Germania, motociclisti contro il divieto di circolazione e i limiti di velocità

Germania, motociclisti contro il divieto di circolazione e i limiti di velocità© Immagine di archivio

Troppi vincoli per le due ruote: prima è stato proibito di guidare su un tratto della L687, poi la velocità massima fissata a 50 km/h sulla famosa B500

Redazione - @InMoto_it

07.07.2021 ( Aggiornata il 07.07.2021 12:22 )

I divieti entrati in vigore in questo ultimo anno, non hanno certo lasciato soddisfatto il mondo delle due ruote. Tra limiti di velocità e ai decibel e divieti di circolazione in alcune zone delle città, sono stati in tanti a scendere in piazza a manifestare. L’ultima protesta arriva dalla Germania (dove già lo scorso anno c'erano state manifestazioni): a Norimberga, Lipsia, Monaco, Oldenburg, Colonia e Stoccarda i centauri hanno urlato a gran voce i loro diritti. Secondo quanto riportano le fonti, le manifestazioni tedesche si sono svolte nel rispetto delle misure di distanziamento e tutte all’aperto.

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Le limitazioni

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’imposizione di velocità a 50 km/h sulla B500, la Schwarzwaldhochstrasse, una delle più antiche strade turistiche in Germania e secondo molti anche la strada più bella da percorrere in moto nella Foresta Nera. Il limite riguarda però solo le moto! Non solo. Alcuni tratti, poi, sono stati completamente vietati alla circolazione delle due ruote, come la L687 tra Rönkhausen e Wildewiese, si dice “per motivi di sicurezza”. C’è chi ipotizza che i piccoli centri abitati nelle vicinanze abbiano protestato per il troppo tumore (come è accaduto da noi in Trentino, per esempio). Con così tante limitazioni, è stato obbligatorio l’intervento della FEMA (Federazione europea dei motociclisti) che nel 2020 ha chiesto degli incontri tra motociclisti, parti interessate e governo, ma vista l’attuale situazione ci viene da pensare che questi colloqui non siano andati nel migliore dei modi. Le proteste, tuttavia, non finiscono qui. Ad agosto i centauri tedeschi sono pronti a tornare di nuovo in piazza per far valere i loro diritti di circolazione.

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