Turismo In Moto, da Bari al Gargano: meraviglie di Puglia

Turismo In Moto, da Bari al Gargano: meraviglie di Puglia

Nel nord della regione, un itinerario double face che mescola il piacere di visitare luoghi unici al mondo, col gusto autentico di guidare la moto su un bel percorso tutte curve

Redazione - @InMoto_it

27.04.2021 12:35

testo Diego D'Andrea | foto Giovanni Carlo Nuzzo

Da qualunque lato la si raggiunga, e ovunque ci si diriga, è davvero difficile rimanere delusi da un viaggio in Puglia. Con questo itinerario abbiamo voluto catturare alcune delle più intriganti suggestioni del nord della regione, cercando di accontentare un po’ tutti, dagli amanti delle vedute senza fine, agli appassionati di curiosità e luoghi d’arte, fino ai piegatori più incalliti.

Si parte dal centro storico di Bari. Attraversate Modugno, la bella Bitonto (fermatevi a visitarla, ne vale la pena), e superata Ruvo di Puglia, ci s’infila nei territori del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, fino al magnifico Castel del Monte. Dopo averne gustato a pieno le atmosfere misteriose, si torna in sella e ci si dirige nuovamente verso la costa, che si ritrova all’altezza di Margherita di Savoia. Ancora qualche chilometro, e superata Manfredonia, nei pressi di mattinata, l’itinerario cambia radicalmente volto: siamo nel Gargano, terra di mare, di borghi assolati e paesaggi emozionanti. Proprio come le pieghe che si possono godere lungo la litoranea SP53 fino a Peschici, o tuffandosi nell'entroterra, nel verde della Foresta Umbra.

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Bari Vecchia, suggestivo centro storico

La città di Bari, capoluogo della Puglia, è divisa in due zone: Bari Nuova, la parte moderna in cui si trovano uffici e negozi; e Bari Vecchia, il suggestivo centro storico. Quest’ultima ha come punto di riferimento la Basilica di San Nicola, e proprio da qui, può partire un piacevolissimo itinerario urbano alla scoperta di questa parte della città, più caratteristica e autentica. Edificata tra l’XI e il XII secolo, la basilica è il più grande esempio di arte romanica in Puglia. La facciata, incorniciata da due torrioni, si presenta sobria, ma maestosa, con due portali laterali più piccoli e quello centrale di dimensioni maggiori. Al suo interno sono conservati i resti di San Nicola, patrono della città, e nel corso dell’anno sono numerosi i pellegrini (anche stranieri, di fede ortodossa), che vi fanno tappa.

Visitata la basilica si prosegue per via Venezia, detta anche “Muraglia barese”, perché segue il percorso delle antiche mura della città, restaurate intorno all’ottocento da Gioacchino Murat. Da qui si può abbracciare, con lo sguardo, quasi tutto il lungomare, oltre ad ammirare i caratteristici scorci sui vicoli. Lasciata via Venezia ci si dirige verso piazza Mercantile, detta anche Piazza Grande, dove troneggia il Palazzo del Sedile con la Torre dell’Orologio: un tempo questo edificio ospitava il Governo della città. Si riprende a camminare in direzione Piazza del Ferrarese, il luogo della perdizione, in cui fare incetta di focaccia, panzerotti e altre succulente specialità baresi. Solo l’anticamera di quello che si può scoprire nella tappa successiva, che raggiunge il regno della signora Nunzia, all’Arco Basso. Lei è una delle cosiddette “Signore delle Orecchiette”, ormai note in tutto il mondo e impegnate nella realizzazione di questa specialità barese direttamente in strada. Si lascia l’Arco Basso e si prosegue alla volta del pittoresco largo Albicocca, ormai conosciuto da tutti come “Piazza degli Innamorati”.

Da un po’ di tempo, infatti, la sera di San Valentino diventa il palcoscenico di numerose coppie, che si dedicano serenate e canzoni d’amore. La passeggiata nel cuore di Bari vecchia volge al termine e si avvicina all’ultima tappa, la Basilica Cattedrale San Sabino, in Piazza dell’Odegitria. Un altro esempio di arte romanica in luminosa pietra calcarea, che ne fa brillare ancora di più il rosone. Qui, il 21 giugno, nel giorno del solstizio d’estate, all’interno è possibile osservare un fenomeno insolito: verso le 17.00, i raggi del sole che penetrano dal rosone vanno a combaciare con i petali della rosa del pavimento della navata.

Castel del Monte

Castel del Monte, nel 1996 dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, sorge nel comune di Andria. Fu Federico II di Svevia, nel 1240, a commissionarne la costruzione. Nonostante nella tradizione sveva il termine “castrum” indicasse strutture di difesa, si può plausibilmente ritenere che Castel del Monte non ricoprisse questo ruolo. I due livelli su cui si articola il castello sono composti entrambi da otto sale a pianta trapezoidale, a formare un ottagono. Sugli spigoli si innalzano otto torri della stessa forma, mentre intorno, l’edificio è arricchito da un giardino anch’esso di forma ottogonale. Il castello è ricco di simbologie, com’è evidente dalla continua ricorrenza del numero otto. La struttura è costituita da una pianta quadrata sormontata da un cerchio, e rappresenta la terra posta sotto il cielo. Tra questi si pone l’ottagono, che simboleggia la presenza dell’uomo tra le due dimensioni. Come si può facilmente intuire, sono tanti i misteri e gli enigmi di cui è ricco Castel del Monte, e che ancora oggi non sono stati decifrati.

Un percorso iniziatico? Lo scrigno che conteneva il Graal? Il simbolo della corona imperiale di Federico II? Un osservatorio astronomico? Magari fu semplicemente una sontuosa dimora di caccia. Prima che il mistero venga svelato, correte a visitarlo... farà tutto un altro effetto.

Gargano, pura meraviglia

Soprattutto se si evita la calca agostana, andare alla scoperta delle strade del Gargano è pura meraviglia: un piccolo paradiso di silenzio, mare, borghi storici e boschi profumati. Nonostante siano belle e numerose le strade che attraversano lo “sperone d’Italia”, per panorami e località lungo il percorso, il tracciato che vi proponiamo - da Mattinata a Peschici, e ritorno - riesce a esprimerne a pieno l’essenza: due le strade interessate: la litoranea SP53, e poi sulla SS89, che si infila nel fitto della Foresta Umbra. Giungendo da Manfredonia, Mattinata si trova subito dopo Monte saraceno. Inizia da qui la galoppata sulla SP53 in direzione Vieste (badando bene di prendere il tratto costiero, evitando la galleria Palombari).

Sublimi le vedute sul mare, come quella sulla Baia delle Zagare o sull’Arco di San Felice (obbligatoria la sosta presso l’omonima torre per uno scatto). Molto bella anche Torre dell’Aglio, che si raggiunge attraverso una piacevole deviazione dal percorso principale, che scende verso Pugnochiuso, con le sue grotte e il suggestivo faro. La lunga spiaggia del Castello preannuncia l’arrivo a Vieste, adagiata sul suo sperone roccioso, che infilza il mare Adriatico. A caratterizzare il panorama, Il suggestivo “pilone” di calcare, simbolo della città, legato a un’antica leggenda d’amore e gelosia cantata da Max Gazzé ne “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.

Dopo una bella passeggiata si riparte. Non prima, però, di aver raggiunto la Cattedrale e il castello Svevo, e aver visitato uno dei caratteristici trabucchi della zona fino a raggiungere Peschici. Da qui Lo scenario cambia. Puntando le ruote sulla SS89, ci si inoltra subito nell’entroterra, immergendosi pian piano nel fitto della Foresta Umbra, attraversando il Valico del Lupo (682 m) e le pendici del Monte Sacro, per far poi nuovamente ritorno a Mattinata.

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