Stallo imbarazzante: impossibile multare le targhe svizzere

Stallo imbarazzante: impossibile multare le targhe svizzere

Il Ticino ha risposto "No" alla richiesta dei nominativi inoltrata dal comune di Como. "Nessun accordo Roma-Berna", sostengono gli elvetici

Redazione - @InMoto_it

14.12.2020 ( Aggiornata il 14.12.2020 12:28 )

La Svizzera dice no. Una posizione discutibile, quella assunta dal Ticino e che coinvolge i veicoli a due e quattro ruote in circolazione nel territorio di Como. Quando il Comune lombardo ha richiesto i dati relativi alle targhe dei veicoli multati, per inviare le contravvenzioni, gli elvetici hanno detto semplicemente “No”. Lo riporta il sito www.laprovinciadicomo.it, che parla di uno stop intorno ai 5.000 verbali l’anno.

NESSUN ACCORDO ITALIA-SVIZZERA

La nota della Circolazione di Camorino recita testualmente: “non risulta stipulato tra Italia e Svizzera alcun accordo per lo scambio degli estremi identificativi degli intestatari dei veicoli oggetto di violazioni amministrative al Codice della Strada”. Motivo per cui, l’unico modo per multare veicoli con targhe svizzere è contestare immediatamente l’infrazione. Il problema è che le targhe ticinesi abbondano, sulle strade comasche. La risposta negativa alle richieste sa di beffa, come conferma il comandante della Polizia locale Donatello Ghezzo: “Purtroppo la questione è reale e complicata. Prima recuperavamo gli estremi per notificare le sanzioni attraverso il centro di cooperazione di Chiasso e la collaborazione con la guardia di Finanza. Poi le autorità svizzere ci hanno fatto sapere che quella modalità poteva essere adottata solo per finalità di reati penali. A quel punto abbiamo chiesto loro come dovevamo comportarci e chi hanno indirizzato alla motorizzazione elvetica. Siamo, per ovvie ragioni, partiti da quella del Ticino, ma dopo una lunga trafila burocratica ci è arrivato il diniego motivato dalla mancanza di accordi tra Roma e Berna. Questo significa, di fatto, l’impossibilità di notificare le sanzioni. Abbiamo un archivio, ma bisogna avere la fortuna che sia un veicolo già inserito in passato ad aver commesso l’infrazione e, in aggiunta, che nel frattempo l’intestatario non abbia cambiato residenza”. 

SVIZZERA FUORI DA UE

Naturalmente, il danno è per le casse comunali prima di tutto, ma la situazione lascia intendere una specie di “vale tutto” per i veicoli con targa svizzera, tranquilli di una sorta di protezione da parte della motorizzazione ticinese. Per risolvere questo stallo iniquo servirebbe un intervento del Ministero degli Esteri e un accordo tra Italia e Svizzera. Negli ultimi giorni, infatti, il Comune di Como ha affidato il recupero crediti internazionali a due società, ma la Svizzera è esclusa dal procedimento in quanto non appartenente all’Unione Europea, e non dà assolutamente l’impressione di essere accomodante riguardo lo scioglimento dell’impasse.  

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