Piaggio Sì: da erede del Ciao a icona di fine millennio

Piaggio Sì: da erede del Ciao a icona di fine millennio

A fine anni 70, Piaggio aveva bisogno di un sostituto per il Ciao. Non sapevano che il nuovo prodotto, il Sì, avrebbe vissuto una carriera a sè scrivendo un capitolo molto diverso della storia dei tuboni italiani

07.09.2022 11:29

Le elaborazioni e l'avvento degli scooter

La convivenza dei due modelli non fu un problema per Piaggio, che inizialmente pensava di sostituire uno con l'altro, e invece si è trovata a vendere ancora molti Ciao nonostante il Sì fosse al massimo delle performance sul mercato. Un successo perfetto. Quello che ai giovani possessori di Sì non andava bene, però, erano le prestazioni, e i kit di elaborazione aftermarket riuscivano a trasformarli in piccoli bolidi cambiando gruppo termico, scarico e altri piccoli dettagli. 

Il fenomeno dei "Paninari" milanesi è forse quello che ha portato al vero successo del Sì. I suoi colori e le linee moderne combaciavano perfettamente con l'immagine fashion e ricercata della moda del nord, e delle tasche dei genitori che erano decisamente più gonfie durante gli anni della "Milano da bere". Le vendite del Sì iniziarono a calare proprio dopo questo fenomeno di costume, quando a inizio anni '90 si facevano largo altre mode giovanili e il mercato iniziava ad allargarsi agli scooter a variatore veri e propri, come li conosciamo oggi.

Con piccoli aggiornamenti tecnici ed estetici (tipo i cerchi a tre razze e il miscelatore della versione Mix e alcune versioni speciali), il Sì sopravvisse fino al 2001, quando venne ufficialmente ritirato dal mercato. Se facciamo i conti sono 22 anni di onorata carriera e di avventure adolescenziali, quelle che rimangono impresse per sempre nella memoria. 

Indietro

3 di 3

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento