Due moto, 24 gomme: ci siamo vestiti da collaudatori per giudicare, con metodo scientifico, il comportamento dei migliori pneumatici sportivi stradali. Ecco com’è andata

Pneumatici sportivi stradali: quali sono i migliori?

Quasi la metà degli pneumatici moto venduti nel mondo appartiene alla categoria degli sportivi stradali. Basterebbe questo dato a spiegare perché le aziende di gomme sono così attente, in fase di progettazione e sviluppo. Anche perché sono estremamente complicate da costruire, basti pensare a tutte le esigenze che devono soddisfare. Sono richieste prestazioni elevate su strada e adeguate in pista. Servono maneggevolezza, grip sul bagnato e anche una “vita” interessante. Non è facile, soprattutto se consideriamo che possono essere montati su mezzi di qualunque genere, dalle moto per neopatentati alle superbike, passando anche per le crossover (170 CV e 250 kg). 

Per giudicare in maniera scientifica le migliori protagoniste del mercato, le abbiamo messe alla frusta su una delle strade più rinomate a livello europeo: la SS 65 della Futa, nel tratto che parte da Loiano e arriva a Livergnano, per un totale (tra andata e ritorno) di circa 20 km. Un toboga perfetto per capire certe cose perché ha molti settori che stressano l’anteriore, vuoi per i cambi di pendenza, vuoi per le curve a lunga percorrenza. Due invece le moto scelte per la prova: una naked con pneumatico posteriore 180/55 (<a href="https://www.inmoto.it/news/test/primo-contatto/2021/03/23-4045410/test_nuovo_ducati_monster_2021_i_voti_del_sottoesame/" rel="noopener" target="_blank">Ducati Monster</a>) e una crossover sportiva con il 190/55 (<a href="https://www.inmoto.it/news/test/prove/2020/07/21-3190033/video-prova_bmw_s_1000_xr_sportiva_con_la_schiena_dritta_/" rel="noopener" target="_blank">BMW S 1000 XR</a>). 



Di carne al fuoco ce n’è davvero tantissima, ma ancora non vi abbiamo svelato i nomi dei protagonisti: Bridgestone Battlax Hypersport S22, Continental RaceAttack 2 Street, Dunlop Sportsmart MK3, Metzeler Sportec M9 RR, Michelin Power 5 e infine Pirelli Diablo Rosso IV. Dopo aver spiegato le nostre intenzioni a ciascuna azienda (e dopo avergli suggerito quale fosse il loro modello più idoneo per un confronto simile), alcune di queste hanno deciso di partecipare con un altro modello di pneumatici. Ci riferiamo soprattutto alla scelta di Continental, i RaceAttack 2 Street, che nascono come pneumatici estremamente sportivi, “ideali anche per gli spostamenti tra un circuito e l’altro” per citare l’azienda stessa. Per quanto ci riguarda, noi avremmo ritenuto più idonei i Continental SportAttack4, pneumatici sportivi/stradali fatti e finiti. Ma bando alle ciance, tuffiamoci in questa prova! (Alla fine trovate anche la pagella con i nostri voti). 

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<h3 class="p1">Bridgestone Battlax Hypersport S22</h3>



Le S22 sono sul mercato già da un paio d’anni (scarsi); sono ottime secondo Bridgestone per soddisfare le richieste sempre più esigenti degli amanti della guida sportiva su strada, ma allo stesso tempo non disdegnano saltuarie scorribande tra i cordoli di un circuito. L’anteriore è un bimescola ad alta percentuale di resina: questo dovrebbe garantire un ottimo grip, specialmente alle basse temperature. Il posteriore invece utilizza la tecnologia 5LC, che sfrutta cioè tre mescole differenti: dura nella fascia centrale più altre due, via via più morbide procedendo verso la spalla.



Bridgestone dichiara un utilizzo 50/50 strada/pista, e in effetti la loro intrinseca sportività si percepisce da subito. La carcassa è rigida, più della maggior parte dei concorrenti, e questo influisce su tutta la guida. Fin dai primi metri infatti ogni avvallamento è trasmesso senza troppe esitazioni alle terga del pilota, e a risentirne è proprio il comfort. Questo però significa anche che, quando si fa sul serio, si viene ripagati con una grande sensazione di appoggio e un grip notevole. Sono gomme rigide, ferme, che anche se maltrattate col gas o con il freno anteriore non trasmettono strani ondeggiamenti e il manubrio è sempre ben saldo tra le mani. 



La discesa in piega è neutra: non è la più rapida, ma nemmeno la più lenta. Soltanto nei cambi di direzione richiedono uno sforzo maggiore dei concorrenti più agili, Pirelli e Michelin in primis, ma una volta superata questa leggera inerzia si appoggiano sulla spalla e lì rimangono. Sono ottimi pneumatici per chi cerca una via di mezzo, tra strada e pista, sempre precisi e decisamente molto stabili a moto inclinata. 

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<h3 class="p1">Continental ContiRaceAttack 2 Street</h3>



Come già anticipato, i RaceAttack2 Street sono pneumatici fortemente orientati all’utilizzo in pista ma che non disdegnano anche qualche sgambata per strada. Il battistrada privo di intagli sulle spalle, il profilo studiato per la massima superficie d’appoggio e la costruzione ottimizzata per l’uso con pressioni ridotte sono tutte caratteristiche in comune con le gomme da pista, come anche la fascia centrale del battistrada piena (maggiore area di contatto a terra e quindi maggiore durata). Al posto del multimescola utilizzano la tecnologia MultiGrip, che dona a una singola mescola diverse caratteristiche a seconda della zona. 



La loro indole sportiva è evidente già alla vista: gli intagli sono molto ridotti e il profilo dell’anteriore nella zona delle spalle (praticamente slick) è molto verticale. Questo comporta una discesa in piega poco omogenea, tipica degli pneumatici più sportivi: la prima parte è rapida, quasi nervosa, ma una volta arrivati nella zona delle spalle rallenta vistosamente, come se si appoggiasse sull’asfalto. 



Ecco perché non ci sentiamo di consigliarle a chi è meno esperto. D’altra parte, una volta piegati si può contare su un appoggio granitico e su una stabilità eccezionale, che permettono di aprire il gas anche a moto molto inclinata. Le consigliamo dunque a chi ha già esperienza di guida in pista: apprezzerete la loro estrema maneggevolezza nella prima parte di piega e il loro grande appoggio a moto piegata, a patto di tenerle sempre bene in temperatura.

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<h3 class="p1">Dunlop Sportsmart MK3</h3>



L’azienda inglese ha una vastissima gamma di pneumatici pensati per il cosiddetto sport-touring. Il primo posto nella catena alimentare è occupato dagli SportSmart TT, 50/50 strada/pista, ma un gradino appena sotto troviamo questi MK3 (90/10 strada/pista). Anteriore monomescola, posteriore bimescola, gli MK3 (presentati ormai nel corso del 2019) dovrebbero essere gli pneumatici della svolta, per Dunlop, che da sempre divide un po’ i pareri: o si ama, o si odia. Parlando in senso generale, Dunlop infatti predilige carcasse rigide, che a discapito di un po’ di comunicabilità, offrono tanto grip e trazione, soprattutto a moto inclinata.



Questi MK3 non sono una rivoluzione, piuttosto un’evoluzione (in meglio) di questa filosofia. Richiedono infatti un discreto sforzo per inclinare la moto, come se ci fossero più chili da spostare rispetto alle altre gomme (in effetti sono le più pesanti…sarà per questo?), ma una volta fatto questo piccolo sacrificio, si può contare su un rigore assoluto. 



La discesa in piega è neutra, senza scalini, e l’appoggio a centro curva è eccezionale. Una volta infilata la traiettoria giusta si può contare su una stabilità strabiliante, come se l’avantreno entrasse in un binario. Freno in mano, inserimento in curva, nessun movimento strano da segnalare e una volta mollati i freni la traiettoria viene mantenuta perfettamente. Sono pneumatici precisi, stabili, che a discapito della maneggevolezza estrema di alcuni concorrenti offrono un rigore invidiabile. Le consigliamo quindi a chi fa un utilizzo della moto spiccatamente sportivo e soprattutto ai possessori di moto agile: la loro stabilità smorza in parte il nervosismo intrinseco delle naked (per esempio la Monster), ma forse penalizza la maneggevolezza di moto già di per sé pesanti (per esempio l’XR).

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<h3 class="p1">Metzeler Sportec M9 RR</h3>



Metzeler è l’unico marchio al mondo a produrre solo ed esclusivamente pneumatici moto. Per quanta riguarda gli sportivi stradali, nel corso del 2020 hanno presentato questi nuovi M9 RR, che oltre alle grandi prestazioni dovrebbero garantire un’ottima versatilità. Per questo hanno optato per la soluzione bimescola su entrambi gli pneumatici. La tecnologia Cap&Base prevede che la mescola dura, al centro, si infili sotto a quella morbida, ai lati, per migliorare la stabilità ed evitare discontinuità di comportamento. 



RR sta per Road Races, le gare su strada, dove Metzeler dice di aver sviluppato questi M9. E in effetti l’indole è decisamente sportiva, a sensazione più dei cugini Pirelli Diablo Rosso IV. La discesa in piega è leggermente più lenta e macchinosa ma al tempo stesso più controllata: se cercate pneumatici che enfatizzino l’agilità, rivolgetevi altrove. Poi però la moto si inclina e si arriva alla zona delle spalle, dove le M9 assicurano una rassicurante sensazione di appoggio. Solamente Dunlop e Continental sono più rigorose. 



Come nel caso di Pirelli, hanno il grande pregio di saper comunicare con il pilota, aumentando così la fiducia per entrare più forte in curva. Di effetto auto-raddrizzante non vi è traccia e nemmeno di strani ondeggiamenti. Forse a moto molto inclinata si vorrebbe ancora più precisione e stabilità, ma parliamo di andature decisamente oltre i limiti della guida su strada. Sono dunque pneumatici sportivi molto versatili, che si adattano bene a qualunque genere di moto. 

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<h3 class="p1">Michelin Power 5</h3>



Anche nel mondo degli pneumatici si adottano economie di scala, si sviluppano cioè diverse soluzioni sulla stessa piattaforma tecnica. Michelin questo lo sa bene: ecco perché la carcassa dei suoi pneumatici stradali è la stessa per tutti, mentre a fare la differenza subentrano i materiali, oltre naturalmente al battistrada e le mescole. I Power 5 sono pensati per naked e sportive (ma non sono indicati per l’utilizzo in pista) e promettono aderenza in tutte le condizioni, bagnato compreso, grazie alla tecnologia 2CT per l’anteriore (classico bimescola) e 2CT+ per il posteriore (bimescola con quella rigida centrale che scivola sotto la mescola morbida laterale per dare più sostegno). 



La Casa del Bibendum non è mai stata un riferimento tra i motociclisti duri&puri, ma con questi nuovi Power 5 ha compiuto un gran bel salto generazionale. Sono pneumatici che non richiedono particolari tempi di warm-up o periodi di adattamento: con i Power 5 si gira la chiave e si va, senza grandi preoccupazioni. Anche se c’è ancora la cera sulle spalle. Il loro punto forte infatti è senza dubbio la facilità di guida. La discesa in piega è veloce ma non furibonda. Questo rende la moto agile e svelta, intuitiva, senza però risultare nervosa. Si ha sempre tanto feeling, anche in frenata, ma quando si fa sul serio emergono i primi limiti. 



A elevati angoli di piega le Power 5 non danno la sensazione di essere aggrappate al suolo, e in effetti non è soltanto una sensazione. A centro curva c’è poca stabilità, soprattutto se si percorre con il freno leggermente azionato, e in uscita di curva il controllo di trazione interviene di frequente, specialmente nel caso della S 1000 XR, potente e pesante. In generale quindi non sono pneumatici precisi ad andature molto sostenute; sono pensati per un utilizzo spensierato, che alle forti frenate e accelerazioni prediligono la guida rotonda e fluida.

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<h3 class="p1">Pirelli Diablo Rosso IV</h3>



L’italianissima Pirelli ha recentemente presentato i Rosso IV, progettati a partire da un foglio bianco e sfruttando tantissimo l’esperienza nelle gare. Uno degli obiettivi era ottenere la massima omogeneità di funzionamento per tutte le misure, andando letteralmente a personalizzarle. Per esempio, le misure posteriori fino al 190/50 sono bimescola e disposte secondo uno schema Cap&Base. Dal 190/55 in poi invece si passa al tri-mescola: quella centrale, più dura, fornisce stabilità e alto chilometraggio. Quella intermedia invece è più morbida e deriva direttamente dalle mescole del Supercorsa SC. Lo stesso discorso vale per le carcasse.



L’azienda italiana ha investito tantissimo in termini di risorse, tempo e denaro, per sviluppare questi Rosso IV, e i risultati sono evidenti. Dimenticate le Rosso III: siamo su un altro pianeta. Il vero punto di forza di questi pneumatici è la loro capacità di trasmettere informazioni. Il pilota ha sempre l’esatta percezione di cosa stia accadendo sotto le ruote, sia a moto dritta, sia a moto inclinata. Specialmente l’anteriore, che sembra collegato direttamente alle sinapsi del pilota. 



Questa loro caratteristica lavora a braccetto con profili dei battistrada molto neutri, che quindi contribuiscono alla piacevole sensazione di naturalezza. Sono cose difficili da spiegare con numeri e tabelle, ma credeteci quando diciamo che con nessun’altra gomma viene così naturale iniziare a spingere. Anche perché quando si tratta di guidare, non si tirano certo indietro. Il grip è sempre elevato, la stabilità ottima anche a moto molto inclinata e la loro capacità di comunicarvi tutto (senza però incidere negativamente sul comfort) permette di tenere i freni tirati fin dentro la curva. Forse non garantiscono l’appoggio ai massimi angoli di piega di pneumatici più sportivi, ma il livello è comunque eccellente.

Gira pagina per leggere i voti finali: 

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<h3>Voti finali e considerazioni</h3>

Come avrete notato, non abbiamo messo la somma dei punti e c’è un motivo: ciascuno di noi, in base allo stile di guida e all'uso che fa della moto, dà il proprio peso ai singoli parametri. Perciò, meglio controllare i voti per singola categoria. Ne trovate una per il 180/55 (montata sul Monster) e un'altra per il 190/55 (montata su una BMW S 1000 XR). I tester hanno guidato sempre e solo la propria moto, per non farsi confondere o influenzare, ed ecco perché anche la compilazione delle pagelle è avvenuta senza confrontarsi.

Due moto, 24 gomme: ci siamo vestiti da collaudatori per giudicare, con metodo scientifico, il comportamento dei migliori pneumatici sportivi stradali. Ecco com’è andata