Perché la Cina sta invadendo l'Europa? La geopolitica ce lo spiega

Perché la Cina sta invadendo l'Europa? La geopolitica ce lo spiega

Per imporsi anche in Europa, i brand cinesi hanno saputo sfruttare situazioni geopolitiche favorevoli e opportunità industriali come mai nessuno prima

18.09.2024 ( Aggiornata il 18.09.2024 09:26 )

Quanto è importante l'autorità dello Stato

Un ruolo fondamentale, a questo punto, lo prende lo Stato, che in Cina ha ancora un funzionamento autoritario e principi fortemente radicati nel comunismo, con una forte centralizzazione del potere e soprattutto una massiccia statalizzazione di tutte le attività che fanno girare l’economia. Tutte le aziende cinesi che si sono occupate di gestire la delocalizzazione per conto di brand occidentali, hanno iniziato a produrre prodotti simili ma con marchi locali, dando il via al buffo fenomeno dei “cloni cinesi” di scarsa qualità che hanno iniziato ad invadere il mercato interno. L’investimento massiccio di capitali pubblici in queste attività produttive ha fatto sì che l’intero sistema economico locale iniziasse a pensare anche all’esportazione, rendendo necessario un incremento di qualità per poter competere con i più importanti brand dell’automotive, sia in Europa che in Giappone.

Se i cinesi avessero trovato il modo di produrre moto con una qualità all’altezza degli standard occidentali, avrebbero avuto dalla loro il basso costo di manodopera e materie prime, garantendo il vantaggio competitivo necessario per imporsi anche a casa del “nemico”. Detto fatto: è esattamente quello che sta accadendo oggi. 

Marchi cinesi, aumenta l'apprezzamneto in Europa: perché

Abbiamo chiesto a Luca Paletti di Padana Sviluppo – importatore di CFMOTO e Voge – di aiutarci a capire l’altro elemento fondamentale del successo del prodotto cinese, ovvero il crescente apprezzamento da parte della difficile utenza europea: "Bisogna tenere conto di diversi fattori che hanno contribuito alla rapida crescita qui da noi, a partire dal fatto che i marchi nostrani e quelli giapponesi, negli ultimi anni, hanno proposto prodotti sempre più costosi e tecnologicamente  avanzati, che hanno lasciato scoperte le fasce di prezzo più basse. In questo contesto, QJ Motor è stata la prima ad intuire le potenzialità proponendo prodotti con marchio italiano (Benelli) e “abituando” il mercato alla presenza di moto Made in China".

Il colpo è andato a segno con una proposta economica e completa che ha velocemente aperto la strada a nuovi player, marchi sconosciuti fino a pochissimo tempo fa ma che hanno di fatto sostituito quella fetta di prodotti più  semplici e convenienti che era occupata dai giapponesi. In secondo luogo, non trascuriamo il fatto che le famiglie trovano sempre più difficile acquistare una seconda auto, dati i costi esagerati che hanno raggiunto le utilitarie, e per questo spesso si rivolgono alle due ruote con approccio utilitaristico, valutando soprattutto le caratteristiche economiche che il prodotto cinese soddisfa.
Per altri utenti più appassionati, invece, la proposta cinese rappresenta la realizzazione del sogno di possedere una moto senza dover fare troppi sacrifici, un aspetto che è diventato un pregio capace di portare anche motociclisti esperti all’apprezzamento, grazie a gruppi di utenti sui social e alle community di proprietari nate su internet.

Come si integreranno i Marchi storici con le nuove realtà 

Il boom della Cina è molto diverso da quello che negli anni ’60 e ’70 ha portato in Europa il mondo automotive giapponese, che si è da subito distinto per tecnologia e logiche di produzione innovative e non per la complessa mescolanza di etica del lavoro e congiunzioni geopolitiche internazionali che contraddistinguono l’ascesa della nuova industria orientale.

Abbiamo chiesto a Paletti una profezia, per capire come si integreranno in futuro queste nuove realtà emergenti e che tipo di cambiamento porteranno nel settore delle due ruote a lungo termine: "Quel che vedo è che i marchi storici stanno iniziando a preoccuparsi. La crescita dal punto di vista qualitativo dei nuovi nomi cinesi sta stupendo tutti, e anche loro iniziano a prendere coscienza dell’effettivo potenziale. Sono stato in Cina di recente e ho notato il crescente desiderio di imporsi come prodotto orgogliosamente locale, svincolandosi dalle tecnologie e dall’esperienza del motociclismo occidentale, per guadagnare un’identità forte. Iniziano a camminare con le loro gambe, con sempre meno aiuti statali e sempre più voglia di diventare dei colossi industriali".
Non siamo sicuri che si tratti di uno scenario auspicabile, perché ogni volta che qualcuno sale in cima alla piramide, altri ruzzolano inevitabilmente giù. Noi continuiamo a osservare con grande curiosità.

I CINESI HANNO INVASO IL MERCATO? COSA DICONO LE VENDITE

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