Editoriale del Direttore: L’economia delle bombe

Editoriale del Direttore: L’economia delle bombe

Il conflitto in Ucraina riguarda tutti noi e incide, direttamente o indirettamente, anche sulle nostre abitudini, le nostre passioni. E mette in dubbio le certezze riguardo la transizione ecologica e la mobilità del futuro

14.04.2022 16:40

L'editoriale di InMoto di aprile si chiudeva con un auspicio: che il mondo tornasse pacificamente silenzioso. Che si deponessero le armi. Che riprendesse il dialogo. Nulla di tutto ciò è successo. Nel momento in cui scrivo queste righe, i missili continuano a cadere sull’Ucraina e si intensificano le sanzioni economiche contro l’aggressore. La diplomazia sembra impotente. La situazione è drammatica. Il futuro molto incerto. Il dramma di milioni di persone in fuga e i morti si accompagnano a problematiche economiche che investono l’Europa intera. Il 40% del gas che arriva nel vecchio continente è russo.

E si profilano all’orizzonte nuove sanzioni che con tutta probabilità determineranno il blocco (parziale o totale) della fornitura. Un’azione politica doverosa, che si intreccia con quella di rilancio europeo post Covid (il PNRR) imperniato su una svolta green del pianeta. Confindustria disegna un quadro dell’Italia in recessione nei prossimi mesi, ritoccando il PIL al ribasso per il 2022 e suggerendo una revisione proprio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in funzione del nuovo assetto economico mondiale. Proposta che per ora non sembra essere all’ordine del giorno del Governo. Non sono giochetti di palazzo o schermaglie tra opposte fazioni politiche: sono scelte concrete che riguardano tutti noi. La bolletta energetica per l’industria ha un impatto diretto sui prezzi, sulla competitività, sui posti di lavoro. L’approvvigionamento del gas, e di conseguenza il suo costo, incide sulle bollette a fine mese. L’incertezza regna sovrana. E ciò alla lunga non può non avere qualche ripercussione anche sui beni superflui quali la motocicletta e il trasporto leggero nelle città.

La transizione ecologica è a rischio?

Il costo della benzina (o del diesel), argomento caldo delle ultime settimane, è un esempio di quanto abbiamo appena detto. In un momento confuso come questo, non sorprende ritrovarsi a fare il pieno di super con prezzi alla pompa spaventosamente alti. Senza peraltro aver ben chiari i motivi reali degli aumenti: abbiamo provato a spiegare il fenomeno nella nostra inchiesta scoprendo che non c’è un fattore determinante, ma un insieme di concause in qualche modo da ricondurre al contesto internazionale. Il governo è corso ai ripari con un decreto che lima le accise. Ma è una situazione temporanea... vedremo che cosa accadrà alla fine di aprile (prorogati gli sconti fino al 2 maggio, ndr). E ancora una volta, con l’attenzione si torna lì, alla transizione ecologica in atto, alla mobilità elettrica e alla presa di posizione (troppo spesso rigida) delle istituzioni sull’argomento.

Doppia cover, doppio gusto

Le aziende produttrici di settore (quello delle due ruote) si stanno attrezzando sempre meglio per rispondere al cambio di rotta impresso dalla società alla mobilità. Per ora quella urbana, che risulta la meno sensibile al deficit infrastrutturale (e culturale) che permea l’Italia. Ne parliamo approfonditamente nello speciale che trovate in questo stesso numero di InMoto, caratterizzato da un lay-out davvero particolare. Una doppia copertina, la seconda “rovesciata” opposta a quella tradizionale, che anticipa una serie di approfondimenti sul mondo dell’elettrico e su quello degli scooter tradizionali per offrire al lettore uno spaccato di quello che lo attende nel breve e medio periodo. Con qualche spunto per ragionare anche sul futuro più lontano. Insomma, in un momento in cui anche le materie prime hanno aumentato il loro costo (leggi: la carta) InMoto vola alto, offrendo contenuti extra allo stesso prezzo. Un messaggio chiaro e forte.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento