Su bus, metro e treni (con lo stesso abbonamento) cambiano le modalità di trasporto dei mezzi elettrici: una vicenda decisamente ingarbugliata
Il 14 dicembre entrerà ufficialmente in vigore la riforma del Codice della Strada, che le varie novità ne comprende molte anche dedicate alla micromobilità elettrica, ovvero e-bike e monopattini. E sono proprio questi mezzi al centro di una questione abbastanza intricata a Roma.
Andiamo al sodo. Chi fa uso di bici e monopattini elettrici per gli spostamenti quotidiani, quando il luogo da raggiungere non è proprio dietro l’angolo, sa bene che dovrà utilizzare i mezzi pubblici, portando a bordo il proprio mezzo privato. Una pratica comune, specialmente nelle grandi città europee. Roma però, oltre a non avere un sistema di trasporti adeguato per una città della sua portata, complica ulteriormente la vita degli utenti.
Come?
E-bike e monopattini elettrici non possono essere portati a bordo di tutti i mezzi pubblici.
Sui mezzi Atac, per esempio, si può salire con biciclette e monopattini, non elettrici (non si può su alcuni tram Stanga e Socimi). Cotral, invece, ha vietato “bici pieghevoli, monopattini ed altri mezzi di micromobilità elettrici” sui suoi autobus e treni. Oltre ad aver pubblicato regole abbastanza paradossali, in cui si spiega che nelle stazioni provviste di ascensori (comprese quelle in cui sono fuori servizio) è vietato condurre bici sulle rampe di scale fisse di larghezza inferiore a 2 metri, sulle scale mobili, sulle rampe di scale fisse quando la scala mobile parallela è fuori servizio.
Infine, a quanto sopra, si aggiungono le regole per i treni regionali, che costituiscono un mezzo di trasporto importante per chi vive fuori Roma. Qui bici e monopattini, anche elettrici, possono salire ma le dimensioni devono essere contenute e non devono mettere in pericolo o disagio agli altri passeggeri.
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