Test Ducati Multistrada V4 S 2025, crossover hi-tech

Test Ducati Multistrada V4 S 2025, crossover hi-tech#sottoesame

Con un’ulteriore iniezione di tecnologia, la nuova Multistrada diventa ancora più confortevole e intuitiva, senza perdere un briciolo di sportività

28.10.2024 17:06

Multistrada V4 2025: elettronica HI-TECH

La vera novità però è l’incredibile livello raggiunto dall’elettronica. La Ducati Multistrada V4 2025 sfrutta il DVO (Ducati Vehicle Observer), un sistema già visto sulla Panigale che, simulando l’input di 70 sensori virtuali e interpolandoli con i dati della piattaforma inerziale, permette di avere controlli elettronici più raffinati (controllo di trazione, anti-wheelie e ABS Cornering) e capaci di auto-regolarsi in base alla situazione.

A livello di elettronica, si segnala anche il debutto del nuovo Riding Mode Wet (oltre ai già presenti Sport, Touring, Urban ed Enduro), della mappa motore Off-Road (114 CV), dei tre livelli di freno motore, dei nuovi livelli di riscaldamento per manopole e selle, del nuovo sistema Forward Collision Warning (grazie al radar anteriore avvisa il pilota tramite un segnale luminoso del pericolo di impatto frontale), delle nuove e più efficaci Cornering Lights (illuminano meglio la strada) ma soprattutto della nuova frenata integrale. Questa utilizza sia la strategia front-to-rear (gestisce il freno posteriore anche azionando il solo comando anteriore) sia la rear-to-front (ottimizza la potenza frenante quando si agisce sul solo comando posteriore, intervenendo sull’anteriore).

Altra chicca elettronica è l’abbassatore, che Ducati chiama Automatic Lowering Device: la moto si "abbassa" automaticamente quando si scende sotto i 10 km/h. Infine, Il cruscotto TFT a colori da 6,5 pollici è stato aggiornato nell’interfaccia utente.

Ducati Multistrada V4 2025: ciclistica

E la ciclistica?
Tutto identico…tranne qualcosa. Il telaio della Ducati Multistrada V4 2025 rimane una monoscocca in alluminio con forcellone bibraccio, ma quest’ultimo ora è montato su un perno posizionato 1 mm più in alto.

Ma perché si alza il cosiddetto pivot forcellone?
Per ridurre l’effetto anti-squat, che in pista ti serve per aumentare il tiro catena, in strada per mantenere la moto più in assetto anche a pieno carico. Sulla versione S sono confermate le sospensioni semiattive Marzocchi con tecnologia Skyhook, ma grazie a un nuovo sensore montato sulla forcella e a una funzionalità predittiva dell’elettronica (Ducati la chiama bump detection), la centralina dovrebbe adeguare in pochissimi millisecondi la risposta della sospensione posteriore (ma anche della forcella…) alle asperità stradali. Non mancano un nuovo disco freno posteriore (280 mm vs 265), una sella pilota più confortevole a livello di schiumato e un posto passeggero più spazioso, grazie agli attacchi delle borse arretrati e a un nuovo supporto top case. Inediti anche i cerchi forgiati (optional, -2 kg rispetto a quelli standard fusi) e i cerchi a raggi (-3 kg rispetto ai precedenti).

Confermati bene o male i pesi, 229 kg la standard senza benzina (serbatoio da 22 litri). La sella normalmente è a 840 mm, ma esistono tantissime possibilità di regolazione e di selle più basse (oltre al kit di abbassamento che prevede molle sospensioni più corte); si può arrivare addirittura a 795 mm, roba da scrambler di media cilindrata (senza contare l’ulteriore aiuto del nuovo abbassatore).

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