Sono gli anni &#39;90, in un pomeriggio di primavera, appena tornati da scuola. State sfogliando l&#39;ultimo numero di Topolino che pap&agrave; ha comprato in edicola quella stessa mattina e fra un fumetto e l&#39;altro una pagina in particolare cattura la vostra attenzione: &egrave; una pubblicit&agrave; della Malaguti che promuove una moto da cross. Non &egrave; un giocattolo, &egrave; una moto vera, e la Malaguti la conoscete perch&egrave; fa motorini e moto &quot;da grandi&quot;. Siete rapiti da lei, dal colore rosso delle plastiche e dai suoi luccicanti cerchi a raggi.&nbsp;  Sfogli Topolino e rimani folgorato dal Grizzly  Tenete quella pagina aperta per tutto il pomeriggio, guardando e riguardando la foto, leggendo di continuo lo slogan &quot;sentirsi grandi, adesso&quot;, perch&egrave; volete sentirvi grandi anche voi, volete guidare una moto vera e il Grizzly lo &egrave;! Quando pap&agrave; torna da lavoro, in serata, correte da lui con il Topolino in mano: &quot;pap&agrave;, me lo compri?&quot;  La storia si divide in due: c&#39;&egrave; il &quot;no&quot; categorico di quei genitori che non vogliono patemi d&#39;animo e buchi sul conto in banca (perch&egrave;, oggettivamente, costava parecchio), e poi c&#39;&egrave; il &quot;se fai da bravo possiamo parlarne&quot; di quei genitori possibilisti - magari appassionati - che accendono il barlume di speranza nel cuore semplice di un ragazzino gasato all&#39;idea di diventare un motociclista.  Per qualcuno quel &quot;se fai da bravo&quot; si &egrave; concretizzato in un Grizzly nuovo di pacca, consegnato chiavi in mano (o meglio, killswitch magnetico in mano) per la promozione o per il compleanno. Non c&#39;&egrave; dubbio che chi ha ricevuto un regalo cos&igrave; sia diventato in un baleno il boss della cricca del parchetto, invidia di tutti i suoi coetanei e forse anche un tipo un po&#39; pi&ugrave; popolare e interessante per le ragazzine della classe... proprio come la pubblicit&agrave; prometteva.    &nbsp;  Era una moto da cross vera!  Ok, ho romanzato molto, ma molti lettori probabilmente riescono a immedesimarsi in queste dinamiche, soprattutto nella folgorazione mentre si sfogliava il Topolino. A inizio anni &#39;90 Malaguti ha condotto una pesante sponsorizzazione del suo Grizzly RCX 10&quot; e 12&quot; che per diversi anni &egrave; comparso su ogni singolo numero del fumetto preferito dai ragazzini italiani. Addirittura qualcuno l&#39;ha avuto in regalo partecipando ai concorsi del giornalino... provate a immaginare la gioia di quei bambini!  Ma quello che in molti ancora si chiedono &egrave; se il Grizzly fosse una motina per bambini o una moto vera... beh, era davvero un cross in miniatura. Il motore 50cc era prodotto da Minarelli ed era un 2 tempi facilmente elaborabile. Si poteva acquistare un cilindro maggiorato, si poteva intervenire su carburatore e lamelle e rendere quel mezzo da 2 CV un vero prodotto da competizione. Aveva un vero telaio e vere sospensioni ed era disponibile sia in versione 4 marce da 12&quot; che in versione monomarcia da 10&quot;  Il primo Grizzly fece la sua comparsa nei listini Malaguti nel 1984 e sostituiva un altro cinquantino da cross di dimensioni compatte, il Ronchino, che oggi &egrave; un rarissimo pezzo da collezione. I primi modelli Grizzly fino a fine anni &#39;80 sono stati prodotti con diversi tipi di carrozzeria e diverse grafiche senza una vera logica di serie; dato che i numeri di produzione erano abbastanza ridotti si trattava perloppi&ugrave; di esemplari costruiti in maniera semi-artigianale.&nbsp;    &nbsp;  La partnership con Topolino fu fondamentale    Con la strutturazione dell&#39;azienda negli anni &#39;90 e con il successo degli scooter Malaguti, anche il Grizzly divent&ograve; un prodotto su cui si decise di puntare per aumentare i numeri, e qui arriv&ograve; l&#39;importante collaborazione con Topolino e la sponsorizzazione della moto sulle sue pagine. I giovani andarono in visibilio e se ne vendettero parecchi a prezzi superiori al milione di lire (poi diventati oltre 1000 euro quando arriv&ograve; il cambio), con le versioni RCX con ruota da 15&quot; davanti e 12&quot; dietro che rappresentano ancora oggi il picco della produzione della piccola cross.&nbsp;&nbsp;  Tra gli anni &#39;90 e i &#39;00 la moto ha ricevuto pochissimi aggiornamenti meccanici, mentre l&#39;estetica &egrave; stata via via curata con grafiche pi&ugrave; moderne e set di plastiche al passo con lo stile del periodo. Anche l&#39;interesse dei giovanissimi, negli ultimi anni, &egrave; andato scemando e il Topolino non ha pi&ugrave; pubblicato le pubblicit&agrave; della moto pi&ugrave; sognata dai suo lettori. Da quando Malaguti &egrave; fallita anche la produzione di Grizzly si &egrave; interrotta e quello che rimane &egrave; una comunit&agrave; decisamente nutrita di appassionati che su internet scambiano pezzi, vendono moto, restaurano e mantengono viva la loro passione di prepubescenti con il prurito al polso destro, spesso e volentieri introducendo i propri figli al motociclismo con questo cross che ora &egrave; &quot;old style&quot;, ma con un fascino che rimarr&agrave; intatto per sempre.    La carica delle 400, piccole sportive crescono  &nbsp; 

Per una generazione di (non pi&ugrave;) giovani nati negli anni &#39;80, il cross di Malaguti &egrave; stato l&#39;interruttore che ha fatto scattare la scintilla della passione. Ora &egrave; un pezzo da collezione che continua a far crescere piccoli motociclisti

Malaguti Grizzly: piccola moto e si sognava alla grande

        Malaguti ha presentato il nuovo scooter Spectre GP 125, modello dal design sportivo che ricorda molto i commuter ampiamente utilizzati in Asia. Specter GP 125 per&ograve; &egrave; destinato al mercato europeo e, soprattutto, possiede una caratteristica che nessun altro scooter&nbsp;di oggi del segmento possiede: &egrave; infatti dotato di una trasmissione a cinque marce.  Malaguti Specter GP 125: dati tecnici e ciclistica  Malaguti Specter GP 125 &egrave; alimentato da un motore monocilindrico da 125 cc raffreddato ad aria, con una potenza di 9,65 cv a 8.500 giri/min e una coppia massima dichiarata di 9,6 Nm a 6.500 giri/min, per una velocit&agrave; massima di 94 km/h. Il peso complessivo &egrave; di 123 kg in ordine di marcia e il sedile si trova a 780 mm da terra. Le ruote a raggi da 17" montano freni a disco su entrambi le ruote, spicca comunque l'enorme disco anteriore da 320 mm. All'anteriore &egrave; presente una forcella telescopica e al posteriore un monoammortizzatore. Il modello &egrave; dotato di luci a LED, di un display LCD combinato con indicatori analogici del tachimetro, di una porta USB per la ricarica dei dispositivi elettronici e di un doppio cavalletto. MALAGUTI, GLI AGGIORNAMENTI DI MADISON 125, XSM125 E XTM125 Non sappiamo ancora quando Specter GP 125 sar&agrave; disponibile presso i concessionari ufficiali, ma avr&agrave; un prezzo di 2.499 euro e in tre combinazioni di colori: nero con accenti rossi, bianco e nero e nero con accenti bianchi. MALAGUTI SVELA XAM, LA SUA PRIMA MOTO GREEN DA FUORISTRADA       

Design sportivo per un classico 125 con una caratteristica unica nel segmento: la trasmissione a cinque marce

Malaguti Specter GP 125, arriva lo scooter con le marce

Erano la prima vera possibilità di essere indipendenti e muoversi a proprio piacimento. I fatidici quattordici anni erano un momento che rappresentava uno spartiacque tra il "prima" e il "dopo". Per chi è stato un teenager negli anni ‘80 e ‘90 questi amici a due ruote sono stati il trampolino di lancio verso l’indipendenza

I TOP 50 cc degli anni '90: sogni indimenticabili

        Malaguti &egrave; stato senza dubbio uno dei marchi italiani pi&ugrave; interessanti ad EICMA 2022. Al salone milanese, oltre ai diversi modelli di moto come la Madison 125 e la Drajon 125, l'azienda italiana ha deciso di lanciarsi anche nel mercato dell'elettrico con il concept XAM, una moto che con tutta probabilit&agrave; sar&agrave; omologata solo per il fuoristrada. MALAGUTI, GLI AGGIORNAMENTI DI MADISON 125, XSM125 E XTM125 Ancora pochi dettagli Il motivo per cui XAM non potr&agrave; circolare sulle strade urbane, &egrave; la mancanza di qualisasi tipo di illuminazione e di specchietti, anche se l'azienda ha annunciato di voler equipaggiare il modello con questi elementi. Il concept sembra essere a met&agrave; tra una mountain bike e una moto da trial elettrica: per il momento non c'&egrave; stata molta chiarezza sulle specifiche, ma Malaguti ha dichiarato che la XAM non dovrebbe superare i 70 chilogrammi. La forcella dovrebbe essere a steli rovesciati e dovrebbe essere presente un ammortizzatore posteriore centrale regolabile nel precarico. La moto monter&agrave; ruote da 19 pollici all'anteriore e 18 pollici al posteriore con pneumatici Kenda e freni a disco anteriori e posteriori. La Malaguti XAM sar&agrave; dotata di un motore elettrico posto in posizione centrale che invia la potenza alla ruota posteriore tramite una trasmissione finale a catena. Tra i dati specifici non ancora svelati c'&egrave; la potenza massima, l'autonomia totale e i tempi di ricarica della batteria.&nbsp; MALAGUTI, ECCO COME SAR&Agrave; LA DRAKON 250       

A met&agrave; strada tra una mountain bike e una off-road elettrica grazie a un motore elettrico posto sul fulcro di telaio e forcellone

Malaguti svela XAM, la sua prima moto green da fuoristrada

Non appena partir&agrave; la prima stagione del 2023, i concessionari Malaguti ospiteranno le novit&agrave; Madison 125, XSM125 e XTM125 proposte con gli aggiornamenti realizzati dalla Casa di origine bolognese.  Malaguti Madison 125: cosa cambia    Lo scooter Madison 125, primo modello realizzato insieme alla thailandese GPX, presenta nuove linee e le inedite colorazioni Neve White, Toro Black e Albero Green.  Malaguti XSM125 e XTM125: cosa cambia    Malaguti XSM125 e XTM125, entrambe naturalmente concepite per l&#39;off-road, mostrano adesso un design simile alla &quot;sorella&quot; Drakon 125. Cambia l&#39;impianto di scarico, le luci diventano full-LED, comprese quelle diurne, e sono nuove anche la sella e l&#39;ABS.  MALAGUTI, ECCO COME SAR&Agrave; LA DRAKON 250 

Nuovo design per la Adventure e la supermoto adesso proposte con un look simile alla Drakon 125. Diverso stile e colori anche per lo scooter

Malaguti, gli aggiornamenti di Madison 125, XSM125 e XTM125

L'Adventure e la supermoto della Casa italiana rinnovano il proprio design avvicinandosi alla "sorella" Drakon 125. Cambia l'impianto di scarico, le luci diventano full-LED, comprese quelle diurne, e sono nuove anche la sella e l'ABS 

Malaguti XSM125 e XTM125 2023

Lo scooter Madison 125, primo modello realizzato dalla Casa italiana in collaborazione con la thailandese GPX, presenta nuove linee e le inedite colorazioni Neve White, Toro Black e Albero Green

Malaguti Madison 125 2023

Chi non ha avuto un amico di 50 cc in famiglia? Se non era propriamente nostro era quello della mamma o del fratello maggiore; in ogni caso per i tanti giovani degli anni &#39;70 e &#39;80, sono stati dei veri compagni di strada, affidabili e insostituibili

I motorini: i "Social" di un tempo FOTO

        Gi&agrave; lo scorso giugno erano stati anticipati dei dettagli sulla Drakon 250, versione pi&ugrave; potente della 125 con poche differenze estetiche e con diversi componenti in comune con alcune Aprilia, come lo stesso monocilindrico da 249 cc utilizzato per l'Aprilia GPR250 (venduta in Cina) da&nbsp;27 CV. Secondo un documento di omologazione ottenuto dalla Cina, la nuova moto dovrebbe essere presto introdotta in Europa. Motore e design  Malaguti &egrave; un produttore italiano noto per i suoi modelli di piccola cilindrata, perfetti per i principianti che ancora devono prendere completa dimistichezza con la tecnica delle due ruote. Anche se di propriet&agrave; del gruppo austriaco KSR, i legami dell'azienda con la Cina implicano che il marchio italiano utilizzer&agrave; la produzione cinese per gestire i costi e mantenere il prezzo competitivo della Drakon 250 in Europa. Andando pi&ugrave; nel dettaglio: perch&egrave; per la Drakon saranno utilizzati diversi componenti Aprilia? Zongshen, uno dei primi produttori di due ruote in Cina, &egrave; anche partner di una joint venture con Piaggio per la produzione di motociclette Aprilia, per questo il motore da 27 cavalli di potenza e 15 ft-lbs di coppia sar&agrave; lo stesso. Per quanto riguarda l'estetica, la Drakon 250 presenta un design futuristico, spigoloso e minimalista soprattutto nell'elemento dello scarico sotto il ventre della moto. Le proporzioni sono identiche a quelle della sorella minore. Altre caratteristiche La forcella anteriore &egrave; a steli rovesciati e il motore &egrave; a steli rovesciati. La forcella anteriore &egrave; un'unit&agrave; telescopica rovesciata non regolabile, mentre il monoammortizzatore posteriore &egrave; regolabile nel precarico. La moto &egrave; assicurata da freni a disco a entrambe le estremit&agrave; e probabilmente verr&agrave; installato l'ABS a doppio canale.&nbsp; APRILIA, LA RSV4 CELEBRA IL PRIMO MONDIALE DI NOALE: ARRIVA LA "TRENTA"       

La moto sar&agrave; molto simile alla sua sorella di cilindrata 125, mentre il motore sar&agrave; lo stesso utilizzato per alcuni modelli Aprilia

Malaguti, ecco come sarà la Drakon 250

Novit&agrave; in arrivo per Malaguti, marchio gestito dalla Casa motociclistica austriaca KSR: &egrave; lo scooter Madison 125, di cui si conoscono alcuni dettagli grazie a ci&ograve; che &egrave; trapelato dal sito ufficiale ma anche dalle ultime immagini rese pubbliche. Lo scooter, anzitutto, sar&agrave; prodotto in tre colori diversi: nero e grigio opaco, grigio/nero bianco perla, grigio/nero verde opaco. L&rsquo;ultima colorazione &egrave; sicuramente delle pi&ugrave; particolari, paragonandole a quelle classiche, e questo pu&ograve; aumentare la curiosit&agrave; di vederla dal vivo.  Madison 125: cosa sappiamo    La Madison 125 ha una cilindrata di 124,8 cc. La coppia &egrave; stimata in 11 Nm 6500 giri/min, con un motore monocilindrico 4 tempi e 4 valvole, dotato di raffreddamento liquido. Il suo peso &egrave; di 142 kg in ordine di marcia, lungo 1.957 mm e con un serbatoio carburante di 9 litri. Per concludere, la sua altezza &egrave; di 1.150 mm con la sella a 760 mm da terra. A parte queste caratteristiche, del nuovo scooter non si conoscono ulteriori dettagli. Non &egrave; noto quando sar&agrave; disponibile n&eacute; tantomeno quanto coster&agrave;. Tutto quello che si pu&ograve; fare &egrave; aspettare notizie da KSR.    MERCATO MOTO E SCOOTER USATI: NUMERI SEMPRE PI&Ugrave; IN CALO IN ITALIA 

Il marchio, gestito dalla KSR, lancer&agrave; questo nuovo modello di cui si conoscono pochi dettagli: sar&agrave; disponibile in 3 colorazioni differenti ed ha una cilindrata di 124,8 cc

Novit&agrave; Malaguti: il ritorno del Madison 125

Malaguti Madison 125 è il nuovo scooter del marchio gestito dalla Casa austriaca KSR. Alcuni dettagli sono emersi dal sito ufficiale, fra questi la disponibilità in 3 colorazioni diverse di questo nuovo modello. Lo scooter ha una cilindrata di 124,8 cc e un peso di 142 kg in ordine di marcia.

Madison 125: Le FOTO del nuovo scooter Malaguti

        Dodici secondi in giro per Bologna. Tanti sono bastati per provare a carpire qualche caratteristica del nuovo Malaguti Madison 125. La Casa bolognese, oggi parte del Gruppo KSR, ha infatti lanciato su YouTube il teaser del suo scooter, gi&agrave; sul mercato dal 1999 al 2011. Malaguti Madison 125: cosa sappiamo Dai pochi secondi del video, non &egrave; stato facile intuire chiss&agrave; cosa. Del resto, mancano ancora comunicazioni ufficiali da parte di Malaguti. Che ha comunque gi&agrave; messo l'acquolina in bocca ai potenziali interessati. Il nuovo Madison promette di avere uno stile marcatamente sportivo, seguendo la scia che ormai tutti i suoi "colleghi" di mercato stanno prendendo. Fari e indicatori di direzione sono a LED, cos&igrave; come i tubi di luce che spiccano nella zona posteriore, mentre da uno dei fotogrammi finali si intravede una parte anteriore formata da uno scudo nero e due scocche laterali bianche. Nero anche il plexiglas. MALAGUTI, IN ARRIVO LA DRAKON 250? Informazioni maggiori, a partire dai dati tecnici fino ai colori, le dotazioni e il prezzo, verranno svelate prossimamente dalla stessa Malaguti.        

Su YouTube &egrave; spuntato il video teaser del modello, riedizione del commuter commercializzato dal 1999 al 2011, in giro per le strade di Bologna

Malaguti Madison 125, ritorno in vista

        La rinascita di Malaguti parte dalla Drakon 125, presentata nel 2019. L&rsquo;azienda sta attualmente sviluppando una versione di cilindrata 250 cc con produttore Zongshen, uno dei produttori cinesi pi&ugrave; apprezzati, nonch&egrave; proprietario della joint venture Zongshen-Piaggio che produce le Aprilia in Cina. REWIND, MALAGURI FIFTY TOP 1990: ANCORA PIU' IN ALTO Di poco differente Nel 2019 Malaguti &egrave; ricomparsa sotto la propriet&agrave; dell&rsquo;austriaca&nbsp;KSR Group lanciando una gamma di moto come la RST125 e la XSM125. In quell&rsquo;anno nasce anche il progetto della Drakon 125 di cui ora sembra emergere un secondo modello, la Drakon 250, attraverso un dossier di omologazione cinese. La quarto di litro&nbsp;monta componenti in comune su alcune Aprilia, come lo stesso monocilindrico da 249 cc utilizzato per le Aprilia GPR250 (venduta in Cina) da 27,5 CV e 15,9 Nm di coppia massima. In confronto, il Drakon 125 ha una potenza dichiarata di 13,4 CV e 7,7 Nm di coppia massima. Tra le poche differenze c'&egrave; la riprogettazione delle pedane del passeggero, che sono montate su prolungamenti delle staffe delle pedane del pilota invece di essere appese al telaietto reggisella. L'attuale gamma &egrave; incentrata su moto da 125 cc, ma il fatto che l'azienda si rivolga agli acquirenti occidentali in Europa piuttosto che inseguire le vendite in Asia suggerisce che i modelli futuri potrebbero essere di maggiore cilindrata e pi&ugrave; interessanti per altri mercati internazionali. REWIND, MALAGUTI PHANTOM F12 1993: CACCIA D'ASSALTO       

Poche differenze estetiche con la 125,&nbsp; come la posizione delle pedane del passeggero. Il progetto sfrutta tecnologia Zongshen-Piaggio

Malaguti, in arrivo la Drakon 250?

Arrivati a quattordici anni era tempo di fare - per alcuni - una scelta di quelle &quot;toste&quot;: scegliere la prima moto. Tra i pi&ugrave; ambiti premi alle fatiche scolastiche o ai pi&ugrave; disparati lavoretti stagionali c&#39;era il famoso Fifty. Un tubone prodotto a San Lazzaro di Savena dal 1974 al 1997 in svariate versioni,&nbsp;uno dei modelli pi&ugrave; amati dagli adolescenti, soprattutto a cavallo tra gli anni &#39;80 e &#39;90 e che proprio nel secondo decennio raggiunse, con il modello &quot;Top&quot;, il suo vertice&nbsp;prima dell&#39;arrivo dell&#39;ancora pi&ugrave; sofisticato Evolution che lo affianc&ograve; dal 1991 .  Il Fifty Top era di fatto un ciclomotore da diporto, ma arricchito da numerose finezze come il puntale che carenava la parte anteriore del motore, lo scarico di stampo corsaiolo e il cupolino ancora pi&ugrave; aerodinamico ed aggressivo che richiudeva una strumentazione veramente completa. Il prezzo al periodo era fissato in 2.910.000 lire e lo poneva nella fascia medio-alta del mercato.  Com&rsquo;&egrave; fatto    Rispetto alla precedente versione il Fifty Top poteva vantare un affinamento delle linee ed ulteriore incremento di accessori che ne arricchivano la tradizionale forma tubolare. Veramente ben definito, il Fifty Top disponeva infatti di una lunga sella sotto la quale trovavano posto un vano porta attrezzi e il tappo per il rifornimento del carburante; inoltre adiacente alla parte posteriore della sella era montato un praticissimo portapacchi sul quale era possibile anche applicare un bauletto. Ricca e ben riposta dietro all&rsquo;ampio cupolino la strumentazione comprendeva tachimetro/contachilometri, contagiri elettronico e varie spie luminose per luce di posizione, anabbagliante, temperatura liquido refrigerante, indicatori di direzione e folle; inoltre sul cruscotto viene raffigurato un ciclomotore con evidenziate le necessarie indicazioni per un eventuale sostituzione delle lampadine.    La ciclistica contava naturalmente sul classico telaio tubolare di grande sezione che inglobava anche il serbatoio per il carburante, completato posteriormente dalla sospensione con monoammortizzatore Inside Mono System. Anteriormente troviamo una forcella teleidraulica a perno avanzato mentre l&rsquo;impianto frenante di tipo misto era composto da un disco anteriore di 220 mm di diametro completamente protetto da una vistosa cover, e da un tamburo monocamma sulla ruota posteriore. Completano il quadro una coppia di bei cerchi in lega a tre razze.  Il propulsore era un monocilindrico a due tempi di 49 cc raffreddato a liquido, il cilindro in alluminio con 4 travasi e l&rsquo;aspirazione controllata da lamelle a quattro petali. La lubrificazione era tramite miscela olio-benzina al 2%. Il carburatore un Dellorto 14/12, mentre l&rsquo;accensione era elettronica e l&rsquo;avviamento a kick-starter o elettrico.  Gira pagina per leggera la prova su InMoto del 1990:  &nbsp;  Come va    L&rsquo;impostazione del Malaguti Top &egrave; una delle caratteristiche fondamentali che distinguono questo tipo di ciclomotore da diporto. In sella a questo Fifty ci si trova infatti con il busto eretto e le braccia distese a impugnare il manubrio corna di bue, le pedane e la sella favoriscono inoltre un&rsquo;angolazione ottimale della gambe, che anche dopo molti chilometri non accusano stanchezza. Maneggevole e leggero il Malaguti Top sfodera un&rsquo;inaspettata precisione direzionale, che trasmette una notevole sicurezza al pilota anche in curva dove vanta un appoggio di tutto rispetto.  Le buone prestazioni offerte da questo tubone sono tenute sotto controllo da un impianto frenante pi&ugrave; che soddisfacente dal punto di vista degli spazi d&rsquo;arresto, anche se il tamburo posteriore accusa qualche cedimento dopo un uso problematico.  Il propulsore con cambio a tre rapporti del Fifty &egrave; dotato di una buona potenza, ed &egrave; reso molto vivace dall&rsquo;aspirazione lamellare nei carter. Ma ovviamente l&rsquo;ampia spaziatura del cambio fa s&igrave; che il regime di rotazione del motore cali vistosamente a ogni cambiata. Come sempre, nessun inconveniente ha interessato il reparto trasmissione: la frizione a dischi multipli in bagno d&rsquo;olio &egrave; modulabile, il cambio &egrave; resistente e preciso.  REWIND, GILERA BULLIT 50... E IL &quot;TUBONE&quot; SI FECE MOTO 

A cavallo tra gli anni &#39;80 e &#39;90 questo ciclomotore fece stragi di cuori tra i giovanissimi, diventando (ancora oggi) un vero e proprio oggetto di culto

Rewind, Malaguti Fifty Top 1990: ancora pi&ugrave; in alto

Dopo aver cresciuto pi&ugrave; di una generazione di motociclisti con i suoi famosissimi tuboni, la Malaguti (quella di San Lazzaro di Savena) seppe cogliere con un tempismo eccezionale lo spostamento di interesse verso gli scooter. Non limitandosi a questo: riusc&igrave; a dettare legge con i suoi &quot;scooterini&quot; sportivi a ruote basse, prima con l&rsquo;F 10, e poi con lo stupendo F 12.  INDOLE SPORTIVA    Primo scooter a montare il doppio faro poliellissoidale, l&rsquo;F 12 puntava proprio sull&rsquo;estrema aggressivit&agrave; del frontale per far leva sui migliori &ldquo;sentimenti&rdquo; dei giovanissimi. Ecco quindi uno scudo affusolato dove regnavano le cave del gi&agrave; citato gruppo ottico, degli indicatori di direzione circolari e due piccole prese d&rsquo;aria.  Imponente &egrave; anche il retrotreno, che vedevano le fiancate a fuso che innestate sul pianale (occupandone buona parte) per confluire poi in un filante codone nel quale una originale griglia in plastica proteggeva il faro.  Fra le &ldquo;chicche&rdquo; da segnalare anche il piccolo, ma comunque utile, vano portaoggetti dietro lo scudo, integrato con un pratico gancio a scomparsa, e la personalissima interpretazione della strumentazione, con tre elementi circolari ben distinti: al centro il tachimetro contachilometri (dalla grafica non proprio di immediata lettura), a sinistra l&rsquo;indicatore del livello carburante, a destra l&rsquo;orologio digitale e tre spie luminose per luci, indicatori di direzione e riserva olio lubrificante.    Il motore era un monocilindrico due tempi raffreddato ad aria forzata costruito dalla Minarelli su licenza Yamaha che vantava una potenza notevole (oltre 3,3 CV a 5850 giri/min). L&rsquo;impianto frenante &egrave; di tipo misto con disco di 190 mm all&rsquo;avantreno e tamburo di 110 mm al retrotreno.  Uno scooter sportivissimo, che non poteva fare a meno di ruote di 12&rdquo;, dotazione tecnica al top e design a dir poco aggressivo, l&rsquo;F 12 costava 3.650.000 lire (circa 1.900 euro).    Dal replica &quot;Max Biaggi&quot; a &quot;Senna&quot;: gli scooter che hanno fatto sognare  Gira pagina per leggere la nostra prova su strada del 1994:  &nbsp;  LA PROVA SU STRADA    Il grande appagamento stilistico che l&rsquo;F 12 garantisce all&rsquo;acquirente si paga con una posizione di guida obbligata che non concede lo spazio necessario ai piedi sul pianale e per i pi&ugrave; alti implica anche qualche &ldquo;contatto&rdquo; fra ginocchia e scudo. Un vero peccato perch&eacute; sul piano del comfort non si possono fare altri appunti, a parte qualche risonanza di carrozzeria all&rsquo;approssimarsi dei 45 km/h di velocit&agrave; massima, quando il motore si appresta al fuorigiri. Per il resto la posizione di guida &egrave; ottimale, con il largo manubrio dalle estremit&agrave; arretrate che consente un buon controllo e la sella ampia e giustamente imbottita. Anche le sospensioni svolgono egregiamente il proprio lavoro, almeno fino a quando il fondo non si fa troppo dissestato. In tal caso si evidenziano quei &ldquo;problemini&rdquo; di controllo idraulico comuni a tutti gli scooter. I larghi pneumatici soddisfano per possibilit&agrave; di inclinazione, e certamente il loro diametro di 12&rdquo; &egrave; fra i principali artefici di una stabilit&agrave; e di un rigore direzionale fra i pi&ugrave; soddisfacenti della categoria.  Rewind, MBK Booster: l&#39;anticonformista 

Linea ispirata ai jet militari, motore brillante e buona dotazione accessoristica per l&#39;erede dell&#39;F10 e che fu modello di punta della Casa di San Lazzaro

Rewind, Malaguti Phantom F12 1993: caccia d&#39;assalto

Il cinquantino della Casa emiliana, nonostante fosse un ciclomotore, ricordava in tutto e per tutto una maxisportiva stradale. Amata dai giovanissimi motociclisti, la sua guida divertente e l&#39;assetto corsaiolo la resero il primo amore dei quattordicenni

Malaguti RST 50

&quot;La prima moto non si scorda mai&quot; recitava la pubblicit&agrave; della Malaguti, che in effetti, sotto le mentite spoglie di ciclomotori, alla fine degli anni &#39;80 proponeva delle vere e proprie moto in scala ridotta; come l&#39;RST 50, nato&nbsp;nel 1987 per far fronte alla richiesta di 50 cc sportivi sempre pi&ugrave; crescente. Fu la risposta della Casa - al periodo-&nbsp;di San Lazzaro alla nuova Aprilia Af1 50 arrivata l&#39;anno prima. Non c&#39;era dubbio infatti che questo cinquantino richiamasse alla mente una maxisportiva stradale. Con la sua carenatura completa ed accessoriato di tutto punto aveva tutte le carte in regola per far provare al quattordicenne pi&ugrave; focoso le emozioni di un gran premio.  I CINQUANTINI: PICCOLI SOGNI PER SENTIRSI GRANDI  FASCINO CORSAIOLO    La versione che arriv&ograve; sul mercato nel 1991 vantava alcuni ritocchi alla livrea rispetto alla precedente, arricchita anche dalle ormai irrinunciabili decal degli &quot;sponsor tecnici&quot;. Molto gradevoli i nuovi accostamenti cromatici, con la parte centrale della carena in bianco bordata di blu, inserita in un quadro in rosso dominante che si estendeva fino ai cerchi in lega leggera, e con la chicca del doppio scarico posteriore (elemento caratterizzante fin dalla prima versione del 1987) e di tabelle portanumero laterali in giallo che facevano tanto Mondiale 500.  La scheda tecnica parlava di un motore 2 Tempi di 49,9 cc raffreddato a liquido. L&#39;ammissione era affidata ad un carburatore Dell&#39;Orto 14/12. Il telaio aveva una struttura a doppia culla con tubi quadri in acciaio&nbsp;saldati&nbsp;che poggiava su una forcella Paioli, dotata di sistema Anti-dive, e un mono posteriore Sebac che lavorava con schema Cantilever. Il peso dichiarato era di 98 kg a secco. Due i freni a disco, con una unit&agrave; da 220 mm all&#39;anteriore e 200 mm al posteriore.  Certo, il prezzo di 3.650.000 lire (circa 1900 euro di oggi) non poteva dirsi contenuto rispetto ai ciclomotori di stampo utilitario, ma d&#39;altro canto si deve riconoscere che l&#39;RST voleva essere, riuscendoci in pieno, un ciclomotore d&#39;&eacute;lite, in grado di distinguersi anche in un settore di mercato combattuto come questo. Questo piccolo grande ciclomotore rest&ograve; in catalogo fino al 1992. Poi arriv&ograve; l&#39;ondata dei primi scooter e per i 50ini &quot;race replica&quot; inizi&ograve; a farsi dura.    Gira pagina per leggere la nostra prova del 1991:&nbsp;  &nbsp;  MALAGUTI RST 50: COME VA  Con l&#39;RST la Malaguri &egrave; riuscita a condensare in scala ridotta gran parte di quanto possa offrire una maximoto sportiva. Appena saliti in sella ci si accorge che l&#39;impostazione &egrave; caratterizzata da manubrio basso, sella di sviluppo ridotta e pedane arretrate: proprio quello che piace tanto ai quattordicenni. Nonostante queste caratteristiche pistaiole l&#39;RST non &egrave; scomodo in quanto il corpo sebbene sia proteso in avanti non grava eccessivamente sui due semimanubri, inoltre il cupolino generosamente dimensionato protegge in buona parte il pilota; solo i pi&ugrave; lunghi troveranno qualche difficolt&agrave; ad inserire le gambe nelle apposite svasature sul serbatoio.  Le sospensioni, per favorire un assetto corsaiolo, sono tarate sul &quot;duro&quot; penalizzando in parte il comfort che &egrave; compromesso anche dall&#39;aumento proporzionale delle vibrazioni con il salire del regime di rotazione. La tenuta di strada &egrave; buona, tanto che i limiti si manifestano solo a causa dei pneumatici non all&#39;altezza della situazione. L&#39;impianto frenante dona al pilota una estrema sicurezza arrestando l&#39;RST in spazi veramente ridotti con grande facilit&agrave; grazie all&#39;ottima modulabilit&agrave; dell&#39;impianto stesso.  La limitazione del numero delle marce, nei cinquantini, passate da quattro a tre, in molti casi ha penalizzato l&#39;erogazione e quindi l&#39;utilizzo del ciclomotore rendendolo sfruttabile solo ad un numero di giri elevato; anche l&#39;RST ha accusato un poco il colpo ma l&#39;ottimo propulsore che lo equipaggia gli fornisce un buon arco di utilizzazione, che si estende fino ai bassi regimi. Questo lo porta a distendersi con facilit&agrave; ottenendo ottime prestazioni di punta. L&#39;avviamento &egrave; sempre pronto anche a freddo, e con una piccola pressione sul pulsante il motore inizia a girare regolarmente, la frizione a freddo non stacca come dovrebbe ma una volta scaldatosi l&#39;olio in cui &egrave; immersa diventa morbida e modulabile. Il cambio non sempre &egrave; preciso e accusa una eccessiva corsa della leva rimanendo per&ograve; morbido e silenzioso.  MALAGUTI FIFTY: L&#39;IRRESISTIBILE MODA INASPETTATA 

Con la sua impostazione sportiva fa leva sulle velleit&agrave; pistaiole degli aspiranti piloti, garantendo anche tanto divertimento e facilit&agrave; di guida

Rewind, Malaguti RST 50: il primo amore

        Arrivano novit&agrave; sul fronte Malaguti. A riportarle, il Gruppo KSR, proprietario dello storico marchio bolognese, che ha svelato i prossimi modelli durante l'evento "Moto Republic". Come sar&agrave; Drakon 125  Il protagonista della nuova gamma 2022 di Malaguti sar&agrave; Drakon 125, primo modello interamente costruito da KSR, la cui uscita &egrave; prevista per il secondo trimestre del 2022. Come recita il nome, il suo monocilindrico raffreddato a liquido avr&agrave; cilindrata 125cc, con potenza che dovrebbe aggirarsi intorno ai 13,6 cv a 9.500 giri/min (dati non confermati in quanto la moto &egrave; in fase di omologazione). Mentre invece non sono stati resi noti i dati della coppia. Confermati invece il display TFT, l'iniezione elettronica, la forcella a steli rovesciati e l'ABS di serie. Dall'e-scooter a XSM e XTM  Nella nuova gamma troveranno ancora spazio i modelli Dune, Dune X e Mission, ma ovviamente sono in arrivo altre novit&agrave;. La pi&ugrave; clamorosa, se vogliamo, &egrave; anche Malaguti avr&agrave; il suo scooter elettrico, ancora in fase di pre-serie. Senza dimenticare due nuove moto che verranno commercializzate sotto le sigle XSM e XTM. Per scoprire di pi&ugrave; per&ograve; bisogner&agrave; attendere la seconda parte del prossimo anno.  MALAGUTI FIFTY: L'IRRESISTIBILE MODA INASPETTATA       

Il prossimo anno il marchio bolognese introdurr&agrave; in gamma alcune novit&agrave;, tra cui anche due modelli commercializzati sotto le sigle XSM e XTM

Malaguti, nel 2022 Drakon 125 e uno scooter elettrico

        Fresca di 90&deg; anniversario festeggiato proprio lo scorso anno, Malaguti torna agli onori della cronaca per merito della Drakon 125. Annunciata nel lontano novembre 2019, la nuova moto interamente progettata dalla storica Casa bolognese avrebbe dovuto fare la sua comparsa sul mercato almeno gi&agrave; da un anno. Tuttavia, complici anche le difficolt&agrave; dovute al covid, la sua produzioni ha subito dei rallentamenti tanto che ad oggi restano ancora le poche immagini del concept e nulla di pi&ugrave;. Eppure, secondo quanto riportato dai colleghi di Bennetts, la Drakon 125 sembrerebbe finalmente in dirittura d&rsquo;arrivo. Dimostrazione che arriva da alcuni recenti brevetti che mostrano una moto solo leggermente diversa dai rendering del 2019. Malaguti Fifty: l'irresistibile moda inaspettata  Cambiamenti su telaio e motore Secondo le indiscrezioni, infatti, i bozzetti della Malaguti Drakon 125 comparsi in rete confermano quasi nella sua totalit&agrave; l'aspetto del concept del 2019, ma presenterebbero alcune variazioni su telaio e motore. Inizialmente prevista con lo stesso propulsore monocilindrico 4T (Aprilia) della Malaguti RST 125 incastonato in una versione rivista del telaio in acciaio tubolare della Monte Pro 125, ora la Drakon si presenta negli ultimi disegni con la pompa dell'acqua in una posizione diversa e il motore leggermente pi&ugrave; inclinato in avanti. Cambiamenti che fanno pensare, quindi, anche ad una rivisitazione del telaio, sempre a culla in acciaio, ma con i tubi rimodellati a ridosso della parte anteriore del motore. Ad un occhio attento, poi, non sfuggiranno nemmeno i nuovi dettagli delle pedane passeggero (assenti nel concept del 2019) e del portatarga basso con le luci di direzione integrate. Insomma, se pur con leggero ritardo, la futura Malaguti Drakon 125 sembrerebbe quasi in dirittura d&rsquo;arrivo. Una notizia importate, dunque, che accorcia la strada verso l&rsquo;uscita per la futura ammiraglia del Marchio bolognese. Moto e design (parte 7), le Aprilia che hanno lasciato il segno        

Si torna a parlare della moto bolognese gi&agrave; attesa per il 2020. Alcuni bozzetti comparsi in rete confermano l'aspetto del concept del 2019, ma presentano alcune variazioni su telaio e motore

Malaguti Drakon: in arrivo una piccola naked 125

Breve viaggio all&#39;interno del fenomeno Fifty, che attraverso gli anni &#39;80 e &#39;90 &egrave; diventato un oggetto di culto fra i giovani di tutta Italia, e che ora sta rinascendo nell&#39;usato cercato da tutti quei cinquantenni che hanno vissuto la loro adolescenza in sella al pi&ugrave; cool dei tuboni

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