Sicurezza in moto: perché tanti incidenti tra i motociclisti?

Sicurezza in moto: perché tanti incidenti tra i motociclisti?

Un convegno internazionale sugli incidenti di chi usa il mezzo a due ruote evidenzia le tipologie più tipiche di cadute in Europa. E alla fine, stringendo, la causa principale su cui si può lavorare è sempre la stessa

15.12.2023 10:05

Perché ci sono tanti incidenti di motociclisti? Domanda un po’ diversa dal solito: non quali sono le colpe degli incidenti o che tipo di incidenti. La domanda è: perché ci sono tanti incidenti motociclistici? Possibile che non si riescano a evitare?

Ultimamente se ne parla molto, e abbiamo recentemente assistito a un convegno organizzato dall’ETSC (European Transport Safety Committee), al quale erano presenti molti esperti.

Si parte con i soliti dati, poi si passa agli interventi.

Inizia Martin Winkelbauer, dell’ente austriaco KFV (Kuratorium für Verkehrssicherheit - Consiglio di fondazione per la sicurezza stradale), che presenta un grafico interessante sulle cause d’incidente. Si comincia da ciò che contribuisce agli incidenti, e al primo posto troviamo l’uscita dalla propria carreggiata; quindi i contromano o le uscite di strada. Seguono la reazione ritardata, la capacità di mantenere la giusta distanza dagli altri in relazione alla visibilità, l’errore del pilota o lo stress. Fra le cause dirette, invece, il primo posto va alla velocità, quindi al comportamento inatteso di altri conducenti, all’errore del pilota, un sorpasso, tempi di reazione eccessivi.

Paura di piegare


Una slide dalla presentazione di Martin Winkelbauer, nella quale si spiega che aumentando la velocità in curva aumenta anche l'angolo di piega necessario

Vi aspettavate una lista come questa, vero? Winkelbauer però stupisce quando dice che la velocità non è causa in sé degli incidenti. Lo diviene quando è eccessiva per le capacità di guida del singolo motociclista. E per chiarire il concetto ci mostra un video nel quale si vede un motociclista che affronta una curva, arriva a un determinato angolo di piega e non scende oltre. Peccato che quella piega non fosse sufficiente a chiudere la curva alla velocità alla quale era stata affrontata. Così la moto ha finito inevitabilmente per allargare la traiettoria fino a uscire, rotolando sull’erba. Quel motociclista avrebbe potuto piegare di più, senza alcun problema, ma non è stato in grado di farlo. Dunque ha affrontato la curva a una velocità non eccessiva in assoluto, ma eccessiva per le sue capacità.

E questo ci introduce al concetto di Roll Angle Phobia, che potremmo semplicemente tradurre come paura di piegare. Con una domanda che poniamo noi: quanti motociclisti sanno che quando piegano in curva le loro gomme hanno un’impronta a terra più ampia di quando marciano in rettilineo, proprio per garantire l’aderenza necessaria? E come si prende dimestichezza con la piega, in modo da vivere con naturalezza anche questo momento (bellissimo) che fa parte dell’andare in moto?

Occhio ai contromano

Interessante la presentazione di esperimenti con settori verniciati a terra nelle curve, per sensibilizzare i motociclisti su dove passare per non rischiare impatti con i veicoli che sopraggiungono dall’altra parte. I risultati sono incredibili: con disegni ellittici a terra, la percentuale di motociclisti contromano in curva è passata dal 77% al 41%, mentre con settori rettilinei tale valore (ovviamente in altre curve) è passato dal 60 al 48%. Attenzione però, nell’impiego protratto nel tempo, i settori rettilinei portano a diminuzioni più forti, fino al 30% di moto contromano.


Il problema dei contromano, con le percentuali di motociclisti che "prendono male le misure", e la nuova segnaletica orizzontale di sensibilizzazione, sotto

I motociclisti chiedono formazione

Jesper Christensen della FIM ha presentato i dati di un test volontario su 1578 motociclisti di tutto il mondo che, dopo aver avuto un incidente, hanno risposto a un questionario online relativo all’incidente stesso e agli avvenimenti immediatamente successivi.

Emerge come la velocità non sia stato un problema, anche in questo caso: il 65% viaggiava a meno di 70 km/h. Si nota anche come quelli con moto dotate di ABS fossero meno di quelli con moto prive di ausili elettronici della frenata. Però proprio questi ultimi prima dell’incidente hanno più frequentemente usato i freni, mentre gli altri non li hanno toccati. Segno che quelli con moto prive di ABS hanno maggiore esperienza di guida e riescono a sfruttare i freni negli istanti antecedenti la caduta (presumibilmente per mitigarne le conseguenze). Questa almeno è la deduzione fatta.

Interessante la parte con i desiderata dei motociclisti, ne segnaliamo qualcuno: aggiornare la formazione per la patente di guida con una parte dedicata ai rischi e un’altra con linee guida per comprendere il comportamento degli altri. E si reclamano maggiori controlli delle forze dell’ordine, ma non sulla velocità; piuttosto sulle patenti di chi guida.

Una cosa però ci colpisce della presentazione di Christensen, una frase, nella quale si dice che fra i motociclisti che hanno completato la formazione post-patente, quelli che hanno fatto la formazione per la frenata d'emergenza sarebbero il 36,3%. Davvero così pochi? Davvero le scuole di guida sicura sono così scadenti?

Quindi perché tanti incidenti?

Torniamo alla domanda d’apertura: perché ci sono ancora tanti incidenti di motociclisti? Sicuramente ci sono tante cause dirette, e ancora più fattori che contribuiscono a creare l’incidente. Sicuramente i guidatori degli altri veicoli, le auto di solito, hanno le loro grosse colpe. Però quello che emerge dalla lettura di questa lunga conferenza online, è la scarsa preparazione di molti, troppi motociclisti. Un’impreparazione che a volte è faciloneria, nel pensare che, si, alla fine che ci vuole a guidare la moto? Ma anche impreparazione di chi fa formazione. Si è parlato pure di questo: in Europa ci sono molti ottimi corsi di guida sicura, ma anche molti corsi che insegnano cose controproducenti per la sicurezza.

E allora la sintesi che traiamo è una sola: è ora di affrontare con maggiore convinzione questo problema. Non è accettabile continuare a lasciare per strada tante vittime e tanti feriti.

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