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BMW, Markus Flasch: "Possiamo fare tutto, ma solo al momento giusto. La MotoGP? Non c'è fretta"

Klaus Nennewitz
13 ott 2025
Marcus Flasch, classe 1981, ha assunto la carica di responsabile di BMW Motorrad il 1 novembre 2023, succedendo a Markus Schramm, che era al timone dell’azienda dal 2018.
Dopo la laurea in ingegneria automobilistica, il dirigente austriaco ha intrapreso una carriera di alto profilo presso Magna, dove ha ricoperto il ruolo di membro del Consiglio Operazioni e Qualità per l’Europa. Nel 2015 è entrato in BMW come responsabile qualità per i veicoli premium e per il marchio Rolls-Royce. Successivamente ha assunto la guida del prodotto della Serie 8 e, nel 2018, è stato nominato presidente di BMW M GmbH.
Sotto la sua direzione, BMW M è diventata un punto di riferimento globale per le auto ad alte prestazioni, integrandosi con BMW Motorsport e rafforzando ulteriormente il legame con il mondo delle competizioni.
Prima di approdare a BMW Motorrad, ha supervisionato lo sviluppo e il design di tutti i veicoli BMW delle gamme medie e premium, oltre che del marchio Rolls-Royce. Oggi è il più giovane amministratore delegato nella storia della divisione moto bavarese.
Markus, hai chiuso il tuo primo anno completo come CEO di BMW Motorrad con un record di vendite.
Sei soddisfatto del risultato?
"Il nostro risultato di 210.408 moto vendute nel 2024 va visto in relazione a ciò che sta accadendo sul mercato, quindi una crescita solida dello 0,6% è già un segnale forte e una prova che la nostra gamma di prodotto è eccellente".
– Come potrebbe crescere ulteriormente BMW Motorrad: con nuovi modelli, un portafoglio più ampio o nuovi mercati?
"Il nostro motto rimane: 'Rafforzare i punti di forza'. Quasi la metà delle nostre moto viene venduta nella fascia di prezzi alti con margini elevati, questo è un grande vantaggio rispetto alla concorrenza, che dobbiamo continuare a sviluppare. Ma per quanto riguarda il primo contatto non possiamo mai fare abbastanza, perché i clienti che in futuro acquisteranno una 1300 o una moto a quattro cilindri devono pur iniziare da qualche parte. Pertanto, il secondo target per crescere è l’ingresso nel marchio BMW Motorrad. Con la Concept F 450 GS abbiamo dato un segnale molto forte all’EICMA e chi ci conosce sa che introdurremo anche altri modelli basati su un nuovo motore. Inoltre, esiste ancora un potenziale di crescita nella distribuzione geografica. Siamo molto forti in Europa, ma vedo ancora delle opportunità in Asia e soprattutto negli Stati Uniti. Insieme al mio team locale e ai nostri partner commerciali americani, abbiamo ancora molto da fare in questo senso".
– Quali nuovi modelli possiamo ancora aspettarci nel 2025?
"Abbiamo appena lanciato con grande successo tre nuovi modelli della serie R 1300 (le R 1300 R, R 1300 RS e R 1300 RT, n.d.a.) e l’erede della R 80 G/S, la R 12 G/S. Al concorso d’eleganza a Villa d’Este abbiamo fatto vedere il futuro delle corse con la spettacolare Concept RR. La prima mondiale della F 450 GS di serie avverrà entro la fine di quest’anno e il modello sarà molto simile al prototipo che abbiamo presentato con la Concept F 450 GS all’EICMA. Grazie al feedback positivo ricevuto a Milano, abbiamo dato un’ulteriore accelerata per perfezionare molti dei dettagli visti in fiera".

– Perchè la F 450 GS non ha le ruote nelle dimensioni 21”-18”, più adatte agli pneumatici da fuoristrada? Ci sono ancora opzioni per aumentare la cilindrata del motore?
"Con la F 450 GS, il nostro obiettivo era fin dall’inizio quello di offrire una GS autentica e genuina. Ciò include la migliore maneggevolezza del segmento, un comportamento estremamente preciso su strada e in fuoristrada e un’accessibilità ottimale, e questo significa, in una vera BMW GS, anche ruote di dimensioni 19”-17”. Per quanto riguarda invece l’aumento della cilindrata, posso dire che stiamo osservando attentamente gli sviluppi del mercato. Se dovesse emergere qualcosa di interessante per noi vedo delle possibilità per fare qualcosa".
– Industria motociclistica e futuro... Il fallimento di KTM ha avuto ripercussioni anche sui vostri fornitori?
"Vorrei innanzitutto precisare che nessuno in BMW gioisce per le difficoltà del concorrente di Mattighofen, con cui abbiamo ottimi rapporti. Abbiamo dei fornitori in comune, ma la sovrapposizione non è così grande come si potrebbe immaginare, quindi siamo in grado di gestire la situazione che non rappresenta una particolare sfida per noi. Ciò che ci preoccupa di più è la volatilità geopolitica generale, che renderà interessante il business per un produttore globale come noi nel prossimo futuro. La ricetta del successo sarà, oltre “rafforzare i punti di forza”, reagire in modo flessibile. Siamo ben posizionati e disponiamo di una rete globale di fornitori e stabilimenti di produzione che ci consente di garantire questa flessibilità.
Osserveremo attentamente l’andamento dei vari mercati (n.d.r.: partner di produzione TVS in India, Loncin in Cina, stabilimenti CKD e produzione di componenti a Manaus in Brasile e Rayong in Thailandia). In qualità di produttore globale di motociclette, abbiamo il vantaggio di essere collegati al BMW Group, un’industria automobilistica ancora più globale con sedi in tutto il mondo. Ciò significa che quando decidiamo di essere presenti in un luogo, disponiamo già di un’infrastruttura automobilistica che possiamo utilizzare".
– Il mercato cinese dei veicoli premium stranieri ha subito un rallentamento lo scorso anno: cosa significa questo per BMW Motorrad?
"Con circa 14.000 unità vendute nel 2024, abbiamo continuato ad avere molto successo in Cina, anche se le vendite sono leggermente diminuite. La Cina è interessante perché sta vivendo una forte evoluzione tecnologica, anche nella catena di fornitura: questo può essere visto come una minaccia o come un’opportunità per rafforzare il nostro impegno nel Paese".
– Torniamo ai progetti di propulsione alternativa: qualche tempo fa è stato presentato un concept di roadster con motore elettrico. Quali sono i prossimi passi di BMW in questa direzione?
"Un concetto di propulsione 'alternativa' non è di per sé un incentivo all’acquisto. Noi ci orientiamo alle richieste del mercato e al momento non c’è una domanda realmente rilevante di moto elettriche a livello mondiale. Il cliente non è disposto a pagare i prezzi più elevati e ad accettare gli svantaggi concettuali che comporta una motorizzazione elettrica in una motocicletta, ovvero il package e, soprattutto, il peso. Tuttavia, vediamo una crescente domanda di veicoli a due ruote completamente elettrici per la mobilità urbana, quindi continueremo a concentrarci su questo segmento. Con una quota di mercato superiore al 60% nella categoria >11 kW, siamo leader in questo settore e stiamo lavorando a veicoli che rendano ancora più attraente la guida in città e nei centri urbani. Procediamo con cautela e saremo in grado di sviluppare concetti tecnici per future moto elettriche pronti per la produzione in serie quando vedremo che l’argomento sta prendendo piede".
– Tema nuovi concetti tecnici: cos’è successo alle valigie della nuova R 1300 GS e perché ci è voluto così tanto tempo per trovare una soluzione?
"Personalmente sono estremamente soddisfatto delle prestazioni che abbiamo fornito. C’è sempre un compromesso tra qualità e innovazione: ci sono aree che possono essere completamente rinnovate perché il cliente è disposto a pagare per questa innovazione. E poi ci sono cose che si potrebbero riprogettare, ma che forse non è necessario, tra cui probabilmente anche il meccanismo di chiusura di una valigia, di cui finora nessuno si era lamentato.
In questo caso abbiamo imparato una lezione costosa, dovendo riprogettare completamente il meccanismo di chiusura. Ma il marchio BMW continua a essere sinonimo di massima qualità e innovazione nel settore, e non intendiamo discostarci da questo principio.
A volte dobbiamo fare un secondo tentativo, è il prezzo che paghiamo per l’innovazione. Ma questo dice anche qualcosa di noi, di come reagiamo con precisione e rigore alle questioni di qualità in quanto siamo un punto di riferimento nel mercato delle motociclette. Quando si presenta un problema, nessuno viene lasciato solo, né dal punto di vista del prodotto, né dai nostri migliori concessionari". (n.d.r.: le nuove valigie sono disponibili in Italia da primavera 2025).
– Quando potremo vedere la R 20?
"Non posso ancora fornire una data di lancio sul mercato, ma recentemente ho visto virtualmente la versione di serie e siamo rimasti tutti stupiti di quanto il design della moto di serie sarà simile al prototipo. Sono convinto che questo concetto di perfezione meccanica, che mi piace paragonare a un orologio da polso meccanico, avrà successo. La R 20 non ha nulla a che vedere con il rétro o l’heritage, non è uno sguardo al passato, ma un concetto futuristico che dà importanza alla lavorazione artigianale, alle soluzioni di dettaglio altamente innovative e proprio a questo iconico motore raffreddato ad aria. Se la R 20 avrà il successo che mi aspetto e che mi è stato finora confermato dai clienti e dagli esperti del settore, posso immaginare che continueremo su questa strada."
– Qual è stato l’effetto del titolo mondiale Superbike sulla motivazione dei dipendenti e sulla reputazione di BMW Motorrad all’interno del Gruppo BMW?
"Il titolo ha chiuso una ferita che era rimasta aperta, in particolare in BMW Motorrad, dopo il ritiro dal primo impegno in Superbike. Ci dà molta fiducia in noi stessi, ora siamo noi i cacciatori e non più le prede. Siamo molto soddisfatti di Toprak, è un pilota affidabile, rappresenta il marchio, sprona la squadra in modo molto piacevole, è davvero un leader e allo stesso tempo incredibilmente duro e coerente con se stesso".

– Come procedono i preparativi per la MotoGP?
"Da fuori può sembrare che non abbiamo altro da fare che scervellarci su un possibile ingresso in MotoGP, ma in realtà, le corse sono solamente uno dei cinque-dieci grandi temi strategici che affrontiamo ogni settimana in BMW Motorrad. Questo non significa che lo prendiamo alla leggera, ma non bisogna nemmeno esagerarne l’importanza. Non prenderemo una decisione affrettata sul passaggio a un altro campionato, ma ci prenderemo tutto il tempo necessario per valutare strategicamente l’impatto di un tale impegno su tutta la nostra attività. Poi, al momento opportuno, prenderemo una decisione.
Non dobbiamo fare nulla, ma possiamo fare molto!
Ci sono diversi modi per un’azienda di impegnarsi nelle corse. Si può considerare un costo, qualcosa che ci si 'permette', oppure si può fare come ha fatto la Formula 1, ovvero il motorsport si autofinanzia in gran parte o diventa un business. Quello che Liberty Media ha fatto con la Formula 1 e ciò che questo significa per la situazione economica di alcuni team, è per me un modello da seguire anche per il futuro della MotoGP. Pertanto, non vedo un possibile impegno solo come un puro fattore di costo, ma come un’attività di marketing che si debba parzialmente finanziare in maniera autonoma. La decisione richiede una visione strategica e, soprattutto, una base di appoggio molto ampia. Siamo un gruppo in cui i dirigenti cambiano regolarmente, questo fa parte della nostra cultura. Allo stesso tempo rende ancora più importante che l’impegno sia ampiamente condiviso all’interno dell’azienda, specialmente per progetti che durano molto più di quattro o cinque anni, e che si trovi una maggioranza per garantire la stabilità. Quello che non serve a nessuno è un 'quick in-quick out', che costa solamente dei soldi".

– Vi impegnate anche nel Tourist Trophy, nonostante le road race siano piuttosto criticate...
"Da quando esiste la S 1000 RR, abbiamo vinto la maggior parte delle gare con questa moto, i piloti vengono da noi perché vogliono le nostre moto, non il contrario. Andare in moto e soprattutto correre su strada è ovviamente pericoloso, ma non vedo l’impegno sull’Isola di Man in modo così critico come pensi. Credo che sia uno degli eventi motociclistici più iconici al mondo, non c’è quasi nessun motociclista che non conosca il TT, quindi tendo a considerare questo evento più in termini di opportunità che di rischio".
– Cosa pensi delle gare in fuoristrada e dell’Africa Eco Race?
"Posso immaginare che in futuro torneremo a fare di più nel settore fuoristrada. Per questo abbiamo messo insieme un piccolo team che si occupa proprio di capire quando, come e dove sarebbe il momento giusto per tornare a impegnarci maggiormente in questo settore. Ma per oggi non voglio dire altro al riguardo".
– Qual è stato il riscontro sull’EICMA e sui BMW Days a Garmisch-Partenkirchen?
"Ho ricevuto un feedback assolutamente positivo su entrambi gli eventi, la nostra community ha festeggiato il ritorno dei BMW Motorrad Days a Garmisch-Partenkirchen. Sono stato molto soddisfatto della partecipazione all’EICMA: naturalmente è stato fantastico poter presentare il campione del mondo SBK, ma siamo rimasti davvero sorpresi anche dall’eccezionale feedback sulla prima mondiale della Concept F 450 GS. La nostra forte presenza è stata molto positiva anche per la fiducia del team".
Ai BMW Motorrad Days 2025 con la nuova R 1300 R
– Che ne sarà del GS Trophy?
"Nonostante la grande soddisfazione per il nostro GS Trophy 2024 in Namibia, all’inizio ero un po’ scettico riguardo al formato e ai costi. Ora però devo ammettere che ho cambiato opinione al riguardo. Continueremo con il GS Trophy, svilupperemo ulteriormente l’evento e torneremo nel 2026, questa volta in Romania".
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