        Da anni Suzuki lavora per rendere il pianeta un luogo pi&ugrave; sostenibile. Ed &egrave; cos&igrave; che per il 13&deg; anno, Suzuki, nell&rsquo;ambito delle attivit&agrave; green che organizza, per celebrare la Giornata Mondiale della Terra, ha invitato i suoi dipendenti a partecipare alla bonifica dell&rsquo;area circostante la sede, in provincia di Torino. Il risultato si misura in 1,64 tonnellate di rifiuti raccolti in 3 ore di lavoro a testimonianza che l&rsquo;impegno permette di raggiungere risultati rilevanti. Suzuki, Save the Green 2024 Hanno partecipato a questo appuntamento 105 volontari, di cui 67 provenienti da Suzuki Italia, che armati di guanti e di pinze telescopiche hanno passato al setaccio un&rsquo;ampia superficie raccogliendo rifiuti di ogni genere. Nel complesso Suzuki Save The Green 2024 ha permesso di raccogliere 1.640 kg di rifiuti, riqualificando un&rsquo;area rilevante del territorio comunale. Il dato &egrave; inferiore a quanto raccolto negli anni precedenti a testimonianza dell&rsquo;efficacia del messaggio lanciato da Suzuki sul territorio, della sensibilit&agrave; della comunit&agrave; e non ultima dell&rsquo;azione di monitoraggio svolta da un efficace impianto di videosorveglianza. Con il risultato di quest&rsquo;anno, il peso totale dei rifiuti raccolti arriva quasi a 57 tonnellate nelle giornate dedicate al Save the Green, dalla prima edizione del 2012 a oggi.  Suzuki, Save the Green: le altre attivit&agrave; a favore della sostenibilit&agrave; Il progetto Save the Green si integra in un articolato piano di attivit&agrave; svolte da Suzuki a favore dell&rsquo;ambiente sia in ambito nazionale sia su scala mondiale. Tra queste sono ci sono il supporto alla Giornata del risparmio energetico, la funzione&nbsp;&ldquo;sleep&rdquo;&nbsp;del sito&nbsp;suzuki.it, ma anche una particolare partecipazione al Black Friday devolvendo lo 0,5% del fatturato giornaliero a favore di un progetto legato alla sostenibilit&agrave;. E ancora, il Suzuki Bike Day e la pulizia della spiagge.  SUZUKI E TORINO FC INSIEME PER AIUTARE IL CAPOLUOGO PIEMONTESE        

Per la Giornata Mondiale della Terra, l&rsquo;azienda ha invitato i suoi dipendenti a partecipare alla bonifica dell&rsquo;area intorno la sede, in provincia di Torino

Suzuki: raccolte 1,64 tonnellate di rifiuti in appena tre ore

        Il futuro della mobilit&agrave; &egrave; ancora incerto. L&rsquo;Europa sembra non voler sentire storie, l&rsquo;elettrico sar&agrave; il nuovo paradigma; tanti altri per&ograve;, costruttori in primis, sembrano avere in tasca soluzioni alternative. Biocarburanti, idrogeno&hellip;Sia quel che sia, a oggi il mondo dell&rsquo;elettrico si sta sviluppando secondo regole tutte sue. Ma c&rsquo;&egrave; un tema, sempre pi&ugrave; ricorrente: che fine fanno le batterie dei mezzi elettrici? E ancora, siamo davvero sicuri che i mezzi elettrici (che siano monopattini, bici, scooter o moto) siano esenti da manutenzione? Ovviamente, la risposta &egrave; no. Ed &egrave; proprio per rispondere a questo bisogno, la manutenzione dei veicoli elettrici, che &egrave; nata Terravision Electric, azienda con sede a Desio (MB). Siamo andati a trovarli per capire cosa fanno, come funziona il mondo dell&rsquo;elettrico, le strategie commerciali&hellip;Insomma, un po&rsquo; di tutto. Ci ha risposto Andrea Zaliani, responsabile comunicazione e marketing di Terravision. Terravision, che cos'&egrave; e come funziona?  Andrea, ci racconti cosa fa l&rsquo;azienda Terravision Electric? Da 2 anni e mezzo &egrave; nata questa divisione dedicata alla micromobilit&agrave; sostenibile, una costola dell&rsquo;azienda Terravision che da 20 anni si occupa dei trasporti bus aeroportuali. Abbiamo sviluppato due principali businness: il primo riguarda il servizio di assistenza per i veicoli elettrici, in particolare siamo orgogliosi del servizio di ricellaggio e rigenerazione delle batterie. Tieni conto che molte di queste lavorazioni vengono fatte come centro di assistenza ufficiale di alcuni brand. In parallelo, abbiamo sviluppato una divisione prettamente commerciale, il brand Golden Ride, che rappresenta quelli che saranno i nostri punti vendita. Saranno dei concessionari che venderanno prodotti multimarca incentrati principalmente sulla sostenibilit&agrave;. La mia impressione &egrave; che molti, oggi, siano solo dei rivenditori di mezzi elettrici: compro in Cina, rivendo in Italia. Esatto, ma poi il post-vendita &egrave; inesistente. L&rsquo;elettrico &egrave; un mercato nuovo, e molti brand si focalizzano esclusivamente sull&rsquo;aspetto commerciale, quindi sulla vendita. Spesso per&ograve; tralasciano l&rsquo;assistenza, che invece &egrave; la chiave per imporsi nel mercato come un brand di successo, perch&eacute; prima o poi i mezzi avranno bisogno di essere riparati. Noi colmiamo questa carenza.&nbsp;  Parliamo del ricellaggio delle batterie al Litio; come vi &egrave; venuto in mente? &Egrave; stata la risposta a una richiesta abbastanza semplice. Se ci pensi, su uno scooter o una moto elettrica il cuore del veicolo &egrave; la batteria e per vri motivi non viene quasi mai gestita come dovrebbe e nascono tutta una serie di problematiche. Da l&igrave; la decisione di investire sul ricellaggio che di fatto &egrave; una rigenerazione della batteria. Con questa operazione ti forniamo una batteria come nuova, ricondizionata, ma facendoti risparmiare circa il 30%. Di fatto, ti rimane l&rsquo;involucro e all&rsquo;interno ti vengono cambiate tutte le celle. Se poi riusciamo a recuperare anche la centralina che le gestisce, il risparmio &egrave; ancora maggiore. Tieni presente che mediamente, la batteria di uno scooter elettrico di media gamma costa attorno ai 1.000 euro. Per fornire questo servizio abbiamo investito in macchinari e soprattutto personale: da noi gli operai sono quasi tutti meccatronici. Secondo te in futuro si potr&agrave; fare anche per le auto? Tecnicamente &egrave; un&rsquo;operazione fattibile, ma tieni conto che il ricellaggio &egrave; un lavoro artigianale, e non penso che sia conveniente per un&rsquo;azienda automobilistica. Vedo bene invece soluzioni come il battery swap, delle stazioni di ricarica dove lasci la tua batteria e ne prendi una carica, oppure ne lasci una problematica e ne prendi una sistemata.  C&rsquo;&egrave; una sorta di garanzia per il cliente? Il cliente ha la garanzia ufficiale Terravision, che &egrave; molto pi&ugrave; estesa dei concorrenti perch&eacute; diamo 12 mesi. Facciamo firmare un modulo che tra le altre cose contiene tutte le indicazioni sull&rsquo;utilizzo della batteria e sulla validit&agrave; della garanzia; tipo &ldquo;guarda che se la metti a bagno nell&rsquo;acqua la garanzia decade!&rdquo;. Programmi per il futuro? Vogliamo lanciare dei progetti che abbiano anche un valore sociale, e in effetti lo stiamo gi&agrave; facendo: stiamo infatti creando allestimenti per i mezzi elettrici delle forze dell&rsquo;ordine come Polizia Locale e Protezione Civile.  Dopo aver chiacchierato con Andrea, siamo entrati in una delle officine dell&rsquo;azienda, dove ci ha accolto Salvatore Montalbano, operaio specializzato nel ricellaggio e non solo. Ci ha spiegato per filo e per segno come funziona l&rsquo;operazione. Che si tratti di una bici, di un monopattino o di uno scooter, prima di tutto si smonta la batteria.&nbsp; Per quanto riguarda gli scooter, effettuiamo il ricellaggio anche di singole celle, sostituendo quindi soltanto alcuni paralleli della batteria. Praticamente apriamo la batteria, che sugli scooter elettrici solitamente &egrave; da 60 Volt e 26 Ampere. Dentro ci sono 250 celle, e magari 50 di queste si sono esaurite. Anzich&eacute; sostituire tutto il pacco, si scorporano i pacchi e si individuano le celle esaurite. Questa &egrave; un&rsquo;operazione che ottimizza il rapporto spesa/resa; noi tuttavia consigliamo sempre di cambiare tutte le celle, perch&eacute; se ne sostituisci solo una parte, quelle nuove dovranno comunque fare un tot di cicli di ricarica, per adeguarsi a quelle gi&agrave; installate. Utilizziamo vari tipi di diagnosi a seconda del tipo di batteria, poi una volta identificato il problema, andiamo a scorporarla, dissaldiamo, inseriamo le nuove celle e le saldiamo, rigorosamente a mano. Richiudi tutto, isoli e colleghi il cavo. &Egrave; un lavoro molto artigianale. Tempo di lavorazione? Qualche ora di manodopera di un singolo operatore per ogni batteria. Il concetto &egrave; che chi la prende in carico, la ripara. Ci sono varie tipologie di celle ma i modelli di batteria saranno una decina, non di pi&ugrave;. Magari cambia qualcosa all&rsquo;interno, ma la forma &egrave; uguale.       

Nella laboriosa pianura brianzola, un&rsquo;azienda si &egrave; inventata un bel modo di &ldquo;fare green&rdquo;: si chiama Terravision Electric e rigenerano batterie ormai a fine vita. Siamo andati a trovarli per capirci di pi&ugrave;

Terravision: ricondizionato è meglio

E'il primo scooter elettrico di Honda per il mercato europeo è pensato per il pubblico più giovane. L'EM1 e: è dotato del sistema a batteria asportabile Honda Mobile Power Pack e: che consente di spostarsi nel traffico urbano in modo divertente e con la massima praticità, senza emissioni. La trazione è affidata a un motore elettrico nel mozzo ruota; l'autonomia è di 41,3 km e la velocità massima è quella di legge per i 50cc, 45 km/h. Tra le caratteristiche di serie spiccano il cruscotto con display digitale, il vano portaoggetti nel sottosella, la presa USB, le pedane per il passeggero e il portapacchi posteriore

Honda EM1 E: le prime foto ufficiali

Periodo di novit&agrave; in casa Triumph. Dopo l&#39;annuncio dell&#39;ingresso nell&#39;AMA&nbsp;SuperMotocross dalla stagione del 2024, l&#39;azienda di Hinckley ha deciso di dedicarsi a carburanti pi&ugrave; sostenibili per i motori della Moto2, avviando un programma di test mirati alla produzione di benzina ecologica presso lo stabilimento nel Leicestershire.    Prestazioni e impatto ambientale  L&#39;idea di Triumph &egrave; quella di fornire carburante E40 entro il 2024 per ridurre la CO2 prodotta nella Moto2 e con l&#39;obiettivo di raggiungere una miscela E100 entro il 2027. Questo carburante sar&agrave; destinato all&#39;alimentazione dei motori da corsa a tre cilindri da 765 cc derivati dalla Street Triple. Particolare attenzione sar&agrave; dedicata alla garanzia che il nuovo carburante non causi cali di prestazioni e velocit&agrave; delle moto stesse. Per la seconda volta dopo la sperimentazione del prototipo elettrico TE-1 e all&#39;acquisto del marchio OSET per produrre fuoristrada a batteria a bassa capacit&agrave;, Triumph ha deciso di dedicarsi alla mobilit&agrave; eco sostenibile.  Steve Sargent, Chief Product Officer di Triumph, ha dichiarato: &quot;In definitiva, il nostro obiettivo &egrave; sempre quello di trarre tutti gli insegnamenti che otteniamo dalle corse per rendere le nostre moto da strada ancora migliori, il che ovviamente comprende non solo le prestazioni ma anche il loro impatto sull&#39;ambiente. Posso dire che tutti in Triumph sono entusiasti di essere coinvolti in sviluppi cos&igrave; importanti in un momento cos&igrave; cruciale della storia del motociclismo. Molti dei ragazzi che hanno lavorato alla TE-1 stanno passando alla produzione di veicoli elettrici. Abbiamo moto sul tavolo da disegno che i ragazzi stanno iniziando a sviluppare&quot;.  TRIUMPH EASY WINTER, I VANTAGGI PER LA MANUTENZIONE INVERNALE  &nbsp; 

L&#39;obiettivo della Casa britannica &egrave; quello di fornire carburante E40 entro il 2024 e raggiungere una miscela E100 entro il 2027 per i modelli della Moto2

Triumph, in Moto2 via alla sperimentazione di carburanti pi&ugrave; sostenibili

        Il Black Friday di Suzuki diventa Green Friday: la Casa di Hamamatsu colora di verde la giornata dedicata agli sconti trasformandola in un momento dedicato all'ambiente. Obiettivo di questa seconda edizione del progetto ideato da Suzuki &egrave; il rimboschimento di una zona del Parco Naturale Regionale La Mandria, alle porte di Torino, devastato da una tempesta lo scorso giugno.  Suzuki Green Friday: ecco come salvare l'ambiente Il Black Friday che ormai tradizionalmente apre il periodo dello shopping natalizio cadr&agrave; quest&rsquo;anno il 25 novembre e Suzuki accantoner&agrave; una quota del fatturato totale di questa giornata delle divisioni Auto, Moto e Marine e lo devolver&agrave; all'acquisto di alberi che verranno utilizzati per ripristinare una parte del Parco Naturale Regionale La Mandria. Coloro che il 25 novembre acquisteranno un'auto, una moto, uno scooter o un motore fuoribordo, cos&igrave; come accessori, ricambi, servizi o merchandise, sia presso la rete dei concessionari che sulla piattaforma di e-commerce, contribuiranno con un aiuto concreto a rimboschire quella che nei secoli &egrave; diventata una straordinaria oasi di biodiversit&agrave;, ora danneggiata dalle intemperie. SUZUKI, GSX-8S E V-STROM 800DE PROTAGONISTE DELLE PREMI&Egrave;RE SHOW Per incentivare gli acquisti online, il 25 novembre sar&agrave; possibile utilizzare il codice sconto del 10%: SUZUKIGREENFRIDAY. EICMA 2022, SUZUKI INTRODUCE AL BURGMAN STREET 125EX, IL NUOVO MAXI-SCOOTER ENTRY-LEVEL       

Il 25 novembre, per il Black Friday, ogni acquisto di un modello del marchio di Hamamatsu contribuir&agrave; a rimboschire il Parco La Mandria (Torino), devastato da una tempesta a giugno

Suzuki Green Friday: compri una moto e salvi l'ambiente

        Ieri 19 ottobre sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico &egrave; stata riaperta la piattaforma che consente ai concessionari di prenotare gli incentivi&nbsp;destinati all'acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici.&nbsp; L'Ecobonus &egrave; stato accolto ovviamente con piacere dagli utenti, ma Confindustria ANCMA fa chiarezza&nbsp; a riguardo, a chi l'Ecobonus spetta. Ecobonus ed e-bike L' Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha spiegato che il benefit, per il quale &egrave; stata messa a disposizione una cifra totale di 20 milioni di euro per l'anno corrente, &egrave; rivolto a coloro che acquistano un veicolo a due ruote elettrico nuovo di fabbrica delle categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e ed L7e. Il contributo verr&agrave; calcolato sulla percentuale del prezzo di acquisto: 30% per gli acquisti senza rottamazione e 40% per gli acquisti con rottamazione. Il bonus non riguarda le e-bike. ANCMA ha spiegato: "Nei primi dieci mesi dell&rsquo;anno il mercato degli elettrici ha segnato un incremento del 59,6%, con 12.800 mezzi immessi su strada, circa il 5% del totale di veicoli venduti. Malgrado la significativa crescita in termini percentuali, il mercato ha bisogno di sostegno per diventare maturo anche in termini di volume: per questo gli incentivi governativi rappresentano un aiuto strategico fondamentale, anche per promuovere culturalmente la diffusione di questi veicoli&rdquo;. DECRETO RETROFIT, DI COSA SI PARLA?       

Il bonus &egrave; destinato ai veicoli a due ruote elettrici nuovi di fabbrica delle categorie L e verr&agrave; calcolato sulla percentuale del prezzo di acquisto

Ecobonus ed e-bike: l'ANCMA fa chiarezza

        L'evoluzione tecnologica &egrave; pi&ugrave; che mai in una fase di fermento, l'elettronica sempre pi&ugrave; pervasiva e le norme antinquinamento e di sicurezza sempre pi&ugrave; stringenti significano maggiore complessit&agrave;, portandosi dietro una sgraditacontroparte: l'aumento di peso. A queste cause ineluttabili si aggiunge anche la tendenza a proporre veicoli sempre pi&ugrave; accattivanti esteticamente, ma pi&ugrave; poveri di contenuti tecnici. Abbandonare ad esempio l'alluminio a favore dell'acciaio vuol dire diminuire i costi, ma anche aumentare la massa. Oggigiorno per&ograve; oltre ai costi &egrave; necessario limitare anche consumi ed emissioni di CO2 e quindi il fattore peso torna ad essere centrale, le moto devono diventare pi&ugrave; leggere, o perlomeno essere leggere il pi&ugrave; possibile visto che dobbiamo accettare ulteriori complicazioni, vedi la trazione elettrica e le batterie ad alta tensione. Inoltre i costruttori sono obbligati ad adottare una filiera di fornitura sempre pi&ugrave; ecocompatibile e sempre meno energivora. UN'IDEA SMART PER PRENDERSI CURA DELL'AMBIENTE La ricerca di nuovi materiali quindi &egrave; una scelta obbligata. Si stima che la percentuale di componenti ultraleggeri nei veicoli dovr&agrave; crescere di una quota tra il 30% e il 70% entro il 2030 per compensare l'aggiunta di peso che andremo a sperimentare. Serve qualcosa che possa essere prodotto in maniera green, con costi energetici ridotti, che sia anche riciclabile perch&eacute; ogni costruttore &egrave; responsabile del fine vita dei propri prodotti, e che ovviamente non faccia esplodere i costi. &nbsp; Lino, il prossimo materiale rivoluzionario? Un materiale candidato ad assumere un ruolo centrale in questa rivoluzione "light" &egrave; il lino. La buona notizia &egrave; che l'85% della coltivazione di questa pianta a livello mondiale avviene in Europa, non &egrave; esigente a livello di chimica del terreno e di clima, richiede pochissima acqua a differenza ad esempio del cotone, ed &egrave; pienamente riciclabile. Un'altra buona notizia &egrave; che lungo tutta la catena produttiva nulla, n&eacute; della pianta e n&eacute; della fibra, viene scartato, ma tutto viene riutilizzato. Quello che non viene impiegato nel tessile trova il suo impiego nel mondo dell'edilizia, gli stessi scarti possono essere destinati ad altre realt&agrave; industriali, come quelle che producono i pannelli fonoassorbenti.Ma come pu&ograve; una fibra nota per il suo utilizzo nel tessile diventare importante su una moto? Questo &egrave; proprio il campo di ricerca di tante aziende: l'utilizzo del lino nei materiali compositi. Centri di ricerca universitari in tutta Europa stanno studiando come sostituire nei materiali compositi in parte o in toto la fibra sintetica con la fibra naturale ed i risultati stanno premiando i tanti sforzi profusi. La fibra di lino sta entrando nelle carrozzerie di auto e moto e in componenti del settore aereo, e l'Italia non sta a guardare, ad esempio Fibertech &egrave; all'avanguardia in questo settore. Rispetto ad un composito in fibra di carbonio certi studi mostrano che un biocomposito con 50% di fibre di carbonio e 50% di fibre di lino offre la stessa rigidit&agrave;, ma costa il 15% meno, &egrave; pi&ugrave; leggero del 7% e si caratterizza per uno smorzamento delle vibrazioni superiore del 58%. La maglia di fibre organiche &egrave; poi flessibile e si adatta alle forme sinuose del veicolo; pu&ograve; inoltre essere lavorata da macchinari tradizionali, presenta una grande resistenza alla trazione e riduce il rischio di produzione di schegge nel caso di incidente. &nbsp; Il lino rimpiazzer&agrave; il carbonio? Il lino come antagonista del carbonio quindi? Certamente s&igrave;, ed &egrave; una buona notizia, ma potrebbe diventare ancora migliore se il suo impiego porter&agrave; ad una riduzione dei manufatti in plastica! Ad esempio la Porcher Industries ha annunciato il lancio di una nuova gamma di rinforzi compositi termoplastici per l'industria automobilistica realizzati con fibre di lino coltivate e tessute in Francia. Questi prodotti saranno venduti come tessuti che possono essere termocompressi e stampati a iniezione per componenti non solo funzionali, ma anche estetici andando incontro alle richieste dei designer di uno stile moderno e subito riconoscibile come naturale. Gli irrigidimenti termoplastici possonoinsomma diventare anche un elemento di stile, proposti "al naturale" come avviene oggi con la fibra di carbonio. L'esempio della DAB "Alter" XSR900  La Volvo ha invece effettuato di recente un importante investimento in Bcomp, un'azienda svizzera specializzata nella produzione di materiali innovativi, tra cui un composito a base di fibre di lino che, stando a quanto dichiarato dall'azienda, rispetto alle normali parti in plastica &egrave; fino al 50% pi&ugrave; leggero e utilizza fino al 70% in meno di materialeplastico generando anche fino al 62% in meno di emissioni di CO2. Ancora, la francese DAB ha sviluppato su commissione di Yamaha la "Alter" XSR900, un esercizio di stile che ha esplorato i limiti di questa nuova tecnologia con un risultato che combina futurismo e vintage, il tessuto AmpliTex permette la creazione di forme complesse e leggere con la possibilit&agrave; di ottenere superfici translucenti che possono potenzialmente incorporare anche gruppi ottici. Se il futuro prender&agrave; questa strada l'Europa sar&agrave; protagonista.  Nel listino dell'usato di InMoto, tante occasioni da non perdere a portata di click       

Le prossime sfide che devono essere affrontate dai Costruttori riguardano l'utilizzo di materiali sempre pi&ugrave; ecocompatibili e la riduzione del peso di ogni singolo componente. E una soluzione arriva inaspettata dal mondo naturale!

Come ridurre il peso di una moto? Con l'aiuto di Madre Natura

        Il mondo sta cambiando. La rivoluzione &ldquo;green&rdquo; &egrave; in atto (la chiamo &ldquo;green&rdquo; e non elettrica perch&eacute; gli scenari sulle forme di energie del futuro sono molteplici). Il mondo della mobilit&agrave; &egrave; destinando a mutare profondamente. In tutto ci&ograve;, che ne sar&agrave; della motocicletta? Ossia quel veicolo che per curvare abbandona la verticale, caratterizzato (quasi sempre) da due ruote allineate e dotato di un propulsore a combustione interna collocato nel mezzo? Mi spiego... se guardiamo alla tecnologia &ldquo;elettrica&rdquo; possiamo facilmente notare come i motori abbiano forma e dimensione radicalmente diversi rispetto a quelli tradizionali a scoppio. Cos&igrave; come i pacchi batteria (altro elemento fondamentale di un veicolo ad elettroni) hanno ingombri e caratteristiche che non trovano riscontro nei classici serbatoi di carburante. Rimangono le ruote, una sella, un manubrio, una coppia di sospensioni. Che per ora, nelle poche proposte apparse sul mercato, sono collocate esattamente dove il motociclista si aspetta di trovarle. Come sar&agrave; la motocicletta del futuro? Stacchiamoci per un attimo dalla realt&agrave; e dal nostro 2022 e proviamo a proiettarci in un futuro che ancora non c&rsquo;&egrave;, come fossimo in un film di fantascienza. Come sar&agrave;, da un punto di vista tecnico, la motocicletta che guideranno i nostri pronipoti? Che tipo di infrastrutture troveranno gli ingegneri di quel futuro e quali soluzioni inventeranno per permettere a un individuo di muoversi su un veicolo basculante? In riferimento all&rsquo;evoluzione tecnologica &egrave; facile supporre che le batterie, destinate ad essere pi&ugrave; piccole e gestibili, potranno assumere forme diverse ed essere quindi collocate in modo pi&ugrave; creativo.  I motori elettrici potranno essere sistemati nei mozzi (non solo nelle proposte cittadine...). La sella e il manubrio, anche grazie al supporto dell&rsquo;evoluzione &ldquo;stabilizzante&rdquo; dell&rsquo;elettronica, potranno non essere l&igrave; dove ci si aspetta di trovarli... Nel passato abbiamo avuto motociclette (non troppo fortunate da un punto di vista commerciale) che hanno stravolto certi assiomi. La forcella a due steli, per esempio, non &egrave; un dogma assoluto. Ricordate la Bimota Tesi o le Yamaha GTS e Niken? Per non parlare del mondo scooter con l&rsquo;indimenticabile (nel bene e nel male...) BMW C1, il Piaggio MP3 o il Quadro a quattro ruote. Design da Moto-Manga? Ecco dove tutto &egrave; (forse) cominciato  Il cambiamento come opportunit&agrave; Certo, lo sforzo per liberarsi dalle catene della realt&agrave; e proiettarsi nel mondo della fantasia &egrave; notevole. Ci prov&ograve; nel 1988 il regista giapponese Katsuhiro Otomo con il suo film Akira, un piccolo capolavoro manga, nel quale bande di motociclisti si aggirano in una Tokyo resuscitata dalla Terza Guerra Mondiale. Le moto di quel futuro hanno forme strane, sistemi di propulsione indefinibili, tecnologie all&rsquo;avanguardia. Quello che accadr&agrave; nei prossimi 10, 20 anni (in vista della fatidica data del 2035) &egrave; uno stravolgimento di un paradigma in essere dal Secondo Dopoguerra.  L&rsquo;occasione &ndash; enorme, unica &ndash; per gli ingegneri di tutto il mondo, di inventare qualcosa di nuovo, di proporre agli appassionati (che beninteso non siamo noi, ma i nostri figli, o i figli dei nostri figli... semmai rimarr&agrave; in loro la passione per la motocicletta) modi diversi di spostarsi su due (forse tre? quattro?) ruote che piegano. Gli esperimenti, se cos&igrave; possiamo chiamarli, sono gi&agrave; iniziati nel settore della mobilit&agrave; urbana dove si vedono arrivare proposte anche ardite. Il mondo delle motociclette &egrave; comprensibilmente ancora alla finestra. Ma sono convinto che se potessimo entrare nei reparti R&amp;D delle principali aziende mondiali, sotto qualche telo, in un angolo lontano da occhi indiscreti, gi&agrave; oggi potremmo rimanere stupiti... Il cambiamento non va visto come un dramma; &egrave; una opportunit&agrave;. Per le aziende, per gli appassionati. Top5: moto moderne di cui ci siamo dimenticati velocemente       

Il manga Akira disegna un futuro post-atomico in cui bande di motociclisti sfrecciano per Tokyo in sella a mezzi indefinibili. Il momento storico che stiamo vivendo porter&agrave; a un cambio di paradigma anche nel settore moto. E le nostre certezze sono destinate a crollare

Editoriale del Direttore: Akira e la moto del futuro

        Il mondo delle due ruote, almeno nel nostro paese, sembra essere sempre pi&ugrave; rivolto verso un futuro ecosostenibile. Gli italiani si sono mostrati estremamente propensi ad acquistare elettrico: i dati raccolti sul primo semestre del 2022 hanno visto un'impennata dell'82,2% rispetto all'anno precedente delle immatricolazioni "green". RYVID: L'ELETTRICA GENIALE PER MOTOCICLISTI DI TUTTE LE TAGLIE I numeri del successo Analizzando i numeri comunicati da Confindustria ANCMA &egrave; stato possibile entrare pi&ugrave; nel dettaglio: &egrave; emerso che da gennaio a giugno dell'anno corrente, sono stati immatricolati 3.463 ciclomotori in pi&ugrave; rispetto al 2021 (in percentuale circa un +77,4%), 5.315 scooter (+93,4%) e 393 moto (+18%). Oltre ad un vero e proprio cambio di visione da parte dei cittadini che sembrano sempre pi&ugrave; convinti dell'importanza di passare all'elettrico, l'incredibile aumento di queste immatricolazioni &egrave; stato reso possibile anche grazie agli incentivi proposti dal Governo. Apprezzatissimi soprattutto i marchi italiani, con una quota di mercato del 31,1%. Si stabilizzano invece le e-bike, senza impennate significative, sintomo che le care vecchie biciclette sono ancora molto apprezzate dagli italiani che non temono la fatica della pedalata. Gary Fabris, presidente Gruppo Veicoli Elettrici dell'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha detto la sua sui dati emersi dall'analisi effettuata: "L&rsquo;industria del settore sta rispondendo brillantemente alla crescente domanda di nuova mobilit&agrave;, resa viva anche dell&rsquo;esigenze post pandemiche, soprattutto in ambito urbano. Questo riafferma il ruolo fondamentale del nostro comparto e delle due ruote nel soddisfare la necessit&agrave; di spostamenti pi&ugrave; sostenibili e veloci all&rsquo;interno di contesti cittadini sempre pi&ugrave; complessi e sfidanti. E i prodotti sono sempre pi&ugrave; performanti e fruibili, tuttavia malgrado la significativa crescita in termini percentuali, il mercato ha bisogno di sostegno per diventare maturo anche in termini di volume: per questo gli incentivi governativi rappresentano un aiuto strategico fondamentale, anche per promuovere culturalmente la diffusione di questi veicoli&rdquo;. Lightning, in arrivo una moto Adventure 100% elettrica       

Rispetto al 2021, nei primi 6 mesi dell'anno attuale si &egrave; registrato un boom delle immatricolazioni di moto, scooter e ciclomotori elettrici

Due ruote, impennata dell'elettrico nel primo semestre del 2022

Cade l&#39;ultima frontiera. Dopo aver visto sportive, naked e scooter, anche il mondo delle Tourer abbraccia il pianeta Green. Nel corso di una confereza stampa al Mugello, in occasione del GP d&#39;Italia, Livia Cevolini, boss della Casa modenese, ha tolto i veli alla Experia. Quella che &egrave; stata battezzata come Green Tourer, &egrave; una moto che offre interessanti spunti, sia da un punto di vista tecnico che dell&#39;utilizzo a medio raggio. Vediamo come &egrave; fatta.  EXPERIA: nuova frontiera    Il motore e la batteria Experia sono entrambi nuovi di zecca. La capacit&agrave; della batteria &egrave; aumentata, &egrave; il motore ha un peso inferiore rispetto a quello della Naked Eva, a questo si aggiunge un&nbsp;un baricentro centralizzato e pi&ugrave; basso per avere una maggiore maneggevolezza. La Experia &egrave; spinta da un motore elettrico sincrono a magneti permanenti accreditato di una potenza massima di 101 CV (75 kW) per una coppia di 115 Nm. La velocit&agrave; che Energica dichiara &egrave; di 180 Km/h mentre i peso &egrave; di 260 Kg.  La batteria di cui &egrave; dotata ha una capacit&agrave; massima di 22,5 kWh (19,5 i kWh nominali) e passa, nella modalit&agrave; di ricarica &quot;Fast&quot;, da 0 all&#39;80% della ricarica in 40 minuti. E&#39; possibile inoltre utilizzare altre due modalit&agrave; di ricarica: Livello 2 (a 240V) e Livello 1 (a 120V) qualora non si abbia la necessit&agrave; di affrrettare i tempi, magari quando si &egrave; a casa o in ufficio.&nbsp;  L&#39;autonomia dichiarata &egrave; di 420 Km nel ciclo urbano, mentre si scende a 246 km nel ciclo combinato.    PREZZO E DISPONIBILIt&agrave; della EXPERIA  La nuova Energica Experia sar&agrave; disponiible iin vetrina dall&#39;autunno 2022 al prezzo di 28.000 euro f.c. In pre-ordine dal 1 giugno 2022.    &nbsp; 

Peso ed autonomia la rendono in grado di confrontarsi con le rivali endotermiche. Disponibile dall&#39;autunno 2022

Energica, svelata la Experia: la prima Green Tourer

I dati di vendita riferiti al mese di aprile diffusi da Confindustria ANCMA (l&rsquo;Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) raccontano di un mercato delle due ruote in leggera flessione rispetto ai primi mesi dell&rsquo;anno. Arretrano le immatricolazioni delle motociclette, ma soprattutto quelle di scooter e ciclomotori fanno segnare numeri negativi a doppia cifra. Veniamo da una serie di mesi con il segno &ldquo;+&rdquo;, un trend destinato a cambiare. Usciti da un tunnel stretto e buio, quello della pandemia, siamo ripiombati in un&rsquo;altra oscurit&agrave;, quella della guerra. Che ha ripercussioni non solo militari, ma anche geopolitiche, che condizionano indirettamente la vita di ciascuno di noi. L&rsquo;incertezza sul futuro, l&rsquo;aumento del costo delle materie prime, la necessit&agrave; di cambiare strategie economiche sui mercati globali hanno una ricaduta sui nostri conti correnti. E le nostre voglie (una moto, lo scooter nuovo, una vacanza...) passano un po&rsquo; in secondo piano. Non tanto per la bolletta del gas che pesa qualche decina (centinaia?) di euro in pi&ugrave;, quanto per una sorta di pessimismo generale che ci fa guardare al futuro (a breve e medio termine) con sfiducia. E che ci fa chiudere a riccio in attesa di tempi migliori.    Arrivano gli incentivi per il 2022, 2023 e 2024  Il comparto automotive va supportato. Lo sanno bene i nostri politici che stanno cercando di uscire da una situazione davvero complessa: da un lato il PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) post Covid, che ha tra i suoi pilastri la transizione ecologica, dall&rsquo;altro un riassetto globale sulle forniture, una economia che rallenta e risorse da trovare e investire per cercare di ovviare al problema. Una buona (piccola) notizia arriva dal &ldquo;palazzo&rdquo;: gli incentivi sono in arrivo. Il governo ha stanziato 15 milioni di euro per il 2022, il 2023 e 2024 se si acquistano ciclomotori elettrici e ibridi. Per i veicoli a due ruote tradizionali (con propulsore a combustione) sono stati previsti 10 milioni per quest&rsquo;anno e 10 complessivi per il 2023 e 2024. Un segnale positivo per un settore &ndash; quello dell&rsquo;automotive nella sua interezza &ndash; che non vive un momento particolarmente florido.  Materie prime, un problema anche nostro!  In questo contesto, anche InMoto combatte la sua personale battaglia per mantenere la rotta impostata nonostante l&rsquo;aumento dei costi delle materie prime. Come avrete notato, il prezzo di copertina aumenta di 50 centesimi arrivando a 4,50 euro. Abbiamo riflettuto a lungo prima di prendere questa decisione, inevitabile alla luce dello spropositato aumento delle quotazioni di energia e carta, due fattori imprescindibili nel processo di produzione e distribuzione del vostro e nostro giornale. Questo piccolo sforzo aggiuntivo che vi stiamo chiedendo, garantisce alla testata di avere conti in equilibrio e di conseguenza di rimanere libera e in grado di garantire un&rsquo;informazione di qualit&agrave;. Quella che da 36 anni cerchiamo di darvi con prove strumentali, comparative, approfondimenti fatti con passione e competenza. Una linea editoriale che non verr&agrave; mai meno.   

Il&nbsp;mondo a due ruote soffre. L&rsquo;incertezza per il futuro frena le nostre aspirazioni motociclistiche. Il settore dell&rsquo;automotive rallenta e il governo corre ai ripari. Baster&agrave; per superare la crisi che stiamo vivendo?

Editoriale del Direttore: incentivi, un piccolo aiuto

L&#39;editoriale di InMoto di aprile si chiudeva con un auspicio: che il mondo tornasse pacificamente silenzioso. Che si deponessero le armi. Che riprendesse il dialogo. Nulla di tutto ci&ograve; &egrave; successo. Nel momento in cui scrivo queste righe, i missili continuano a cadere sull&rsquo;Ucraina e si intensificano le sanzioni economiche contro l&rsquo;aggressore. La diplomazia sembra impotente. La situazione &egrave; drammatica. Il futuro molto incerto. Il dramma di milioni di persone in fuga e i morti si accompagnano a problematiche economiche che investono l&rsquo;Europa intera. Il 40% del gas che arriva nel vecchio continente &egrave; russo.  E si profilano all&rsquo;orizzonte nuove sanzioni che con tutta probabilit&agrave; determineranno il blocco (parziale o totale) della fornitura. Un&rsquo;azione politica doverosa, che si intreccia con quella di rilancio europeo post Covid (il PNRR) imperniato su una svolta green del pianeta. Confindustria disegna un quadro dell&rsquo;Italia in recessione nei prossimi mesi, ritoccando il PIL al ribasso per il 2022 e suggerendo una revisione proprio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in funzione del nuovo assetto economico mondiale. Proposta che per ora non sembra essere all&rsquo;ordine del giorno del Governo. Non sono giochetti di palazzo o schermaglie tra opposte fazioni politiche: sono scelte concrete che riguardano tutti noi. La bolletta energetica per l&rsquo;industria ha un impatto diretto sui prezzi, sulla competitivit&agrave;, sui posti di lavoro. L&rsquo;approvvigionamento del gas, e di conseguenza il suo costo, incide sulle bollette a fine mese. L&rsquo;incertezza regna sovrana. E ci&ograve; alla lunga non pu&ograve; non avere qualche ripercussione anche sui beni superflui quali la motocicletta e il trasporto leggero nelle citt&agrave;.    La transizione ecologica &egrave; a rischio?  Il costo della benzina (o del diesel), argomento caldo delle ultime settimane, &egrave; un esempio di quanto abbiamo appena detto. In un momento confuso come questo, non sorprende ritrovarsi a fare il pieno di super con prezzi alla pompa spaventosamente alti. Senza peraltro aver ben chiari i motivi reali degli aumenti: abbiamo provato a spiegare il fenomeno nella nostra inchiesta scoprendo che non c&rsquo;&egrave; un fattore determinante, ma un insieme di concause in qualche modo da ricondurre al contesto internazionale. Il governo &egrave; corso ai ripari con un decreto che lima le accise. Ma &egrave; una situazione temporanea... vedremo che cosa accadr&agrave; alla fine di aprile (prorogati gli sconti fino al 2 maggio, ndr). E ancora una volta, con l&rsquo;attenzione si torna l&igrave;, alla transizione ecologica in atto, alla mobilit&agrave; elettrica e alla presa di posizione (troppo spesso rigida) delle istituzioni sull&rsquo;argomento.  Doppia cover, doppio gusto  Le aziende produttrici di settore (quello delle due ruote) si stanno attrezzando sempre meglio per rispondere al cambio di rotta impresso dalla societ&agrave; alla mobilit&agrave;. Per ora quella urbana, che risulta la meno sensibile al deficit infrastrutturale (e culturale) che permea l&rsquo;Italia. Ne parliamo approfonditamente nello speciale che trovate in questo stesso numero di InMoto, caratterizzato da un lay-out davvero particolare. Una doppia copertina, la seconda &ldquo;rovesciata&rdquo; opposta a quella tradizionale, che anticipa una serie di approfondimenti sul mondo dell&rsquo;elettrico e su quello degli scooter tradizionali per offrire al lettore uno spaccato di quello che lo attende nel breve e medio periodo. Con qualche spunto per ragionare anche sul futuro pi&ugrave; lontano. Insomma, in un momento in cui anche le materie prime hanno aumentato il loro costo (leggi: la carta) InMoto vola alto, offrendo contenuti extra allo stesso prezzo. Un messaggio chiaro e forte.  

Il conflitto in Ucraina riguarda tutti noi e incide, direttamente o indirettamente, anche sulle nostre abitudini, le nostre passioni. E mette in dubbio le certezze riguardo la transizione ecologica e la mobilit&agrave; del futuro

Editoriale del Direttore: L&rsquo;economia delle bombe

        Grazie alla conferma dell&rsquo;Ecobonus moto anche per il 2022, lo Stato offrir&agrave; l&rsquo;opportunit&agrave; di ricevere un contributo per l&rsquo;acquisto di veicoli a due ruote ad emissioni ridotte o zero in base ai fondi disponibili per un importo pari a 20 milioni per il 2022, altri 20 milioni per il 2023 e 30 milioni per il periodo tra il 2024 e il 2026. Come ottenerlo Il bonus usufruibile pu&ograve; essere ancora pi&ugrave; elevato e&nbsp;se al momento dell&rsquo;acquisto venga rottamata una moto obsoleta o inquinante. In questo modo si potr&agrave; godere di uno sconto applicato dal rivenditore sul nuovo mezzo acquistato. L&rsquo;importo potr&agrave; coprire un massimo del 30% del valore (3mila euro). In caso di rottamazione invece la percentuale di copertura sar&agrave; del 40% fino a 4mila euro. Il veicolo da rottamare dovr&agrave; necessariamente appartenere alla categoria L e omologato Euro 1,2 o 3. &Egrave; possibile comunque acquistare un veicolo a due ruote coperto dal bonus base. Inoltre, il veicolo oggetto della rottamazione deve essere intestato al richiedente del bonus. La categoria di appartenenza del modello da acquistare deve essere diversa da quella del modello da rottamare, il quale non sar&agrave; accettato se privo di targa. ARRIVA UNIPOLMOVE: L'ALTERNATIVA AL TELEPASS       

L&rsquo;importo finanziato ammonta a 20 milioni di euro per il 2022, 20 milioni per il 2023 e 30 milioni per il triennio 2024-2026

Ecobonus moto: ecco tutto quello che c'è da sapere

        Pubblichiamo alcune delle lettere dei lettori giunte in Redazione e che mettono al centro del dibattito il futuro "green", il nostro pianeta, i cambiamenti in atto. Eccone alcune, tra le pi&ugrave; interessanti che ci avete mandato: risponde Andrea Padovani  Una visione discutibile Ciao, &egrave; concesso un pensiero discordante? Questo &ldquo;cambiamento climatico&rdquo; &egrave; la patacca del secolo, il clima &egrave; bizzarro da quando esiste il mondo indipendentemente da noi. In estate fa molto caldo, in inverno fa molto freddo. Che scoperta. Da sempre piove troppo, o troppo poco, mentre i ghiacciai salgono e scendono in ere glaciali da milioni di anni. Basta con questa isteria! Chiamano &ldquo;transizione ecologica&rdquo; una speculazione fatta di &ldquo;rinnovabili&rdquo; in apparenza bucoliche&hellip; quando deturpano la natura e sono peggiori delle &ldquo;fossili&rdquo;. Sono inaccettabili i crinali massacrati da batterie di assurde pale eoliche con i palettoni fermi; ogni scelta energetica &egrave; preferibile a questo &ldquo;rinnovabile&rdquo; scempio ambientale. Ci apprestiamo a sconvolgere il nostro paesaggio, a sterminare la nostra industria auto-motive (quanti posti di lavoro?) per inseguire una follia ideologica, siamo impazziti noi, non il clima! Mentre la moto, il nostro mondo, potrebbe avere gli anni contati. Non siamo ingenui: &egrave; un cinico sistema per &ldquo;spogliarci&rdquo; con bollette indecenti e costringerci a queste auto (e moto) elettriche costosissime con autonomie ridicole. Se abbiamo un&rsquo;auto diesel teniamocela stretta, e facciamola durare. Poi godiamoci la moto finch&eacute; l&rsquo;abbiamo.Fabio Baldrati (Ravenna) Ciao Fabio, permettimi di essere in disaccordo con te. Non credo che il problema climatico sia una bufala. &Egrave; reale e tocca (pi&ugrave; o meno intensamente) ciascun abitante di questo pianeta. Ma, a mio avviso, non &egrave; questo il problema. Il problema &egrave; l&rsquo;attendibilit&agrave; delle informazioni su cui basiamo le nostre opinioni. Le societ&agrave;, le nazioni tecnologicamente ed economicamente pi&ugrave; avanzate, basano la loro forza sulla scienza e sulla correttezza del processo scientifico basato sull&rsquo;analisi dei dati. Negli ultimi tempi questa &ldquo;verit&agrave;&rdquo; (che rimane tale fino a prova contraria, uno dei principi cardine della scienza) viene messa in discussione con una semplicit&agrave; disarmante da chiunque, basandosi su informazioni parziali e superficiali. Io non sono qualificato per contestare quello che tu dici, Fabio: sono un semplice perito meccanico e ho una laurea in Filosofia. Non so nulla di clima. Semplicemente leggo e mi informo da fonti attendibili: e queste (basandosi su dati forniti da strutture governative dove lavorano scienziati preparati e onesti) affermano che c&rsquo;&egrave; un cambiamento in atto. Ed io ne prendo atto. Poi, ovviamente, possiamo aprire una discussione su cosa fare per risolvere il problema: rinnovabili, investimenti, riforma dei processi produttivi e dell&rsquo;uso dei combustibili, mobilit&agrave;... gli argomenti sul tavolo sono numerosissimi. Ne abbiamo gi&agrave; parlato sulla nostra rivista e ne riparleremo ancora. &nbsp;   Rivoluzione ambientale: le soluzioni possibili Cari lettori, ho pi&ugrave; o meno la stessa et&agrave; del signor Gravano. Nel 1972 mi regalavano un fantastico Garelli cross con cilindro a canna cromata. Mi unisco alle sagge considerazioni del sig. Nino, aggiungendo che la bufala della &ldquo;svolta green&rdquo; &egrave; un modo per creare un mostro. Mi spiego meglio: viaggiando in autostrada si nota una colonna continua di Tir in un senso e nell&rsquo;altro (e voi pensate che si riesca a rendere elettrici i Tir o a mettere le merci sui treni come non si &egrave; mai riusciti a fare?) Negli ultimi 30 anni la vera svolta &ldquo;green&rdquo; sarebbe stata il potenziamento della rete ferroviaria e portuale, e poi qualcuno si pone il problema delle navi da trasporto e da crociera che scaricano di tutto in mare o degli aerei che inquinano in maniera esagerata? Per non parlare dell&rsquo;inquinamento urbano da riscaldamento e delle fabbriche? Ma per favore! Ricordo che il primo principio della fisica &egrave; che &ldquo;nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma&rdquo;, e quindi lo sfoggio di tecnologia elettrica ben venga, ma senza esagerare.Quando ero piccolo si diceva che nel 2000 sarebbe finito il petrolio e che avremmo viaggiato su mezzi da fantascienza (vedo in giro autobus datati e treni diminuiti a tal punto nelle corse e nella manutenzione che sono quasi inutilizzabili). Insomma, chi vivr&agrave; vedr&agrave;, ma io di certo non mi spavento e la mia Montesa 349 del &lsquo;79 e la Beta 270 del 2008 insieme al glorioso Ciao e al Garelli Vip rimarranno per sempre nel mio garagino insieme agli altri miei 4 catorci italiani, di almeno 20 anni, che non hanno nemmeno un bullone cinese! Sono motociclista da sempre, con 2 figlie, un cavallo, 6 caprette e un cane.Enrico Giani Mi riaggancio a quanto scritto nella risposta alla lettera precedente di Fabio. Credo che il problema ambientale non sia una bufala. Soprattutto credo che abbiamo sottovalutato per troppi anni il problema. Anni di crescita economia che non ha tenuto in debita considerazione gli effetti sull&rsquo;ambiente. Poi &egrave; arrivata Greta, ha alzato una mano ponendo qualche domanda scomoda, e il mondo si &egrave; reso conto di essere arrivato lungo in curva (per usare una metafora motociclistica...). Ed ora corre ai ripari facendo in dieci anni quello che avrebbe dovuto (e potuto) gestire nei trenta precedenti. Il trasporto su gomma (TIR), la rete ferroviaria, l&rsquo;elettrificazione dei mezzi di trasporto sono oggetto di ampia e serrata discussione a livello europeo e mondiale. Senza contare che c&rsquo;&egrave; una parte di globo il cui problema non &egrave; l&rsquo;emissione di CO2 nell&rsquo;aria ma &egrave; quello di mettere insieme il pranzo con la cena. Le moto? Sono forse il pi&ugrave; piccolo dei problemi in questa infinita discussione. E forse possono rappresentare una soluzione quando si parla ad esempio di mobilit&agrave; sostenibile. Anche se la moto in questione &egrave; una Montesa del 1979.        

Il clima e le conseguenti azioni per ripristinare un equilibrio, sono argomento di dibattito. &Egrave; un problema reale o solo isteria collettiva? E le soluzioni? Solo un palliativo? Facciamo un p&ograve; di chiarezza

Lettere al Direttore: il cambiamento climatico è una fake. Forse...

        Torna, come ogni anno, Suzuki Save The Green, l&rsquo;appuntamento in cui i dipendenti di Suzuki Italia fanno un gesto a favore dell&rsquo;ambiente. Il giorno fissato &egrave; il 9 aprile e muniti di guanti, pinze e sacchi, i lavoratori e le loro famiglie, insieme alle Amministrazioni locali e ai cittadini della zona, raccoglieranno i rifiuti per riqualificare la riva del fiume Stura, nel comune di Caselle Torinese. Un appuntamento per celebrare in anticipo la giornata mondiale della terra (che si tiene il 22 aprile) e che ogni anno prevede la bonifica di una zona specifica. Nel 2021 &egrave; stata la volta dell&rsquo;Area Industriale di Robassomero (TO), immersa nel parco Regionale della Mandria, dove si trova la sede di Suzuki Italia. Sono state raccolte 2,7 tonnellate di rifiuti, sommate alle oltre 10 tonnellate di rifiuti in aree urbane e rurali raccolte negli anni precedenti. Suzuki per l&rsquo;ambiente  Non si tratta dell&rsquo;unica iniziativa Suzuki a sostegno dell&rsquo;ambiente. Dal 2011, infatti, Suzuki Motor Corporation &egrave; attiva con il progetto Clean-up the World, una campagna di pulizia che ha visto impegnate finora oltre 8.000 persone per migliorare la salute dei mari. Dal 2021 questa attivit&agrave; rientra nel progetto globale Suzuki Clean Ocean Project, volta a sensibilizzare l&rsquo;opinione pubblica sull&rsquo;importanza del rispetto per l&rsquo;ambiente, ed &egrave; stata riconosciuta anche dal Ministero dell&rsquo;Ambiente giapponese nel contesto della &ldquo;Plastic Smart Campaign&rdquo;. Il 24 marzo scorso, invece, a Torino si &egrave; svolta a Torino la messa a dimora di 30 ciliegi giapponesi donati da Suzuki al capoluogo grazie ai fondi raccolti nell&rsquo;ambito del Suzuki Green Friday, iniziativa a cui hanno aderito centinaia di concessionari delle divisioni Auto, Moto e Marine. E ancora, dal 2018 Suzuki Italia impiega per la sua sede solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, aderendo ogni anno alla campagna per l&rsquo;ambiente M&rsquo;illumino di meno, che si sviluppa nel contesto della Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili. L&rsquo;11 marzo scorso Suzuki Italia ha spento le luci dell&rsquo;insegna e dei propri uffici durante l&rsquo;orario di lavoro, a cui si &egrave; unita la rete degli oltre 200 concessionari ufficiali: in questo modo sono stati ridotti i consumi elettrici totali di quasi 1.000 kWh e abbattute le emissioni di anidride carbonica di oltre 400 kg. Ma Suzuki &egrave; anche mobilit&agrave; sostenibile: nel 2021 &egrave; stata celebrata la giornata mondiale della bicicletta organizzando il primo Suzuki Bike Day, una grande festa che si &egrave; tenuta il 10 luglio a Carpegna, in provincia di Pesaro e Urbino, con oltre 500 persone coinvolte, per promuovere l'uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto sia come strumento per condurre una vita attiva e sana all&rsquo;aria aperta. Il piano di sostenibilit&agrave; ambientale Ma oltre a queste iniziative, ci sono progetti molto pi&ugrave; ampi. Con la Suzuki Environmental Vision 2050, Suzuki Motor Corporation ha definito un piano di sostenibilit&agrave; ambientale per tagliare il 40% della CO2 emessa dai veicoli Suzuki entro il 2030 per poi ridurla del 90% entro il 2050. Il primo obiettivo &egrave; ridurre gli imballaggi in plastica di almeno 2,3 tonnellate all&rsquo;anno e di impiegare in modo sempre pi&ugrave; consistente energie rinnovabili generate da impianti eolici e solari. ARRIVA IL DECRETO THUNBERG: I VEICOLI A COMBUSTIONE DIVENTANO GENERATORI PER QUELLI ELETTRICI       

Il 9 aprile torna l'iniziativa in cui i lavoratori del Marchio Italia fanno un gesto verso la natura: finora sono state raccolte oltre 13 milioni di tonnellate di rifiuti

Suzuki Save The Green, i dipendenti a favore dell’ambiente

        &Egrave; una storia lunga 50 anni quella di Can-Am, con la prima moto da cross introdotta nel 1973 che ha saputo immediatamente distinguersi per la sua resistenza. Col passare del tempo la tipologia di modelli prodotti si &egrave; arricchita anche con moto pi&ugrave; &ldquo;cittadine&rdquo;. Il CEO Jos&egrave; Brisoli ha recentemente affermato l&rsquo;arrivo di una gamma di moto elettriche che saranno disponibili negli showroom dal 2024. RISOLTO IL CARO BENZINA: ECCO LA MOTO ACQUA Ispirazione per una nuova generazione Il mondo delle due ruote sta cambiando e il green fa sempre pi&ugrave; da padrone. "Con il passaggio all'elettrico del settore delle motociclette abbiamo intravisto l'opportunit&agrave; di riappropriarci della nostra eredit&agrave; motociclistica e rientrare nel mercato. Questa nuova categoria di prodotti &egrave; estremamente importante per noi e siamo entusiasti che le motociclette Can-Am siano i primi modelli EV della gamma elettrica BRP di cui i consumatori potranno godere. Molti di noi ricordano con grande emozione di aver guidato i primi modelli di moto da cross e ora siamo entusiasti di poter prendere spunto dalla ricca storia del marchio Can-Am per ispirare e attrarre una nuova generazione di motociclisti e appassionati di veicoli elettrici" , ha dichiarato Boisjoli. BENZINA, IN VIGORE IL TAGLIO DELLE ACCISE: ECCO LO SCONTO       

In occasione del 50? anniversario del marchio canadese, la divisione di produzione motociclistica di BRP lo ha annunciato attraverso le parole di Jos&eacute; Boisjoli, Presidente e CEO

Can-Am, il ritorno: in arrivo una gamma tutta Green

Pubblichiamo alcune delle lettere dei lettori giunte in Redazione e che &nbsp;mettono al centro del dibattitto due argomenti sempre &quot;caldi&quot;: le moto e le aziende cinesi e il futuro cosidetto &quot;green&quot;. Eccone alcune, tra le pi&ugrave; interessanti che ci avete mandato:  Cinesi sempre pi&ugrave; protagonisti  Ciao amici di In Moto! Ho 45 anni di cui 31 passati legalmente in sella, pi&ugrave; qualcuno da non quattordicenne un po&rsquo; pi&ugrave; ai margini della legalit&agrave;, quando ancora potevi correre su e gi&ugrave; per il paese (Grazzano Badoglio nel Monferrato) col Cimatti senza che i carabinieri di Moncalvo ti venissero a beccare. Io credo che le moto cinesi non porteranno nulla di meglio delle nostre europee o giapponesi. Non ne abbiamo bisogno insomma. Il problema &egrave; che gente come me che ha un&rsquo;attivit&agrave;, un tempo era considerata &ldquo;classe media&rdquo; adesso &egrave; chiaramente in difficolt&agrave;, gente che poteva cambiare moto ogni 4-5 anni e che adesso si tiene stretta la sua vecchiona perch&eacute; non pu&ograve; pi&ugrave; spendere. Non siamo gli unici a dover fare i conti... finanzio il furgone della ditta o la moto nuova? Mica posso non lavorare... la moto aspetta. Quindi, in sostanza, non ne abbiamo bisogno ma come molti in giro terremo ben in conto moto cinesi, decenti, al momento dell&rsquo;eventuale acquisto di una moto nuova. Quindi per me sfonderanno grazie alla pi&ugrave; diffusa povert&agrave; generale, pi&ugrave; che per le qualit&agrave; dei veicoli.  Fabrizio Pasquarelli  Salve, ho appena letto con interesse l&rsquo;articolo sulle marche cinesi che pian piano stanno crescendo di cilindrata e vendite nel nostro Paese. Per mia necessit&agrave;, essendo taccagno, ho acquistato una Zontes 310 R e la user&ograve; per la patente A2... sar&agrave; una bella prova di tenuta sul lungo periodo. Le far&ograve; sapere. Saluti e buon lavoro.  Sergio Capell  Buongiorno, ho acquistato una Benelli TRK502X e sono soddisfatto dell&rsquo;acquisto. La moto &egrave; completa di molti accessori di serie e, estetica a parte, molto piacevole: costa 6.000 euro. Al prezzo di una enduro europea e italiana ne potrei acquistare almeno tre. Cosa si vuole di pi&ugrave;? Certo, mi dispiace molto fare acquisti esteri, sono un &ldquo;italiano&rdquo; convinto, ma di fronte a questi dati non c&#39;&egrave; molto da scegliere.  Luigi Silvan  &nbsp;  Ciao. S&igrave;, sono totalmente d&rsquo;accordo con le osservazioni da voi fatte al riguardo. Ormai il mercato globale, o perlomeno tale per i Paesi gi&agrave; avanzati, ha prodotto e sta producendo un inevitabile commercio di prodotti dal Far Est. Credo, e lo dico anche a malincuore, che dobbiamo farci i conti. Nel nostro amato e passionale mondo moto, l&rsquo;ormai allargatissimo mercato e produzione dei componenti, non poteva che portare ad una rapidissima crescita di qualit&agrave; dei loro prodotti. Sono usciti dal loro enorme guscio di un mercato, che se non del tutto interno, ha guardato e si &egrave; mosso sino ad ora mirando ad un prodotto di fascia medio-bassa, ma &egrave; stato scuola per una ingegnerizzazione di prodotto su grandissimi numeri, che ha loro permesso di allargare il loro sguardo in breve tempo su ben altri livelli di stile e qualit&agrave; avendo nel mirino tutta la nostra produzione occidentale. Nel frattempo, non possiamo non capire che l&rsquo;acquisto, da parte cinese, di nostri blasonati marchi, ne ha salvaguardata la continuit&agrave; ed il mantenimento di molti nostri posti di lavoro a tutti quei livelli che il prodotto stesso richiede.  Roberto Maglio  La discussione in merito all&rsquo;invasione dei prodotti cinesi nel nostro mercato non si placa. Che poi, ad essere precisi, &egrave; una invasione fino ad un certo punto. Le aziende orientali sono una realt&agrave; fatta e finita qui da noi, ciascuna con le proprie peculiarit&agrave; e la propria offerta di prodotto. Con una costante: un rapporto qualit&agrave;/prezzo davvero interessante. &Egrave; qui che si gioca la partita, qui cade l&rsquo;occhio dell&rsquo;appassionato alla ricerca della moto ideale. La cura non &egrave; al top come nei prodotti giapponesi o europei? L&rsquo;elettronica non &egrave; ancora al livello della migliore concorrenza? Chi se ne importa... il prezzo &egrave; molto invitante e permette di dimenticarsi presto di tutto il resto. Che poi, a ben guardare, anche la qualit&agrave; ha iniziato a crescere negli ultimi anni. Ricordo un alto responsabile di una di queste aziende ibride italo-cinesi che mi raccontava di quando commissionava all&rsquo;azienda cinese una partita di pistoni. Mandava i disegni, quote, tolleranze costruttive... poi arrivava la merce. Pistoni perfetti, belli, ben fatti. Peccato che ogni partita fosse realizzata con una lega di alluminio differente, che aveva diverse caratteristiche meccaniche e quindi dilatazioni termiche non paragonabili! Oggi non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave;. Anche in Cina hanno affinato la produzione. E la classe media italiana, quella che ha due &ldquo;lire&rdquo; da spendere in un passatempo come la motocicletta, ringrazia.  &nbsp;  Mobilit&agrave; elettrica: evviva il profumo di miscela    Egregio Direttore, &egrave; vero, siamo il &ldquo;passato&rdquo;, quel passato che come lei dice &ldquo;si ferma in religioso silenzio davanti ad una espansione fumante ed inquinante&rdquo;. Ma mi permetto di dire che questo passato ci scorre nelle vene, alimenta i nostri sogni e soprattutto d&agrave; vita ad un mondo che, nel futuro, probabilmente non esister&agrave; pi&ugrave;! Questo &ldquo;passato&rdquo; &egrave; fatto di gente, tanta, che come me &egrave; partita da lontano (io sono di Palermo) per andare all&rsquo;EICMA, a far cosa? Le moto le vediamo su Youtube o ne leggiamo sulle riviste ma pur godendo nel carezzare almeno con gli occhi le forme delle tante, inquinanti novit&agrave; non &egrave; per questo che siamo andati. Siamo andati perch&eacute; noi motociclisti del passato abbiamo bisogno del contatto, abbiamo bisogno di parlare fra noi dell&rsquo;oggetto dei nostri sogni, abbiamo bisogno di bere una birra con degli sconosciuti che, per noi &ldquo;antichi&rdquo;, sono fratelli e, la prego, non mi dica che anche fra gli &ldquo;elettrici&rdquo; potr&agrave; avvenire lo stesso miracolo perch&eacute; credo che da un oggetto &ldquo;asettico&rdquo; come la moto (?) elettrica non potr&agrave; nascere passione. Io non ho mai saputo di club amici della lavastoviglie o di fan club dell&rsquo;aspirapolvere!  Va bene, siamo brutti, sporchi, antichi ed inquinanti ma... vivaddio... quando accendiamo le nostre moto diventiamo bellissimi e, soprattutto, ci sentiamo vivi e rumorosi! A lei ed a tutta la redazione giungano i miei migliori auguri e finch&eacute; ce lo consentiranno... diamoci il gas!  Nino Gravano  Esatto, Nino, fino a quando ce lo permetteranno. Fortunatamente abbiamo ancora parecchia strada da fare davanti a noi prima che il mondo si converta. E noi, analogici di nascita, potremmo ancora godere di un fumoso due, tre o quattro cilindri. Anche se, fidati, ho avuto la possibilit&agrave; di testare una di quelle moto elettriche che tu guardi con tanta diffidenza e alla fine ti posso dire che non sono poi cos&igrave; male. Anzi... Posso concordare con te se analizziamo uno scooter elettrico per gli spostamenti cittadini (dove la praticit&agrave; vince su qualsiasi altra caratteristica), ma davanti a una Energica, una Zero o una Harley LiveWire le sensazioni salgono di uno, due, tre gradini. E sono assimilabili a quelle di una moto tradizionale. Tempo al tempo, Nino, e tutto avr&agrave; un sapore diverso. 

Nei listini le&nbsp;moto orientali sono sempre pi&ugrave; numerose.&nbsp;La qualit&agrave; aumenta. I prezzi continuano a rimanere abbordabili. E il&nbsp;futuro ecologico ancora &egrave; acerbo per&nbsp;una&nbsp;passione, meglio attendere

Lettere, moto cinesi e futuro Green: passi avanti ma senza fretta

        A piccoli passi l&rsquo;Italia sembra riuscire a scacciare l&rsquo;incubo Coronavirus. Grazie alla grande campagna vaccinale che ha fatto registrare sempre meno casi di positivit&agrave; oltre che a sintomi molto pi&ugrave; lievi rispetto a quelli della prima ondata, il Governo ha deciso di mettere fine allo stato di emergenza il prossimo 31 marzo. SUPER GREEN PASS OBBLIGATORIO PER I PILOTI: LE NUOVE REGOLE Cosa cambia Il Green Pass probabilmente non verr&agrave; eliminato, ma sar&agrave; richiesto in sempre meno occasioni. Tra i vari cambiamenti che da marzo ci si aspettano, tanti saranno legati al settore turistico: dal 1? i viaggiatori provenienti dai Paesi extraeuropei potranno entrare nel nostro Paese senza effettuare il periodo di quarantena, mostrando semplicemente il Green Pass base. Novit&agrave; anche per i tanti tifosi che potranno tornare allo stadio e nei palazzetti, la cui capienza massima arriver&agrave; rispettivamente al 75% e al 60%. Si potr&agrave; tornare a consumare pasti nei ristoranti e bar all&rsquo;aperto senza presentare la tessera verde, ma mentre all&rsquo;interno rimarr&agrave; obbligatorio. Dal 10 marzo si potr&agrave; inoltre tornare a visitare i propri parenti ricoverati negli ospedali, consumare cibi e bevande all&rsquo;interno di cinema e impianti sportivi. Il 1? aprile invece, potrebbero venire allentate le restrizioni per quanto riguarda i trasporti a lunga percorrenza (arei, treni e navi) e per le strutture ricettive. UN MEDICO ITALIANO TRA I VILLAGGI DELL'UGANDA: IN MOTO PER PORTARE I VACCINI       

Le maggiori novit&agrave; riguardano i turisti provenienti dai paesi extra Ue e la capienza negli impianti sportivi. Il Green Pass non verr&agrave; abbandonato, ma sar&agrave; obbligatorio solo in alcune situazioni

Covid, stop allo stato di emergenza il 31 marzo: cosa cambia?

Aspettavo proprio qualcuno che volesse fare due chiacchiere sull&rsquo;argomento, anche perch&eacute; non &egrave; per niente semplice. &Egrave; troppo facile, tra motociclisti, cadere in stupidi stereotipi, e la maggior parte dei commenti sotto l&rsquo;articolo sui mezzi elettrici ne &egrave; purtroppo la prova. Ma se fossimo davanti ad una birretta, seduti in un bar, magari al rientro da un bel giro, direi che capisco. Ci sono gi&agrave; passato. Nel 2018 mi sono portato a casa una bellissima Zero FX 6.5, che purtroppo per alcuni problemi alla ricarica &egrave; stata con me solo un annetto (con comunque 12.000 km percorsi).  Purtroppo &egrave; cos&igrave;, sono curioso, &egrave; quando una due ruote mi entra in testa, ci giro tanto attorno ma alla fine ci casco sempre. Ora, considerando che comunque non credo di essere molto di parte, visto che comunque adesso macino chilometri con una Hornet (...) dir&ograve; un paio di cose, ma che sicuramente gi&agrave; saprete ancor meglio di me:  - Come ben scritto non c&rsquo;&egrave; giusto o sbagliato, elettrico e benzina sono semplicemente cose diverse.  - La moto &egrave; (e spero possa esserlo ancor di pi&ugrave; in futuro) il mezzo pi&ugrave; performante in versione elettrica (rapporto peso-potenza e quindi autonomia).  - I pi&ugrave; curiosi sono gli over 60 (invece la fascia 40-50 insulta).  - Un altro grosso problema &egrave; il service, molto poco capillarizzato, soprattutto per certi marchi.  Spero di non avere annoiato, fatemi sapere cosa ne pensate (&hellip;). &Egrave; stato un piacere!  di Luca Pertuso  Ho come l&rsquo;impressione che dovremo (con una emme sola...) fare tutti uno sforzo mentale per aprirci al nuovo. L&rsquo;orizzonte temporale per il cambiamento in atto &egrave; dell&rsquo;ordine dei 10 anni. Se ci mettiamo dentro deroghe e dilazioni di varia natura legate alle due ruote, forse cinque in pi&ugrave;. Molti di noi non saranno pi&ugrave; motociclisti in quel momento... Ma nuove generazioni di utenti sono alla porta, pronte ad entrare nel mondo della mobilit&agrave; sostenibile, senza pregiudizi. Magari in un mondo adeguatamente strutturato per supportare questa tipologia di veicoli. Chiss&agrave;! La tecnologia far&agrave; la sua strada e magari verranno superati alcuni limiti dell&rsquo;attuale produzione. Ancora... chiss&agrave;! Soprattutto, le aziende dovranno strutturarsi per sopravvivere. Sui sessantenni? Non ne ho proprio idea...     &nbsp;  Triumph Explorer: il costo della qualit&agrave;  Vado in moto da pi&ugrave; di venticinque anni e ho sempre avuto &ldquo;crossover&rdquo;. Prima Africa Twin, poi Varadero da mamma Honda. In seguito due Triumph Tiger Explorer 1200, l&rsquo;ultima del 2017 che &egrave; la mia attuale compagna. Costano delle fucilate, ma non hanno ancora rivali in virt&ugrave; delle maxi-cilindrate. Qui per&ograve; si apre una falla: la mia Tiger di oggi ha un problema al mono ammortizzatore posteriore semi-intelligente e, dopo soli quattro anni, potrei essere costretto a sostituirlo. Ok, succede. Quanto costa? Quasi 1300 euro montato. Ora, pare anche comprensibile che, per una moto che costa 18.000 euro, un ricambio possa costare cos&igrave; tanto. Ma la riflessione &egrave;: quanti motociclisti giovani con contratti precari e molte spese da pagare potranno sognare una moto cos&igrave;? Io sono vecchio, ho 54 anni sono nonno e molto pi&ugrave; libero di togliermi uno sfizio ogni tanto. Ma per i soggetti di cui parlavo prima diventer&agrave; indispensabile acquistare prodotti tipo la TRK, che aumenter&agrave; di cilindrata e romper&agrave; le scatole anche al mio segmento.  Lettera firmata  S&igrave; &egrave; cos&igrave;. La qualit&agrave; costa: materiali di prim&rsquo;ordine, processi produttivi accurati, qualit&agrave; della componentistica, sistemi elettronici, prestazioni... sono tutti elementi che fanno aumentare il costo di una motocicletta. S&igrave;, le maxi sono un segmento destinato a pochi facoltosi, che spesso sono anche quelli che iniziano ad avere i capelli bianchi. Il mono della tua Tiger costa tanto, ma &egrave; rapportato &ndash; come tu sottolinei &ndash; alla qualit&agrave; del mezzo. Le nuove generazioni, se paragonate a quelle del Secondo Dopoguerra (fino a tutti gli Anni &lsquo;90), si sono scontrate con un mondo pi&ugrave; esigente e che offre meno possibilit&agrave;. In termini di &ldquo;stipendi&rdquo;... pi&ugrave; avaro. Non a caso, anche le Case costruttrici stanno riposizionando la gamma lavorando sul rapporto qualit&agrave;/prezzo. Sanno che dall&rsquo;Oriente stanno arrivando mezzi molto pi&ugrave; abbordabili a livello di quotazioni, con una qualit&agrave; costruttiva interessante; riportare i giovani in sella significa anche offrire mezzi meno costosi. Magari pi&ugrave; semplici, s&igrave;. Avere pi&ugrave; moto in circolazione &egrave; un bene per tutti.  Dite la vostra scrivendo a: posta@inmoto.it 

La mobilit&agrave; green e i mezzi provenienti dalla Cina, temi che per molti aspetti si sovrappongono, non smettono di far discutere. Anche per la tanta passione che anima i motociclisti... sempre pi&ugrave; divisi sull&rsquo;argomento

Lettere, moto elettrica e Cina: ma il &quot;diavolo&quot; &egrave; davvero cos&igrave; brutto?

Quando una giusta istanza di rinnovamento muta in ideologia, il rischio di fare delle idiozie &egrave; molto elevato. Il riferimento &egrave; alla rivoluzione &ldquo;green&rdquo; che si profila all&rsquo;orizzonte del 2035. Il settore dell&rsquo;automotive &egrave; ovviamente al centro della discussione ed &egrave; legato a doppio filo alle strategie da adottare per la riduzione della CO2, alle fonti di energia alternative, alle rinnovabili. Il nostro &egrave; un mondo interconnesso a svariati livelli: sociale, economico, politico, logistico... muovendo una pedina tutto lo scacchiere vibra, reagendo in maniera pi&ugrave; o meno composta ad ogni cambiamento. Sulle strategie e sulla road map da implementare in vista del 2035 il dibattito &egrave; acceso, vivace, a tratti confuso e serrato.  Da un lato il messaggio di Greta per un mondo migliore, dall&rsquo;altro la vita reale, quella di tutti noi: la sveglia delle sette, la coda in tangenziale, le vacanze al mare, il mutuo, i figli e il pieno di gasolio o di benzina all&rsquo;auto (o di elettricit&agrave;...). In parole povere: le dinamiche socio-economiche in atto. In mezzo, la politica, che nelle societ&agrave; democratiche guida i cambiamenti, gestisce i processi e legifera in funzione di un bene superiore. O almeno cos&igrave; dovrebbe essere. Il problema sta proprio qui: un bel giorno, dopo anni di vizi e abusi, il pianeta si &egrave; svegliato al grido allarmato e incazzato (ma giusto!) di una ragazzina che ha raccolto attorno a s&eacute; il plauso della societ&agrave; civile, dei giovani. E intorno a quella ragazzina si &egrave; creato un movimento che spinge gli uomini di governo, li pungola, li mette all&rsquo;angolo.    La politica che cosa fa?  Come spesso accade, rincorre il consenso, media tra le parti, accelera e poi rallenta. A volte in modo confuso. &Egrave; di qualche settimana fa la decisione del CITE (il Comitato Interministeriale alla Transizione Ecologica) che formalizza lo stop alle immatricolazioni di auto con motore endotermico (anche le ibride) a partire dal 2035. Sia chiaro, non &egrave; legge... deve esserci prima un passaggio parlamentare; e la discussione si preannuncia serrata tanto a livello europeo quando a livello nazionale. Ma la strada &egrave; imboccata: con i dubbi legati a una riconversione industriale che non sar&agrave; di certo indolore se non supportata adeguatamente dalle istituzioni. Il 2035 &ndash; in termini industriali, sociali e culturali &ndash; &egrave; &ldquo;dopodomani&rdquo;. Un cambiamento epocale come quello di cui stiamo discutendo dovrebbe essere preparato, meditato, studiato nei dettagli.  Dovrebbe essere accompagnato da una discussione che coinvolga l&rsquo;opinione pubblica in modo da far emergere una vera cultura &ldquo;green&rdquo; che porti a un cambiamento nella visione della vita, a un mutamento di abitudini, a una presa di coscienza reale. In tutto ci&ograve;, nessuno parla di mezzi a due ruote. Anche questo &egrave; un segnale dell&rsquo;ideologia rivoluzionaria che permea le stanze del potere. Tutto e subito! E se la moto non si adegua (Come? Quando? Con quali combustibili? Con quali regole?) peggio per lei, il mercato (e le leggi...) la punir&agrave;. Fermiamoci tutti un secondo a prendere fiato e a ragionare. Rimettiamo tutti i problemi sul tavolo e vediamo di trovare una soluzione.  Off-road: un divieto che fa discutere  In questo contesto ideologico-rivoluzionario di rispetto dell&rsquo;ambiente si inserisce anche l&rsquo;ultimo Decreto Legge del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che vieta &ldquo;tout court&rdquo; la viabilit&agrave; fuoristrada a tutti i mezzi, biciclette comprese. Salvo poi lasciare alle Regioni disciplinare le modalit&agrave; di utilizzo e gestione delle attivit&agrave; legate alla mobilit&agrave; off-road. Sulla questione si &egrave; scatenato un dibattito acceso, spesso guidato da un sensazionalismo fine a s&eacute; stesso. Come spesso accade in Italia, tanto rumore per nulla. E tanta improvvisazione.   Il Ministero a posteriori ha chiarito che nulla cambia rispetto a prima. Ma rimane il fatto che le leggi nazionali sovrastano quelle regionali: e quella citata &egrave; una legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale. A questo punto speriamo solo che non si ricordino di averla scritta... Che Dio ci aiuti! 

Il movimento &ldquo;Greta&rdquo; ha dato un impulso impressionante alla rivoluzione &ldquo;ecosostenibile&rdquo;. Ma i grandi cambiamenti socio-economici richiedono tempo, lavoro e risorse per essere portati a compimento efficacemente

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