Altra importante eliminazione è quella della GSX-S1000, uscita per quarta da questa finale. Tutti siamo rimasti sorpresi dal suo motore, un toro vecchia scuola che, all’occorrenza, spara via come missili verso la curva successiva. I motivi per cui è uscita sono due: il primo è che si tratta di una naked, categoria da sempre penalizzata in una prova come questa (no spazio per il passeggero, no borse, no comfort aerodinamico).
L’altro motivo riguarda la ciclistica. Non va male in assoluto, anzi, infonde molta fiducia fin dai primi metri. Quando però si aumenta l’andatura si dimostra poco precisa. Un po’ sono le sospensioni, che accetterebbero sicuramente una taratura più sostenuta. Un po’ è la particolare scelta della misura degli pneumatici. Ci riferiamo ovviamente al posteriore 190/50, che oltre a essere una misura non così frequente (alcune aziende di pneumatici non lo producono più), ha un profilo non omogeneo con l’anteriore.
Il risultato è una discesa in piega poco naturale: veloce nei primi angoli di inclinazione, la GSX sembra poi “fermarsi”; per piegare di più bisogna fidarsi e spingere di più sulla pedana interna, utilizzando il manubrio come leva. Stiamo ovviamente parlando di finezze, perché il pacchetto generale è più che convincente, ma quando la sfida è così serrata, ogni dettaglio conta.
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