Viaggio in Cina: nel cuore del dragone 

Sembra un sogno, ma non lo è. Stiamo viaggiando in assoluta libertà in sella a una moto, in quella Cina che, da casa, ci appariva così lontana, misteriosa e inaccessibile da rendere quasi incredibile questo viaggio
Viaggio in Cina: nel cuore del dragone 

Emilio Salvadori e Cristina ZoliEmilio Salvadori e Cristina Zoli

Pubblicato il 29 dicembre 2025, 10:06

Sono passati diversi giorni da quando abbiamo lasciato gli amici di City Traveler Magazine che ci avevano invitato come ospiti d’eccellenza a partecipare alla V edizione del Motorcycle Festival di JinYun, rendendo così possibile questo nostro viaggio in Cina.
In fondo, lo stabilimento della Znen (Zhongneng Vehicle Group Co.) dove viene montata la Moto Morini X-Cape, proprio come la nostra, è a Taizhou, a poco più di 150 km da JinYun, e se non è un segno del destino questo... Detto fatto: Milano Linate, Shanghai, Taizhou per salire in sella a una sfavillante X-Cape 700 che in quel momento non era ancora arrivata nei saloni dei concessionari Moto Morini in Italia. 

Se lo sbarco nella capitale economica e finanziaria della Cina ci aveva tramortito, ancor di più lo è stato il ritrovarsi insieme a oltre duemila motociclisti cinesi per condividere la passione per la moto. Honda Goldwing, BMW, Harley-Davidson nei modelli più prestigiosi, ma anche le top di gamma di Ducati, Kawasaki e KTM, e perfino qualche Bimota, insomma il meglio della produzione motociclistica mondiale affiancato dai nuovi gioielli su due ruote con cui le Case produttrici cinesi stanno facendosi conoscere e apprezzare, dopo tanto scetticismo, anche qua a casa nostra.

 

 

Indice:

  • Il viaggio in Cina: da Shanghai a Zhangjiajie;
  • Informazioni utili per viaggiare in Cina (pag.2).

Cina: i limiti per le moto

Le autostrade cinesi - che avremo modo di conoscere in altre occasioni apprezzando l’alta qualità con cui sono realizzate - sono off limits per le moto, sembra a causa degli incidenti che si sono verificati durante il periodo, non troppo distante, in cui anche le due ruote potevano circolare. Non saranno le uniche limitazioni riservate alle moto, scopriremo, tanto è vero che anche Amap, il navigatore cinese che stiamo usando, ha tra le varie opzioni un menù dedicato specificamente alle due ruote. Limiti che non troveremo solo sulle highway (a pagamento) o sulle expressway, ma anche, questa volta per motivi legati all’inquinamento più che alla sicurezza, in diverse delle città o contee che incontreremo lungo il nostro entusiasmante viaggio (a Xiamen o nel Guangdong, ad esempio) dove la circolazione è interdetta alle moto.

Condividendo le strade nazionali con gli enormi, infiniti, camion, attraversiamo risaie, campi coltivati, paesi e città superando nel loro attraversamento un numero incalcolabile di semafori. Giungendo nei centri urbani sono gli alti grattacieli ad annunciare già da lontano la zona abitata. La velocità è rigidamente controllata e soprattutto rispettata, 50, 60, eccezionalmente fino agli 80 km/h, contribuendo così a innalzare la sicurezza stradale. I distributori sono frequenti ma qui è ancora Amap ad aiutarci, indicandoli con un menù apposito; proprio come quello, altrettanto importante, del food che – credeteci – non è facile da individuare. Qua nessuno parla inglese e farsi capire diventa sì complicato ma allo stesso tempo anche divertente. Fortuna che iniziamo a prendere confidenza con il metodo di pagamento, tutto elettronico attraverso le app Alypay e WeChat, il che ci tranquillizza molto.

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Valle di Wanhxian

Dopo 350km, con il buio raggiungiamo la Valle di Wanhxian nella provincia di Jiangxi, ed è subito amore. “Contemplare gli Immortali” è il significato del nome “Wangxian” che risale alla dinastia Han Orientale. Durante la dinastia Tang fu un importante centro commerciale lungo la Via della Seta, dove per centinaia di anni mercanti e viaggiatori si sono incontrati per scambiare merci e idee. La valle è un insieme di canyon, villaggi e templi aggrappati alla roccia, in un susseguirsi di piccoli ristoranti e negozi di artigianato locale, ponti in legno e in pietra, e poi ruscelli, fiumi, cascate che hanno reso la visita di questo luogo uno degli appuntamenti più affascinanti di tutto il viaggio.
La strada da trafficata incomincia a farsi godibile. Le curve che ora si inerpicano sul monte allontanano il traffico pesante donando il piacere più puro del viaggiare in moto. La X-Cape 700, coi suoi nuovissimi 70 CV e la sua coppia rivitalizzata, sembra fatta apposta per un viaggio come questo che al gusto della guida vuol associare il piacere del paesaggio o della conoscenza di città come Jingdezhen su cui ora puntiamo.

Jingdezhen è celebre per essere stata la capitale mondiale della porcellana, e probabilmente, come testimonia la bellezza del suo museo, lo è ancora. Un’arte che si è perfezionata sotto la dinastia Ming tanto che – siamo nel 1540 – fu calcolato fossero più di 10.000 le persone impegnate nella lavorazione di questo raffinato prodotto che per centinaia di anni ha viaggiato via terra e via mare lungo tutta la Via della Seta, scambio culturale e commerciale prediletto tra Oriente e Occidente.

Delle tracce di questo passato Jingdezhen è ricca, così come alcuni altri luoghi dell’immediata periferia come Yaoli. Anche questo villaggio vanta una storia che risale a oltre 2000 anni fa quando era un importante centro per la produzione di porcellana e ceramica. Oggi, dispersa nella campagna, si erge - in uno spettacolo incomparabile - una serie di palazzi, alcuni dei quali circolari, dalle pareti fantasmagoriche ricoperte da ceramiche. Sono il frutto del sogno di un’anziana signora che, diventata ricca, ha investito i risparmi di una vita per ricostruire questi edifici dai mille colori.

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Lushan Mountain

Lushan Mountain, annoverato tra i beni tutelati dall’Unesco, è la prossima meta, un luogo la cui bellezza del paesaggio ha ispirato nel tempo uomini di fede e artisti, poeti e dignitari, studiosi e scrittori che qui hanno trovato alimento per perseguire la propria ricerca individuale. Templi, pagode, grotte ma anche oltre 600 ville che, spesso risalenti alla fine dell’800, testimoniano il richiamo esercitato da questa meta tra le più famose della Cina.
Ma per i motociclisti non è semplice raggiungere il cuore del Parco Nazionale di Lushan, a causa dei divieti che espressamente lo impediscono tanto che non rimane altro che lasciare la moto nel parcheggio della cabinovia e, raccolto l’essenziale, raggiungere l’hotel che ci aspetta al termine della salita a Guling.

I parchi nazionali cinesi – lo constateremo poi anche in altre occasioni nel corso del viaggio – hanno infatti una gestione che, divieto per le moto a parte, troviamo intelligente poiché offrono, una volta superato l’ingresso, dopo aver pagato il biglietto, lo spostamento all’interno dello spazio tutelato mediante un sistema di navette collegate tra loro. Certo, lasciare la moto non ci lascia proprio con l’animo tranquillo, ma la Cina è capace di stupire anche su questo, garantendo sotto il profilo della sicurezza standard altissimi.

Yueyang

Sono oltre 700 i km che ci separano da Zhangjiajie, la tappa più a occidente del nostro itinerario. Niente di meglio quindi che puntare sull’antica città di Yueyang seguendo per lunghi tratti il corso di un fiume dal nome epico. È lo Huang He, il grande Fiume Giallo che con i suoi 5.464 km di lunghezza è uno dei fiumi più lunghi del mondo, le cui acque, attraversando un altopiano formato da un materiale finissimo di color giallastro, si tingono di giallo, da cui il nome. È lungo le sue sponde che ora viaggiamo, incantati dal lento scorrere delle enormi chiatte che navigano trasportando merci.
Siamo all’imbrunire quando raggiungiamo la città e i suoi grattacieli, anch’essi come in tante delle città che attraverseremo, illuminati da giochi di luce che ne definiscono i profili in uno scenario fantastico. Situata sulla cinta muraria della porta occidentale dell’antica città, la Torre di Yueyang, con le sue forme eleganti e senza tempo, domina le acque del lago Dongting su cui veleggiavano le antiche navi cinesi trasportando merci pregiate. Impreziosita dal giallo del tetto e dalle curve morbide della grondaia, il profilo della torre ha un’originale struttura a elmo che la rende unica nell’intera Cina, così progettata – narra la leggenda – per commemorare Lu Su, famoso generale del periodo dei Tre Regni. 

Zhangjiajie: il panorama che ha ispirato il film "Avatar"

Anche Zhangjiajie, la nostra prossima tappa, deriva il proprio nome da un passato lontano, onorando quel Zhang Liang che secondo la leggenda si rifugiò in questi luoghi inaccessibili per sfuggire ai nemici. Ma più che a una storia lontana legata a un generale della dinastia Han, Zhangjiajie, deve la sua fama all’essere un vero e proprio capolavoro della natura dove migliaia di pilastri di quarzarenite dalle forme ardite si innalzano col proprio carico di poesia verso il cielo, fino a raggiungere col pilastro più celebre, che prende il nome di “Pilastro del Cielo Meridionale”, l’altezza di 1080 metri.
Ne scaturisce un mondo fantastico, così straordinario da avere ispirato anche il regista canadese James Cameron nell’immaginare il mondo primordiale di Pandora, nel suo celeberrimo film Avatar.

Fondato nel 1982, quello di Zhanjiajie è stato anche il primo parco nazionale della Cina e, per queste sue formazioni rocciose scolpite dagli agenti esogeni in oltre 380 milioni di anni di erosione, è stato dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1992.
Il Parco di Zhangjiajie si divide in tre zone principali, l’area panoramica di Wulingyuan, il Tianmen Mountain e il Gran Canyon, situate a qualche decina di km di distanza l’una dall’altra. È dall’ingresso di Wulingyuan che decidiamo di iniziare la visita partendo ben presto la mattina per limitare i picchi dei visitatori.
Sì, perché il Parco di Zhangjiajie per le sue bellezze è un vero e proprio catalizzatore di turisti da tutto il mondo, tanto che nel 2024 l’aeroporto di Zhangjiajie ha registrato più di 300.000 passeggeri in entrata e in uscita, con un aumento del 33% rispetto al flusso totale dell’anno precedente. È già col primo step che si entra in questa atmosfera irreale, quando, oltrepassato l’ingresso, la cabinovia da terra si innalza verso il cielo attraversando il panorama dei pinnacoli di quarzarenite. Emozioni, ma con tanta folla in meno, che proseguiranno l’indomani con la visita al Gran Canyon del parco, a una ventina di km da Wulingyuan. 

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Cosa ci aspetta nella PARTE 2

Quella che ci aspetta, infatti, è l’emozione di camminare sul ponte di vetro più lungo del mondo, che la trasparenza del materiale rende così irreale da creare l’illusione di essere sospesi nel vuoto. Lungo 430 metri, largo 6, il ponte si trova a un’altezza dal fondovalle di 300 metri.

Uno spettacolo che continua una volta attraversato il canyon ed essere scesi fino a valle seguendo il corso del fiume per i cinque chilometri che ci separano dal parcheggio dove avevamo lasciato la moto. Ponti, cascate, piccole dighe, enormi caverne, un’immersione nella valle e nel silenzio dove il tempo per un po’ si è fermato.
Sarà lo spettacolo dei giochi di luce di Wulingyuan che da tre giorni ci ospita a chiudere questa full immersion nella natura e, con essa, anche la prima parte di un viaggio che, scendendo verso sud per poi chiudere il cerchio verso il mare e risalire in direzione di Shanghai, avrà altre straordinarie mete e storie da raccontare.

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