Sono un’ottima scelta per chi non vuole spendere capitali importanti, oppure sta muovendo i primi passi in off-road
Se la Royal Enfield sembra una moto d’altri tempi, la Honda CRF è più simile a una moto da rally in miniatura. È davvero essenziale, anche a livello di equipaggiamento (forse un po’ troppo: la strumentazione è scarna ed è l’unica con l’acceleratore a cavo), e questo tra le altre cose le permette di essere leggera come una libellula.
Sali in sella (molto alta, a dire il vero: 885 mm) e hai la sensazione di avere tra le gambe una bicicletta. Questo ovviamente si ripercuote in maniera importante sulla guida. La CRF è una zanzara che si muove in continuazione. Non è molto stabile su asfalto, anche per via di sospensioni lunghe e piuttosto sfrenate. Al contrario della Royal Enfield, è come se l’avantreno fosse perennemente ballerino. Anche il motore, su strada, è un po’ “al gancio”, se paragonato al resto del gruppo. Coppia ai bassi regimi… non pervenuta; per tenere il passo dei 450 bisogna spremerlo fino all’ultimo giro, ma in questo modo compaiono vibrazioni piuttosto evidenti.
Mettiamola così: non è una moto pensata per i lunghi trasferimenti (anche se la protezione dall’aria è di buon livello, il resto del comfort è piuttosto risicato). Quando però ci si lancia in qualche sentiero, la CRF si prende in parte qualche rivincita. Le sospensioni a lunga escursione permettono di sorvolare su buche e dossi, anche di una certa entità, senza essere sbalzati via come foglie al vento. Chi ha più esperienza si lamenterà della poca frenatura idraulica, specialmente da parte della forcella, mentre i neofiti apprezzeranno questa sua generale morbidezza. Perché comunque ti asseconda e ti invoglia ad azzardare quella salita che altrimenti avresti evitato. Anche perché nello stretto è un furetto. Dal canto suo, il motore fa quel che può. I rapporti sono azzeccati, tutti piuttosto ravvicinati; quello che manca semmai è la prontezza ai bassi regimi, quella che ti permette di mettere la moto di traverso per chiudere una traiettoria. Quel poco che c’è è tutto in alto, oltre i 6.000 giri. Se però cercate una moto semplice e leggera, capace di arrampicarsi un po’ ovunque, la CRF potrebbe essere un’ottima scelta.
La dual giapponese adatta sia a chi è agli inizi che e chi è già molto esperto si impone nel mercato tra le stradali e le enduro per offrire una via d'uscita a chi ama entrambe
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