La prima DR-Z400 è del 2000 e subito si è distinta per il mix azzeccato tra attitudini da vera fuoristrada e affidabilità da stradale, lontana dalle racing e fragili, moto specialistiche. Esisteva la versione S, di Suzuki Italia, blu e bianca e la E di Valenti, giallissima. Continuò ad essere importata fino al 2008, ma la sua produzione non si è mai interrotta fino a oggi. In USA questa Euro2 è regolarmente dai concessionari! Ma era davvero il momento di rifarla, oggi che le moto furbe, buone per farci un po’ di tutto, sono tanto in voga. Dal nostro test sulle montagne dell’Oregon è emerso il vero carattere di questa Suzuki DR-Z4S. Seguiteci e impariamo a conoscerla.
Di seguito, l’analisi “voce per voce” nel consueto #SottoEsame, con le prime impressioni di guida a caldo e i voti assegnati al design, ai contenuti tecnici, alla resa dinamica e al rapporto qualità/prezzo. Il video approfondito è disponibile sui nostri canali, mentre la prova completa, con tanti contenuti esclusivi, la trovate sul prossimo numero di InMoto in edicola.
Suzuki DR-Z4S: le FOTO della prova
Mancava dal 2008, ma oggi è qui, più gialla che mai. 38 CV per 151 kg e una dotazione giusta per farci davvero fuoristrada
Guarda la galleryLe linee sono pulite, affilate, senza fronzoli. Non è una moto che vuole apparire, qui ogni linea è dettata dalla funzione. Servono volumi contenuti, forme attillate sul nuovo telaio a doppio trave (anche lui molto stretto) e superfici continue e ben raccordate. Il DR-Z4S è tutto questo, con l’abbinata del classico giallo e bianco, nel segno della tradizione. I fianchetti posteriori sono l’unico elemento non azzeccato a nostro parere: li hanno mantenuti simmetrici, ma se il sinistro aderisce alla parte nera sottostante, quella destra non fa altrettanto con la paratia di protezione del silenziatore, creando una punta poco furba, perché potrebbe ad esempio impigliarsi nelle cinghie di uno zainetto. Bello il frontale con il singolo faretto tondo a LED. Far stare tutto quel che serve in una moto essenziale senza averlo a vista è una sfida: la centralina dell’ABS è sopra il radiatore sinistro, il quale è più basso proprio a questo scopo, una posizione furba ma un po’ a rischio in caso di caduta. Una protezione radiatore secondo noi è d’obbligo.
Voto: 8
Ride by wire, tre mappature motore, controllo di trazione regolabile per la strada, il fuoristrada e disattivabile, ABS che si può escludere del tutto o solo sulla ruota dietro, sospensioni KYB con forcella da 46 mm e lunghe escursioni davanti e dietro (280/296 mm) per una luce a terra di ben 300 mm, freni Nissin con disco davanti da 270 e dietro da 240 mm. A questa moto non manca nulla in termini di dotazione e, anzi, stupisce la qualità della componentistica.
Voto: 8,5
Sella sostenuta il giusto e molto ben rastremata verso le plastiche di fianchetti e convogliatori. La DR-Z4S offre una ergonomia eccellente al pilota, sia nella guida da seduti, sia in quella in piedi, con un costante e ampio contatto dell’interno ginocchia con la moto, sia arretrando in discesa, sia avanzando in salita. Il comfort è buono, per la sella ben imbottita, la posizione di guida rilassata e l’ottimo assorbimento delle sconnessioni dato dalle morbide sospensioni. Unica nota migliorabile è il tasso di vibrazioni ai regimi medio/alti, in parte contenute dai contrappesi sul manubrio e dalla gomma (asportabile) sulle pedane.
Voto: 8
Partiamo dall’ABC. Delle tre mappature A-B-C quella da utilizzare del 90% delle situazioni è la A, più pronta e reattiva delle altre. Non si avverte alcun effetto on-off, segno che la messa a punto dell’iniezione è ottima, e si può godere di una risposta corposa e gratificante almeno fino alla terza marcia. Poi, in 4° e 5°, la spinta si fa più diluita. Del resto i CV sono 38, un valore buono ma che non fa gridare al miracolo quando le velocità salgono. Dove piace e tanto è nel guidato stretto, sia asfaltato, sia fuoristrada. La ciclistica è sana, soprattutto stabile, ma dato il peso contenuto, l’agilità è intrinseca a questa ciclistica. Intervenendo sui registri delle sospensioni si può controllare i movimenti di beccheggio in frenata e accelerazione e migliorarne ulteriormente la rapidità di azione. Ma siamo già a ragionamenti successivi: quello che si percepisce da subito è l’ottima comunicativa di questa ciclistica, che è sincera in ogni situazione, e la risposta del motore che, per un mono di 398 cc omologato Euro5+, è davvero notevole soprattutto ai bassi e medi regimi di rotazione. Belle sospensioni, morbide come è giusto che siano per un amatore, bei freni e traction che lavora bene e aiuta quando serve.
Voto: 9
La qualità dei componenti e delle finiture è elevata. Il prezzo di 9700 euro f.c. lo è altrettanto, considerando cosa offre il mercato in questa categoria. Ma la matematica dice che se sono alti sia la qualità sia il prezzo, il rapporto è lo stesso di chi offre meno qualità a meno euro. La vera domanda è: chi cerca una dual sport cerca questa qualità ed è disposto a spendere di più per averla? La sfida di Suzuki con la nuova DR-Z4S è tutta qui.
Voto: 8,5
Siamo felici sia tornata una vera icona del fuoristrada anni 2000 e soprattutto che lo abbia fatto senza tradire le sue origini di moto nata per far divertire soprattutto fuoristrada. Non costa poco, ma offre componentistica di qualità ed è costruita per durare. Semplice, senza roba inutile che si può rompere e senza i kg in più che non servono: ci piace perché rappresenta l’essenza della moto entro-fuoristrada, nel suo concetto originario, con poche e ben fatte concessioni alla modernità. Bentornata DR-Z.
Voto MEDIA: 8,4
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