Moto turbo: fallimento del passato o speranza futura

Dalle Honda CX Turbo anni ’80 ai giorni nostri, come cambia la filosofia della sovralimentazione
Moto turbo: fallimento del passato o speranza futura

Antonio VitilloAntonio Vitillo

22 set 2025 (Aggiornato alle 16:52)

Il sibilo del turbo è qualcosa di inequivocabile. Chiunque lo abbia ascoltato, se ne è incuriosito, spesso affascinato. Caratteristico suono distinguente la sovralimentazione, un sistema che, se è divenuto di ordinaria amministrazione nei motori delle automobili, raccontarne la storia delle sue applicazioni sui motocicli è più complicato, almeno frammentato. Perché ci fu una fiammata negli anni ’80, poi pressoché il nulla. Oggi, con gli aggiustamenti che il progresso tecnologico consiglia, il tema sta però tornando di attualità

La sovralimentazione

Sovralimentare vuol dire immettere una maggior quantità d’aria nei cilindri, perciò più ossigeno, così da poter bruciare più carburante. Pertanto, a parità di cilindrata, la sovralimentazione aggiunge cavalli di potenza e Newton metro di coppia. I sistemi principali deputati a ciò sono il compressore volumetrico, o “supercharger”, e il turbocompressore, il “turbocharged”.

 Il compressore volumetrico (supercharger)

Il primo, che è azionato direttamente dal motore, spinge aria in pressione in maniera immediata, simultaneamente al gas. Essendo collegato al motore tramite cinghia, o simili, ne assorbe parte della potenza. Esempi concreti sono le attuali Kawasaki Ninja H2 e H2R, oltre la Gilera Rondine da competizione del 1936, che conquistò anche il record di velocità.

 Il turbocompressore (turbocharged)

Il turbocompressore è, invece, azionato dai gas di scarico, che fanno girare una turbina collegata ad un compressore. Si capisce come, sfruttando energia che si disperderebbe, non tolga potenza all’albero motore. Più efficiente del supercharger, presenta però il problema del “turbo lag”, il ritardo alla risposta del gas, visto che serve un certo regime di giri prima che il gas di scarico abbia la giusta forza per far salire di pressione la turbina. Che essendo mossa da gas molto caldi, ha una gestione del calore più difficile.

*Per sapere cosa successe negli anni '80 e la "turbomania" vai alla pagina successiva

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