Piccola, essenziale e facile, l’originale creazione di Borile si presenta come una particolarissima due ruote dal carattere ben definito. Forme molto particolari e un aspetto a mezza via tra il ludico e il tecnico

Per chi si sente stressato da un mondo che corre inesorabilmente in avanti esistono vari rimedi, da una rilassante vacanza in riva al mare a una inebriante passeggiata in montagna. Un’altra valida alternativa potrebbe essere quella di rallentare bruscamente tutto ciò che ci è intorno, per godere di cose semplici ed essenziali, allontanandosi da opulenza e sprechi per tornare a un rapporto più semplice con l’ambiente in cui viviamo. Tradotto in termini dueruotistici, questo concetto si sposa perfettamente con la Borile Multiuso, moto piccola ed essenziale, capace di distinguersi grazie a uno stile ricercato e originale. 
Provando la Multiuso ci siamo ritrovati a rifare gesti quasi dimenticati, come l’armeggiare con la levetta dello starter di un carburatore, oggetto ormai scomparso sui recenti 4 tempi, o con il tradizionalissimo rubinetto della benzina, da spostare sulla riserva quando il motore comincia a scoppiettare e perdere colpi! Anche questo fa parte del fascino della creazione di Umberto Borile. Il prezzo base della Multiuso è di 4.980 € f.c.

Con forme insolite e marcatamente retr&ograve;, accompagnato da un tocco di modernit&agrave; e un retrogusto militare, la Multiuso attira parecchi sguardi curiosi non appena la si lascia parcheggiata in citt&agrave;, tanto da richiamare a volte pi&ugrave; attenzione di ben pi&ugrave; costose e pretenziose moto. Quasi a mimare le forme di un grosso insetto, il sottilissimo corpo centrale, caratterizzato dalla mancanza del tradizionale serbatoio, sale verso la pi&ugrave; alta e corposa parte anteriore, su cui dominano i due grossi fanali tondi gemellati. Sul modello da noi provato il grosso portapacchi anteriore, oltre ad appoggiare maldestramente sui fanali, ne occulta parzialmente la visione, ma Borile assicura che sulle nuove versioni il difetto sar&agrave; eliminato. 
La Multiuso &egrave; caratterizzata dalla mescolanza di particolari molto spartani, come le asticelle di regolazione inclinazione fari anteriori, che si oppongono ad altri ben pi&ugrave; curati, come i mozzi lavorati delle ruote a raggi. Stesso contrasto lo notiamo tra la rozza parte posteriore dei fanali e le pi&ugrave; pregiate piastre di sterzo in lega ricavate dal pieno. La sella &egrave; fissata tramite attacchi estremamente &ldquo;basici&rdquo; al telaio e di fronte ad essa &egrave; possibile fissare sul tubo centrale un portaoggetti supplementare. 
&Egrave; disponibile in due versioni: &ldquo;strada&rdquo; con pneumatici stradali o &ldquo;motoalpinismo&rdquo; (quella da noi provata) con pneumatici trial e rapporti accorciati e in due colorazioni (sabbia e verde militare). Il portapacchi frontale richiede l&rsquo;aggiunta di 99 &euro;, mentre i due laterali costano cari (220 &euro;). Esiste anche un serbatoio supplementare da 8 litri (370 &euro;) da montare sul tubone centrale, con il quale la Multiuso assume un aspetto molto pi&ugrave; canonico.

<a href="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc49849_2.jpg"><img alt="_MC49849_2" class="alignnone size-full wp-image-3392" height="426" src="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc49849_2.jpg" width="640" /></a><a href="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc49874.jpg"><img alt="_MC49874" class="alignnone size-full wp-image-3393" height="426" src="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc49874.jpg" width="640" /></a>

Una sensazione che la Multiuso non &egrave; decisamente in grado di trasmettere &egrave; quella di soggezione, infatti sin dal primo approccio risulta solo leggermente pi&ugrave; impegnativa di una bicicletta. Decisamente simile a un trial, o meglio, a un modello da motoalpinismo, con un peso quasi irrisorio e la sella confortevolmente vicina al suolo, pu&ograve; essere la fedele compagna di chiunque sappia coordinare una manopola del gas e un cambio a pedale. Se tutto questo non bastasse, anche l&rsquo;estrema sottigliezza del telaio, ergo serbatoio, facilitano ulteriormente qualunque manovra da fermo, permettendo un facile appoggio dei piedi a terra.

In sella 
La lunga e sottile sella permette qualunque posizione longitudinale grazie alla sua assoluta piattezza e trova un limite nella propria sottigliezza, che ne riduce parecchio il punto di appoggio rendendola confortevole solo per brevi spostamenti. Fosse per noi sostituiremmo l&rsquo;imbottitura con una meno cedevole per ottenere un miglior feeling della seduta. 
Una volta in sella la prima impressione &egrave; la totale mancanza del classico serbatoio da stringere con le ginocchia, con queste ultime che restano pi&ugrave; piegate del solito a causa della ridotta distanza sella-pedane. Il manubrio ci viene incontro sollevandosi dalla bassa piastra superiore con una decisa incurvatura, lasciando le braccia in posizione molto naturale. Le leve al manubrio sono prive di regolazioni e vanno quindi prese cos&igrave; come sono, mentre il minuto pannello della strumentazione non basta per celare la brutta vista fatta di cavi posticci e connettori a vista del retro dei fanali, che resta ben in vista durante la guida. 
Solitamente per regolare l&rsquo;inclinazione del fanale ci dobbiamo perdere in attente ricerche della fatidica vite o pomello che ne permettono lo spostamento, qui invece l&rsquo;operazione &egrave; a prova di stupido, visto che i due registri sono l&igrave; in bella vista, forse anche troppo, e partecipano all&rsquo;originale look della moto! Al contrario di quel che si potrebbe pensare, la sensazione di solidit&agrave; trasmessa da questa piccola due ruote &egrave; notevole e ci ricorda quella di una enduro specialistica.

In marcia 
Il monocilindrico &egrave; dotato di kick-starter, ma esiste anche il comodo bottone di avviamento, che ci accingiamo a premere dopo aver controllato di aver aperto il rubinetto della benzina e aver sollevato la leva dell&rsquo;arricchitore sul carburatore. Tutto ci&ograve; ci fa una certa impressione, perch&eacute; era da tanto che non eseguivamo questa ormai &ldquo;antica&rdquo; successione di operazioni su una nuova moto stradale! 
L&rsquo;avviamento del modello da noi provato non &egrave; stato sempre perfetto, visto che circa una volta su tre il motorino elettrico stenta a girare bloccato dal pistone in fase di compressione. A parte questo, il motore si avvia subito girando regolarmente al minimo con un intrigante borbottio allo scarico. 
Appena in movimento ci troviamo per assurdo in difficolt&agrave; per la troppa leggerezza della Multiuso, che complice la mancanza di appoggio per le ginocchia, ci fa percorrere i primi metri con molta indecisione e assoluta mancanza di precisione dell&rsquo;avantreno. Fortunatamente basta poco per prendere le misure al peso limitato e cominciare a scoprire il lato ludico di questa moto, visto che l&rsquo;animo trialistico di cui &egrave; impregnata permette d&rsquo;inventarsi un parco giochi in ogni angolo della citt&agrave;, bastano tre gradini e un marciapiede da superare in surplace in mille modi diversi. In questi frangenti &egrave; un peccato non avere comandi al manubrio e a pedale pi&ugrave; precisi e regolabili, come anche una frizione pi&ugrave; modulabile che non strappi quando la si fa slittare un po&rsquo; pi&ugrave; della norma.

<a href="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc40102_1.jpg"><img alt="_MC40102_1" class="alignnone size-full wp-image-3391" height="426" src="https://cdn.inmoto.it/images/2013/09/01/mc40102_1.jpg" width="640" /></a>

Utilit&agrave; di carico 
I ridottissimi ingombri laterali rendono ogni spostamento in citt&agrave; facile e veloce e i tre portapacchi tornano utili in varie occasioni, a patto di fare attenzione con quelli posteriori, che una volta aperti allargano parecchio l&rsquo;ingombro laterale richiedendo attenzione nei passaggi pi&ugrave; stretti. Ad ogni sosta ci &egrave; mancato da morire un bloccasterzo da chiudere velocemente per poter lasciare incustodita la moto e di questo facciamo richiesta ufficiale a Borile per i prossimi modelli! A volerla dire tutta, anche una singola chiave per accensione e serbatoio non sarebbe sgradita, ma questo &egrave; un male minore&hellip; 
La ciclistica &egrave; estremamente agile soprattutto grazie a un avantreno molto reattivo, che risponde anche troppo celermente ai comandi tendendo a scendere velocemente all&rsquo;interno delle curve e richiedendo accortezza per non incappare in qualche sottosterzo. Complici i morbidissimi pneumatici trialistici, la precisione in velocit&agrave; non &egrave; delle migliori e la sensazione di sentire il posteriore che scodinzola ad ogni variazione di traiettoria &egrave; piuttosto marcata. Anche in curva i morbidi tasselli laterali consigliano sempre di non esagerare evidenziando decise oscillazioni al crescere dell&rsquo;inclinazione. Quello che ci ha stupiti in positivo &egrave; il reparto sospensioni, che innanzitutto vanta un buon bilanciamento tra forcella e ammortizzatori, poi a fronte di un setting piuttosto morbido, ha un buon comportamento sulle asperit&agrave; pi&ugrave; pronunciate, grazie ad una efficace frenatura idraulica che evita eccessivi fondocorsa. Quello che invece ci ha impressionati in negativo &egrave; il singolo disco freno anteriore, che pur mostrando buona modulabilit&agrave;, non ha sufficiente potenza nelle pinzate pi&ugrave; decise, quando due dita sulla leva non riescono ad assicurare pronte risposte e la mano &egrave; costretta a sforzi eccessivi. Nulla da dire invece sul posteriore, rivelatosi discretamente modulabile e potente.

Onesta e vibrante 
Non si possono pretendere grandi prestazioni dal monocilindrico a 4 tempi, che svolge onestamente il proprio lavoro garantendo un discreto tiro e trattabilit&agrave; nel salire di giri e che richiede di essere strapazzato a dovere per essere brillante. Nei percorsi extraurbani in accelerazione ci si ritrova a snocciolare le marce con il gas sempre a manetta e dopo un discreto lancio si sorpassano di pochissimo i 100 km/h, con il propulsore che frulla deciso. Tirare le marce al limitatore non serve, perch&eacute; il poco allungo consiglia di cambiare rapporto molto prima. In questo frangente le vibrazioni su pedane e manubrio non mancano, tanto da alterare la visione dagli specchietti retrovisori anche di giorno. 
Tutto sommato, la Multiuso risulta divertente da guidare a patto di tenere sempre presente di avere sotto il sedere un piccolo 4 tempi ad aste e bilancieri. Caricarla su un camper o un furgone per portarsela appresso in vacanza potrebbe esse una scelta azzeccatissima per chi volesse utilizzarla come utile mezzo di spostamento, oltre che per fare qualche esplorazione in fuoristrada nei luoghi visitati. 
La sella offre anche il posto per il passeggero, che consigliamo per&ograve; di trasportare solo per brevi tratti, visto che l&rsquo;abitabilit&agrave; per entrambi si riduce ai minimi termini. Il posteriore si schiaccia troppo e diventa fonte di numerosi fondocorsa, mentre la poca potenza del propulsore mortifica ingiustamente la Multiuso rendendola lenta in accelerazione.

Borile Multiuso

Colorazioni

Design

Di serie

Rifiniture

Accessori

Comfort Pilota

Comfort passeggero

Vibrazioni

Sospensione anteriore

Sospensione posteriore

Protettività

Manovrabilità

Comandi

Cavalletti

Antifurto

Strumentazione

Retrovisori

Rumorosità

Illuminazione

Capacità di carico

Maneggevolezza

Frenata

Stabilità

In piega

In coppia

Erogazione motore

Cambio

Frizione

Trasmissione

Pneumatici

Peso

Velocità

Accelerazione

Ripresa

Consumi

Spazi di arresto

Potenza

Coppia

Prezzo

Voto complessivo

Piccola, essenziale e facile, l’originale creazione di Borile si presenta come una particolarissima due ruote dal carattere ben definito. Forme molto particolari e un aspetto a mezza via tra il ludico e il tecnico

Borile Multiuso

Pagella

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