Rewind, Honda CBR 600 F Vs Yamaha FZR 600 '91: cavallerie leggere

Rewind, Honda CBR 600 F Vs Yamaha FZR 600 '91: cavallerie leggere

Un confronto fra le 600 più prestazionali di inizio anni '90, i veri e propri oggetti del desiderio del mercato di quegli anni, che ora stanno diventando un culto per gli appassionati di moto sportive

27.05.2021 14:52

Scrivevamo così su InMoto nel 1991

"Anche se al primo impatto visivo la CBR comunica all'idea di una posizione di guida Indiscutibilmente sportiva, un esame più approfondito rivela come l'impostazione in sella sia in realtà più versatile e riesca a conciliare brillantemente le esigenze di comfort della pratica turistica e di miglior controllo nella conduzione sportiva. Grazie al manubrio bene aperto e poco inclinato verso il basso  (conformazione che tuttavia Porta qualche indolenzimento dell'esterno dei palmi delle mani nella guida più veloce) si siede semi reclinati in avanti, ma con la possibilità di bilanciarsi al meglio grazie alle pedane equamente distanziate dalla sella. Fra le cose più apprezzabili l'abitabilità a dispetto della compattezza dimensionale, e la fluida raccordatura di tutte le parti a contatto col pilota da cui discende davvero la gustosa possibilità di spostarsi liberamente e fluidamente in sella per assecondare le esigenze della guida.

La Yamaha offre un inserimento più marcato nella macchina, meno sopra e più dentro, con un miglior aggancio al serbatoio al quale busto e avambracci scorrono decisamente più vicini. Dunque una posizione di guida più sportiva ma tutt'altro che contratta:  la piccola FZR offre praticamente la stessa abitabilità della sorella maggiore grazie a pedane che, se pure alte ed arretrate, risultano correttamente distanziate dal piano sella, e da giusto dislivello stabilito fra manubrio e posto guida. Solo una certa inclinazione all'indietro dei semimanubri porta talvolta all’indolenzimento dei palmi delle mani, mentre le svasature sui fianchi del serbatoio appaiono troppo corte per i lunghi di Gamba.

Il passeggero trova una sistemazione più confortevole sulla Yamaha, mentre la Honda, pur dotata di maniglione, ha pedane ancor più alte ed una sella troppo sopraelevata rispetto al posto di guida, con risultato che il secondo si trova spesso sballottato dalla furia degli elementi. sul fronte del Comfort la Honda offre sospensioni molto ben filtranti aiutate dalla sella morbida e vibrazioni decisamente contenute,  ma scarsa protezione aerodinamica e trasmissione di calore alle gambe in estate. Mentre la Yamaha pur avendo sospensione altrettanto soft,  risulta in lieve svantaggio per l'imbottitura della sella più rigida e per le vibrazioni più avvertibili sulle pedane.

A CONTI FATTI

Dopo averle guidate verrebbe quasi da chiedersi a cosa servono le macchine di maggiore cilindrata. Si tratta in entrambi i casi delle migliori espressioni ciclistiche che abbiamo avuto occasione di provare in questa stagione, che sanno essere armi imbattibili in mani esperte, ma anche strumenti altamente sicuri e propedeutici per garantire un tranquillizzante margine ai neofiti. La Honda risulta affascinante per la precisione del rigore traiettoria, coinvolgente per la sua comunicativa e sincerità, totalmente appagante per le straordinarie prestazioni meccaniche e ciclistiche governate da rara armonia. Maneggevolissima ma non per questo liquida fra le mani, garantisce inserimenti in curva fulminanti o progressivi, a scelta, dipende semplicemente dalla determinazione del pilota.

L'armonia elegante del suo incedere non viene infirmata neppure sui percorsi stretti, anche quando non è sempre possibile mantenere in trazione la ruota motrice. Sempre neutra e rigorosa in traiettoria, grazie alla limitata inerzia direzionale si inserisce spontaneamente quanto lestamente nei curvoni veloci dimostrandosi anche particolarmente ricettiva nelle correzioni. La tenuta di strada e la stabilità sono di riferimento anche alle inclinazioni più accentuate ed il merito va anche ascritto alle coperture Michelin A/M 59 che mai come sulla media Honda si sono dimostrate a loro agio nel l'utilizzazione in pista. I punti perfettibili riguardano solo una taratura forse un pelo morbida della forcella, poco frenata in affondo e talvolta anche in estensione, e porta a repentini appruamenti nelle staccate decise che possono arrivare a scomporre l’assetto, mentre il retrotreno fornisce talvolta una risposta brusca sulle malformazioni secche ove cala la motricità.

Grazie alle coperture ed ai cerchi di maggior sezione che differenziano la versione 90 dalla 91, Yamaha risulta più pronta e sicura in fase di inserimento di curva, più solida in appoggio e più immediata nell'identificazione dell'inclinazione e della traiettoria ideali. Soprattutto tollera meglio quella guida di forza che era in grado di mettere in crisi la precedente versione. Il meglio viene fuori nel misto e sui percorsi guidati densi di curve e controcurve, mentre sul veloce non manca qualche lieve pendolo, peraltro sempre ben controllabile, ed una certa tendenza ad alleggerire di sterzo e che origina qualche oscillazione soprattutto sullo sconnesso.

Quando si spinge a fondo, se la Honda si lascia guidare dolcemente, la Yamaha richiede sempre una guida di forza, con azioni decise sul manubrio assecondate con opportuni spostamenti del corpo. Peccato che talvolta sullo sconnesso la ciclistica si dimostri sensibile alle malformazioni del fondo e perde neutralità a causa soprattutto della forcella, debole in affondata e soprattutto sfrenata in ritorno, mentre un pelo più appunto risulta la sospensione posteriore. sempre eccellenti i pneumatici Pirelli MP7 Sport radiali che abbiamo utilizzato sulla nostra FZR 600 e che consigliamo caldamente per la guida sportiva. Sul fronte della trasmissione eccelle ancora la Honda con una frizione dolce e più resistente della rivale, e con un cambio che è un vero burro."

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