L'incredibile veicolo dei film esiste davvero: ne sono stati costruiti sei. Ecco tutte le curiosità sul mezzo più iconico dell'universo DC
Costruire la BatPod non è stato semplice, ma non lo è stato nemmeno realizzare la Tumbler, l’automobile di Batman da cui la moto viene espulsa. Nella finzione scenica è stata progettata da Wayne Enterprises per l’esercito degli Stati Uniti, è un veicolo invisibile ai radar con il motore a reazione nella parte posteriore, in grado di montare sopra le altre automobili, attraversare i muri e salire le scale, dotato di cannoni automatici, lanciarazzi e corazza.
Nella realtà la squadra effetti speciali di Chris Corbould ha costruito e “vestito” un buggy con un motore potentissimo (ma Corbould non ha voluto rivelare quale sia), il telaio a traliccio e le sospensioni indipendenti; è stato provato a lungo su strada e fuoristrada, ed è in grado di fare tranquillamente salti di un metro e mezzo.
«È una macchina con cui potresti fare la Dakar – ha confermato Jean-Pierre Goy – il telaio è in tubi come quello di un grosso buggy, con grandi ammortizzatori e 500 cavalli... Frena bene e reagisce come un’auto da rally».
Non è la prima volta che compare la moto di Batman. Nella serie TV degli anni ’60 era stata usata una Harley-Davidson, ma per il film del 1966 diretto da Leslie Martinson venne preferito un mezzo più scattante: una Yamaha 250 due tempi con sidecar, allestita con una spettacolare carrozzeria che richiamava l’uomo pipistrello.
Si chiamava Bat-Cycle ed era dotata di un dispositivo che permetteva di sganciare il go-kart installato sul carrozzino; l’appendice era spinta da un motore Yamaha 50 e con questa Robin, il compagno d’avventure di Batman, si muoveva autonomamente. Per guidarla doveva stare inginocchiato.
Spetta agli stuntmen girare le scene più pericolose, in particolare quelle in cui sono coinvolti i protagonisti che per nessun motivo devono infortunarsi. Ma devono fare molta attenzione anche le controfigure. Jean-Pierre Goy ha svelato un retroscena importante: «È vero che tendi sempre a fare qualcosa di più per compiacerti, ma quando lavoro a un film devo fare molta attenzione alla sicurezza, per il semplice fatto che si viene licenziati presto se si corrono troppi rischi “inutili” per il film e per gli attori. In questo mestiere, chi non ha paura spaventa me...».
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