrave; trovato a guidare contromano o passa col rosso.  Bici e monopattini  Novit&agrave; anche per quanto riguarda i mezzi della micromobilit&agrave; urbana, sempre pi&ugrave; presenti nelle citt&agrave;. Oltre all&#39;aumento delle piste ciclabili, scatta l&#39;obbligo per i conducenti di mezzi a motore (ma in particolare per gli automobilisti) di mantenere un metro e mezzo di distanza quando sorpassano una bicicletta. E poi ci sono le novit&agrave; per i monopattini, gi&agrave; annunciate da tempo: saranno obbligatori targa, casco e assicurazione e per chi circola senza i documenti necessari dovrebbe essere prevista una multa tra i 100 e i 400 euro. Obbligatori anche indicatori luminosi di svolta e freno.  QUAL &Egrave; IL PAESE PI&Ugrave; PERICOLOSO PER CHI GUIDA? 

Quasi fatta per la riforma che introduce nuove norme. Vediamo a quanto ammontano il prezzo delle multe e quanti punti si perdono per ogni infrazione

Nuovo Codice della Strada: tutte le novit&agrave; tra violazioni e autovelox

        &Egrave; passato poco pi&ugrave; di un mese (era met&agrave; gennaio) da quando Bologna &egrave; diventata ufficialmente Citt&agrave; 30, con buona parte delle zone abitate a velocit&agrave; limitata a 30 km/h, e di certo non sono mancate le polemiche. Sia dai cittadini che dal ministro Salvini (che vuole anche omologare a livello nazionale gli autovelox). Nel frattempo, per&ograve;, arrivano i primi dati, snocciolati dal sindaco Matteo Lepore durante l'incontro nazionale con sindaci, associazioni esperte ed esperti, dal titolo, 'Pi&ugrave; piano, pi&ugrave; sicuro' in Sala Borsa a Bologna. Vediamo cosa dicono. I numeri Secondo quanto dichiarato da Lepore i numeri rivelano una significativa&nbsp;diminuzione del numero di incidenti stradali, e in particolare degli incidenti che coinvolgono i pedoni, oltre a un forte aumento dell&rsquo;uso della bicicletta&nbsp;come mezzo per recarsi al lavoro. Nel primo mese di questa nuova modalit&agrave; di circolazione, dice il sindaco, gli incidenti sono scesi del -16%, con punte del -25% per quelli con il coinvolgimento di pedoni. &Egrave; inoltre&nbsp;aumentato del +29% l&rsquo;uso della bici&nbsp;per andare al lavoro nelle strade finora monitorate. &ldquo;Non a caso, fra le province della regione, Bologna &egrave; la citt&agrave; che ha i dati migliori sulle PM10&ldquo;, ha aggiunto il sindaco. LA QUESTIONE 30KM/H       

Lepore ha parlato dei numeri registrati finora, sottolineando significativa&nbsp;diminuzione dei sinistri, in particolare quelli che coinvolgono i pedoni

Bologna Città 30 dopo un mese, il sindaco: “Incidenti -16%, bici +29%”

        Perch&eacute; ci sono tanti incidenti di motociclisti? Domanda un po&rsquo; diversa dal solito: non quali sono le colpe degli incidenti o che tipo di incidenti. La domanda &egrave;: perch&eacute; ci sono tanti incidenti motociclistici? Possibile che non si riescano a evitare? Ultimamente se ne parla molto, e abbiamo recentemente assistito a un convegno organizzato dall&rsquo;ETSC (European Transport Safety Committee), al quale erano presenti molti esperti. Si parte con i soliti dati, poi si passa agli interventi. Inizia Martin Winkelbauer, dell&rsquo;ente austriaco KFV (Kuratorium f&uuml;r Verkehrssicherheit - Consiglio di fondazione per la sicurezza stradale), che presenta un grafico interessante sulle cause d&rsquo;incidente. Si comincia da ci&ograve; che contribuisce agli incidenti, e al primo posto troviamo l&rsquo;uscita dalla propria carreggiata; quindi i contromano o le uscite di strada. Seguono la reazione ritardata, la capacit&agrave; di mantenere la giusta distanza dagli altri in relazione alla visibilit&agrave;, l&rsquo;errore del pilota o lo stress. Fra le cause dirette, invece, il primo posto va alla velocit&agrave;, quindi al comportamento inatteso di altri conducenti, all&rsquo;errore del pilota, un sorpasso, tempi di reazione eccessivi. Paura di piegare Una slide dalla presentazione di Martin Winkelbauer, nella quale si spiega che aumentando la velocit&agrave; in curva aumenta anche l'angolo di piega necessario Vi aspettavate una lista come questa, vero? Winkelbauer per&ograve; stupisce quando dice che la velocit&agrave; non &egrave; causa in s&eacute; degli incidenti. Lo diviene quando &egrave; eccessiva per le capacit&agrave; di guida del singolo motociclista. E per chiarire il concetto ci mostra un video nel quale si vede un motociclista che affronta una curva, arriva a un determinato angolo di piega e non scende oltre. Peccato che quella piega non fosse sufficiente a chiudere la curva alla velocit&agrave; alla quale era stata affrontata. Cos&igrave; la moto ha finito inevitabilmente per allargare la traiettoria fino a uscire, rotolando sull&rsquo;erba. Quel motociclista avrebbe potuto piegare di pi&ugrave;, senza alcun problema, ma non &egrave; stato in grado di farlo. Dunque ha affrontato la curva a una velocit&agrave; non eccessiva in assoluto, ma eccessiva per le sue capacit&agrave;. E questo ci introduce al concetto di Roll Angle Phobia, che potremmo semplicemente tradurre come paura di piegare. Con una domanda che poniamo noi: quanti motociclisti sanno che quando piegano in curva le loro gomme hanno un&rsquo;impronta a terra pi&ugrave; ampia di quando marciano in rettilineo, proprio per garantire l&rsquo;aderenza necessaria? E come si prende dimestichezza con la piega, in modo da vivere con naturalezza anche questo momento (bellissimo) che fa parte dell&rsquo;andare in moto? Occhio ai contromano Interessante la presentazione di esperimenti con settori verniciati a terra nelle curve, per sensibilizzare i motociclisti su dove passare per non rischiare impatti con i veicoli che sopraggiungono dall&rsquo;altra parte. I risultati sono incredibili: con disegni ellittici a terra, la percentuale di motociclisti contromano in curva &egrave; passata dal 77% al 41%, mentre con settori rettilinei tale valore (ovviamente in altre curve) &egrave; passato dal 60 al 48%. Attenzione per&ograve;, nell&rsquo;impiego protratto nel tempo, i settori rettilinei portano a diminuzioni pi&ugrave; forti, fino al 30% di moto contromano.  Il problema dei contromano, con le percentuali di motociclisti che "prendono male le misure", e la nuova segnaletica orizzontale di sensibilizzazione, sotto  I motociclisti chiedono formazione Jesper Christensen della FIM ha presentato i dati di un test volontario su 1578 motociclisti di tutto il mondo che, dopo aver avuto un incidente, hanno risposto a un questionario online relativo all&rsquo;incidente stesso e agli avvenimenti immediatamente successivi. Emerge come la velocit&agrave; non sia stato un problema, anche in questo caso: il 65% viaggiava a meno di 70 km/h. Si nota anche come quelli con moto dotate di ABS fossero meno di quelli con moto prive di ausili elettronici della frenata. Per&ograve; proprio questi ultimi prima dell&rsquo;incidente hanno pi&ugrave; frequentemente usato i freni, mentre gli altri non li hanno toccati. Segno che quelli con moto prive di ABS hanno maggiore esperienza di guida e riescono a sfruttare i freni negli istanti antecedenti la caduta (presumibilmente per mitigarne le conseguenze). Questa almeno &egrave; la deduzione fatta. Interessante la parte con i desiderata dei motociclisti, ne segnaliamo qualcuno: aggiornare la formazione per la patente di guida con una parte dedicata ai rischi e un&rsquo;altra con linee guida per comprendere il comportamento degli altri. E si reclamano maggiori controlli delle forze dell&rsquo;ordine, ma non sulla velocit&agrave;; piuttosto sulle patenti di chi guida. Una cosa per&ograve; ci colpisce della presentazione di Christensen, una frase, nella quale si dice che fra i motociclisti che hanno completato la formazione post-patente, quelli che hanno fatto la formazione per la frenata d'emergenza sarebbero il 36,3%. Davvero cos&igrave; pochi? Davvero le scuole di guida sicura sono cos&igrave; scadenti? Quindi perch&eacute; tanti incidenti? Torniamo alla domanda d&rsquo;apertura: perch&eacute; ci sono ancora tanti incidenti di motociclisti? Sicuramente ci sono tante cause dirette, e ancora pi&ugrave; fattori che contribuiscono a creare l&rsquo;incidente. Sicuramente i guidatori degli altri veicoli, le auto di solito, hanno le loro grosse colpe. Per&ograve; quello che emerge dalla lettura di questa lunga conferenza online, &egrave; la scarsa preparazione di molti, troppi motociclisti. Un&rsquo;impreparazione che a volte &egrave; faciloneria, nel pensare che, si, alla fine che ci vuole a guidare la moto? Ma anche impreparazione di chi fa formazione. Si &egrave; parlato pure di questo: in Europa ci sono molti ottimi corsi di guida sicura, ma anche molti corsi che insegnano cose controproducenti per la sicurezza. E allora la sintesi che traiamo &egrave; una sola: &egrave; ora di affrontare con maggiore convinzione questo problema. Non &egrave; accettabile continuare a lasciare per strada tante vittime e tanti feriti. Vespa vince la lunga battaglia contro i plagi: inconfondibile e non replicabile       

Un convegno internazionale sugli incidenti di chi usa il mezzo a due ruote evidenzia le tipologie pi&ugrave; tipiche di cadute in Europa. E alla fine, stringendo, la causa principale su cui si pu&ograve; lavorare &egrave; sempre la stessa

Sicurezza in moto: perché tanti incidenti tra i motociclisti?

Sicurezza stradale. Un tema centrale, non solo in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo. Con gli incidenti che crescono e le vittime in aumento: numeri a cui non sembra possibile mettere un freno. Per questo, oltre a un&rsquo;adeguata protezione, infrastrutture sicure, attenzione e buon senso, serve anche sensibilizzare le persone affinch&eacute; guidino in maniera responsabile. Per farlo, la polizia tedesca della Media Franconia lancia una campagna per una maggiore sicurezza stradale, mostrando queste drammatiche immagini attraverso i suoi canali social.  Motociclista illeso  Immagini crude che mostrano una moto a folle velocit&agrave;, ben &quot;299&quot; km/h, sfrecciare sulla strada e andarsi a schiantare, letteralmente, contro un&rsquo;auto il cui conducente, pochi istanti prima dell&rsquo;impatto, aveva sterzato a sinistra per sorpassare un altro veicolo. Il filmato &egrave; stato girato dalla GoPro del motociclista 21enne coinvolto nell&rsquo;incidente sull&rsquo;autostrada A9 nel 2020, ritrovata sulla scena dell&rsquo;incidente. Secondo quanto riferisce la polizia, il giovane ne &egrave; uscito miracolosamente salvo. Ma le immagini parlano chiaro e un impatto come questo pu&ograve; avere conseguenze drammatiche.   Schwerer #Verkehrsunfall auf der #Autobahn #A9 2020: #Motorrad gegen #Pkw (299 km/h gegen 120 km/h). Fahrer &uuml;berlebt schwer verletzt. #GoPro-Aufnahme zeigt einen Teil des Unfallhergangs. #Duentscheidest wie schnell Du f&auml;hrst. Geschwindigkeitsunf&auml;lle sind vermeidbar! pic.twitter.com/7CsZHpdcin &mdash; Polizei Mittelfranken (@PolizeiMFR) November 27, 2023    SICUREZZA STRADALE, TROPPI AUTOMOBILISTI COL CELLULARE ALLA GUIDA E IL 10% FA UN VIDEO 

La polizia della Media Franconia lancia una campagna per sensibilizzare sul tema attraverso queste immagini cruente

Moto a 300 km/h contro un&rsquo;auto: il video shock per la sicurezza stradale

Nonostante le nuove tecnologie sempre pi&ugrave; all&rsquo;avanguardia, anche nel campo della sicurezza in strada, gli incidenti aumentano. Nel 2022 si sono registrati ben&nbsp;65.889 incidenti con lesioni a persone, +9,2% rispetto all&#39;anno precedente, che hanno causato 3.159 morti, con un aumento del 9,9% rispetto al 2021 e 223.475 feriti. E una fetta consistente delle vittime e di chi resta coinvolto in qualche sinistro stradale &egrave; un motociclista. Sono queste le premesse da cui partire per fare un resoconto dei dati emersi dalla ricerca promossa da Anas sui comportamenti pi&ugrave; sbagliati degli automobilisti.  I dati della ricerca  Secondo la ricerca, il 10% degli italiani mentre &egrave; al volante gira un video con lo smartphone.&nbsp;Una percentuale decisamente alta e che spaventa, soprattutto se si riflette su quanto le distrazioni del telefono causino incidenti. Tra i comportamenti sbagliati pi&ugrave; frequenti degli italiani alla guida c&rsquo;&egrave; anche il mancato utilizzo degli indicatori di segnalazione cambio corsia sia per la manovra di sorpasso (50,9%) sia per la manovra di rientro (50,7%) ma anche per l&rsquo;entrata da rampa (32,9%). Inoltre, su pi&ugrave; di 102mila veicoli al giorno che sono stati osservati lungo tre direttrici&nbsp;stradali&nbsp;in gestione ad Anas, nel 38,5% dei casi la distanza di sicurezza non &egrave; stata rispettata.  Chiss&agrave; se con le nuove regole del Codice della Strada, pi&ugrave; stringenti anche e soprattutto sull&#39;utilizzo del cellulare alla guida, le cose cambieranno.&nbsp;  SICUREZZA DELLE STRADE: ITALIA DA BOLLINO NERO PER LE MOTO 

Secondo una ricerca promossa da Anas sui comportamenti pi&ugrave; sbagliati al volante, il 10% degli italiani gira un video con lo smartphone in auto

Sicurezza stradale, troppi automobilisti col cellulare alla guida e il 10% fa un video

        Nella location del Teatro Astra, si &egrave; svolto un importante incontro sul tema della sicurezza stradale, organizzato dall'Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico in collaborazione con l'Associazione Motociclisti Incolumi Onlus (AMI) e il Moto Club FMI Misano Adriatico. L'obiettivo dell'evento &egrave; stato quello di diffondere la cultura della prevenzione tra gli studenti in et&agrave; di patentino, preparandoli in modo completo ed efficace ad affrontare i pericoli della strada. COME GUIDANO GLI ITALIANI? IL 64% RISPONDE: &ldquo;MALE!&rdquo; Gli interventi degli ospiti: sicurezza e consapevolezza dei rischi Gli oltre 150 studenti hanno avuto l'opportunit&agrave; di ascoltare esperti motociclisti che hanno condiviso preziosi consigli per una guida sicura, sottolineando l'importanza di indossare equipaggiamenti adeguati come il casco integrale e il paraschiena. La giornalista Giovanna Guiso ha moderato l'evento, che ha visto la partecipazione del sindaco Fabrizio Piccioni, dell'assessore alla Polizia Locale e Viabilit&agrave; Filippo Valentini, dell'assessore alla Cultura Manuela Tonini, della dirigente scolastica Stefania Menichella e della docente Licia Pari, referente del settore Agio e Disagio dell'istituto. I relatori invitati hanno affrontato diversi aspetti legati alla sicurezza stradale. Il presidente dell'AMI, il medico traumatologo Marco Guidarini, ha illustrato le cause degli incidenti stradali, i comportamenti di guida errati e l'importanza della manutenzione delle strade. Ha sottolineato l'importanza della "riserva di sicurezza" nella vita quotidiana, paragonandola al paracadute per un paracadutista. Valerio Boeri, responsabile commerciale di Airoh Italia, ha spiegato l'uso corretto del casco integrale, mentre Gordon Casteller, responsabile della comunicazione di Alpinestars, ha presentato l'airbag per motociclisti e raccontato come abbia salvato la vita al campione del mondo "Pecco" Bagnaia in un incidente a Barcellona. Carlo Linetti, ingegnere e vice presidente di Cobo Group, ha parlato della tecnologia per migliorare la sicurezza dei veicoli a due ruote, mentre l'avvocato Diego Pensalfini ha fornito informazioni sulla normativa stradale e le prospettive di riforma del Codice della strada. Il presidente del Moto Club FMI Misano Adriatico, Duilio Damiani, ha evidenziato l'importanza dell'attivit&agrave; di formazione per i giovani piloti e ha menzionato i nomi degli affermati piloti italiani che sono stati supportati dal club. L'AMI Riding School, rappresentata dagli istruttori Lorenzo Mendogni e Fabio Luminoso, ha fornito preziose informazioni sulla guida consapevole dei veicoli a due ruote motorizzate. Regali ed emozioni per i ragazzi Durante l'incontro, alcuni studenti hanno avuto l'opportunit&agrave; di sperimentare l'impugnatura del manubrio e il funzionamento dell'airbag per motociclisti grazie a veicoli esposti dalla concessionaria Amati di Misano Adriatico. Al termine dell'evento, ogni studente ha ricevuto in dono un paraschiena Alpinestars, uno strumento fondamentale in caso di caduta dal veicolo o durante la pratica di sport come il ciclismo, la mountainbike, lo sci e l'equitazione, grazie al contributo di Alpinestars. La giornata &egrave; stata arricchita dalla presenza di Emiliano Ercolani, campione europeo nella Yamaha R3 Blu Cru European Cup, il quale ha condiviso la sua esperienza in pista e sulla strada, invitando gli studenti a rispettare le regole del Codice della strada. Il Comune di Misano Adriatico ha conferito a Emiliano Ercolani una medaglia speciale in riconoscimento dei suoi meriti sportivi.  GUIDA SICURA: I CONSIGLI DEI TESTER DI IN MOTO (PARTE 2)       

L'Associazione Motociclisti Incolumi Onlus (AMI) e il Moto Club FMI Misano Adriatico hanno incontrato i ragazzi dall'Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico

Sicurezza stradale: un'incontro speciale per i motociclisti di domani

        Come guidano gli italiani (secondo gli italiani)? La sicurezza stradale &egrave; sempre gi&agrave; spesso al centro dei dibattiti. Troppi incidenti, troppo poco rispetto delle regole. E il nuovo Codice della Strada in arrivo spera di poter mettere un freno ai tanti episodi avvenuti negli ultimi anni. Il sondaggio Quorum/YouTrend (per Sky TG24) prova a fare una panoramica di cosa pensano gli italiani sui propri comportamenti alla guida e su strada. E il risultato non &egrave; affatto buono: solo il 32% degli intervistati ha espresso un giudizio positivo. &Egrave; invece il 64% a pensare che gli italiani guidino male. Il giudizio sulla guida Se la maggioranza degli intervistati non vede di buon occhio gli italiani alla guida, &egrave; la fascia tra i 18 e i 34 anni a dare il giudizio pi&ugrave; severo (il 70% ha risposto negativamente). Per quanto riguarda, invece, i mezzi di trasporto, l&rsquo;auto &egrave; ritenuto il veicolo pi&ugrave; sicuro, sebbene si debba distinguere la percezione che si ha della guida nei piccoli paesi e sulle autostrade, percepiti pi&ugrave; sicuri dal 60 e dal 55% degli intervistati, da quella strade provinciali e statali e sulle grandi citt&agrave; (in quest&rsquo;ultimo caso, solo il 24% ritiene questi tragitti sicuri). Quali sono le categorie meno al sicuro? Le domande si spostano poi sulle categorie degli utenti della strada. Quelli pi&ugrave; in pericolo sono i ciclisti (86%), seguiti da motociclisti (77%) e pedoni (71%). Secondo il 58%, invece gli automobilisti sono al sicuro, o abbastanza al sicuro. Percentuali, queste, che comunque cambiano in base alla fascia di et&agrave; interpellata. Tra gli under 35 &egrave; il 73% a dichiarare che i ciclisti non siano al sicuro; nella fascia 35-54 anni siamo all&rsquo;87%; con gli over 55 siamo al 91%. Discorso analogo per i motociclisti, che non sono al sicuro o poco al sicuro per il 66% degli under 35, ma si sale all&rsquo;80 e all&rsquo;81% per gli intervistati tra 35 e 54 anni e per gli over 55. Regole pi&ugrave; severe: chi &egrave; d&rsquo;accordo? Con l&rsquo;imminente introduzione di nuove norme al Codice della Strada, alcune domande del sondaggio non potevano che riguardare queste novit&agrave;. Tra gli intervistati fanno breccia soprattutto le sanzioni pi&ugrave; severe per chi guida in stato di ebbrezza (84%) e quella che riguarda della patente per tre anni per chi guida sotto l&rsquo;effetto di stupefacenti (86%). Per quanto riguarda l&rsquo;introduzione&nbsp; dell&rsquo;obbligo di casco, targa e freccia per monopattini e biciclette si dichiara favorevole il 73% e il 58% &egrave; favorevole all&rsquo;introduzione di novit&agrave; tecnologiche e autovelox. SICUREZZA STRADALE E GIOVANI: UN PROGETTO PER EDUCARE GLI ADOLESCENTI       

Secondo un sondaggio, ciclisti e motociclisti sono le categorie pi&ugrave; in pericolo. L&rsquo;auto &egrave; considerato il mezzo pi&ugrave; sicuro

Come guidano gli italiani? Il 64% risponde: “male!”

Seconda puntata dei consigli dei tester di InMoto su come migliorare la propria guida dal punto di vista della sicurezza.  In redazione ci sono persone che guidano moto in prova tutti i giorni, ci sono piloti ed ex piloti; e quattro fra noi fanno o hanno fatto corsi di guida. L&rsquo;idea &egrave; stata allora che ognuno si occupasse di un punto che ritiene importante per la sicurezza di guida.  Abbiamo risposto in sette, con sfumature diverse, perch&eacute; in mente abbiamo priorit&agrave; differenti. Ne &egrave; uscito un quadro variegato, che ci auguriamo torner&agrave; utile a chi legge, con diversi spunti sui quali ragionare, e dai quali trarre la propria personale sintesi. Inutile dire che vuol essere solo un punto di partenza. E sar&agrave; interessante portare avanti il discorso con eventuali vostri interventi.  Sullo stesso argomento abbiamo gi&agrave; pubblicato anche l&rsquo;articolo &ldquo;Costruire la sicurezza in moto&rdquo;. Un titolo che rende l&rsquo;idea di come la guida sicura sia un obiettivo raggiungibile con un processo lungo, che coinvolge molti aspetti; dalle capacit&agrave; di guida alle cognizioni teoriche, fino all&rsquo;attitudine all&rsquo;interpretazione del &lsquo;sistema strada&rsquo;, nel quale ci muoviamo.  Diego D&rsquo;Andrea: con la crossover &egrave; come avere due moto  Tester di lunga esperienza, veloce su strada e molto a suo agio pure in fuoristrada, Diego affronta il dualismo che pu&ograve; crearsi fra l&rsquo;uso su asfalto e quello su sterrato di alcune moto tuttoterreno.  &quot;Dando per scontati i fondamentali, c&#39;&egrave; un aspetto, a mio avviso molto attuale. E riguarda i mezzi al momento pi&ugrave; venduti sul mercato e i loro acquirenti (pi&ugrave; esattamente, un certo tipo di acquirenti). Mi riferisco alle super desiderate crossover, che le tendenze (o comunque, gli indici di gradimento in concessionaria) vogliono sempre pi&ugrave; specialistiche (spesso con ruote anteriori da 21&#39;&#39; per fare sul serio), e chi ne mette una in garage senza particolare dimestichezza con la guida off-road.  Perch&eacute; attenzione, in questo caso non si compra una moto. Di fatto se ne comprano due: una stradale (anche col 21, le ultime novit&agrave; di mercato sono capaci di andare fortissimo su asfalto) e una enduro. E quindi, &egrave; fondamentale apprendere e tenere a mente i principi generali di entrambe le modalit&agrave; di guida - stradale e off-road - e saperli commutare all&#39;occorrenza.  In molti (troppi!) sono convinti che passando dall&#39;una all&#39;altra situazione - strada/fuoristrada - basti semplicemente mettersi in piedi sulle pedane. Il primo consiglio che voglio darvi? Sedetevi! Guidare in piedi &egrave; fondamentale solo quando serve. Piuttosto, provate prima a rimanere seduti e portare avanti il corpo; mantenetelo eretto, piegate i gomiti, &quot;sormontate&quot; il manubrio e guardate avanti. Quest&#39;ultimo punto &egrave; fondamentale. La guida in fuoristrada vive di equilibri precari, e prima avvisti un problema, prima il cervello elabora la soluzione.  Poi le pedane - che siate in piedi o meno - se su strada, in curva, si fa pressione su quella interna per piegare, in off &egrave; esattamente il contrario. Si fa pressione su quella esterna&hellip; &egrave; l&igrave; che deve convergere il peso del corpo alla ricerca del massimo grip.  Per alcuni questi saranno concetti ovvi (tra l&#39;altro appena sfiorati, e giocoforza con superficialit&agrave;, visto lo spazio a disposizione) ma a giudicare da quello che poi si vede &quot;in giro&quot;, per tanti altri rappresentano lacune serie. Quindi, senza entrare in questioni che si risolvono pi&ugrave; efficacemente frequentando un bel corso e facendo tanta pratica, il consiglio che vorrei dare a chi acquista una crossover avventurosa &egrave; proprio questo: hai comprato due moto&hellip; dividi il cervello in due!&quot;.  Michele Lallai: occhio alla componente psicofisica  Giornalista-tester di auto e moto, vive il nostro settore a 360 gradi.  &quot;La sicurezza in moto passa anche dallo stato psicofisico di chi guida. Governare un mezzo che sta in equilibrio solo quando si muove &egrave; di per se un compito impegnativo che richiede lo sviluppo di una sensibilit&agrave; molto pi&ugrave; elevata rispetto alla guida di qualcosa che poggia su quattro o pi&ugrave; ruote.&nbsp;  In primis la lucidit&agrave;. Senza chiamare in causa droghe e alcool - che naturalmente non possono essere in circolo mentre guidiamo - il nostro corpo dovrebbe essere sempre al meglio delle sue capacit&agrave; per avere riflessi pronti e un controllo totale del mezzo, senza sorprese. Mettersi alla guida stanchi e assonnati rende difficile concentrarsi, le distrazioni avvengono in modo pi&ugrave; costante e riportare il focus sulla strada &egrave; un&#39;azione difficile e lenta. Stessa cosa dopo un pasto troppo abbondante: le energie che dovremmo dedicare unicamente alla conduzione del mezzo vengono logicamente utilizzate per la digestione, rallentando riflessi ed efficienza muscolare.  E non lasciamo da parte il fattore psicologico. Guidare una motocicletta richiede calma e presenza, necessarie per agire con il massimo della consapevolezza sui comandi. La rabbia, il nervosismo e la frustrazione creano rigidit&agrave; nei muscoli e violenza nelle azioni, qualcosa che pu&ograve; senza dubbio farci perdere il controllo della moto spingendoci a correre pi&ugrave; di quanto siamo capaci di sostenere in quello specifico momento. Se non siete in totale controllo del vostro corpo, &egrave; meglio lasciare la moto l&agrave; dove l&#39;avevate parcheggiata.  Inoltre vorrei anche invitare alla responsabilit&agrave; verso chi sta con noi in sella. Non dimentichiamoci che gli errori che commettiamo non sono solo un pericolo per noi che conduciamo il veicolo, ma&nbsp; per il nostro passeggero che non pu&ograve; fare altro che fidarsi delle nostre capacit&agrave; e del nostro buonsenso. In maniera a volte inconscia, questa persona sta affidando la propria vita a noi.  Concludo con una frase che potrebbe farvi stringere vigorosamente le parti basse: qualsiasi cosa possa succedere, non date mai nulla per scontato e non date retta alla vostra troppa confidenza. Il &quot;vuoi che succeda proprio a me?&quot; &egrave; forse il maggior nemico della sicurezza in moto, ed &egrave; giusto prenderne atto&quot;.  Riccardo Matesic: sicuri di notare tutto sulla strada?  Ebbene si, arriva anche il contributo di chi firma l&rsquo;articolo. Rapida autopresentazione: giornalista di moto da sempre, ho guidato tutto, comprese un po&rsquo; di moto campioni del mondo, ho giocato a fare il pilota, insegno ad andare in moto.  &quot;Il mio punto fermo, a parte conoscere a fondo il veicolo che si usa e saperlo usare, anche nelle situazioni d&rsquo;emergenza, &egrave; la capacit&agrave; di leggere il sistema-strada nel quale ci si muove.  Studiando video di incidenti motociclistici, colpisce la loro prevedibilit&agrave;. A posteriori, perch&eacute; quando guidiamo non notiamo i &ldquo;mancati incidenti&rdquo; attraverso i quali passiamo indenni. Non ci facciamo caso, e guidiamo a cuor leggero.  Uno dei motivi per cui ci sfuggono questi dettagli che riteniamo &ldquo;poco importanti&rdquo; &egrave; il frequente sovraccarico di informazioni che dobbiamo gestire.  Avete notato che quando siete molto impegnati nella guida vi sfuggono diversi particolari della strada e dei veicoli intorno? Succede quando si guida forte, ma anche quando si &egrave; in sella a una moto nuova, magari poco intuitiva da gestire.  Succede perch&eacute; il nostro cervello riesce a processare un certo quantitativo di informazioni, e non va oltre. Cos&igrave; come il sistema nervoso, che veicola gli stimoli sensoriali al cervello: ne porta un tot e non va oltre.  Cos&igrave;, quando facciamo un qualcosa che non siamo abituati a fare, abbiamo bisogno di acquisire tantissime informazioni. Il rumore del motore, le vibrazioni, il contagiri, la strada, il vento, le sensazioni tattili su sedere, mani e piedi. E i comandi, la loro escursione, la forza da applicare quando li si usa. Se ci pensate, quando si guida una moto ben conosciuta, della quale ci sentiamo padroni, su una strada che conosciamo, tutte queste informazioni non le acquisiamo pi&ugrave;. Un po&rsquo; come succede ai piloti in pista, ne parlava Padovani poco pi&ugrave; su.  L&rsquo;abitudine, la creazione dello schema motorio, ci fa recuperare risorse mentali da dedicare ad altro. Come guardare il panorama, o concentrarci sulle traiettorie che pi&ugrave; ci piacciono. E la nostra vista si allarga.  Al contrario, quando siamo impegnatissimi, finiamo per avere una visione a tunnel. Che non ci consente di cogliere cosa succede intorno a noi.  Ed ecco il punto: quando ci accorgiamo di avere la visione a tunnel, quando ci rendiamo conto che molti dettagli del sistema-strada ci sfuggono e li notiamo solo dopo essere passati, stiamo chiedendo troppo al nostro cervello. Questo &egrave; un campanello d&rsquo;allarme che dobbiamo saper interpretare, riducendo l&rsquo;andatura per tornare a un maggiore livello di sicurezza&quot;.  Leggi anche:  Guida Sicura: i consigli dei tester di In Moto - Parte 1  Costruire la sicurezza in moto: ecco quali sono i passi da seguire 

Sette giornalisti-tester rispondono alla pi&ugrave; classica delle domande: quali sono i punti fermi pi&ugrave; importanti per una guida sicura della moto? In questa seconda puntata D&rsquo;Andrea, Lallai e Matesic

Guida sicura: i consigli dei tester di In Moto (parte 2)

        La sicurezza stradale passa anche dalla scuola. &Egrave; fondamentale, infatti, che gli studenti vengano correttamente educati sui comportamenti da mantenere quando si &egrave; alla guida, e non solo, per la sicurezza propria e altrui. Ma per farlo serve un lavoro capillare, partendo dalle realt&agrave; locali. Ed &egrave; cos&igrave; che l&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi e il Moto Club Misano Adriatico incontrano, il 16 settembre 2023 dalle ore 9 al Teatro Astra, gli studenti dell&rsquo;Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico con il progetto &ldquo;La sicurezza sulle strade e delle strade&rdquo;. Ospite d&rsquo;eccezione il pilota Emiliano Ercolani, vincitore della Yamaha R3 Blu Cru European SuperFinale 2022, il campionato monomarca giovanile del Mondiale Superbike. Perch&eacute; serve l&rsquo;educazione stradale Secondo i dati OMS, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e invalidit&agrave; tra i giovani dai 5 ai 29 anni; tra le vittime, soprattutto pedoni, ciclisti e motociclisti. I pi&ugrave; esposti agli incidenti sono gli adolescenti che si preparano a ottenere il certificato di idoneit&agrave; alla guida del ciclomotore, il patentino. Affrontare la strada &egrave; una grande responsabilit&agrave; e occorre essere preparati. All&rsquo;incontro, patrocinato da Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e Comune di Misano Adriatico e sostenuto da Alpinestars, Pasta Toscana e Airoh, interverranno medici, ingegneri e avvocati che parleranno dei pericoli che possiamo incontrare nelle infrastrutture stradali e nei comportamenti di guida sbagliati, della protezione offerta da un abbigliamento adeguato, del Codice della strada e delle sanzioni in caso di infrazione. Ogni aspetto deve essere approfondito e conosciuto dai giovani. Per questo all&rsquo;incontro non mancheranno interventi per illustrare le caratteristiche dei caschi, la loro omologazione e l&rsquo;uso corretto; ma anche il funzionamento delle protezioni individuali e dell&rsquo;airbag motociclistico in caso di caduta dal mezzo; l&rsquo;utilit&agrave; dei sistemi d&rsquo;illuminazione e di rifrangenza sui veicoli e sull&rsquo;abbigliamento. Gli istruttori AMI Riding School spiegheranno come guidare in sicurezza un veicolo a due ruote motorizzate, mentre alcuni esponenti del Moto Club Misano Adriatico parleranno dell&rsquo;attivit&agrave; di formazione e di sostegno ai giovani piloti. &ldquo;Diffondere la cultura della prevenzione tra i pi&ugrave; giovani significa prepararli ad affrontare con consapevolezza strade piene di insidie, a maggior ragione se utilizzano un veicolo a due ruote quindi dall&rsquo;equilibrio instabile&rdquo; afferma Marco Guidarini, medico traumatologo e presidente AMI. &ldquo;Promuovendo tra loro il concetto di riserva di sicurezza - il casco e il paraschiena per chi viaggia in moto, l&rsquo;airbag e la cintura per chi viaggia in auto, la &lsquo;lettura&rsquo; della strada per tutti - contribuiamo a dare impulso a uno strumento che pu&ograve; rivelarsi salvavita&rdquo;. COSTRUIRE LA SICUREZZA IN MOTO: ECCO QUALI SONO I PASSI DA SEGUIRE       

L&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi e il Moto Club Misano Adriatico incontrano gli studenti: focus su Codice della strada, abbigliamento e protezioni

Sicurezza stradale e giovani: un progetto per educare gli adolescenti

Costruire la sicurezza in moto. &Egrave; il titolo di un articolo recentemente pubblicato, che rende l&rsquo;idea di come la guida sicura sia un obiettivo raggiungibile con un processo lungo, che coinvolge molti aspetti; dalle capacit&agrave; di guida alle cognizioni teoriche, fino all&rsquo;attitudine all&rsquo;interpretazione del &lsquo;sistema strada&rsquo;, nel quale ci muoviamo.  In redazione ci sono persone che guidano moto in prova tutti i giorni, ci sono piloti ed ex piloti; e quattro fra noi fanno o hanno fatto corsi di guida. L&rsquo;idea &egrave; stata allora che ognuno si occupasse di un punto che ritiene importante per la sicurezza di guida.  Abbiamo risposto in sette, con sfumature diverse, perch&eacute; in mente abbiamo priorit&agrave; differenti. Ne &egrave; uscito un quadro variegato, che ci auguriamo torner&agrave; utile a chi legge, con diversi spunti sui quali ragionare, e dai quali trarre la propria personale sintesi. Inutile dire che vuol essere solo un punto di partenza. E sar&agrave; interessante portare avanti il discorso con eventuali vostri interventi.  Iniziamo con Andrea Toumaniantz, tester, pilota, istruttore di guida.  Andrea Toumaniantz: come lucertole nella giungla  &quot;&Egrave; quasi palese ricordare che, tra il parco mezzi circolanti su strada, la moto &egrave; una delle pedine pi&ugrave; deboli. Oltretutto &egrave; pure piccola, quindi pi&ugrave; difficile da vedere, e capace di rapide accelerazioni e spostamenti laterali rispetto agli altri occupanti della strada.  Proprio per questo, chiunque guidi una moto dovrebbe sempre avere stampato in mente questo concetto, mantenendo il giusto atteggiamento nei confronti di tutto l&rsquo;ambiente ostile che gli sta intorno. Basta immaginare di essere una lucertola che circola nella jungla, cercando di evitare qualunque guaio, perch&eacute; in ogni confronto, quasi sicuramente avrebbe la peggio.  Questo per dire di non aspettarsi mai che gli altri rispettino le regole, perch&eacute; chi &egrave; chiuso dentro un abitacolo, magari intento ad ascoltare musica, o peggio, a consultare lo smartphone, ha una cattiva percezione di ci&ograve; che accade intorno. Siamo noi a dover calcolare ogni potenziale pericolo, per starne il pi&ugrave; possibile alla larga. Regole d&rsquo;oro sono il saper attendere qualche secondo in pi&ugrave;, per assicurarsi che chi ci precede o segue, ci abbia visti o abbia capito cosa stiamo per fare. Se iniziamo un sorpasso e chi ci precede mette improvvisamente la freccia a sinistra, oppure se arriviamo a un incrocio e qualcuno non rispetta lo stop, chiediamoci sempre chi ha commesso l&rsquo;errore: l&rsquo;altra persona alla guida, oppure noi che siamo arrivati troppo veloci o abbiamo fatto una manovra avventata? Per come la vedo io, ogni rischio che prendo su strada, ogni jolly giocato, &egrave; sempre colpa mia, perch&eacute; avrei dovuto calcolare il pericolo, avrei dovuto capire cosa stava accadendo, magari rallentando un attimo per riuscire ad elaborare la situazione.  Segui questa regola e viaggerai molto pi&ugrave; in sicurezza, parola di lucertola&hellip;&quot;  &nbsp;  William Toscani: Fatevi aiutare dagli esperti  Ma come si comincia? Oggi &egrave; pieno di scuole guida, ma una volta si faceva da soli. Ci si accodava a un moto club. E secondo William Toscani, che fa il giornalista di moto da molto, che ha guidato moto di ogni tipo e fatto diversi corsi di guida come giornalista, questo &egrave; ancora il punto di partenza pi&ugrave; immediato.  &quot;L&rsquo;abbiamo tanto sognata, e ora che siamo in sella scopriamo che&hellip; beh&hellip; forse non &egrave; cos&igrave; facile. E ora?  L&rsquo;ideale sarebbe iscriversi a una scuola di guida sicura e - badate bene - riconosciuta. Un buon supporto per chi ancora non ha ben capito come funzionano le basilari tecniche per godersi la moto.  Se per&ograve; il nostro budget si &egrave; esaurito, un buon modo per iniziare &egrave; quello di spulciare i gruppi sui social per partecipare a qualche giro con loro.  In genere le varie &ldquo;uscite&rdquo; organizzate presentano una variet&agrave; di motociclisti e di esperienze. Il giusto sarebbe accodarsi magari a qualcuno poco pi&ugrave; veloce di noi, capace oltre che corretto nella guida, e cercare di seguirne le traiettorie, scambiando magari qualche parola alla fine del giro.  Questo forse non aiuter&agrave; a essere davvero consapevoli, fin da subito, su quello che bisogna fare in sella; ma sar&agrave; un modo per avere i primi riferimenti, aiutare a prendere dimestichezza con quelle linee da seguire su strada a una velocit&agrave; giusta per noi.  Poi il tempo aiuter&agrave; a fare sempre meglio e il nostro riferimento potr&agrave; cambiare, in base alla velocit&agrave; acquisita.  Se poi volessimo imparare a conoscere meglio le tecniche di guida della moto, e imparare da eventuali errori, e viaggiare ancora pi&ugrave; sicuri&hellip; si potr&agrave; ripartire con i sacrifici, per mettere da parte un piccolo gruzzolo per una giornata in sella con degli istruttori. Male non fa&quot;.  &nbsp;  Andrea Padovani: serve formazione  Andrea Padovani nella vita &egrave; stato tester, pilota, istruttore. Guida sia in pista che in fuoristrada. Oggi dirige In Moto, e il suo &egrave; quasi un discorso sul metodo.  &quot;Uno dei concetti chiave su cui non si ragiona mai abbastanza, &egrave; che la motocicletta &egrave; prima di tutto uno strumento, e in quanto tale occorre imparare a maneggiarlo. Serve capirne il funzionamento e le potenzialit&agrave;, bisogna fare pratica (possibilmente corretta). L&#39;automobile, per parlare del parente pi&ugrave; prossimo, richiede molte competenze in meno nella guida di tutti i giorni. L&#39;autista &egrave; elemento passivo seduto in un sicuro abitacolo. Al contrario, il motociclista &egrave; parte integrante del veicolo, con i suoi movimenti ne influenza la dinamica, ogni intervento sui comandi (manubrio e pedane compresi) si ripercuote sull&#39;assetto e sulla traiettoria impostata.  Gi&agrave; questo basterebbe per comprendere l&#39;importanza di fare un corso di guida, di lavorare sui fondamentali (come in qualsiasi sport), di acquisire i corretti automatismi. Gi&agrave;, perch&eacute; &egrave; su questi che si basa la guida: insegnare al proprio corpo ad agire (correttamente) in modo&nbsp; automatico, svincolando le azioni da un freddo ragionamento. Quando si affronta una curva, una correzione di traiettoria, una manovra di emergenza, non abbiamo il tempo di chiederci &ldquo;cosa devo fare ora?&rdquo;. La situazione impone di agire in tempi brevissimi e solo l&#39;automatismo di una azione che abbiamo interiorizzato, fatto nostra in decine e decine di ripetizioni, pu&ograve; garantire un risultato positivo.  &Egrave; la classica condizione che vivono i piloti in pista: le manovre vengono ripetute sempre identiche, il corpo si abitua a frenare sempre nello stesso punto, le ruote percorrono sempre la stessa linea, si usano sempre le stesse marce. E il pilota, mentre viaggia sul filo dei 200 km/h, ragiona... sulla strategia, sul sorpasso, sull&#39;usura delle gomme. Una sorta di sospensione dalla realt&agrave; che permette di passare a uno stato di coscienza superiore. Di estasi. Quella che ci coglie quando guidiamo leggeri su un passo di montagna. Che ci fa esaltare in uno stato di quiete, di tranquillit&agrave;. Ecco, la ricompensa per aver lavorato bene sui fondamentali &egrave; proprio questa&quot;.  &nbsp;  Alessandro Codognesi: rimanete morbidi e fluidi!  Tester velocissimo, occasionalmente pilota, istruttore di guida sportiva in pista e di guida sicura su strada. Alessandro sceglie due consigli basilari che fanno parte del bagaglio di ogni buon motociclista.  &quot;Per guidare bene si deve essere rilassati. Vedo troppe persone rigide in sella. Meglio lasciar flettere un po&rsquo; la schiena, con una postura morbida, e flettere un po&rsquo; le braccia. Ne guadagner&agrave; la fluidit&agrave; di guida. Invece vedo soprattutto le donne, molto rigide con la schiena, mentre gli uomini tendono ad applicare forza con le braccia. Ma se guidi la moto con la forza, finisce inevitabilmente per vincere lei.  Il secondo punto basilare &egrave; la ricerca della fluidit&agrave; di guida. Non aggressivit&agrave;. Per questo, pu&ograve; sembrare poco intuitivo, ma &egrave; fondamentale guidare con una o due dita sulle leve. Soprattutto la leva del freno anteriore. Perch&eacute; diversamente, in caso di panic stop, si finisce per esercitare sul freno anteriore un&rsquo;azione violenta e incontrollata. Cosa che pu&ograve; portare anche alla perdita d&rsquo;aderenza improvvisa del pneumatico anteriore, con chiusura dello sterzo. E caduta.  Se invece si impara a guidare con le due dita sul freno, si &egrave; pi&ugrave; pronti a frenare, e questo si traduce in una superiore tranquillit&agrave; di chi guida, in una minore impulsivit&agrave; e aggressivit&agrave; sul comando.  Senza contare che senza tenere le dita pronte sulla leva del freno, in caso di frenata improvvisa bisogna chiudere il gas e sistemare le dita sulle leve, prima di iniziare a frenare. E questo porta via tempo prezioso. Mezzo secondo, se va bene. E in mezzo secondo a 100 km/h si percorrono 13 metri&quot;.  Leggi anche  Costruire la sicurezza in moto: ecco quali sono i passi da seguire 

Sette giornalisti-tester rispondono alla pi&ugrave; classica delle domande: quali sono i punti fermi pi&ugrave; importanti per una guida sicura della moto? In questa prima puntata Toumaniantz, Toscani, Padovani, Codognesi

Guida sicura: i consigli dei tester di In Moto (parte 1)

        Vi siete mai resi conto di quanto siano banali e prevedibili la maggior parte degli incidenti in moto? Pu&ograve; sembrarvi un&rsquo;affermazione stupida, ma se ci si sofferma a guardare i tantissimi video di incidenti motociclistici di cui la rete &egrave; piena, dopo un po&rsquo; la sensazione che si ha &egrave; che siano quasi tutti evitabili, stupidi. E allora, perch&eacute; ci capitano (o causiamo) questi incidenti? La risposta &egrave; scontata: perch&eacute; quando guidiamo non ci accorgiamo delle situazioni di pericolo che si creano. Sensibilit&agrave; differenti Con i colleghi di In Moto abbiamo recentemente realizzato un articolo, (&egrave; stato pubblicato sul numero di agosto della rivista), con i nostri consigli per la guida sicura. Quello che &egrave; emerso - anche fortunatamente - &egrave; una certa eterogeneit&agrave; di pensiero. Ognuno di noi doveva individuare un argomento a scelta, fra quelli che ritiene pi&ugrave; importanti per la guida sicura. E ci siamo differenziati molto fra noi, con proposte e temi assai diversi fra loro. La stessa cosa succede se si chiede ai motociclisti che si incontrano in strada. Sapersi limitare con il gas, montare una marmitta rumorosa per farsi sentire dagli altri, evitare di curvare a sinistra con il corpo nella carreggiata opposta, guardare lontano&hellip; ognuno di noi ha la sua personale ricetta per la guida sicura. Confrontarsi e ragionare assieme pu&ograve; allora tornare utile. Perch&eacute; la sicurezza si costruisce cercando di mettere assieme tutti gli aspetti e le raccomandazioni; anche quelle che in un primo momento possono sfuggirci o sembrarci astruse. Perch&eacute; fare prevenzione degli incidenti significa tenere in considerazione ogni possibile variabile. E sono tante. Al punto da poter dire che le probabilit&agrave; che si verifichi un incidente sono veramente poche. Ma non &egrave; un dato di fatto rassicurante, seguiteci in questo ragionamento. &nbsp; I mancati incidenti Facciamo il caso degli stunt-man del cinema, che magari debbono costruire un incidente fra tre veicoli. Preparano la scena, prendono tutte le misure e organizzano un sistema per far muovere i veicoli simultaneamente alla giusta velocit&agrave;, in modo da farli trovare in traiettoria di collisione. Al momento giusto i veicoli partono, ma uno di loro passa un decimo di secondo prima, solo un decimo di secondo. &Egrave; una motocicletta, &egrave; piccola e non urta gli altri mezzi. Ecco, vista cos&igrave; la sensazione &egrave; che &egrave; veramente difficile che si verifichi un incidente. Di pi&ugrave;, &egrave; difficile farlo verificare anche se lo si cerca! Se ci pensiamo bene questa cosa significa che quando guidiamo collezioniamo una serie infinita di mancati incidenti. Passiamo vicino a un&rsquo;auto parcheggiata e ci accorgiamo che dietro, nascosto, c&rsquo;era un cane: e se avesse attraversato la strada? Superiamo in velocit&agrave; un piccolo incrocio e sbuca il muso di un&rsquo;auto che non avevamo notato, proprio mentre passiamo noi. Di solito tiriamo dritti in questa situazione, senza pensarci. E se fossimo passati mezzo secondo dopo? Porci la domanda &ldquo;E se&hellip;?&rdquo; aprirebbe a tanti dubbi. Per&ograve; entrare nell&rsquo;ottica di cercare di riconoscere i possibili incidenti mancati per situazioni che non avevamo notato, apre a una crescita della nostra capacit&agrave; di &ldquo;nasare&rdquo; le situazioni di pericolo in anticipo. Proprio ci&ograve; che ci serve nell&rsquo;ottica della guida sicura. Cercare la sicurezza alla guida &egrave; dunque qualcosa di veramente difficile, ecco perch&eacute; non si finisce mai di imparare. Ed &egrave; utilissimo mettere a confronto le priorit&agrave; che ognuno di noi ha individuato e affinato nel tempo. Teniamo il discorso aperto. &nbsp; I consigli di In Moto Vi starete chiedendo - forse con una certa curiosit&agrave; - quali priorit&agrave; abbiamo indicato noi di In Moto per la guida sicura. Ecco un rapido riassunto. L&rsquo;articolo completo lo divideremo in due puntate nei prossimi giorni. Andrea Toumaniantz ha sottolineato l&rsquo;importanza di approcciare la guida su strada sentendosi come lucertole nella giungla. Noi motociclisti siamo fra gli utenti deboli, e poco conta aver ragione in caso d&rsquo;incidente, visto che noi finiamo quasi sempre per farci male. William Toscani ha ricordato che la cosa migliore da fare siano dei corsi di guida specifici. Non potendoseli permettere per&ograve; si pu&ograve; iniziare uscendo con motociclisti esperti. In fin dei conti, molti di noi sono cresciuti proprio mettendosi dietro i gruppi di esperti. Andrea Padovani si &egrave; soffermato invece sull&rsquo;importanza della formazione. Come tutte le nostre attivit&agrave;, anche la guida della moto richiede una specifica formazione, che aiuta a creare degli automatismi alla guida che poi tornano utili tutti i giorni. Alessandro Codognesi ha citato l&rsquo;importanza di una postura morbida in sella, perch&egrave; la rigidit&agrave; alla guida &egrave; sempre controproducente. La morbidezza tra l&rsquo;altro aiuta a diventare pi&ugrave; fluidi pure nella marcia. Diego D&rsquo;Andrea, visto il successo delle endurone stradali, ha ricordato come queste siano in realt&agrave; delle moto capaci di regalare grandi soddisfazioni sia su asfalto che in fuoristrada. Ma sono moto che in funzione della situazione richiedono anche tipi di guida differenti. Insomma, chi compra un&rsquo;endurona spesso ha comprato due moto che coesistono, ma richiedono specifiche abilit&agrave; di guida. Michele Lallai ha parlato dell&rsquo;importanza della condizione psicofisica di chi guida. Perch&eacute; il nostro rendimento fisico e mentale &egrave; molto influenzato da fattori quali la nostra stanchezza psicofisica o possibili stati d&rsquo;eccitazione. Il sottoscritto infine, Riccardo Matesic, ha ricordato come la guida a un ritmo superiore a quello che teniamo spontaneamente porta alla visione a tunnel: vediamo solo ci&ograve; che abbiamo davanti, e non cogliamo nulla o poco pi&ugrave; dell&rsquo;ambiente circostante. Cosa assai pericolosa. La visione a tunnel, dunque, come spia del fatto che stiamo andando troppo forte in relazione alle nostre capacit&agrave;.       

Se si prendono dieci motociclisti e si chiede loro di indicare le accortezza pi&ugrave; importanti da prendere per guidare la moto in sicurezza, con ogni probabilit&agrave; citeranno dieci temi differenti. Tutti probabilmente importanti. Metterli a confronto pu&ograve; aiutarci molto ad aumentare la nostra sicurezza

Costruire la sicurezza in moto: ecco quali sono i passi da seguire

Il motociclista bravo e? quello che si diverte e che alla sera torna a casa. Torna la bella stagione e le strade si affollano di moto e scooter, incantevoli e agili. Ma un maggior numero di veicoli che sfrecciano significa anche un maggior numero di incidenti: per affrontare questa problematica, &egrave; necessario che i piloti conoscano approfonditamente il loro mezzo &egrave; essenziale per reagire tempestivamente, ad esempio in frenate d&#39;emergenza. Non solo, fondamentale &egrave; saper interpretare le azioni degli altri guidatori e saper gestire le situazioni critiche, magari attraverso corsi specializzati.  Costruire la sicurezza  - Conoscere il comportamento del proprio mezzo Qualcuno ha mai provato una frenata d&rsquo;emergenza su un piazzale aperto?  - Saper leggere il sistema nel quale ci si muove Quante volte ti e? capitato di rischiare un incidente per aver male interpretato le intenzioni di un altro guidatore?  -&nbsp; Saper gestire le situazioni d&rsquo;emergenza Perche? ogni tanto capitano anche a chi e? attento e prudente. Serve preparazione. Corsi di guida specifici.  MOTO E VACANZE, I CONTROLLI DA FARE PRIMA DI METTERSI IN VIAGGIO  Velocit&agrave; e rischi  Per quanto riguarda una delle maggiori cause di incidenti, la velocit&agrave;, pu&ograve; ovviamente diventare un pericolo se non tenuta sotto controllo.&nbsp;In situazioni di guida sportiva su strada, il cervello pu&ograve; essere sovraccaricato da informazioni, portando a una visione ristretta. Affrontare situazioni a velocit&agrave; elevate richiede competenze avanzate di guida e per questo, nel traffico urbano &egrave; bene fare estrema attenzione nel sorpassare file di veicoli, specialmente quando si attraversano intersezioni. Per gli amanti della velocit&agrave;, raggiungere i 160 km/h potrebbe sembrare eccitante, ma comporta distanze di frenata notevoli e una visione limitata.&nbsp;  SICUREZZA: IN FUTURO PARLEREMO CON LE GOMME? 

Conoscenza del mezzo che si sta guidando e attenzione alla velocit&agrave; raggiunta: come limitare al minimo il rischio di incorrere in pericoli

Incidenti in moto: ecco alcuni consigli per cercare di evitarli

Qualcosa &egrave; cambiato. Qualcosa &egrave; cambiato nei nostri incidenti. A dare la sveglia &egrave; stato a inizio estate il presidente dell&rsquo;Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), Giordano Biserni, con un comunicato che lanciava l&rsquo;allarme. Era successo che nell&rsquo;ultimo fine settimana di maggio si erano contati 22 incidenti mortali con mezzi a due ruote, ed erano morti in 24, fra motociclisti e scooteristi.  Incidenti in moto: ecco alcuni consigli per (cercare) di evitarli  Chi &egrave; il motociclista esperto?  Personalmente, da molto tempo, da anni, penso che il problema di chi si muove su due ruote sia l&rsquo;incapacit&agrave; di riconoscere le situazioni di pericolo. Un problema gravissimo, perch&eacute; vedo ogni giorno persone che rischiano a cuor leggero, senza accorgersene. Un problema che secondo me viene dalla scarsa cultura motociclistica, dalla scarsa preparazione di molti guidatori. Discorso vecchio, ma il motociclista esperto sa che nella fila si nasconde un grave pericolo per noi, ha il terrore dei vialoni periferici delle citt&agrave;, ha il terrore di non essere visto dagli altri utilizzatori della strada; conosce bene il rischio nascosto nel differenziale di velocit&agrave;, vale a dire nel viaggiare a una velocit&agrave; diversa da quella degli altri utenti della strada.  Chi non &egrave; esperto si fa invece facilmente prendere la mano da un mezzo che raggiunge in un attimo, senza dare preavviso a chi lo guida, velocit&agrave; eccessive.  Da anni mi batto per far capire che &egrave; inutile parlare ai motociclisti esperti. Perch&eacute; quelli non rischiano, quelli di solito tornano a casa interi dopo ogni uscita. E ne sono stato pi&ugrave; sicuro dopo aver letto i report dell&rsquo;Asaps con le raccolte degli articoli di giornale che descrivevano gli incidenti. Fino a un anno fa circa, l&rsquo;ultima volta che ci avevo messo il naso, in quei report gli incidenti raccontavano sempre la storia di quello che provava la moto dell&rsquo;amico sulla strada sotto casa, provava a tirare una marcia, magari impennava, finiva per prendere un&rsquo;automobile che passava di l&igrave;, o un palo, o un muro. Incidenti di persone che alla sera tornavano a casa in scooter dopo il lavoro o dopo lo svago. Incidenti di persone che con i motociclisti non c&rsquo;azzeccavano nulla, che di moto sapevano pochissimo, che non si riconoscevano nella categoria dei motociclisti. E che mai avrebbero letto un messaggio d&rsquo;allarme lanciato ai motociclisti. Perch&eacute; per loro i motociclisti sono quei pazzi che vanno forte il sabato e la domenica in gruppo: &ldquo;io vado in citt&agrave; al lavoro o a spasso con il motorino, mica rischio la vita&rdquo;. Sapeste con quante persone ho parlato, che andavano in giro in maglietta, con un casco vecchio e fuori misura, con le gomme sgonfie, i freni che non funzionavano bene, le ciabattine invece delle scarpe chiuse. E poi andavo a leggere le statistiche annuali ACI-Istat sulla localizzazione e le dinamiche d&rsquo;incidente, e ci trovavo proprio loro a fare numero. Leggevo i rapporti dell&rsquo;Asaps e ci trovavo, ancora, loro.  La novit&agrave; dell&#39;ultimo anno  Qualcosa &egrave; cambiato, scrivevo in apertura. Perch&eacute; il presidente Biserni, con il quale collaboro da molti anni come esperto di moto e motociclisti, mi ha mandato il report di un fine settimana di maggio. Ed erano pi&ugrave; o meno tutti&hellip; motociclisti. Un caso? Ho atteso il fine settimana successivo, e ho trovato statistiche analoghe.  Cos&igrave; ho telefonato all&rsquo;amico Lorenzo Borselli, che oltre a essere un poliziotto &egrave; anche un motociclista. La conferma &egrave; stata dolorosa. &ldquo;Si Ricc&agrave;, io nei fine settimana sui passi di montagna vedo di nuovo persone che vanno troppo forte, senza essere preparate. Gente che si improvvisa alla guida&rdquo;.  Cosa &egrave; successo?  Posso confessare che, nonostante io viva fra i motociclisti tutti i giorni, non l&rsquo;ho capito?  Leggo i dati di mercato, e le moto pi&ugrave; vendute sono entry level paciose. Non ci sono pi&ugrave; le sputafuoco di una volta. Ci sono, si, delle endurone stradali piene zeppe di cavalli e pensate per andare forte su strada. Sono un segmento ben preciso e ancora ben alimentato nel complesso del mercato motociclistico. Ma la maggior parte dei nuovi motociclisti sono poco interessati alle prestazioni. Eppure c&rsquo;&egrave; un ritorno di fiamma dell&rsquo;andare forte su strada. Con in pi&ugrave; l&rsquo;aggravante di non essere granch&eacute; preparati a farlo.  Vedo un altro problema che potrebbe contribuire a tradire i neofiti: la diffusione capillare dei controlli elettronici. Si tratta di dotazioni che aumentano la nostra sicurezza, ma rendono anche pi&ugrave; facile viaggiare forte. Perch&eacute; a centro curva basta dare gas, anche tutto il gas: a tenere la moto in piedi ci pensa l&rsquo;elettronica. E cos&igrave;, anche chi non ha sviluppato una specifica sensibilit&agrave;, che poi va a braccetto con l&rsquo;esperienza di guida, pu&ograve; sparare a terra 170 cavalli e uscire dalla curva velocissimo. L&rsquo;elettronica aiuta anche nella frenata e nelle scalate di marcia. Se poi arrivi lungo in curva, l&rsquo;ABS Cornering ti d&agrave; una grossa mano a frenare a moto piegata, rimanendo in piedi.  Non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; selezione, e tutti riescono ad andare forte. Salvo poi accorgersi che le leggi della fisica non si possono sovvertire quando si ha un imprevisto. Solo allora dunque questi motociclisti scoprono (dolorosamente) di essere troppo veloci. Hai voglia a mettere controlli elettronici, sulla moto di chi dimentica che l&rsquo;energia cinetica &egrave; funzione del quadrato della velocit&agrave;!  Fa bene l&rsquo;Asaps a sollevare il problema. Ma ora dobbiamo analizzare e capire gli incidenti dei motociclisti. Un qualcosa che faremo subito dopo l&rsquo;estate, quando avremo un quadro completo dei dati. Perch&eacute; dovremo capire come e con chi parlare per fare sensibilizzazione. E cultura motociclistica. Quella che ci serve per fare i conti con la nostra fantastica passione, coniugandola con la razionalit&agrave;. Arriveranno anche maggiori controlli sulle strade statisticamente pi&ugrave; segnate dagli incidenti, perch&eacute; &egrave; chiaro che c&rsquo;&egrave; qualcosa che non va.  Questo articolo, che &egrave; stato pubblicato in una forma quasi analoga anche sulla rivista dell&rsquo;Asaps, mi &egrave; sembrato un atto dovuto. Perch&eacute; anche io, che non sono certo uno stinco di santo alla guida, credo sia tornato il momento di occuparci di questo problema. Di discuterne. Di riportare la nostra attenzione sulla sicurezza della categoria. 

La lettura dei dati degli incidenti degli ultimi fine settimana stupisce con una triste novit&agrave;: sono tornati a crescere. Un fenomeno ancora da interpretare, sul quale si sta concentrando l&rsquo;attenzione di chi si occupa di sicurezza stradale

Motociclisti, in aumento gli incidenti: perch&eacute;?

        Il tema &egrave; quello della Conspicuity, visibilit&agrave; in italiano, del quale nell&rsquo;ambiente motociclistico si parla da molti anni. Gi&agrave; da molto tempo ci si &egrave; infatti resi conto che le moto hanno il problema di non essere viste dai guidatori degli altri veicoli. Una delle case che da subito ha lavorato di pi&ugrave; per affrontare questo tema &egrave; la Honda. E proprio durante il Technical Forum (di cui vi abbiamo raccontato in un precedente articolo) &egrave; stata mostrata una presentazione nella quale si fa il punto sugli studi Honda in tema di visibilit&agrave; delle moto. Ne abbiamo estratto qualche slide, che vi proponiamo. Tutto gira intorno a forma e dimensioni della moto  Si comincia dall&rsquo;orizzonte: per noi esseri umani, tutto ci&ograve; che vediamo in prossimit&agrave; della linea dell&rsquo;orizzonte ci appare pi&ugrave; lontano rispetto a ci&ograve; che &egrave; posizionato pi&ugrave; in basso. Il confronto con il frontale dell&rsquo;automobile &egrave; allora impietoso: l&rsquo;auto ha i fari decisamente pi&ugrave; in basso. E li ha anche pi&ugrave; distanti fra loro, cosa che la seconda slide ci fa capire quanto sia importante (si veda la slide in basso). Nello schema in figura, si vede rappresentata l&rsquo;ampiezza dell&rsquo;area della retina interessata dalla figura del veicolo che si avvicina. L&rsquo;automobile per via della maggiore larghezza, interessa una porzione maggiore della retina. Ma, soprattutto, quando si avvicina produce un aumento molto pi&ugrave; sensibile dell&rsquo;area della retina interessata. Mentre la moto continua a interessare un&rsquo;area piccola del nostro recettore oculare. Per rendere l&rsquo;idea del fenomeno, i paracadutisti raccontano che quando si inizia la caduta libera, la terra a grande distanza appare ferma. Poi, mano a mano che ci si avvicina, si allarga sempre pi&ugrave; velocemente, con l&rsquo;effetto che gli oggetti che si stanno guardando all&rsquo;improvviso sembrano fuggire di lato rapidissimi, e si ha la percezione forte della velocit&agrave; con la quale si sta cadendo. Fino a quando si apre il paracadute. Un esempio limite probabilmente, ma rende l&rsquo;idea del fenomeno ottico.  &nbsp; Ma si pu&ograve; lavorare sulle luci  Molti studi dicono che il nostro cervello si attiva maggiormente quando ci&ograve; che vediamo ci ricorda un volto umano. E anche i colori sono importanti, con il rosso al quale reagiamo con pi&ugrave; prontezza. Ecco che si &egrave; iniziato a disegnare i frontali di moto e scooter perch&eacute; con i gruppi ottici ricordassero un po&rsquo; un viso umano. Un altro concetto importante &egrave; il posizionamento delle luci. Aumentando la distanza orizzontale fra loro e piazzandole a differenti altezze (il pi&ugrave; possibile distanti), si &egrave; visto che la percezione del mezzo a due ruote diviene pi&ugrave; veritiera: appare pi&ugrave; vicino e se ne valuta meglio la velocit&agrave; di avvicinamento.  Nell&rsquo;ultima slide si vede dunque che, poste 100 la distanza e la velocit&agrave; di un&rsquo;auto che si avvicina a chi la guarda, montando un sistema di luci di tipo Long, la moto appare addirittura leggermente pi&ugrave; vicina dell&rsquo;auto e, soprattutto, pi&ugrave; veloce! Se vi stavate chiedendo perch&eacute; le moto Honda (e non solo) da un po&rsquo; di tempo hanno le frecce illuminate durante la marcia, eccone spiegato il motivo.  Top5: quando fuori fa caldo, stai attento a questi problemi       

Quando guidi la moto sei invisibile. Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase? Sembrerebbe un semplice modo di dire, mirato a spingere alla prudenza, ma ha una base scientifica

Moto e visibilità: gli studi Honda per la sicurezza dei motociclisti

        Nell&rsquo;autunno 2022 era stata resa ufficiale la notizia che Bologna stava avviando le pratiche per diventare Citt&agrave;30, seguendo il modello di alcune citt&agrave; europee. &ldquo;Nella Citt&agrave; 30 andremo un po' pi&ugrave; piano, per andare pi&ugrave; veloci tutti&rdquo;, aveva detto il sindaco Matteo Lepore. L&rsquo;obiettivo &egrave; chiaro, come dovunque, cercare di abbattere quanto pi&ugrave; possibile la mortalit&agrave; stradale. Le parole del sindaco &ldquo;Tra gli incontri che mi hanno colpito - ha scritto Lepore in una lettera alla citt&agrave; - vi sono quelli avuti insieme ai genitori e parenti di alcune giovanissime vittime della strada. Ho promesso di impegnarmi senza indugio per azzerare queste tragedie. Solo a Bologna, nel 2022 hanno perso la vita 22 persone e nel 2023 gi&agrave; 13, con un incremento rilevante rispetto al periodo precedente alla pandemia. Considerate che la prima causa di morte in Italia sotto i 50 anni sono proprio gli incidenti stradali. Il 73% di questi avviene in ambito urbano. Le prime tre cause sono la velocit&agrave; eccessiva, la mancata precedenza sulle strisce pedonali o la guida distratta. La velocit&agrave; conta sempre: o come causa diretta o come fattore che aggrava le conseguenze delle altre violazioni&rdquo;. Arrivano le prime proteste&nbsp; Il progetto &egrave; partito ufficialmente il 1&deg; luglio 2023, con il Comune che ha stanziato 24 milioni per lavori che riguarderanno segnaletica e miglioramento dei marciapiedi, ma le sanzioni non scatteranno prima del 2024. Eppure, di giorni ne sono passati gi&agrave; alcuni dal 1&deg; luglio e a Bologna pare che in pochi si siano accorti del nuovo cambio di marcia. A riportarlo sono i giornali locali, con bus, auto e moto che viaggiano alla solita velocit&agrave; di sempre. D&rsquo;altra parte, per&ograve;, sono iniziate anche le prime proteste. Il segretario della Filt-Cgil,&nbsp;Andrea Matteuzzi, ha fatto notare come la nuova velocit&agrave; allaghi i tempi di percorrenza, un&rsquo;ipotesi che invece il Comune aveva escluso: &ldquo;I 50 all&rsquo;ora garantiscono percorrenze e frequenze che permettono ai 100.000 bolognesi che utilizzano i bus di rispettare i propri impegni. Ad oggi la velocit&agrave; commerciale registrata &egrave; quella di 14,5 km/h ma se sulle strade ordinarie il limite viene abbassato, i tempi possono dilatarsi&rdquo;. Si aggiungono poi le parole di Mirko Bergonzoni della UilTrasporti: &ldquo;Dobbiamo tenere presente che l&rsquo;interesse primario deve essere quello del cittadino ma se la velocit&agrave; scende a 30 allora, i tempi si allungano e all&rsquo;utente verr&agrave; costare di pi&ugrave;&nbsp;- dice riferendosi ai possibili problemi con i corrieri -. Le zone 30 gi&agrave; ci sono e sono diffuse, basterebbe far rispettare le norme che gi&agrave; sono in vigore&rdquo;. ESTATE 2023, OCCHIO AL TRAFFICO: ECCO I WEEKEND DA BOLLINO ROSSO       

L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di abbattere, e azzerare, la mortalit&agrave; stradale. Non tutti per&ograve; sono convinti che sia la soluzione ottimale: vediamo perch&eacute;

A Bologna dal 1° luglio si va a 30 km/h, ma ci sono già i primi dubbi

        Le strade italiane hanno bisogno di costante manutenzione, questo non &egrave; certo una novit&agrave;. Una buona notizia arriva da Anas che &ldquo;accresce la sicurezza delle proprie strade con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale odierna di un bando di gara, del valore complessivo di 160 milioni di euro, per lavori di manutenzione programmata che riguarderanno il consolidamento dei versanti e la protezione del corpo stradale&rdquo;, si legge in una nota. &ldquo;Per questi ultimi si tratta in particolare di interventi di stabilizzazione di scarpate e pendii, di installazione di reti a contatto e barriere paramassi, di realizzazione di opere di sostegno, di sistemazioni idrogeologiche, idrauliche e di opere in verde&rdquo;. In totale 16 lotti Sul bando &egrave; intervenuto Aldo Isi, amministratore delegato della societ&agrave;: &ldquo;Le strade Anas, oltre 32mila km di rete, raggiungono circa 3.500 comuni sui quasi 8.000 presenti sull'intero territorio nazionale. Il nostro obiettivo &egrave; intervenire in modo veloce ed efficace garantendo strade sempre pi&ugrave; sicure ed efficienti. Per questo motivo la cura della rete &egrave; al centro della nostra mission. Ad oggi abbiamo oltre 1.160 cantieri attivi di manutenzione programmata, per un importo investimenti di circa 4 miliardi&rdquo;. Come verranno ripartiti i fondi? L&rsquo;appalto viene suddiviso in 16 lotti, sulla base delle Strutture Territoriali di Anas, che toccano quasi tutte le regioni italiane. Dei 160 milioni di euro totali 10 milioni di euro sono per la Sicilia (lotto 1); 7,5 milioni di euro per la Sardegna (lotto 2); 10 milioni di euro Calabria (lotto 3); 7,5 milioni di euro per la Basilicata (lotto 4); 7,5 milioni di euro per la Puglia (lotto 5); 10 milioni di euro per la Campania (lotto 6); 10 milioni di euro per il Lazio (lotto 7); 10 milioni di euro per l'Abruzzo e il Molise (lotto 8); 12,5 milioni di euro le Marche (lotto 9); 10 milioni di euro per l'Umbria (lotto 10); 10 milioni di euro per la Toscana (lotto 11); 15 milioni di euro per l'Emilia-Romagna (lotto 12); 10 milioni di euro per il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia (lotto 13); 10 milioni di euro per la Lombardia (lotto 14); 10 milioni di euro per la Liguria (lotto 15); 10 milioni di euro per il Piemonte e la Valle d'Aosta (lotto 16). STRISCE SALVAMOTOCICLISTI, LA SEGNALETICA ORIZZONTALE CHE SI FA STRADA IN EUROPA       

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, prevede lavori di manutenzione programmata: dal consolidamento dei versanti alla protezione del corpo stradale

Sicurezza stradale, arriva il bando Anas da 160 milioni di euro

Quando si parla di sicurezza, i motociclisti sono sempre al centro dell&rsquo;attenzione. I cosiddetti utenti &ldquo;fragili&rdquo; della strada, spesso poco tutelati. I progetti per aumentarne la sicurezza non mancano (basti pensare a quanto le stesse Case stiano lavorando per rendere le due ruote pi&ugrave; sicure, tra radar e airbag per moto), ma i tempi sono lunghi. Un po&rsquo; come lo sono quelli della sperimentazione, che va avanti ormai da diversi anni, sulla segnaletica orizzontale per aiutare i motociclisti nelle curve a sinistra. E forse c&rsquo;&egrave; una bella notizia, perch&eacute; il sistema (sempre con la dovuta calma) sembra si stia diffondendo in Europa.    Come funziona  Nello specifico, di cosa si tratta? Questa segnaletica orizzontale &egrave; composta da strisce, di lunghezza variabile, perpendicolari alla linea che divide le corsie. La disposizione delle strisce &egrave; pensata per delimitare l&rsquo;area nella quale il busto e la testa del motociclista&nbsp;invaderebbero&nbsp;la&nbsp;corsia&nbsp;opposta, mentre le ruote restano nell&rsquo;altra parte della carreggiata. L&rsquo;obiettivo, con questo tipo di segnaletica, &egrave; dare un input al pilota, invitandolo a guidare il pi&ugrave; lontano possibile dal centro della strada. Come anticipato, le strisce in questione sono utili solo per le curve a sinistra, considerato che nella curva a destra non ci si sporge verso il limite della carreggiata.  Le sperimentazioni  Questa tipologia di segnaletica &egrave; stata adottata per la prima volta in Austria, nel 2016, sei curve sulla Grossglockner, 14 in Stiria e 19 in Tirolo. La sperimentazione ha poi raggiunto il Lussemburgo, nel 2018, su un tratto di strada montuoso tra la N25 e Wiltz Kautenbach. Entrambe le prove hanno dato esiti positivi. In Austria, in particolare, non si sono pi&ugrave; registrati incidenti stradali gravi nelle zone coinvolte. Anche negli ultimi anni gli incidente sono diminuiti: nel 2022 sono state prese in analisi alle curve del Tirolo, dove il numero di cadute in sette curve &egrave; passato da 16 a sette, nello stesso periodo. Nel confronto con il 2019, gli impatti sono diminuiti dell&rsquo;80%. A convincere della validit&agrave; della segnaletica, non solo i buoni risultati ottenuti, ma anche anche il fattore economico: in Austria sono bastati 1.000 euro, tra materiali e manodopera, come ha confermato Martin Winkelbauer del Consiglio di fondazione per la sicurezza stradale.  Anche in Lussemburgo le cose sono andate bene. A partire dall&rsquo;atteggiamento dei motociclisti. La presenza di queste strisce, infatti, ne cambia l&rsquo;ingresso in curva e le telecamere posizionate nei tratti della sperimentazione ha dimostrato una netta diminuzione di &ldquo;sporgenze&rdquo; nell&rsquo;altra parte della carreggiata.  Dopo anni, la sperimentazione arriva ora anche in Germania, dove ha preso il via il 17 maggio 2023 nel circondario di D&uuml;ren, nella parte occidentale della Renania Settentrionale-Vestfalia. Come spiegano i nostri colleghi tedeschi di Motorrad, il materiale utilizzato, in questo caso, &egrave; una &ldquo;plastica a sfregamento a freddo con l&#39;aggiunta di agenti antiscivolo&rdquo;, che garantisce una presa migliore rispetto alla vernice (utilizzata, per esempio, in Lussemburgo).  COME PREPARARSI A UN VIAGGIO IN MOTO? 

In principio fu l&rsquo;Austria, nel 2016, poi il Lussemburgo e adesso la Germania: ecco come funziona e quanto &egrave; economica

Strisce salvamotociclisti, la segnaletica orizzontale che si fa strada in Europa

Effetto lockdown finito sugli incidenti. I dati ACI-Istat sull&rsquo;incidentalit&agrave; stradale del 2021 riportano un nuovo aumento dei sinistri rispetto al 2020; ma anche una diminuzione rispetto al 2019, l&rsquo;ultimo anno senza Covid.  Nel 2021 si sono verificati 151.875 incidenti, ben il 28,4% pi&ugrave; del 2020, ma l&rsquo;11,8% meno del 2019. Un andamento simile lo ha il confronto della mortalit&agrave;: 2.875 morti nel 2021, 20% in pi&ugrave; rispetto al 2020, 9,4% in meno sul 2019. E poi i feriti: 204.728, rispettivamente +28,6% e -15,2%.  Dunque possiamo essere relativamente soddisfatti: i numeri del 2020, anno durante il quale per molto tempo siamo stati confinati in casa, non erano facilmente replicabili. Ma miglioriamo sull&rsquo;ultimo anno di circolazione totalmente libera, il 2019.  In Europa molti meglio di noi  Il confronto con gli altri paesi europei ci d&agrave; per&ograve; qualche grattacapo in pi&ugrave;. Il paese con il maggior numero di caduti sulla strada &egrave; la Francia (2.947), seguita dall&rsquo;Italia (2.875), dalla Germania (2.569), da Polonia (2.245), Romania (1.779), Regno Unito (1.610) e Spagna (1.508).  Almeno la Francia ci batte, ma se guardiamo la classifica del tasso di mortalit&agrave; (morti x milione di abitanti), scopriamo che siamo 14esimi in classifica (49), ma davanti abbiamo praticamente solo paesi dell&rsquo;Est Europa; quelli che hanno iniziato a lavorare per ultimi sulla sicurezza stradale. Gli altri fanno meglio di noi. La Francia ci segue a quota 45 morti/milione di abitanti, come ci seguono Spagna (32), Germania (31) e Regno Unito, incredibilmente a quota 24.  Le citt&agrave; pi&ugrave; pericolose per le due ruote  Torniamo invece all&rsquo;Italia per individuare le citt&agrave; pi&ugrave; pericolose per i motociclisti. Il poco ambito primo posto di questa classifica spetta dunque a Genova, dove ogni 10mila mezzi a due ruote circolanti si verificano 157 incidenti che vedono coinvolta una moto. Bari segue da vicino a quota 156, Milano a 148, Firenze 135 e Roma a 118.  Su che strade avvengono gli incidenti?  Gli incidenti avvengono con maggior frequenza sulle strade urbane (73,1%), ma le vittime si concentrano soprattutto sulle extraurbane (47,5%). Le autostrade entrano con piccoli numeri nella nostra classifica: il 5% degli incidenti e l&rsquo;8,6% dei deceduti. Ma se dovessimo riferirci solo alle moto, i valori sarebbero assai pi&ugrave; piccoli, vista la ritrosia di noi motociclisti a entrare in autostrada.  Problema utenti vulnerabili  Gli utenti pi&ugrave; vulnerabili (pedoni, disabili in carrozzella, ciclisti e tutti coloro i quali meritino una tutela particolare dai pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade, tra cui i bambini) rappresentano il 50,9% dei morti sulle strade.  Tra le 2.875 vittime della strada, 2.396 (83,3%) sono uomini, 479 donne (16,7%). I conducenti deceduti sono 2.072 (1.870 uomini e 202 donne), i passeggeri 332 (196 uomini e 136 donne) e i pedoni 471 (330 uomini e 141 donne).  Tra le vittime, 169 sono occupanti di mezzi pesanti (+44,4% rispetto a 2020), 695 i motociclisti (+18,6%), 471 i pedoni (+15,2%), 1.192 gli occupanti di autovetture (+17,1%), 67 i ciclomotoristi (+13,6%). Per biciclette e per monopattini elettrici, infine, si registrano 229 vittime, con una variazione pari a +30,1% rispetto al 2020.  Le cause degli incidenti  La principale causa d&rsquo;incidente &egrave; la &ldquo;Guida distratta o andamento indeciso&rdquo; (30.478 incidenti: 15,4% del totale). Segue il mancato rispetto di precedenza o semaforo (28.293 = 14,3%). Quindi la velocit&agrave; troppo elevata (19.706: 10%). Insieme queste tre voci rappresentano il 39,7% dei casi (78.477).  Seguono: &ldquo;manovre irregolari&rdquo; (es. retromarcia, inversione, invasione di corsia, manovre irregolari per sostare o attraversare la carreggiata&hellip;): 15.534 (7,9%) e mancato rispetto della distanza di sicurezza (14.081 casi: 7,1%).  Problema monopattini  In totale nel 2021 ci sono stati 16.448 incidenti (+22%) con biciclette (elettriche e no) e 2.101 con monopattini. Per un totale di 229 vittime (+30,1%) e 18.037 feriti (+31,6%), oltre ai pedoni investiti (6 morti e 535 feriti).  Le biciclette elettriche sono state coinvolte in 691 sinistri (240 nel 2020: +187%), con 13 vittime (6 nel 2020: +116%) e 671 feriti.  Gli incidenti che hanno visto coinvolti i monopattini elettrici, sono passati da 564 a 2.101, e i feriti da 518 a 1.980 (valori pi&ugrave; che raddoppiati), mentre i morti sono 9, pi&ugrave; 1 pedone deceduto. 

Il 2021 segna un deciso rialzo dell&rsquo;incidentalit&agrave; e della mortalit&agrave; stradale rispetto al 2020. Il confronto con gli altri paesi europei dimostra&nbsp;che siamo indietro nella lotta a questa piaga

Gli incidenti stradali nel 2021: bene, benino, anzi no

        Non &egrave; di certo fresca la notizia dei semafori dotati di countdown anche per moto e auto (se ne parla dal 2010!), ma &egrave; una novit&agrave; il fatto che, finalmente, sia in dirittura d&rsquo;arrivo il decreto del ministero delle Infrastrutture e della Mobilit&agrave; Sostenibile che ne disciplina i parametri per l&rsquo;omologazione. A riportarlo &egrave; il sito dell'Asaps, l'Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale. Un percorso lungo Di cosa si tratta, nello specifico? Nulla di clamoroso, perch&eacute; in Italia gi&agrave; lo vediamo con alcuni semafori sia per i pedoni e qualche raro caso anche per le auto, sulla base del decreto del 27 aprile 2017 che consentiva alle amministrazioni la facolt&agrave; di installare dispositivi con countdown in via sperimentale. La norma risale tuttavia al 2010, ma sono stati necessari ben 12 anni prima che fossero pronti i decreti attuativi. &ldquo;La legge 120 del 2010 lo aveva indicato all&rsquo;articolo 60 e il decreto ministeriale del 27 aprile 2017 aveva specificato alcune norme e viene abrogato dal nuovo testo in corso di approvazione - ha spiegato Luigi Altamura, Comandante Corpo Polizia Municipale di Verona e delegato Associazione amici polizia stradale&nbsp;-. Ma la nota del Ministero dello sviluppo economico aveva indicato la necessit&agrave; di una revisione del decreto, con la conseguente notifica alla Commissione europea del nuovo progetto di norma per la disciplina dei semafori con countdown&rdquo;. Ancora un po&rsquo; di attesa Ma a che cosa servono questi semafori? Grazie al display, vengono mostrati a motociclisti e automobilisti i secondi rimanenti per poter attraversare un incrocio, per farli trovare pronti allo scattare del verde e aumentare la sicurezza. Ma ci sar&agrave; da aspettare ancora un po&rsquo;: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto, infatti, non arriver&agrave; prima di tre mesi (c&rsquo;&egrave; da considerare il passaggio alla Commissione Europa). Qualora non ci dovessero essere modifiche, l'installazione dei countdown sar&agrave; anche abbinata a luci gialle per l'attraversamento pedonale e ciclabile, ma non &egrave; ancora chiaro se i nuovi dispositivi verranno installati negli impianti gi&agrave; esistenti o in altri di nuova generazione. TOP10: I MOTIVI PER CUI &Egrave; BELLO ANDARE IN MOTO       

Sembra in dirittura d&rsquo;arrivo il decreto che ne disciplina i parametri per l&rsquo;omologazione: l&rsquo;obiettivo &egrave; aumentare la sicurezza agli incroci

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