Norton F1: la supersportiva bella e dannata

Norton F1: la supersportiva bella e dannata

Tra gli anni '80 e '90 fu un piccolo terremoto tra le sportive con un progetto unico, dotato di motore a doppio rotore Wankel. Fu una moto esclusivissima ma nonostante il successo mise l'azienda sul lastrico 

10.03.2021 09:47

Avete presente Norton? è quell'azienda storica inglese che ha vissuto un periodo d'oro a metà dello scorso secolo, per poi passare tutto il resto del tempo a rinascere e morire di continuo fino a oggi. Negli anni '80 fu per l'ennesima volta riproposta sul mercato, ma con una formula particolarissima: una moto super esclusiva per le competizioni dotata di motore a pistoni rotativi Wankel, precisamente un birotore. Si chiamava Norton F1 ed era bellissima. Vi raccontiamo in breve la sua storia.

Norton F1: gioiello racing a pistoni rotativi FOTO

Norton F1: gioiello racing a pistoni rotativi FOTO

La F1 fu il progetto di rinascita di Norton a cavallo fra anni '80 e '90, ma le enormi spese di sviluppo e la costruzione artigianale non hanno permesso di farla diventare una moto di grande serie. Aveva un motore birotore Wankel che la rese una delle più particolari sportive del secolo scorso

Guarda la gallery

Quando i pistoni girano

Il motore Wankel è più famoso nel mondo dell'auto, dove Mazda l'ha applicato per decenni sulle auto di serie e da gara, facendoci capire che i pistoni possono anche girare, non solo andare su e giù. Le caratteristiche di un motore rotativo sono estrema leggerezza, compattezza e un rendimento leggermente superiore al classico motore a benzina, cosicchè da una cubatura contenuta si possono sviluppare potenze di categoria superiore. 

Fece così anche Norton con il suo progetto F1, che grazie al birotore all'interno delle carene (e al telaio dello specialista inglese Spondon) aveva dimensioni e pesi di una 600, ma poteva giocarsela con le 750 in quanto a prestazioni con soli 588cc (95 CV per 192kg). Si fece subito notare a fine anni '80 nella sua versione da corsa denominata RCW 588, che vinse il campionato inglese F1 (Categoria prodromica alla Superbike) e lanciò l'immagine della rinata casa inglese.

Una bellezza tipicamente inglese

Sul mercato arrivò con un vestito nero attillatissimo e fregi argento e oro molto eleganti, tipici dello sponsor John Player Special. Il motore e il telaio sono completamente nascosti sotto una carenatura che sigilla completamente la meccanica - coem era di moda in quegli anni - e il risultato era sia elegante che minaccioso. Ne furono costruite 130, praticamente a mano, ad un prezzo di oltre 12.000 Sterline, che era davvero elevato.

Come spesso accade in casi simili, i soldi guadagnati dalla vendita sono bastati appena a coprire costi di sviluppo e produzione, e Norton lasciò perdere l'idea della produzione in serie regolare. Sebbene il destino del marchio ormai era - nuovamente - segnato, nel 1992 si tolse la soddisfazione di vincere al TT con Steve Hislop dopo una lotta contro Carl Fogarty che è rimasta nella storia

Uno sviluppo travagliato

Benchè la vita del Wankel di Norton durò poco, la sua gestazione fu lunga e travagliata. Il progetto fu studiato nel 1969 dall'ingegnere David Garside, con un passato in Rolls-Royce, che iniziò lo sviluppo per dotare di motore rotativo una nuova moto Triumph. Successe che l'azienda fallì e le carte del progetto vennero proposte a BSA, che accettò di proseguirlo.

Non ci volle molto che anche BSA chiuse definitivamente i battenti e Garside andò a bussare alle porte di Norton. Accolto, finalmente gli venne permesso di concludere la moto. Ora di Norton F1 in giro ce ne sono poche e i prezzi delle aste hanno valori a cinque zeri. Sarà pur stata una meteora, ma rimane una delle più affascinanti due ruote del secolo scorso.

Moto semicarenate, storia breve ma intensa

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento