Il tre volte campione del Mondo ha ricordato gli anni trascorsi di fianco al geniale tecnico, dagli anni con la Morbidelli al ritorno in Minarelli
Riecheggia ancora la notizia della scomparsa di Jorg Moller, tecnico di primo piano nel panorama motociclistico da corsa e ricordato come autentico guru per quel che riguarda il motore a 2 Tempi.
Chi lo ha conosciuto bene è stato Pier Paolo Bianchi, 3 volte iridato in 125 (1976, 1977 e 1980), che con il tecnico condivise l'avventura in Morbidelli prima e Minarelli dopo e che fu artefice del passaggio del tedesco alla Minarelli, dopo i successi ottenuti con le moto di Giancarlo Morbidelli.
Il grande talento di Moller, oltre ad una innegabile passione, lo portò a disegnare un 2 Tempi che si staccò nettamente dal passato. Il suo approccio tecnico apportò un netto miglioramento nella costruzione del motore: dai materiali utilizzati alle tolleranze. Tutti poi, da lì in avanti, hanno fatto tesoro di ciò che fece a Pesaro per la prima volta.
"La differenza tra un suo motore e quello della generazione precedente la capii quando, nel 1975, passai definitivamente dalla Minarelli (pre-Moller ndA) alla Morbidelli, dove Jorg aveva già iniziato a mettere mano ai motori. La differenza fu notevole: oltre ad essere più potente quel motore divenne in seguito anche decisamente affidabile. Cosa non scontata fino a poco tempo prima dove i grippaggi o gli alberi motore spezzati erano la norma nelle corse. Con lui sparirono tutti questi problemi".
"Lui poi lasciò la Morbidelli a fine '76 per passare alla Minarelli, dietro mio suggerimento, dove realizzò la 125 bicilindrica. Moto che ritrovai dopo aver vinto il mio secondo titolo nel '77 e che portai alla vittoria per la prima volta".
"Era, il suo, un approccio tecnico completamente nuovo - conclude il tre volte iridato - apportò migliorie in ogni area della progettazione e realizzazione dei motori e che da quel momento in poi tutti seguirono per lo sviluppo negli anni successivi".
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