Rewind, Honda VFR750F: te la do io la sport-tourer!

Rewind, Honda VFR750F: te la do io la sport-tourer!

Nata nel 1986 la V4 di Tokyo si distinse come una sportiva facile e versatile, si presentò nel 1989 come raffinata sport-tourer. Aveva una potenza autolimitata di 100 CV

04.02.2022 19:12

Strada epica. Il progetto V4 di casa Honda, che tra le sportive pure si esplicava con la grinta della VFR750R (RC30) su strada vedeva protagonista a metà anni '80 la più versatile versione F: una moto che fin dal suo debutto si distinse per l'alto tasso di tecnica abbinato a un layout dalla vocazione sì stradale, ma per un utilizzo a 360°. Era potente, al periodo, la prima VFR750F, con i suoi 105 CV dichiarati, ma anche comoda e pronta a soddisfare i pruriti più sportivi quanto le tranquille sgroppate nei weekend. 

100 CV posson bastare

Alla fine del 1989 Honda, presentò quella che più che evoluzione fu una sorta di rivoluzione della sua VFR750F. Nuove linee, abbondanti ma eleganti, il must del forcellone Pro-Arm monobraccio, simile (come il design dei cerchi ) alla "sorella cattiva" RC30, ed un motore che in questo caso venne limitato nella cavalleria a "soli" 100 CV, andando in controtendenza rispetto ai dettami del periodo che chiedevano potenze sempre più esagerate.
Una decisione, quella dei tecnici di Tokyo, che anticipava un po' quelle che erano ventilate ipotesi di limitazione delle potenze alle moto, e che all'epoca - Italia compresa - rumoreggiavano in tutta Europa. Poi la storia andò su altri binari, ma per alcun mercati il limite entrò poi in vigore (es. Francia), con buona pace dei patiti della cavalleria pura.

Dalla sua la VFR750F adottava un motore 4 cilindri a V di 90° che in questa versione venne rivisto anche nella regolarità di coppia, più fluida nei transitori. Le prestazioni dichiarate parlavano di 100 CV a 10.000 giri/min ed una coppia massima di 7,45 Kg a 9.500 giri/mn.
Il telaio, con quote inedite e più compatte (ridotto di 10 mm l'interasse, ora a 1470 mm), vantava una diversa struttura a doppio trave in estruso d'alluminio, con la presenza di piastre fuse che inglobavano degli sfoghi per l'aria, abbinato a bracci di rinforzo nella parte inferiore per assicurare maggiore rigidità. Oltre al già citato forcellone monobraccio, una "chicca" era rappresentata dallo scarico con snodo nella zona del terminale, per agevolare il montaggio di valigie laterali. Di 215 Kg era il peso dichiarato a secco.

Una curiosità riguarda il faro anteriore: all'estero esisteva una aggressiva versione con elemento sdoppiato, ma per le diverse norme di omologazione in Italia arrivò la versione con singolo faro trapezoidale.
La VFR750F, grazie al suo design e alla sua dotazione tecnica, all'avanguardia per l'epoca, conquistò una grande fetta di estimatori che ancora oggi non ne disdegnano l'uso tanto cittadino quanto per i percorsi dei weekend. Il prezzo al periodo era di 15.500.000 lire, circa 8.000 euro a cambio.

Honda VFR750F

Honda VFR750F

La media di Tokyo era una moto che fin dal suo debutto si distinse per l'alto tasso di tecnica abbinato a un layout dalla vocazione sì stradale, ma per un utilizzo a 360°. Era potente, al periodo, la prima VFR750F, con i suoi 105 CV dichiarati, comoda e pronta a soddisfare i pruriti più sportivi quanto le tranquille sgroppate nei weekend

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