Suzuki DR-Z: la storia di un piccolo grande amore

Una storia che affonda le radici negli anni ’80 e ’90 e che arriva ai giorni nostri senza tradire il progetto originario. È una perla rara

03.07.2025 ( Aggiornata il 22.07.2025 09:41 )

È una bellezza profonda nei mezzi che attraversano il tempo senza troppo clamore, ma lasciano un solco profondo nel cuore degli appassionati e nella storia delle due ruote. La Suzuki DR-Z è una di queste moto perché non ha mai cercato i riflettori, ma si è guadagnata un posto nella leggenda lasciando una scia positiva dietro di sé. Per Suzuki, il successo di questo modello ha rappresentato un punto di svolta e un importante baluardo che segna l’unione fra due epoche e due filosofie: l’essenzialità del fuoristrada anni ’80-’90 e la crescente attenzione per la versatilità urbana del nuovo millennio.

1990: Suzuki DR350

Nel mondo delle dual sport, è stata una pietra miliare e tutto è iniziato nel 1990, quando la Casa presentò la DR350. Era una risposta diretta al bisogno di una moto leggera, facile da gestire, ma capace di affrontare sentieri e città con la stessa grinta. In quegli anni c’era grande richiesta per mezzi del genere. Il monocilindrico SOHC raffreddato ad aria e olio, capace di 30 CV circa, il telaio monotrave con doppia semiculla in acciaio e un peso contenuto intorno ai 130 kg fecero subito breccia nel cuore di molti. La DR350 segnava il passaggio dalle moto da enduro “dure e pure” a una nuova forma di polivalenza. 

1999: Suzuki DR-Z 400

Presentata nel 1999, l’evoluzione DR-Z 400 arrivò nei concessionari nel 2000 con una meccanica profondamente rivista: un monocilindrico di 398 cc , raffreddato a liquido, distribuzione bialbero DOHC e alimentazione a carburatore Mikuni di 36 mm Ø. La potenza si attestava attorno ai 40 CV, con una coppia lineare e un carattere trattabile. La ciclistica vantava una moderna forcella Showa a steli rovesciati di 49 mm Ø e monoammortizzatore regolabile. Era finalmente diventata una moto completa e matura.

La serie si divise, oltretutto, in diverse versioni. DR-Z400E era l’enduro più pura, seguita dalla DR-Z400S più adatta all’uso stradale. La S aveva sospensioni leggermente più morbide e un peso maggiore di una decina di chili. In Italia non ebbe immediatamente successo, tant’è che scomparve brevemente nel 2001-2002 per poi tornare e scomparire definitivamente dal 2008, rimanendo disponibile in USA, Australia e Brasile. Nel 2005 fece abbastanza rumore la DR-Z 400SM, ovvero con impostazione Supermotard e cerchi di 17”, pneumatici stradali, impianto frenante più potente e sospensioni riviste. Stessa base tecnica, ma anima diversa in un periodo di grande spolvero per le moto di questa categoria: era aggressiva e divertente, capace di pieghe inaspettate con la leggerezza di una motard facile. Venne importata fino al 2007 in Europa, poi restò confinata ai mercati esteri. Nel frattempo, in Italia, la Valenti Racing proponeva le sue versioni realizzate sulla base DR-Z con componentistica migliorata, grafiche racing e dettagli tecnici più raffinati della versione giapponese. 

2010, Suzuki DR-Z: la differenza tra il mercato europeo e quello americano

Intorno al 2010, la DR-Z usciva definitivamente dai radar europei, ma non dai cuori, mentre negli USA diventava una sorta di icona underground e un’ottima base per diverse trasformazioni in scrambler, moto da rally/baja e da viaggi in giro per il mondo. La DR-Z era spartana, semplice da mantenere e affidabile.

Oggi

Arriviamo ai giorni nostri, perché quasi a sorpresa, a fine 2024, Suzuki rispolvera il nome con le DR Z4S e DR-Z4SM. La prima è la nuova dual capace di fare adventouring, mentre la DR-Z4M è la supermotard che riprende il cammino dove la vecchia SM aveva lasciato un vuoto. La storia della DR-Z è una di quelle che non fanno troppo rumore, ma che ha formato almeno due generazioni di appassionati e si ripropone per una terza. Da quella DR350 del 1990, passando per le mille vite della 400, fino all’attuale rinascita.

Per il test completo e per sapere con quali voti ha superato il nostro SottoEsame clicca QUI: TEST Suzuki DR-Z4S: i voti del #Sottoesame

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Suzuki DR-Z4S: le FOTO della prova

Suzuki DR-Z4S: le FOTO della prova

Mancava dal 2008, ma oggi è qui, più gialla che mai. 38 CV per 151 kg e una dotazione giusta per farci davvero fuoristrada

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