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Honda CB1000F: il ritorno di una linea che mai è andata via

Antonio Vitillo
16 ott 2025 (Aggiornato alle 14:42)
È un’immagine nitida, quella che è rimasta stampata nell’anima di chi, negli anni Settanta e Ottanta, è cresciuto a pane e motociclismo: un giovane Freddie Spencer in piega su una Honda CB750F che sembra di serie. Foto che fu scattata durante una gara del primordiale campionato Superbike AMA, negli Stati Uniti: furono competizioni che precedettero di oltre un decennio il Mondiale Superbike, e che, piuttosto, funsero da muse ispiratrici del World SBK di oggi.
a partire da € 6.590
Vai al listinoQuella moto col numero 19 somigliava tanto a una di quelle che sarebbe stato possibile acquistare dal concessionario, vera, concreta, con i cilindri in vista, con tanto carattere: un oggetto di desiderio avverabile. O più un ponte fra ciò che, per un semplice appassionato, sarebbe stato distante come una gara motociclistica e la possibilità di parteciparvi. Molti adolescenti avevano un poster con quell’immagine appesa nella propria camera - compreso chi scrive - prolungamento figurato del sogno di poter far parte di quell’affascinante mondo, un giorno.
L’essenza della CB1000F
Proprio quella sorta di quadro devozionale torna oggi alla mente, immediatamente, guardando la CB1000F appena mostrata da Honda. Effetto, peraltro, verificatosi, seppure in scala minore, con la presentazione “orientale” della CB500F. Il ricordo si è improvvisamente sbloccato, facendo riaffiorare un’epoca in cui la passione per la moto era fatta di semplicità, di meccanica “alla portata” di chiave inglese, delle emozioni che suscitava. Le linee pulite, le proporzioni famigliari, quella forma allungata che sembra assecondare il vento, ci fanno percepire la CB1000F come sintesi dell’originale essenza della moto, non il risultato di un moderno algoritmo di marketing.
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