Sul tracciato di Vallelunga con la rinnovata SBK bolognese. Tante le novità per una moto diventata più facile e più veloce. Vi raccontiamo come è fatta e come va
Una giornata in pista con la nuova perla ipersportiva di Borgo Panigale mi ha fatto scoprire che il mondo delle Superbike omologate ha un nuovo punto di riferimento. Siamo sul circuito di Vallelunga, le condizioni meteo sono perfette. Al terzo giro, ho scavallato la linea bianca in terza marcia per entrare nella velocissima Curva Grande in quinta, poi sono passato alla T3, ancora in quinta, prima di frenare per le Cimini 1 e 2, affrontate in seconda. In questa sezione della pista si riesce a spremere il motore a dovere e così ho fatto. Sono sicuro che in Ducati avrebbero potuto aumentare ancora di più la potenza del V4 controrotante, ma si sono limitati a perfezionarlo con il risultato finale di 216 CV a 13.500 giri, 500 giri più in alto e solo 1 CV in più.
Il quickshifter bidirezionale 2.0 è fluido e veloce, e nella configurazione da gara serve soltanto tenere il gas aperto, accucciarsi dietro il cupolino (più alto) e cambiare marcia solo quando le luci dell’indicatore si illuminano sul nuovo cruscotto. Come la vecchia moto, è incredibilmente veloce e ama girare in alto. Con il mio ritmo in crescita, il miglioramento più evidente rispetto alla “vecchia” Panigale è di sicuro la maggiore stabilità. La V4 S che avevo guidato in precedenza era abbastanza stabile, ma a Vallelunga in quarta piena tendeva a ondeggiare leggermente e a sbacchettare, segnalando la prossimità del limite e costringendomi a cambiare marcia prima del previsto. La Panigale 2025, invece, è molto più prevedibile e già dalla prima sessione ho avuto più fiducia nello sfruttare a pieno la potenza. Dopo il terzo giro la differenza tra la vecchia e la nuova moto si inizia a notare parecchio.
Per la seconda sessione, il mio ingegnere di pista, Francesco, mi ha consigliato la modalità Race A, con potenza High (ma ancora non Full power) e la modalità sospensioni Active Track 1. Il che significa che le unità Öhlins sono ancora attive ma con un’impostazione ad hoc per la pista. Anche il controllo dello slittamento e dell’impennata sono ridotti ma ancora attivi, mentre l’ABS in curva rimane invariato. Configurata così, la stabilità rimane il punto forte e ad ogni giro ho più fiducia nel mantenere la marcia più a lungo e sfruttare tutta la potenza, anziché cambiare marcia in anticipo o essere delicato con l’acceleratore per mantenere l’assetto, come facevo sulla vecchia moto. Lo stesso vale per gli aiuti elettronici che si prendono cura di tutto, lasciandomi libero di andarci pesante con l’acceleratore, tenerlo tutto aperto, permettendo al Ducati Vehicle Observer (DVO) di fare il suo lavoro. In alcuni passaggi avverto la coppia ridursi mentre vengono corretti gli scivolamenti. È incredibile come la moto rimanga stabile. La vecchia Panigale era impressionante in frenata, ma la combinazione tra i freni Brembo Hypure e la nuova tecnologia crea un pacchetto estremamente potente. Ho potuto frenare tardi e con tanta forza, fino al punto di corda, in un modo che è quasi difficile da comprendere e spiegare. L’unico punto debole che ho trovato nell’impianto frenante è il livello di resistenza fisica del pilota! E poi c’è l’eCBS: con questo supporto aggiuntivo, il cambiamento più evidente è stato nell’ingresso iniziale in curva e in quelle a bassa velocità, dove lo sterzo è più preciso e raggiunge il punto di corda, mantenendo una linea più stretta.
Panigale V4 S 2025: le foto della prova
Lo scopo della nuova Panigale non è solo andare più forte. Un fatto interessante, infatti, è il cambio di approccio all’aerodinamica. Le nuove carene e la forma del serbatoio incoraggiano a buttarsi col corpo all’interno della curva
Guarda la galleryLink copiato