A vincere l’Alpen Masters di quest’anno, però, è comunque una Multistrada, ma la bicilindrica V2 S. Per esclusione, quindi, la seconda piazza va alla 1300 GS, che se l’è giocata fino all’ultimo (guardate la tabella con i voti).
Il binomio boxer-Telelever è semplicemente micidiale, anche in quest’ultima evoluzione, anche a distanza di anni. La spinta che è in grado di generare il motore fin dal minimo è commovente. Perché è maestosa, dirompente, ma allo stesso tempo dolce come il miele. Non troverete altrove un motore così pastoso e ricco di coppia allo stesso tempo, garantito. E poi c’è il particolare schema di sospensioni, che riesce a trasformare un goffo elefante in una ballerina. Provatela su una strada tutta tornanti: resterete a bocca aperta per come riesce a girare stretta. E poi è anche stabile di avantreno (l’ultima 1300 ha fatto un grande step in questo senso) quando si affrontano curve più ampie. Forse quest’anno ha accusato qualcosa in termini di stabilità, perché ci è stata fornita in versione Trophy, che ha tarature leggermente più votate all’off-road. Inoltre, il sistema di frenata integrale non ha convinto tutti, soprattutto quando, agendo sul posteriore, il sistema interviene anche sull’anteriore, generando un effetto autoraddrizzante non richiesto.
D’altro canto Ducati, con l’ultima Multi V2, ha realizzato un capolavoro. La nuova piattaforma di motore e telaio è talmente superiore al passato da sembrare un’altra moto. E più che in ottica sportiva (Panigale e Streetfighter), trova la sua perfetta espressione proprio in questa chiave crossover. Il bicilindrico spinge come un toro esattamente dove serve, ai bassi e ai medi. A sensazione, non siamo lontani dal V4 nel primo terzo di contagiri. Ma rispetto alla Multi V4, c’è un’agilità disarmante. È talmente rapida a fiondarsi in curva che inizialmente bisogna riparametrarsi, soprattutto se si è appena scesi da una moto più “goffa”. Le sospensioni?
Copiano tutto e assicurano sostegno quando serve. Sembra una motard travestita da crossover, per come guizza tra un tornante e l’altro. Se a questo aggiungete un ottimo livello di comfort, una grande capacità di adattarsi a qualunque stile di guida e una ben più che accettabile capacità di essere caricata (bagagli e passeggero), capirete perché ha vinto l’Alpen Masters 2025.
Qui sotto trovate la tabella delle votazioni. Per spiegarla in breve: 8 giudici su 9 hanno votato per far uscire per prima la Honda CRF (uno solo l’ha piazzata in sesta casella), a seguire 6 su 9 hanno votato per l’ottavo posto della Benelli, 6 su 9 il settimo posto della Yamaha e così via. Da notare che, quando sono rimaste soltanto due moto in gara (GS e Multi V2), 6 giudici hanno votato per far vincere la Multi, 3 per far vincere la GS. Questo fa capire il livello della sfida.
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