Comparativa naked di media cilindrata: lotta all’ultimo sangue!

 

Kawasaki Z900 - L’hooligan

Prendete un motore con due palle così, una ciclistica solida e comunicativa e avrete un quadro piuttosto preciso sulla Z900. L’anno scorso si è concessa all’elettronica (in particolar modo al controllo di trazione), e meno male. Il suo 4 cilindri è una vera forza della natura. Ai bassi regimi è fluido, pastoso, ma già in zona 3-4.000 giri cambia faccia. Il ringhio di aspirazione penetra nel casco e il 4 cilindri ficca un destro da KO, anche grazie ai rapporti sensibilmente ravvicinati. Un vero hooligan, di quelli che in settimana sollevano ghisa in palestra e la domenica sono pronti a far rissa allo stadio. Le sue forme aliene potrebbero non piacere a tutti, ma la sua guida metterà tutti d’accordo. Avete presente quando si dice “è una moto sincera”? La Kawasaki lo è.

Comunica tutto ciò che serve al pilota per gettarsi in curva come un falco. Non è la più svelta, né la più stabile, ma la sua ciclistica è comunque molto reattiva. Le sospensioni lavorano bene, specialmente la forcella (il mono invece, quando il ritmo si alza e si chiedono cavalli al motore, è il primo ad alzare bandiera bianca). E la posizione di guida invita a un’andatura all’attacco. È alta il giusto da terra e le terga si incastonano dentro la moto. Su una sella non molto confortevole, in verità. Ci si ritrova accovacciati e vagamente protesi verso il manubrio, che è largo correttamente. Ottima la frenata, potente e ben modulabile (segno che, in fin dei conti, un buon impianto con pinze assiali non è per forza da buttar via), mentre gli pneumatici di primo equipaggiamento sono il suo tallone d’Achille. Non offrono molto grip e tendono a “galleggiare” sull’asfalto quando ci si trova molto piegati. E poi diciamolo: un bel quickshifter non ci starebbe affatto male…Kawasaki, quando farai una Z900 R?