L'Alpen Masters elegge la regina della edizione 2022. Al termine di una sfida accesa andiamo a scoprire se la rossa bolognese riesce a tenere tutte sotto

Sfida alla Ducati Multistrada V4 S: lotta sulle Alpi per il trono di regina

Se le sono date di santa ragione, tutte e 8 le finaliste, per un posto da sfidante della Ducati Multistrada V4, vincitrice della <a href="https://www.inmoto.it/news/test/comparativa/2021/10/05-4779391/alpen_masters_2021_la_vincitrice_tra_le_curve_del_grossglockner">scorsa edizione</a> della probante Alpen Masters. Andiamo a scoprirle tutte insieme e vediamo chi è arrivata a conquistare lo scettro di regina delle Alpi 2023.

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<h2>9- Kawasaki Z 650 RS</h2>



L’apparenza inganna. Come nelle migliori tradizioni motociclistiche, in cima ad ogni passo ci si ferma, in questo caso non tanto per ammirare il panorama, ma per decidere quel moto eliminare dal gruppo. Con 7 voti su 9, è la Kawasaki Z650RS a risultare la prima eliminata. Per questa semplice naked retrò è comunque un grande risultato essere giunta fin qui, facendosi parecchio apprezzare anche di fronte ad avversarie decisamente più dotate sotto tutti i punti di vista. Briosa e facile da gestire, divertente e giocosa in tutte la situazioni, con pochi cavalli, ma un buon carattere da bicilindrica. Ciò che abbiamo imparato da questa verdona è il non giudicarla frettolosamente dal suo aspetto decisamente anzianotto, perché chi non l’ha provata, mai e poi mai immagina quanto è in grado di fare.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/08/30-5667181/kawasaki_z650rs_vs_moto_guzzi_v7_stone_generazione_heritage">Kawasaki Z650RS Vs Moto Guzzi V7 Stone: generazione eritage</a>

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<h2>8a classificata KTM 1290 Superduke GT</h2>



Troppi muscoli non sempre servono. Seconda votazione ed ecco arrivare la prima sorpresa: la KTM Superduke GT non piace a tutti ed è quella che prende più voti contrari. Ma com’è possibile sia già fuori, sulla carta è un portento di motore e ciclistica, poi la conosciamo e sappiamo bene quanto sia prestante. Però il fatto sia pensata per essere prestazionale e dare il meglio ad andature sportive, non soddisfa i tester meno smanettoni. A rincarare la dose arriva un problema di settaggio elettronico sulla regolazione freno motore, che lo rende praticamente inesistente ad ogni chiusura del gas, fatto molto antipatico, specialmente nelle curve in discesa. È un vero peccato, soprattutto perché rende vani gli sforzi del muscoloso ed eccitante bicilindrico e delle sospensioni semiattive, che lavorano in modo sopraffino. Alla fine 4 miseri voti sfavorevoli su 9 bastano ad eliminarla.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/08/31-5669503/ktm_1290_super_duke_gt_vs_suzuki_gsx-s1000gt_arancia_meccanica">KTM 1290 Super Duke GT VS Suzuki GSX-S1000GT: arancia meccanica</a>

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<h2>7e classificate Yamaha MT-09 SP e Yamaha MT-10</h2>



Quando la ragione supera l’entusiasmo. L’Alpen ci ha abituati a cose strane, ma che le due Yamaha MT venissero eliminate insieme causa punteggio ex-equo, proprio non ce l’aspettavamo. In effetti si beccano ognuna 4 voti negativi, e ci dispiace, soprattutto per la MT-10, <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/01-5671687/yamaha_mt-10_vs_triumph_speed_triple_rs_sushi_please_">che per noi è stata un colpo di fulmine</a>, uno di quegli amori a prima guida da lasciarti fulminato. Il 4 in linea è quanto di più eccitante si possa desiderare su strada e i suoi a scoppi irregolari regalano un’erogazione pronta e terribilmente uguale a quella di un V4. È un armonioso insieme di cilindrata, potenza e trattabilità, perfetto anche sui passi più tortuosi. Di potenza ne ha pure troppa, accompagnata da un suono di scarico esaltante e per questi motivi va sempre usato con il cervello sempre acceso e la vena mai chiusa. La ciclistica è precisione assoluta e le sospensioni, seppur dotate di registri manuali, regalano un assetto quasi imperturbabile e pure confortevole. Insomma, se ancora non fosse chiaro, la MT-10 ci è molto piaciuta e non l’avremmo eliminata così presto.

Tutt’altra cosa, ma non meno valida, la<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/05-5684395/ducati_streetfighter_v2_vs_yamaha_mt-09_sp_accidenti_che_sorpresa_"> sorella minore MT-09 SP,</a> dotata del famoso motore tricilindrico CP3  e più votata alle smanettate in montagna, piuttosto che al turismo, quindi a casa sua sulle strade alpine, a patto di arrivarci nella maniera meno scomoda se si viene da lontano. Voce del verbo “efficacia sempre”, in sella ci trova seduti alti sulla moto, con un motore estremamente lineare e con una ciclista decisamente più agile, ma comunque precisa. Le sospensioni più sofisticate della versione SP regalano. Alla fine si fa lo stesso uso con entrambe, precisi e taglienti con la MT-10, leggiadri e scattanti con la MT-09.

Le due MT pagano il fatto di essere le ultime due nude della prova, quindi per nulla protettive e con poco spazio per bagaglio o passeggero, anche se con la MT-10 una altro viaggetto alpino lo faremmo subito.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/01-5671687/yamaha_mt-10_vs_triumph_speed_triple_rs_sushi_please_">Yamaha MT-10 Vs Triumph Speed Triple RS: Sushi, please!</a>

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/05-5684395/ducati_streetfighter_v2_vs_yamaha_mt-09_sp_accidenti_che_sorpresa_">Ducati StreetFighter V2 vs Yamaha MT-09 SP: accidenti che sorpresa!</a>

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<h2>5a classificata Triumph Tiger 1200 GT Pro</h2>



Allegra non troppo. L’ammiraglia delle crossover inglesi <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/02-5675096/h-d_pan_america_1250_special_vs_triumph_tiger_1200_gt_pro">è superdotata sotto tutti i punti di vista</a>, tanto da risultare una moto adatta ad ogni configurazione di viaggio. Contro le altre gioca le carte di notevoli confort e abitabilità, oltre all’asso di un’elettronica completissima. Altro punto a suo favore è la trasmissione ad albero che trasmette praticamente lo stesso feeling di una a catena. In questa finale risulta anche essere tra le più voluminose e pesanti, seconda solo alla K 1600 GT, ma come l’avversaria tedesca, appena in movimento sfoggia un ottimo equilibrio, che la rende relativamente facile da gestire. Viene istintivo confrontarla soprattutto con la Multistrada, con la quale non riesce a competere a livello di peso, e soprattutto di erogazione. Dal tre cilindri inglese ci si aspetterebbe maggior forza ai bassi e medi regimi, specialmente se a confronto col V4 bolognese. Questa Tiger poteva fare di meglio, soprattutto perché si è fatta battere dalla 660, la sua sorellina minore.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/02-5675096/h-d_pan_america_1250_special_vs_triumph_tiger_1200_gt_pro">H-D Pan America 1250 Special Vs Triumph Tiger 1200 GT Pro</a>

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<h2>4a classificata Triumph Tiger Sport 660</h2>



Il bello del non esagerare. <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/07-5689506/triumph_tiger_sport_660_vs_cfmoto_650mt_la_tigre_e_il_dragone">È una delle moto che amiamo raccontare</a>, visto che nel suo “piccolo” è arrivata sin ai piedi del podio, meritandosi l’appellativo di vincitrice morale di quest’anno. Fosse per noi l’avremmo messa anche davanti alla BMW, perché quando il piccolo e leggero risulta anche molto pratico, allora non c’è super moto che tenga. La Sport 660 ha il grande pregio di essere una crossover adatta anche ai viaggi, facile e appagante per tutti, pure per chi ha esperienza ridotta. Non costa pochissimo, ma sa ripagare pienamente ciò che si è speso. In sella ti senti immediatamente a tuo agio come sulla Kawasaki o sulla MT-09, dove la guida è subito istintiva, ma qui hai il vantaggio di un’ottima protezione, viaggi con borse laterali integrate e magari col passeggero. Il tre cilindri non impressiona per potenza, ma ha trattabilità e prontezza da manuale, insieme ad un gustoso shifter bidirezionale.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/07-5689506/triumph_tiger_sport_660_vs_cfmoto_650mt_la_tigre_e_il_dragone">Triumph Tiger Sport 660 vs CFMOTO 650MT: la tigre e il dragone</a>

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<h2>3a classificata BMW K 1600 GT</h2>



La danza degli ippopotami. E finalmente siamo al gradino basso del podio, dove la <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/04-5678714/bmw_k_1600_gt_vs_honda_gold_wing_tour_dct_aristocratiche_presenze">BMW sale alla faccia della sua mole esagerata.</a> I suoi 340 kg di peso effettivo amano giocare a nascondino con chi la guida, perché ad ogni partenza o manovra da fermo sono tutti quanti li a renderti le cose difficili, ma appena in movimento scompaiono in gran parte. Guardandola la si immagina impacciata e difficile da condurre nelle strette salite e discese, invece la magia del baricentro basso BMW si ripete anche su questo piattissimo 6 cilindri in linea. Non appena si inserisce la prima e ci si muove, le leggi della fisica paiono ribaltarsi e questa bestiona diventa una ballerina, facile da gestire anche nello stretto. Certo, non è la moto ideale per i passi alpini, ma ti porta fin qui con un comfort sconosciuto alle altre e tra salite e tornanti ti accompagna con la dolce potenza del suo 6 cilindri, che gira liscio e preciso come nessun altro. Avete mai provato un 6 cilindri su una moto? È un’esperienza da fare!

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/04-5678714/bmw_k_1600_gt_vs_honda_gold_wing_tour_dct_aristocratiche_presenze">BMW K 1600 GT Vs Honda Gold Wing Tour DCT: aristocratiche presenze</a>

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<h2>2a classificata Husqvarna Norden 901</h2>



Solidità da giramondo. Ci è piaciuto vedere la <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/06-5686727/ducati_desertx_vs_husqvarna_norden_901_lotta_sul_filo_di_lana">Norden</a> al secondo posto, perché è una delle moto che meglio impersonifica l’indole da Alpen Masters. Prendete 900 cc di un brillante motore, mantecatelo aggiungendo una ciclistica da 21”-18” molto solida e ben studiata per fare di tutto, condite con abbondante e freschissima elettronica, poi servite, senza rafferdarla, su letto di asfalto o su terra compatta. Ecco la ricetta per una ottima moto da sfruttare con grande soddisfazione su ogni tipo di strada. Comoda quanto basta per viaggiare anche in due, brillante al punto giusto per essere molto veloce quando glielo si chiede, la Norden nasconde anche l’asso di un serbatoio che sposta tutto il peso del pieno verso il basso, e insieme al 21” anteriore, la rende estremamente facile e fluida nello stretto. Il suo aspetto fuori dagli schemi può piacere o meno, ma gli spazi a bordo sono ben studiati per essere al tempo stesso comodi e adatti ad una guida dinamica. Nel confronto con la Multistrada regge bene sotto tutti gli aspetti, ma specialmente su strada, si deve arrendere al netto predominio della Ducati, che prevale ovunque, d eccezione della gestione da fermo, più facile sulla Norden grazie al minor peso e al baricentro più basso. Con 8 voti contro e solo 1 a favore, la Norden abbandona la competizione con onore e con una importante medaglia d’argento sul cupolino.

La semifinale:

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/2022/09/06-5686727/ducati_desertx_vs_husqvarna_norden_901_lotta_sul_filo_di_lana">Ducati DesertX Vs Husqvarna Norden 901: lotta sul filo di lana</a>

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<h2>1a classificata Multistrada V4 S</h2>



La regina imbattibile. Già al termine delle semifinali, tra i tester si vociferava che nessuna delle finaliste avrebbe potuto contenderle il trono, e tale convinzione si è ulteriormente rafforzata il giorno della finale. La carta vincente della Multi è il suo portentoso V4 e la sua forza non è solo la scalpitante potenza massima, ma la trattabilità e l’elasticità, che lo rendono estremamente gustoso, efficace, pulito ad ogni regime e in ogni situazione. Se a questo aggiungiamo la ruota anteriore da 19”, che la rende molto facile e intuitiva in ogni curva e un’elettronica allo stato dell’arte, allora capite che questa rossa bolognese diventa un osso durissimo per tutte, tanto che ad oggi non vediamo chi potrebbe batterla nella prossima edizione, forse solo la nuova GS, quando arriverà.

La Multistrada V4 ancora regina delle Alpi? Scopriamolo in questo video dove vi raccontiamo tutto sulla finale di una delle prove più massacranti dell'anno

Alpen Masters 2022: la finale!

L'Alpen Masters elegge la regina della edizione 2022. Al termine di una sfida accesa andiamo a scoprire se la rossa bolognese riesce a tenere tutte sotto