        Il deputato di Allenza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, ha iniziato l'anno nuovo facendo alcune denunce. Una fra queste riguarda dei rider, i quali in un video si sfidano pericolosamente con le moto, per decretare chi di loro sia &ldquo;il rider pi&ugrave; veloce d'Italia&rdquo;, che poi diventa il titolo del girato. Il luogo prescelto &egrave; stato via Marina, a Napoli, e le immagini iniziate a circolare, che ritraggono uno dei due ragazzi sfrecciare a 130 km/h mentre supera un autobus sulla destra nel mentre sta svoltando, hanno indignato tantissime persone. La gara consisteva nell'effettuare delle consegne a docimilio, con la moto, nel minor tempo possibile. La denuncia di Borrelli Sulla sua pagina Facebook, Borrelli ha espresso tutta la sua disaprovvazione, denunciando atteggiamenti dannosi quali questi che vanno a minacciare l'incolumit&agrave; non solo di se stessi, ma anche di terzi. &ldquo;Una bravata criminale che dovrebbe costare l'immediato ritiro della patente e sequestro del mezzo per tutte le infrazioni commesse. Illegalit&agrave; di cui vergognarsi. Invece questi giovani se ne vantano apertamente sui social, prendendosi gioco della legge. Questi sono comportamenti pericolosi ad altissimo rischio emulazione per colpa dei social network che non oscurano questi contenuti. &Egrave; necessaria una risposta decisa delle forze dell'ordine per stroncare queste rischiosissime challenge che mettono a rischio i nostri giovani e tutti i nostri cittadini. Sono gi&agrave; troppe le vittime della strada che Napoli ha dovuto piangere in questi anni, come&nbsp;Elvira Zibra, investita e uccisa da un centauro sul lungomare a soli 34 anni&rdquo;. Poi prosegue: &ldquo;La cosa pi&ugrave; grave &egrave; che nonostante le nostre denunce, nonostante i soggetti protagonisti siano identificabili e facciano tutto in pieno giorno e pubblicando le loro azioni sui social nessun intervento di tipo cautelare e penale sia stato emesso ad oggi. Se ci sar&agrave; una vittima non sar&agrave; frutto del caso ma dell'indifferenza di chi &egrave; preposto ai controlli e alle sanzioni.&rdquo;  LIMITI DI VELOCIT&Agrave; DIVERSI PER MOTO E AUTO, PROPOSTA BOCCIATA       

Il deputato Borelli: &ldquo;&ldquo;Una bravata criminale che dovrebbe costare l'immediato ritiro della patente e sequestro del mezzo per tutte le infrazioni commesse&rdquo;

Napoli come in un film di Fast & Furios: la clandestina sfida in moto

Voge presenta il primo scooter con motore da 125 cc della sua gamma. Lo SFIDA SR1 &egrave; ideale per gli spostamenti in citt&agrave;, risulta maneggevole e fluido alla guida. Dallo stile estremanente moderno, presenta caratteristiche che assicurano una guida sicura nell&#39;affrontare buche e asfalto irregolare, mentre gli smorzatori degli attacchi del motore riducono al minimo le vibrazioni.    VOGE SFIDA SR16: LA CITT&Agrave; &Egrave; IL SUO PANE  Motore  Lo SFIDA SR1 &egrave; equipaggiato con un monocilindrico a quattro valvole raffreddato a liquido, da 124,9 cc con potenza massima di 11,6 CV (8,5 kW) e coppia massima di 11 Nm a 6.500 giri/min. I consumi vedono percorrenza media che tocca i 37 km/l, emissioni di CO2 di 63 g/km e velocit&agrave; massima raggiungibile di 97 km/h. Il propulsore &egrave; dotato di sistema di avviamento integrato nello statore, che garantisce la massima silenziosit&agrave; nella fase di avviamento.  Ciclistica  Lo scooter dispone di un telaio in tubi di acciaio, mentre le e sospensioni, costituite da una solida forcella con steli di diametro di 31 mm e due ammortizzatori posteriori, assicurano stabilit&agrave;. Le ruote, in lega, sono da 14&rdquo; all&rsquo;anteriore e 13&rdquo; al posteriore. L&#39;impianto frenante con due dischi da 240 mm e 220 mm, presenta un sistema ABS a doppio canale e un controllo della trazione TCS. L&#39;altezza sella a soli 785 mm da terra e il peso contenuto in 133 kg facilitano le manovre a bassa velocit&agrave; e da fermi. Il capiente serbatoio da 8 litri assicura una straordinaria autonomia.  Equipaggiamento e tecnologia  Lo SFIDA SR1 125 garantisce protezione dall&rsquo;aria e dall&rsquo;acqua e presenta un portapacchi a due vani, prese USB e funzione Keyless, oltre che del sistema Start &amp; Stop. Sullo scudo, al di sopra dei gruppi ottici inoltre &egrave; integrata una dash cam con registrazione su scheda SD per rilevare automaticamente gli eventi.  Colori e prezzo  Voge SFIDA SR1 125 &egrave; ora disponibile presso i rivenditori al prezzo di listino di 2.790 euro in colorazione Matt Grey e Carbon Black.  EICMA, ECCO LA TROFEO 525CU: LA CRUISER SECONDO VOGE 

Pensato per gli spostamenti in citt&agrave; e per districarsi nel traffico cittadino, dispone anche di una dash cam integrata

Voge Sfida SR1, debutta lo scooter 125 con dash cam

Lo Sfida SR1 &egrave; il primo scooter di Voge da 125 cc. Pensato per gli spostamenti in citt&agrave; e per il&nbsp;traffico cittadino, &egrave; equipaggiato con un monocilindrico da 11,6 CV. Dispone anche di dash cam per registrare ogni evento che accade intorno al veicolo

Voge SFIDA SR1 LE FOTO

VOGE è pronta a lasciare il segno anche fra gli scooter a ruote alte per la città con il nuovo Sfida SR16. Un modello elegante, curato in ogni dettaglio, a partire dallo stile made in Italy che ha cerchi da 16” all’anteriore e da 14” al posteriore, una scelta per offrire maneggevolezza, stabilità senza rinunciare alla capacità di carico

Voge Sfida SR16: LE FOTO

        VOGE &egrave; pronta a lasciare il segno anche fra gli scooter a ruote alte per la citt&agrave; con il nuovo Sfida SR16. Un modello elegante, curato in ogni dettaglio, a partire dallo stile Made in Italy&nbsp;che ha cerchi da 16&rdquo; all&rsquo;anteriore e da 14&rdquo; al posteriore, una scelta per offrire maneggevolezza, stabilit&agrave; senza rinunciare alla capacit&agrave; di carico.&nbsp; Stile e sostanza  Il frontale dello Sfida SR16 &egrave; elegante e sportivo, con fari a LED perfettamente integrati nello scudo e cerchi in lega dal design moderno con parti diamantate.Seppure sia un compatto, lo spazio in sella &egrave; adeguato per il pilota, ma anche per il passeggero che pu&ograve; contare su comode maniglie laterali e su pedane estraibili alla giusta altezza. Inoltre, l&rsquo;altezza della sella (800 mm), consente di appoggiare bene i piedi a terra anche a chi non &egrave; di statura elevata.&nbsp; Buona la capacit&agrave; di carico grazie alla pedana piatta, all&rsquo;ampio vano sottosella - che offre uno spazio adeguato per riporre un casco full-size e altri oggetti - al vano retroscudo e al portapacchi posteriore su cui &egrave; montato il bauletto (34 litri), offerto di serie insieme al parabrezza.&nbsp; Motore 125 Euro 5+  Il VOGE Sfida SR16 monta un monocilindrico 124,9 cc omologato Euro 5+ raffreddato a liquido, con radiatore integrato nel carter motore e avviamento nello statore che ha una potenza di 11,4 CV (8,5 kW) a 8.500 giri con una coppia massima di 11 Nm a 6.500 giri. I consumi si annunciano ridotti e grazie al serbatoio da 7,8 litri permette di affrontare tutti gli spostamenti quotidiani senza alcuna preoccupazione. L&rsquo;impianto frenante a disco anteriore e posteriore offre il giusto mordente per rallentare efficacemente lo scooter, con il sistema ABS che mette al riparo dal bloccaggio delle ruote. A garantire maggior sicurezza troviamo anche il controllo di trazione.&nbsp; Una ricca dotazione di serie  Diamo un po&rsquo; di numeri. Il VOGE Sfida SR16 misura 2.012 mm e ha un interasse di 1.358 mm.&nbsp;Niente chiavi, c&rsquo;&egrave; la smartkey. La strumentazione &egrave; digitale e permette di leggere a colpo d&rsquo;occhio tutte le informazioni. Lo sfondo scuro del display mette in risalto i dati principali, riportati a grandi caratteri e illuminati in bianco, circondati dalle informazioni secondarie, che si avvalgono di una grafica a colori per una pi&ugrave; facile lettura. Di serie &egrave; previsto il sistema di navigazione turn by turn e, naturalmente, non manca una presa USB per collegare e ricaricare lo smartphone. La ciliegina sulla torta &egrave; costituita dalla presenza della dash cam con registrazione su scheda SD: il sistema &egrave; dotato crash detector che rileva automaticamente (e salva in memoria) le immagini in caso di incidente.&nbsp;Quando &egrave; il momento di parcheggiare il peso &egrave; contenuto (140 kg a secco) e si pu&ograve; contare sul pratico cavalletto centrale a cui si affianca quello laterale.&nbsp;       

Le strade cittadine sono l&rsquo;habitat ideale del nuovo ruote alte 125 cinese (disegnato in Italia) caratterizzato da una ricca dotazione di serie con parabrezza, bauletto, navigatore, dash cam e controllo di trazione

Voge Sfida SR16: la città è il suo pane

        GIVI&nbsp;promuove &ldquo;Find Your Stile&rdquo; la sfida online in stile &ldquo;punta e clicca&rdquo; per celebrare il 45 anniversario dello storico gruppo bresciano GIVI S.p.A., che si potr&agrave; giocare (e vincere) da domani 15 settembre fino a domenica 17. Durante il prossimo week-end, in concomitanza con l&rsquo;Italian Bike Festival di Misano, gli appassionati della bicicletta classica o elettrica potranno aggiudicarsi dei buoni sconto da 5 al 30% su tutta la collezione del brand in vendita sul sito e-commerce https://www.givi-bike.com/shop/. Il concorso si avvale della collaborazione del collettivo artistico Art of Sool della Valle Camonica, fondato nel 2010 da Marco Cominini (MATW), Claudio Cretti (IlClod) e Nicola Fedriga (NEIM). Famelici ricercatori, si ispirano e attingono dai vasti immaginari del mondo del writing/graffiti, del fumetto, dell&rsquo;illustrazione e del cartoon. In questi anni, Art of Sool, oltre ad avere partecipato alle piu? importanti graffiti Jam italiane hanno esposto in mostre personali e collettive in Italia e all&rsquo;estero e raggiunto importanti collaborazioni con marchi come Dolly Noire, Vans, Superga, Clipper, Warsteiner. Come partecipare? Per partecipare bisogner&agrave; collegarsi al link http://www.givi-bike.com/game, che sara? ufficialmente attivo dalla mezzanotte di giovedi?, registrarsi e, cliccando sulle immagini di street art che compaiono sullo schermo, riconoscere le immagini dei prodotti GIVI nascosti nell&rsquo;opera artistica. Una volta completato il gioco, ogni utente ricevera? via email un codice per accedere alla promozione, assegnato in base alla quantita? di prodotti trovati. In piu? per chi non fosse riuscito nella missione, e? previsto in ogni caso un codice sconto del 5% come premio di consolazione. Paolo Marini, Brand Tutor e Responsabile della Comunicazione GIVI-Bike diche che: &ldquo;Il gioco era gia? stato proposto alla fiera Eurobike di Francoforte con grande successo e cosi? abbiamo deciso di riproporlo a tutti gli utilizzatori della bici. Le referenze GIVI- Bike sono apprezzate perche? innovative e performanti e adatte a tutti gli usi delle due ruote, Urban, Experience e Adventure&rdquo;. SICUREZZA STRADALE E GIOVANI: UN PROGETTO PER EDUCARE GLI ADOLESCENTI        

Si potr&agrave; giocare per tutto il weekend, da venerd&igrave; 15 settembre fino a domenica 17

GIVI-Bike: arriva la sfida online “Find Your Stile”

        Si amplia la gamma scooter di Voge: dopo l&rsquo;SR4 arriva il nuovo Sfida SR125, che a sua volta sar&agrave; seguito da altri modelli, a coprire la domanda di mercato. Lo Sfida SR125 &egrave; progettato per offrire un&rsquo;esperienza di guida divertente, facile e sicura e con una bella dotazione di bordo oltre a finiture accurate: ogni particolare &egrave; stato pensato per soddisfare le esigenze di chi desidera uno scooter di categoria premium. Alleato prezioso per gli spostamenti casa-lavoro o casa-scuola. Voge SFIDA SR125: come &egrave; fatto  Mostra un design curato con un look sportivo accentuato dai fari LED, integrati nello scudo anteriore, grande e che promette una buona protezione. La sella sembra ampia e confortevole, in grado di accogliere comodamente due persone. Presente un ampio vano sottosella da 29 litri, capace di contenere un casco full size. Tecnologia al passo con i tempi Il display LCD della strumentazione, ampio e ricco di informazioni, si pu&ograve; collegare allo smartphone via Bluetooth, per visualizzare le informazioni dal navigatore. Lo smartphone si pu&ograve; ricaricare tramite la presa USB presente nel vano porta oggetti integrato dietro lo scudo. Vano in grado anche di tenere al sicuro il dispositivo durante la marcia.  Non manca un sistema multimediale, che permette di controllare le funzioni di riproduzione della musica da smartphone senza distrarsi dalla guida, sempre via Bluetooth. La smart key consente di accendere e spegnere lo scooter tenendo in tasca la chiave, senza doverla inserire nel quadro. Prevista anche una funzione di ricerca mediante un apposito bottone sulla chiave, che permette di localizzare lo scooter a una distanza massima di 30 metri. Il nuovo scooter Voge offre anche il sistema ESS, che attiva automaticamente l'accensione delle luci di emergenza in caso di frenata improvvisa, aiutando cos&igrave; a prevenire le collisioni da dietro. Lo Sfida SR125 &egrave; dotato inoltre di dash cam: una telecamera 1080P nello scudo anteriore per riprendere e registrare le immagini durante il tragitto. E quando si spegne il motore e ci si allontana, la serratura del vano sottosella e il tappo del serbatoio si bloccano automaticamente, a vantaggio della sicurezza.  Motore con Start &amp; Stop Voge Sfida SR125 &egrave; dotato di un monocilindrico da 124,9 CC raffreddato a liquido con radiatore integrato nel carter motore destro. Omologato euro 5 e dotato di sistema Start &amp; Stop, il motore ha una potenza di 10,9 CV (8 kW) a 8250 giri e una coppia massima di 10,5 Nm a 6500 giri e che spinge lo Sfida ad una velocit&agrave; massima dichiarata di 105 Km/h Ciclistica&nbsp; Alle doti del motore si affiancano sospensioni votate al comfort, il sistema frenante con disco anteriore/posteriore e sistema antibloccaggio ABS permette spazi di arresto ridotti. Il peso &egrave; contenuto in 135 kg, mentre l&rsquo;altezza da terra &egrave; di 775 mm per &nbsp;un interasse di soli 1320 mm). Le ruote in lega da 14&rdquo; all&rsquo;anteriore e da 13&rdquo; al posteriore, con pneumatici 110/70-14 e 130/70-13, offrono una buona impronta a terra. Il sistema di controllo elettronico della trazione TCS (Traction Control System) impedisce il pattinamento della ruota posteriore in accelerazione, contribuendo a mantenere il controllo dello Sfida SR125 anche in condizioni di bassa aderenza, aumentando la sicurezza. Prezzo e disponibilit&agrave; 2023 non sono al momento dichiarati.        

Il marchio cinese amplia la sua risposta alle esigenze di commuting urbano con lo Sfida, uno scooter di classe premium declinato in "soli" 125 cc

Voge Sfida SR125: lo scooter con telecamera incorporata

Comfort, dotazione completa, look sportivo e tanta maneggevolezza: il nuovo scooter Sfida SR125 di Voge è pronto per affrontare gli spostamenti di tutti i giorni in città e non solo

Voge Sfida SR125 - LE FOTO

Il salone milanese EICMA 2022 &egrave; stato il trampolino di lancio del primo scooter a marchio Voge, lo Sfida RS4. Il modello ha un design europeo, un look dinamico, fianchi corti e un aspetto agile, sportivo e scattante.&nbsp;L&rsquo;illuminazione dei fari &egrave; full LED sia all&rsquo;anteriore sia al posteriore dona un aspetto futuristico e tecnologico graie al lavoro dei designer italiani della Motor Valley.  EICMA 2022, VOGE: IL 2023 &Egrave; TRA BRIVIDO E SFIDA  Dotazioni    Le dotazioni rendono lo Sfida RS4 uno scooter estremamente tecnologico. Il display TFT a colori ad alta definizione da 7&#39;&#39; &egrave; dotato di un&#39;interfaccia semplice e chiara che rende facile leggere le informazioni riguardanti il veicolo. Due le modalit&agrave; di guida: eco e sport (anch&#39;esse leggibili sul display, cos&igrave; come gli indicatori di data e ora). Presente anche l&#39;indicatore della temperatura esterna, della pressione degli pneumatici, il cavalletto laterale avvassato e il livello di carburante.  Lo scooter &egrave; dotato anche di connessione bluethoot per smartphone e auricolari, di una telecamera anteriore e dell&#39;accensione tramite keyless. Il telecomando in dotazione &egrave; dotato di bike finder con un raggio d&rsquo;azione di 50 metri e il sistema di antifurto integrato permette l&rsquo;accensione dello scooter solo quando riconosce il chip contenuto nella chiave, due i vani portaoggetti, situati a destra e a sinistra nel retro scudo.  Il design ergonomico e aerodinamico del parabrezza rialzato fornisce una protezione completa contro il vento, garantendo una visione completa della strada. Numerose anche le dotazioni per quanto riguarda la sicurezza: il controllo di trazione TCS, il sistema antibloccaggio ABS, il segnale di arresto di emergenza che fa lampeggiare le luci posteriori in caso di frenata brusca e il monitoraggio della pressione dei pneumatici in tempo reale. Il sottosella da 41,5 litri &egrave; in capace di stivare una casco integrale&nbsp; e un casco jet.  Motore  Lo Sfida SR4 &egrave; equipaggiato con un motore monocilindrico a quattro valvole raffreddato a liquido da 350 cc con una potenza massima di 29 CV (21,3 kW) e coppia massima di 30,0 Nm a 6.000 giri/min che impiega solo 3,1 secondi per accelerare da 0 a 50 km/h. Il consumo si aggira intorno a 28 km/l. Il contralbero di bilanciamento e gli attacchi del motore con smorzatori sono progettati per ridurre al minimo le vibrazioni.  La Ciclistica  Il telaio in tubi d&rsquo;acciaio a sezione quadrata ad alta rigidit&agrave; e il forcellone in lega di alluminio pressofuso forniscono al veicolo un&rsquo;ottima maneggevolezza e un&rsquo;elevata stabilit&agrave; anche durante le alte velocit&agrave;. Le sospensioni sono KYB, all&rsquo;anteriore con forcella telescopica dal diametro di 34,8 mm e al posteriore con doppio ammortizzatore regolabile nel precarico su 5 posizioni. L&rsquo;impianto frenante con sistema con ABS a doppio canale &egrave; a doppio disco all&rsquo; anteriore dal diametro di 265 mm e a disco singolo al posteriore&nbsp; con diametro di 265, che garantiscono&nbsp; frenata ottimale e sicurezza su ogni terreno. Le ruote da 15&quot; e 14&quot; calzano pneumatici Pirelli Angel Scooter, da 120/70-15&rdquo; all&rsquo;anteriore e 150/70-14&quot; al posteriore che offrono elevate prestazioni sul bagnato e un&rsquo;ottima maneggevolezza. Il il doppio sedile con supporto lombare fornisce permette una seduta ergonomica anche nelle trasferte pi&ugrave; lunghe e la sella alta solo 775 mm permette a tutti di appoggiare&nbsp; con facilit&agrave; a terra entrambi i piedi.    Colori e prezzi&nbsp;  Voge Sfida SR4 &egrave; disponibile presso i rivenditori al prezzo di listino di 6.590 euro in colorazione Sparkling Black.  VOGE TROFEO 525 ACX 2023: ON-OFF IN SALSA VINTAGE 

Dotato di un motore da 29 CV e dichiara consumi di 28 Km/l. &nbsp;Confortevole e tecnologico, presenta numerose dotazioni avanzate

Sfida RS4, il primo scooter Voge strizza l&#39;occhio alla sportivit&agrave;

Il primo scooter di Voge è lo Sfida RS4, presentato ad EICMA 2022. Estremamente confortevole e tecnologico grazie a numerose dotazioni sia per quanto riguarda le connessioni, sia per la sicurezza, è equipaggiato con un motore da 29 CV e può raggiungere i 50 km/h. 

Voge Sfida RS4

Una cilindrata, due proposte. Con la Brivido 125R e lo Sfida SR 125, il brand Voge sfonda il muro della patente A1 e cerca di guadagnarsi uno spazio sia nel segmento dedicato ai giovani motociclisti che a quello del commuting urbano. Sono due prodotti molto diversi e presentano caratteristiche ben precise, sia estetiche che tecniche.  Brivido 125R, come &egrave; fatta?    Una naked a tutti gli effetti, ma in miniatura. La Brivido &egrave; la sfida di Voge alle moto che stanno avendo un grande successo fra i sedicenni (Keeway e KTM), e attacca il mercato con caratteristiche ben definite. Si tratta di un mezzo compatto e leggero non solo alla vista, ma anche sulla bilancia. Con 128 kg sar&agrave; la pi&ugrave; leggera della categoria e la sella alta 79,5cm &egrave; adatta per la maggior parte dei giovani piloti. Il motore &egrave; nuovo e vanta 14,1 CV a 9.500 g/min, ma quello che stupisce &egrave; il nuovo sistema ABS a doppio canale con tubi in treccia, una soluzione da moto di categoria ben superiore.&nbsp;  Voge punta chiaramente alla maneggevolezza e alla sicurezza con questo prodotto, ma la Brivido &egrave; anche una motina armonica nelle linee, con frontale sportivo Full LED e un posteriore aggressivo sparato verso l&#39;alto, con andamento della luce posteriore che ricorda la Valico. La strumentazione LCD &egrave; a colori ed &egrave; presente una presa USB. La vedremo in Italia a partire dai primi mesi del 2023.  Sfida&nbsp;SR 125 punta alla praticit&agrave;    L&#39;altra novit&agrave; da un ottavo di litro &egrave; lo Sfida RS 125, e bench&egrave; il nome ricordi scooter di tutt&#39;altra marca e tutt&#39;altra natura, si pone come nuova proposta nel segmento degli scooteroni piccoli ma comodi. L&#39;impostazione &egrave; quella di un ruote basse con scudo ampio e strumentazione separata dal manubrio, mentre la sella ospita comodamente due persone. Tutta l&#39;illuminazione &egrave; Full LED, la strumentazione &egrave; LCD a illuminazione negativa blu e c&#39;&egrave; l&#39;ABS. Le linee spigolose di muso e codino lo rendono molto adatto al mercato europeo, vedremo come si posizioner&agrave; nel segmento quando verr&agrave; lanciato, probabilmente durante il prossimo anno.  Tutte le novit&agrave; moto del 2023 

Voge propone due nuovi protagonisti per il segmento 125. Una naked sportiva, la Brivido 125R, e uno scooter dall&#39;animo GT, lo Sfida SR 125. Entrambi pensati per i mercati occidentali, portano il marchio all&#39;interno del commuting con patente A1

EICMA 2022, Voge: il 2023 &egrave; tra Brivido e Sfida

Due moto, 12&nbsp;treni di gomme, strumenti di precisione per misurare ogni parametro utile a decretare la migliore in ogni ambito. E poi ci sono loro, le protagoniste della sfida: Bridgestone Battlax Hypersport S22, Continental RaceAttack 2 Street, Dunlop Sportsmart MK3, Metzeler Sportec M9 RR, Michelin Power 5 e infine Pirelli Diablo Rosso IV. Scopriamo come &egrave; andata in questa video-prova.

Comparativa pneumatici sportivi - stradali VIDEO

Incoronare la regina delle Alpi. Colei che pi&ugrave; di ogni altra riesce a interpretare il gusto unico di scalare passi di montagna, lungo strade tra le pi&ugrave; belle dell&rsquo;orbe terracqueo. Questo &egrave; il fine ultimo dell&rsquo;Alpen Masters, che anche quest&rsquo;anno, a causa dello strascico lungo dell&rsquo;emergenza COVID, ribadisce la formula &ldquo;light&rdquo; delle due moto per categoria (in luogo delle consuete quattro) introdotta in occasione della scorsa edizione. Poco male! Perch&eacute; di fatto, complice anche la riconferma della Grossglockner Hochalpenstrasse come indiavolato ring su cui sfidarsi a colpi di curve iperboliche, l&rsquo;allure esplosiva di questa prova d&rsquo;alta quota non ha perso un grammo del suo fascino leggendario.  ALPEN MASTERS 2021: LE REGOLE  Alla fase eliminatoria di quest&rsquo;anno hanno partecipato 14 moto (quattro in pi&ugrave; rispetto all&rsquo;edizione 2020) suddivise in 7 gruppi, sulla base del segmento di appartenenza o della tipologia di veicolo. Tutti modelli selezionati - tra le ultime novit&agrave; di mercato o tra i pi&ugrave; rappresentativi in listino - in base al punteggio raggiunto nella prova effettuata dalla rivista tedesca Motorrad (vi spieghiamo come in basso). La sfida prende le mosse dai selettivi rilevamenti dinamici e statici effettuati &ldquo;in quota&rdquo;, alcuni con il solo pilota, altri con il passeggero. Tra le prove pi&ugrave; impegnative, quelle di accelerazione e frenata a pieno carico eseguite a 2.000 metri di altitudine, su pendenze che possono superare anche il 10%. A queste, vengono affiancate, tra le altre, anche verifiche della luce a terra e dell&rsquo;angolo di piega a pieno carico, nonch&eacute; misurazioni di vario genere, comprese quelle fonometriche. Alla fine, vengono assegnati i voti ad ogni voce, ognuna delle quali incide con un diverso coefficiente sul risultato finale.    &nbsp;  ALPEN MASTERS 2021: LA SCELTA DELLE MOTO  La formula, anche quest&rsquo;anno, &egrave; quella del &ldquo;face to face&rdquo; che ha esordito nella scorsa edizione; che se da un lato non pu&ograve; vantare lo stesso numero di contendenti, abbatte per&ograve; di molto i sempre presenti e comprensibili dubbi dei lettori sulla scelta dei gruppi di moto. Da un lato, perch&eacute; ci sono solo due mezzi per segmento di mercato; dall&rsquo;altro, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; molta pi&ugrave; omogeneit&agrave; rispetto a quello a cui eravamo abituati nelle passate edizioni. Il motivo &egrave; il nuovo criterio di scelta delle moto in sfida, che vede il modello col pi&ugrave; alto punteggio di segmento ottenuto nella prova singola della rivista Motorrad, a confronto con quella che, a giudizio dei tester, rappresenta la rivale pi&ugrave; agguerrita. Il tutto, considerando sempre l&rsquo;ambiente alpino della prova e cercando di pescare dai modelli pi&ugrave; nuovi e appetibili presenti sul mercato. Ne sono cos&igrave; scaturiti gruppi combattutissimi, che hanno acceso lunghe discussioni tra i giornalisti presenti, noi compresi, nello stabilire quale modello fosse pi&ugrave; in diritto di vincere, a prescindere dai punteggi dei rilevamenti strumentali.  &nbsp;  ALPEN MASTERS 2021: LE CONTENDENTI  Prima di tuffarci a testa in gi&ugrave; nella sfida, conosciamo, una per una, le moto in lizza.&nbsp;Grande novit&agrave; di quest&rsquo;anno - prima o poi doveva accadere! - &egrave; stata l&rsquo;introduzione della categoria elettriche. I tempi cambiano e l&rsquo;arrivo di nuovi prodotti in grado di solleticare anche i palati esigenti degli incalliti macinavette, ha imposto, se non altro, una presa di coscienza sul campo. In basso, una breve riflessione sul tema; intanto, ecco i due modelli che si sono giocati l&rsquo;accesso alla finale: la Harley-Davidson LiveWire, avveniristica rivoluzione a batterie della Casa di Milwaukee, e l&rsquo;Energica EVA Ribelle RS, muscolosa sport-machine con personalit&agrave; da vendere.&nbsp; Passando ai gruppi pi&ugrave; tradizionali, a contendersi la leadership nella categoria naked d&rsquo;accesso, sono state la pepatissima Yamaha MT-07, evergreen rinnovata quest&rsquo;anno, e una debuttante agguerritissima come la Triumph Trident 660. Venti di tempesta, invece, hanno spazzato il ring delle nude intermedie grazie a una sfida tutta italiana, in cui l&rsquo;ultima (e discussa) Ducati Monster Plus ha scatenato fulmini e saette contro l&rsquo;Aprilia Tuono 660, che - nomen omen - non se n&rsquo;&egrave; rimasta certo a guardare. Non meno combattuto, il gruppo delle power naked. Qui, a darsele di santa ragione, sono state la BMW S 1000 R e la Triumph Speed Triple, entrambe rinnovate di recente. Missili terra-aria che tra i cilindri imbrigliano rispettivamente 165 e 180 cavalli purosangue.&nbsp;&nbsp; Dalle affilate sciabole affetta-curve, alle moderne viaggiatrici a tutto tondo. La sfida delle crossover sotto i 1000 cm3 ha visto schierata la solida BMW F 900 XR contro la rinnovata Yamaha Tracer 9 GT, seriamente intenzionata, con il suo 3 cilindri dalle numerose virt&ugrave;, a tenere alta la bandiera nipponica in questo Alpen Masters 2021. Le cugine scavezzacollo - le avventurose con il 21&rsquo;&rsquo; all&rsquo;anteriore - hanno visto, invece, l&rsquo;una contro l&rsquo;altra, la Triumph Tiger 900 Rally Pro, inglesina dagli artigli ben affilati, e la KTM 890 Adventure, in cui ribolle tutta la tradizione all-terrain di Mattighofen. Nel gruppo delle maxi-avventurose, infin, a rivaleggiare sono stati due mezzi capaci di turbare il sonno dei globetrotters pi&ugrave; incalliti, e non solo: la seducente Ducati Multistrada V4 S, e un&rsquo;altra austriaca, la KTM 1290 Super Adventure S. Per gli amanti dei numeri, 11 delle 14 moto che hanno battagliato nelle eliminatorie hanno nazionalit&agrave; europea.&nbsp; La vincitrice di ogni sfida &egrave; finita dritta in finale, dove, ad attenderla, ha trovato l&rsquo;inossidabile bavarese che da qualche anno ha preso residenza fissa sulla vetta dell&rsquo;Alpen Masters: la BMW R 1250 GS, trionfatrice anche della scorsa edizione. Sar&agrave; riuscita ad aggiungere un&rsquo;altra tacca al suo invidiabile palmares?    &nbsp;  ALPEN MASTERS 2021: LE ELETTRICHE, CHI LO AVREBBE MAI DETTO    Elettrizzante. &Egrave; questo l&#39;aggettivo pi&ugrave; abusato da noi giornalisti, nei titoli, quando dobbiamo parlare di moto a batterie. Che sfoggio di fantasia, vero? Ma soprattutto, al netto dell&rsquo;irresistibile gioco di parole... cosa ci sar&agrave; mai di cos&igrave; elettrizzante nei mezzi a propulsione elettrica?&nbsp;&nbsp; Di pancia, chiunque di noi, cresciuto a pane e motociclismo, direbbe subito: nulla! Cos&rsquo;altro si pu&ograve; rispondere quando per una vita ci si &egrave; inebriati del piacere sulfureo dell&rsquo;odore della benzina, calcolando i gradi del gusto in numero di ottani? Ma se si va pi&ugrave; a fondo e si indaga un po&rsquo;, si scopre che spesso certe convinzioni appartengono soprattutto a chi una moto elettrica non l&rsquo;ha mai provata. Intesi, ne ha tutto il diritto; ma &egrave; questo, piaccia o meno, il vero spartiacque. Prendiamo le due moto apparse quest&rsquo;anno, in maniera deflagrante, tra le contendenti dell&rsquo;Alpen Masters. Se la Harley LiveWire &egrave; un furetto inafferrabile tra le curve, cavalcare l&rsquo;Energica &egrave; come saltare in groppa all&#39;incredibile Hulk. Chiunque affermi che guidare mezzi cos&igrave; non sia divertente - e badate bene, ho usato volutamente un termine neutro, &ldquo;mezzi&rdquo;, proprio per depurare la questione da ogni considerazione collaterale - mente! Certo, i problemi con l&rsquo;attuale produzione a elettroni non mancano, e si chiamano autonomia e tempi di ricarica. Ma &egrave; arrivato il momento di rivedere le proprie convinzioni con maggiore obiettivit&agrave; e meno pregiudizi.... non vi pare? Noi all&rsquo;Alpen Masters abbiamo iniziato a farlo.   

Riconfermata la formula &ldquo;face to face&rdquo; per le eliminatorie, rispetto alla passata edizione ci sono pi&ugrave; moto e una novit&agrave; dirompente. Tutto sulla comparativa d&rsquo;alta quota pi&ugrave; folle dell&rsquo;anno

Alpen Masters 2021, la sfida delle sfide: regole e contendenti

Nel giro di pochi giorni abbiamo assistito a due importanti presentazioni nel mondo delle crossover italiane: prima la Tuareg 660 di Aprilia e poi la Moto Morini X-Cape 650. Due moto che condividono il numero di cilindri e la cubatura molto simile, ma non la stessa fascia di prezzo. Se il prodotto di Noale punta a un segmento medio/premium, quello di Trivulzio occupa la fascia medio/bassa del mercato e i contenuti tecnici la rendono un&#39;ottima rivale per altre due protagoniste del mercato nel segmento delle crossover, ormai capisaldi della categoria da anni: la Suzuki V-Strom 650&nbsp; XT e la Kawasaki Versys 650.  La categoria di mezzo della categoria di mezzo    Perch&egrave; mettiamo Morini sullo stesso piano di Suzuki e Kawasaki? Fondamentalmente perch&egrave; l&#39;arrivo della X-Cape calamita di nuovo l&#39;attenzione su un segmento che pareva essere destinato a una fine certa, quello delle 650 bicilindriche dalla seduta alta. Simbolicamente, avere una nuova concorrente delle ormai mature V-Strom e Versys crea un nuovo interesse attorno a una fascia che possiamo definire superiore rispetto alle supereconomiche Benelli TRK, e Voge Valico, ma una gradino sotto rispetto a quelle che sono definite le vere medie con cilindrata superiore a 700cc (nella quale rientra anche la Tuareg 660 che ha prestazioni e dotazioni superiori). Questo significa una sola cosa: fra le medie da 500 e quelle &gt;700, il mondo delle 650 ha ancora qualcosa da dire, e tutta l&#39;attenzione che X-Cape sta calamitando su di s&egrave; ne &egrave; una prova palese.&nbsp;&nbsp;  I 650cc non sono l&#39;unica cosa che hanno in comune Morini, Kawa e Suzuki, ma &egrave; anche una dotazione elettronica basilare ma presente: in attesa di conoscere le chicche tecnologiche di X-Cape, possiamo dire che tutte e tre hanno l&#39;ABS e che V-Strom ha anche il controllo di trazione (in due posizione + disinserito), ma in tutti questi casi non andiamo oltre i controlli pi&ugrave; semplici. La V-Strom condivide con la X-Cape il cerchio da 19&quot;, i pesi sono tutti oltre i 200kg, o meglio 213kg a secco per l&#39;italo/cinese e 213kg in ordine di marcia per la giapponese, mentre la Versys punta a una ciclistica 100% stradale con ruota anteriore da 17&quot; e peso di 216kg. Rispettivamente le potenze sono di 60CV per la X-Cape, 70CV per la V-Strom e 69CV per la Versys.&nbsp;  In un confronto diretto la X-Cape vincerebbe?    Ragionando in termini di soldi, pur avendo moto molto simili &egrave; la X-Cape ad essere un gradino sopra le altre, offrendo anche il prodotto pi&ugrave; economico: si parla di 7.290 euro per la versione di lancio (per la versione con cherchi a raggi), mentre la Versys parte da 8.040 euro e la V-Strom da 8.840 euro. Fra le due 19&quot; c&#39;&egrave; un bel distacco ma possiamo comunque includerle nella stessa categoria anche per fascia di prezzo, perch&egrave; le 500 stanno sotto i 7.000 e le medie pi&ugrave; premium non le troviamo al di sotto dei 9.000 euro.  La X-Cape rimane un bocconcino succulento se in un confronto diretto con queste altre due si dovesse dimostrare all&#39;altezza in quanto a finiture e piacere di guida. Dai dati ufficiali sappiamo per certo che paga solo un pochino di prestazioni ma &egrave; anche l&#39;unica del lotto con il display TFT a colori di ultima generazione. Se mettiamo tutto questo sulla bilancia, la sfida &egrave; senza dubbio interessante.&nbsp;  Non dimentichiamo anche un altro importante aspetto: sia V-Strom che Versys sono moto dalla lunga carriera alle spalle, che durante gli anni sono state affinate e rese molto affidabili, con tanto di grosse comunit&agrave; di appassionati di questi modelli che tengono alto il nome delle rispettive serie. La V-Strom &egrave; senza dubbio il &quot;pesce grosso&quot; per la X-Cape, perch&egrave; non solo &egrave; una sfidante diretta per via del 19&quot; anteriore ma &egrave; anche una moto che non si schioda dalla top20 delle moto pi&ugrave; vendute da parecchi mesi. Il compito &egrave; arduo per la nuova arrivata... gli occhi sono tutti puntati su di lei!    Test Moto Morini X-Cape: i voti del #SottoEsame 

Fresca fresca di presentazione, la nuova Moto Morini X-Cape 650 punta a un ruolo da protagonista nel segmento delle crossover bicilindriche di fascia medio/bassa, e lancia il guanto di sfida alle altre due seiemmezzo della categoria: V-Strom e Versys

Moto Morini X-Cape Vs. Suzuki V-Strom Vs. Kawasaki Versys: la nuova sfida delle crossover 650

Artiglieria pesante tra le media enduro. Sono passati pochi giorni dalla presentazione della Tuareg 660 di Aprilia, ed &egrave; sulla bocca di tutti. Fra gli appassionati ci si chiede se piace e quanto piace, e se sar&agrave; all&#39;altezza delle concorrenti e del sempre pi&ugrave; esigente mercato delle enduro stradali. In attesa di soddisfare le nostre curiosit&agrave; con una prova concreta, l&#39;abbiamo messa virtualmente a confronto con quella che rappresenta in modo palese la concorrente diretta, la Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700, ma anche con l&#39;altra 21&quot; anteriore del listino in questo segmento, la KTM 890 Adventure. Mezzi polivalenti ma che puntano a regalare tante&nbsp;soddisfazioni quando l&#39;asfalto stanca.  Aprilia Vs Yamaha: retrogusto anni &#39;80... pi&ugrave; KTM!    Tuareg o T&eacute;n&eacute;r&eacute;? Italia o Giappone? E la KTM &egrave; una vera concorrente? Saranno domande che molti si faranno nei prossimi mesi quando decideranno di comprare una moto nuova, ed &egrave; esattamente quello che molti si chiedevano sul finire degli anni &#39;80 quando Yamaha e Aprilia erano monocilindriche, e rappresentavano le migliori alternative di questa categoria. D&#39;altronde siamo in piena fase revival, e queste due moto incarnano in pieno lo spirito delle dakariane di quell&#39;epoca.&nbsp;  Prima di tutto, parliamo di freddi numeri: l&#39;italiana eroga 80CV dal suo bicilindrico parallelo, con una coppia massima di 70 Nm e un peso di 186kg a secco. Dall&#39;altra parte la giapponese ha numeri appena inferiori per il suo motore CP2 con 75CV di potenza e 68Nm di coppia, per un peso praticamente identico di 187kg a secco. A questa sfida aggiungiamo la KTM, che negli anni &#39;80 faceva ancora enduro specialistiche e che ora &egrave; una di capisaldi del mondo &quot;Adventure&quot;. Le sue misure sono 105 CV e 100 Nm di coppia per un bicilindrico che ha una cubatura decisamente pi&ugrave; elevata delle due rivali, quindi difficilmente paragonabile in maniera diretta... va pi&ugrave; forte ed &egrave; palese, anche perch&egrave; il peso di 189 kg a secco &egrave; al livello delle altre due.  &nbsp;  Tecnologia ed elettronica premia le europee... Yamaha osserva da fuori    Troppo facile dire che &egrave; solo una sfida fra Tuareg e T&eacute;n&eacute;r&eacute;, perch&egrave; nonostante i numeri taglino un po&#39; fuori la Adventure dalla sfida diretta, &egrave; l&#39;elettronica e il livello di dotazione a tagliare fuori la Yamaha! per la moto di Iwata l&#39;elettronica si limita al solo ABS, quindi niente controllo di trazione, mappe, gestione del gas by wire e altre amenit&agrave; moderne. A darsele di santa ragione con chicche da nerd sono le altre due, perch&egrave; Aprilia pu&ograve; vantare una dotazione completissima con 4 riding mode (2 personalizzabili), piattaforma APRC direttamente dalle RSV4 e RS660 con traction control, regolazione freno motore e cruise control. KTM &egrave; al passo (quasi) con controllo di trazione e ABS cornering e mappe motore.&nbsp;  E il listino?  Se dal lato prestazioni &egrave; una faccenda fra Aprilia e Yamaha, e da quello tecnologia fra Tuareg e Adventure, il listino che lingua parla? Non abbiamo ancora un prezzo definitivo per la 660 di Noale, ma voci di corridoio parlano di un prezzo attorno ai 12.000 euro, come era facile intuire dalla qualit&agrave; del prodotto. In questo caso abbiamo un confronto a maglie larghe, perch&egrave; la T&eacute;n&eacute;r&eacute; essendo pi&ugrave; &quot;basic&quot; ha un prezzo che sfiora i 10.000 euro, mentre la KTM dall&#39;alto della sua raffinatezza tecnica e prestazionale si piazza a 13.490 euro.  Ci sono praticamente 3.500 euro fra queste due, ed &egrave; anche abbastanza logico vedere la Tuareg esattamente a met&agrave;, dando la possibilit&agrave; agli utenti di giocarsela in modo aperto. Come direbbe Antonio Lubrano,&nbsp;&quot;la domanda sorge spontanea&quot;: la Tuareg 660 attirer&agrave; di pi&ugrave; gli utenti tech che guardano di buon occhio la 890 Adventure, o i pi&ugrave; pratici ed enduristi a cui stuzzica la T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700? Sar&agrave; una sfida da seguire con attenzione e passione.    Comparativa maxi crossover 2021: ecco la regina del turismo all-inclusive 

La nuova Tuareg punta la T&eacute;n&eacute;r&eacute; nelle quote e nelle prestazioni, ma &egrave; con la 890 Adventure che se la gioca in quanto a tecnologia e dotazione. La battaglia fra le nuove On-Off di media cilindrata con anteriore da 21&quot; &egrave; tutt&#39;altro che scontata

Aprilia, Yamaha, KTM: la nuova sfida delle medie da 21&quot;

Moto perfette per iniziare a fare sul serio con le due ruote &ldquo;vere&rdquo;, ma capaci di gratificare anche riders con maggiore esperienza alla ricerca di semplicit&agrave;. Se la Yamaha MT-07&nbsp;(QUI la prova completa del modello rinnovato) pu&ograve; essere considerata un po&rsquo; la reginetta delle medie naked facili e divertenti, l&rsquo;inglesina Triumph Trident 660 (QUI la prova), al suo esordio porta subito scompiglio nel segmento, e punta decisa a rubarle lo scettro. Entrambe rappresentano due delle proposte 2021 pi&ugrave; interessanti: la giapponese ha un prezzo di listino di 6.999 euro; ne occorrono, invece, 7.995 per la naked di Hinckley. Mettiamole #FacciaAfaccia per capire insieme qual &egrave;... la pi&ugrave; giusta per te!  YAMAHA MT-07 VS TRIUMPH TRIDENT 660: CONFRONTO DESIGN  L&rsquo;estetica rappresenta il primo, immediato, spartiacque tra le due moto. La MT-07, fedele al claim &ldquo;The Dark Side of Japan&rdquo; propone un look smaccatamente pi&ugrave; aggressivo e tagliente, amplificato da grafiche che richiamano il mondo della sportivit&agrave; firmato Yamaha. Tratti stilistici caratterizzanti sono il &ldquo;muso&rdquo; appuntito, le linee tese e slim, il codino che spara all&rsquo;in su. La Trident, viceversa, pur sfruttando linee moderne mantiene una grammatica delle forme pi&ugrave; classiche e &ldquo;british&rdquo;, anche nelle grafiche. Elementi caratterizzanti sono la sensazione muscolare data dall&rsquo;insieme motore/serbatoio, il codino smilzo (quasi troncato di netto, come sulla vecchia Speed 1050), e il faro tondo, che mantiene il link con la tradizione del marchio.&nbsp; Entrambe si adattano un po&rsquo; a tutti e a tutte le et&agrave;, ma la giapponese piacer&agrave; pi&ugrave; facilmente a chi cerca un&rsquo;immagine giovanilistica e aggressiva. L&rsquo;inglese, viceversa, co un look pi&ugrave; &ldquo;maturo&rdquo; e sobrio, punta ad un pubblico che predilige un tocco di raffinatezza ed eleganza in pi&ugrave;.    YAMAHA MT-07 VS TRIUMPH TRIDENT 660: CONFRONTO TECNICA  Qui salta subito all&rsquo;occhio una differenza sostanziale: la diversa architettura dei motori. Senza addentrarci in specifiche tecniche, scorrendo dati e numerini col dito, si pu&ograve; sintetizzare il tutto cos&igrave;: se il tre cilindri Triumph da 660cc svetta per quanto riguarda la potenza assoluta (81 CV contro 73,4), il due cilindri Yamaha da 690cc (probabilmente il migliore nella sua categoria) recupera ampiamente sul fronte dell&rsquo;erogazione ai medio-bassi regimi (e inoltre, presenta una punta di coppia - dato dichiarato - maggiore: 67 Nm a 6500 giri/min Vs 64 Nm a 6.250 giri/min). Va detto, che nell&rsquo;uso pratico su strada, pur mantenendo ognuno il proprio carattere distintivo, tutti e due i propulsori sono capaci di regalare belle soddisfazioni quando spremuti a dovere (senza rinunciare ad una spiccata &ldquo;trattabilit&agrave;&rdquo;, che li rende adatti anche ai neofiti). Sia la Trident, che la MT-07, presentano una ciclistica piuttosto semplice e razionale, utile a tenere sotto controllo i costi di produzione, con una resa sempre sincera in relazione al segmento. Pesi dichiarati: 184 kg (col pieno) per l&rsquo;MT-07, 189 kg (in ordine di marcia) per la Trident. Dove, per&ograve;, l&rsquo;inglesina rilancia forte rispetto alla Yamaha - a giustificazione anche del prezzo pi&ugrave; alto - &egrave; sul piano dell&rsquo;elettronica. Sono tre, in particolare, le componenti di serie che rendono il piatto particolarmente ricco: i 2 riding mode a disposizione (Road e Rain) , il controllo di trazione (disattivabile) e il ride-by-wire. Interessante anche la nuova strumentazione, compattissima ma ricca di funzioni, che pu&ograve; integrare il sistema My Triumph Connectivity System. Inoltre, sulla Trident &egrave; disponibile, in optional, anche un cambio Shift Assist bidirezionale; possibilit&agrave; che invece manca sulla MT.    YAMAHA MT-07 VS TRIUMPH TRIDENT 660: CONFRONTO SU STRADA  Facili da gestire e manovrare in ogni contesto, entrambe compatte e dall&rsquo;ergonomia sostanzialmente corretta, sono capaci di accogliere piloti di tutte le taglie facendoli sentire sempre a proprio agio. Sul piano del comfort, tutte e due vibrano poco e propongono sedute comode (apprezzabile la &ldquo;rigidit&agrave;&rdquo; e il sostegno della Yamaha). Ma quanto detto vale per il pilota. Il passeggero, infatti, se da un lato si trover&agrave; un po&rsquo; pi&ugrave; a suo agio sulla MT, in entrambi i casi avr&agrave; a disposizione una porzione di sella davvero risicata. Da un punto di vista dinamico, inquadrate nel loro segmento (medie naked d&rsquo;accesso), rappresentano tutte e due una scelta vincente. La Yamaha conquista ai medio-bassi, e in uscita di curva non manca mai all&rsquo;appello; &egrave; pi&ugrave; teppistica (nel senso migliore del termine) e tira fuori con pi&ugrave; facilit&agrave; il lato mascalzone che si annida all&rsquo;interno del polso destro (una volta presa confidenza, tenere gi&ugrave; la ruota anteriore costa fatica). Caratteristiche, peraltro, comuni anche alla Trident, che per&ograve; invita maggiormente a gustare doti come l&rsquo;allungo pi&ugrave; robusto e incisivo, e la capacit&agrave; di andare forte anche se guidata in maniera rotonda, senza per forza andare a cercare spigoli. Chiaramente, quando le condizioni di guida sono pi&ugrave; difficili, ad esempio in caso di pioggia o fondi con poco grip, i riding mode e il traction control della Triumph si fanno apprezzare. Per entrambe, la frenata &egrave; meno decisa di quanto si desidererebbe.    YAMAHA MT-07 VS TRIUMPH TRIDENT 660: A CHI L&rsquo;UNA A CHI L&rsquo;ALTRA  A questo punto, l&#39;identikit &egrave; gi&agrave; piuttosto delineato. Se i due mezzi, infatti, mostrano target similari in termini di destinazione d&rsquo;uso - &quot;apprendistato&quot;, spostamenti quotidiani e curve del fine settimana - a fare la differenza &egrave; l&rsquo;immagine complessiva, che si riflette (in qualche modo, e in parte) anche nel carattere delle moto: pi&ugrave; &quot;arrogante&quot; la Yamaha, che quindi andr&agrave; a stuzzicare un pubblico pi&ugrave; sensibile alla sportivit&agrave;; globalmente pi&ugrave; elegante la Triumph, che piacer&agrave; a un pubblico particolarmente attento allo stile.    CONCLUSIONI  In tre parole: divertentissime, facili, sane! Se da un lato la MT-07 continua a proporre badilate di carattere, mettendo in campo uno dei migliori bicilindrici in circolazione e un rapporto qualit&agrave;/prezzo difficile da ignorare, dall&rsquo;altro la Trident (che in quanto a carattere, anche lei di certo non scherza) risponde con una dotazione tecnica pi&ugrave; sostanziosa che innalza lo standard della categoria; e poi quel look moderno, dal riuscito tocco british, non passa proprio inosservato! 

Abbiamo messo a confronto due delle novit&agrave; pi&ugrave; interessanti del 2021 pronte a contendersi il titolo di reginetta nel segmento &quot;medie naked d&#39;accesso&quot;

Faccia a Faccia: Yamaha MT-07 Vs Triumph Trident 660

Due mostri sacri dell&rsquo;asfalto, della potenza e dello stile: Harley-Davidson e Porsche. Ognuno nel suo mondo, i due Marchi sono legati al mito e hanno scritto la storia dei motori, e ora si preparano a entrare nel futuro elettrico. Harley-Davidson LiveWire e Porsche Taycan Turbo rappresentano un passo deciso verso la mobilit&agrave; sostenibile e cercano il compromesso migliore con la velocit&agrave; e le prestazioni. Qualcuno ha deciso di metterle l&rsquo;una a fianco all&rsquo;altra, per un duello ad alti giri in un&rsquo;arena classica: il quarto di miglio.    POTENZA E VELOCIT&agrave;  Il canale YouTube TheVox Network ha organizzato la sfida tra le due full-electric che tanto fanno discutere gli appassionati. I motori hanno numeri diversi: la LiveWire sprigiona 105 Cv di potenza e 116 Nm di coppia, per un peso di 251 kg; la Taycan Turbo &egrave; molto pi&ugrave; potente, con i suoi 616 Cv che possono arrivare a 671 grazie all&rsquo;overboost e gli 849 Nm di coppia. Naturalmente, la berlina tedesca deve spostare i 2.305 kg di peso, pur toccando i 100 km/h in appena 3,2&rdquo;. La moto americana, invece, fa 0-100 in 2,9&rdquo;, sfruttando il peso molto minore. Chi avr&agrave; la meglio sul tracciato della competizione?  SCATTO IN PARTENZA  Ci si aspetta una partenza fulminea per la due ruote, che potr&agrave; sfruttare lo scatto come arma migliore nel duello: riuscir&agrave; a resistere ai cavalli della Porsche? Non resta che guardare il video per scoprire chi l&rsquo;ha spuntata e ammirare il potenziale di entrambe le vetture.   &nbsp;   Harley-Davidson LiveWire, richiamo per l&#39;elettrica a stelle e strisce 

Il canale YouTube TheVox Network ha messo uno di fronte all&#39;altro i modelli elettrici dei due Marchi: sfida impari per la potenza dei motori, ma la due ruote vanta uno scatto felino

Harley-Davidson LiveWire vs Porsche Taycan Turbo, testa a testa VIDEO

Due modi diversi d’intendere la maxi enduro: essenziale Honda, elaborato BMW; in entrambi i casi, sono moto affascinanti ed incredibilmente versatili. Ed è per questo che sono le più apprezzate. Le abbiamo messe a confronto: ecco com'è andata

Video-sfida: Honda CRF1100L Africa Twin vs BMW R1250GS

        I loro nomi parlano chiaro, Tuono, Brutale, StreetFighter, Super Duke R, meglio conosciuta come &ldquo;The Beast&rdquo;. Non esattamente appellativi da sala da t&egrave;. Modelli che, al solo sentirli nominare, scatta immediato un ghigno mefistofelico, tra vecchie conoscenze che si sono appena &ldquo;rimesse in tiro&rdquo; e novit&agrave; assolute deflagrate, arroganti, nei sogni degli appassionati in occasione dell&rsquo;ultimo EICMA. A CONTENDERSI IL TITOLO DI REGINA delle hyper-naked 2020 saranno dunque probabilmente loro: Aprilia Tuono V4 1100 Factory, Ducati StreetFighter V4, MV Agusta Brutale 1000 RR e l&rsquo;unica bicilindrica del gruppo, la KTM 1290 Super Duke R. Moto dall&rsquo;impostazione meno estrema di una carenata, quindi pi&ugrave; adatte alla strada, ammesso di scovare percorsi dove poterne godere a pieno il potenziale; ma allo stesso tempo, mezzi potenti e leggeri, capaci anche di ingarellarsi tra i cordoli con le sportive RR, senza particolari timori reverenziali. Ripassiamone insieme le caratteristiche principali nella carrellata che segue, e se vi va, diteci qual &egrave; la vostra preferita nei commenti.&nbsp; EICMA 2019: Qual concept del futuro vorreste in strada?&nbsp;VOTA IL SONDAGGIO &nbsp; Ducati StreertFighter V4 &Egrave; stata sicuramente lei una delle novit&agrave; pi&ugrave; dirompenti di EICMA 2019. Con 208 CV di potenza massima e appena 201 kg in ordine di marcia (serbatoio al 90%) si propone come una delle naked dal rapporto peso/potenza pi&ugrave; spinto di sempre. Per tenere a bada i bollenti spiriti del Desmosedici Stradale V4 di 1.103 cc, arrivano le ali aerodinamiche ma soprattutto una ciclistica e una dotazione elettronica allo stato dell&rsquo;arte.  Telaio &ldquo;Front Frame&rdquo; che sfrutta il motore come elemento portante, sospensioni Showa BPF e Sachs completamente regolabili, pinze Brembo Stylema. L&rsquo;elettronica sfrutta invece la piattaforma inerziale Bosch a 6 assi: ABS Cornering, controllo di trazione, controllo dell&rsquo;imbardata, anti-impennata, power launch (per partenze a razzo), quickshifter bidirezionale, freno motore e mappe, tutto si regola attraverso i Riding Mode e dalla spettacolare strumentazione TFT a colori da 5&rdquo;. Ducati Streetfighter V4: la nuova naked pi&ugrave; spinta di sempre &nbsp; MV Agusta Brutale 1000 RR Quasi come se si fossero date appuntamento, a dare battaglia alla Ducati, ad EICMA, &egrave; arrivata anche la mostruosa hyper-nuda della Casa di Schiranna, indubbiamente tre le moto pi&ugrave; affascinanti del Salone. Il suo 4 cilindri in linea promette di scatenare al suolo 208 CV di potenza massima, mentre la ciclistica vanta sospensioni semi-attive Ohlins e pinze Brembo Stylema. L&rsquo;elettronica pu&ograve; contare su una piattaforma inerziale a 6 assi che sovrintende a tutti i controlli, mentre l&rsquo;aerodinamica comprende le alette ai lati del radiatore. A guardare la scheda tecnica, le &ldquo;somiglianze&rdquo;, con la bolognese, non mancano e la battaglia si preannuncia durissima. Il dato relativo al peso &egrave; interessante: 186 kg a secco. EICMA 2019 LIVE: MV Agusta Brutale 1000RR - IL VIDEO &nbsp; Aprilia Tuono V4 1100 Factory La versione 2020 rimane pressoch&eacute; invariata rispetto al passato. Giusto una rinfrescata al look, con l&rsquo;aggiunta di elementi in fibra di carbonio e nuove grafiche. Non cambiano, quindi, motore e ciclistica. Per quanto riguarda le sospensioni, il sistema SMART EC 2.0 di Ohlins lavora su entrambi gli steli della forcella USD NIX. L&rsquo;ammortizzatore &egrave; un TTX con registri idraulici a regolazione elettronica, mentre il registro idraulico del precarico &egrave; manuale. Il sistema pu&ograve; essere impostato in modalit&agrave; semi attiva, oppure come un normale sistema a regolazione elettronica. Aprilia: la potenza &egrave; ad Eicma 2019 - FOTO L&rsquo;elenco delle dotazioni elettroniche &egrave; lunghissimo e ruota quasi tutto intorno alla IMU della piattaforma inerziale: ABS cornering 9.1 MP di Bosh a 3 livelli, controllo di trazione a 8 livelli, controllo di impennata, diversi livelli di risposta al gas, quick shifter bidirezionale, cruise control, launch control e controllo sollevamento posteriore in frenata, oltre al pit limiter di controllo velocit&agrave; in pit lane. Protagonista a bordo, ovviamente, &egrave; poi il portentoso motore V4 65&deg; DOHC da 175 CV e 121 Nm da 1.077 cc. &nbsp; KTM 1290 Super Duke R Ultima del gruppo, l&rsquo;unica bicilindrica in lista. Moto da sempre capace di far drizzare i peli delle braccia con una semplice sgasata a folle. E anche quest&rsquo;ultima versione promette di non deludere. La &ldquo;bestia&rdquo; si rinnova diventando pi&ugrave; leggera, pi&ugrave; potente e pi&ugrave; adrenalinica che mai, a partire dall&rsquo;inedito design delle sovrastrutture, che avvolgono il muscoloso bicilindrico LC8 da 1.301 cc e capace di erogare la potenza massima di 180 CV. Un dato interessante, soprattutto alla luce del dimagrimento generale della moto, che in quest&rsquo;ultima incarnazione pesa 189 Kg (6 in meno rispetto al precedente modello).  Novit&agrave; anche alla ciclistica, che vede l&rsquo;arrivo di un nuovo telaio a traliccio in acciaio al cromo-molibdeno; ma anche di un forcellone monobraccio con monoammortizzatore fissato a un nuovo leveraggio, sospensioni WP Apex completamente regolabili e impianto frenante Brembo con pinze Stylema. Il pacchetto elettronico, ulteriormente ottimizzato, vanta ora una piattaforma inerziale e sensore di piega 6D. EICMA LIVE 2019: KTM Duke 890 R e 1290 Super Duke R VIDEO       

Quattro moto 'svestite', potentissime e leggere, pronte a scatenarsi sui percorsi stradali pi&ugrave; adrenalinici ma che, all'occorrenza, non temono il confronto con le carenate in pista: Aprilia Tuono V4 1100 Factory, Ducati StreetFighter V4, MV Agusta Brutale 1000 RR e KTM 1290 Super Duke R

Super-Naked 2020: la sfida più adrenalinica dell’anno

Una pagina Facebook per raccontare la sua nuova vita insieme al &ldquo;clandestino&rdquo; e una particolare sfida da affrontare col sostegno di chiunque creda in lui: Sandro Paffi, 58 anni, di Pisa, risponde cos&igrave; agli imprevisti della vita. &ldquo;Ci danniamo l&#39;anima per avere cose effimere, che corriamo dalla mattina alla sera spesso per un telefonino, una vita frenetica, dando per scontato la cosa pi&ugrave; importante... la Salute&rdquo;, ha scritto Sandro quando ha aperto la pagina il 1&deg; marzo. Sandro &egrave; affetto dal morbo di Parkinson.  LA SFIDA &ndash; Cosa c&rsquo;entra questa storia con la moto? Tantissimo. Sandro ha deciso di regalarsi una sfida, per assaporare la vita e trasmettere le sue emozioni da quando le cose per lui sono cambiate: andr&agrave; in solitaria, a bordo della sua motocicletta, fino in Transilvania. La terra del Conte Dracula, per tutti, e uno dei percorsi pi&ugrave; affascinanti da fare su due ruote per gli appassionati. &ldquo;&Egrave; stato a lungo il mio sogno, sai di quelli che dici: l&rsquo;anno prossimo lo faccio e poi per una ragione per l&rsquo;altra lo rimandi. Adesso lo faccio e lo faccio col clandestino&rdquo;. Cos&igrave; si riferisce, Sandro, alla sua malattia.  LA MOTO &ndash; La Transfagarasan &egrave; lunga 152 chilometri, partendo da Pisa bisogna aggiungerne circa 4.000 in solitudine, tra andata e ritorno. La moto chiamata a questa traversata &egrave; l&rsquo;Honda Transalp 650, a cui Sandro vuole bene: &ldquo;non &egrave; proprio un ultimo modello, ma &egrave; come me&rdquo;. In sostegno a questa iniziativa sono arrivati anche degli sponsor: la Continental ha messo a disposizione le gomme, la Givi il casco e il cupolino per la moto, la Ufo Plast l&rsquo;abbigliamento per Sandro, la Kk bike ha offerto catena, corona e pignone. Sandro viagger&agrave; da solo, ma con la spinta di tutti i suoi amici e sostenitori.  DONAZIONI &ndash; Per chi volesse, sulla pagina Facebook &ldquo;Sandro sfida il Parkinson&rdquo; sono segnalati gli estremi per sostenere l&rsquo;avventura di Sandro attraverso donazioni. La Transfagarasan &egrave; aperta solamente quattro mesi all&rsquo;anno, a partire dal 1&deg; luglio per i mesi estivi. Per questo motivo La Transalp 650 partir&agrave; da Pisa il 30 giugno, e noi ci uniamo a tutti gli altri con un &ldquo;in bocca al lupo&rdquo; per questa bella avventura.  Foto: Pagina FB Sandro Paffi&nbsp;  &nbsp; 

&#39;Clandestino&#39;, Sandro Paffi, 58enne di Pisa, chiama cos&igrave; la malattia che lo ha colpito. Il 30 giugno inizia la sua sfida: a bordo di una Honda Transalp 650 arriver&agrave; in solitaria fino alla Transfagarasan, 4.000 km andata e ritorno

48 risultati per 'sfida'