Honda ha scelto il palcoscenico rumoroso e simbolico della 8 Ore di Suzuka per presentare la CB1000F SE Concept, versione semi-carenata della nuova “F” che in primavera avevamo visto in versione nuda a Osaka. Sotto le strisce argento-blu che citano la mitica CB 900 Bol d’Or, adotta la piattaforma della CB1000 Hornet: quattro cilindri in linea da circa 150–155 CV (a seconda di versione e mercato), telaio a doppia trave, sospensioni Showa e pacchetto elettronico con riding mode e controllo di trazione.
Il riferimento estetico non è casuale. Honda lavora da anni sul filone “CB-heritage”: nel 2020 la CB-F Concept indicò chiaramente la rotta, diventando un programma industriale sostenuto da una base tecnica concreta come quella della Hornet. Ma ancora prima abbiamo visto la serie CB1100 spinta dal quattro in linea ad aria/olio, affascinante e sincero, che parlava a chi aveva vissuto l’epopea ma meno convincente per chi – tra i millennials – pretende lo scatto e la precisione di una naked moderna. La CB1000F capovolge l’approccio: estetica d’epoca e meccanica attuale. Obbiettivo: soddisfare sia chi gli '80 li ha vissuti da ragazzo/adulto, sia chi li ha visti con gli occhi sognanti di bambino.
Se allarghiamo l’inquadratura, il Giappone ha già messo in moto la nostalgia corredata da piattaforme tecniche moderne. Suzuki, con le nuove GSX-8T/8TT prova richiamare le GS 1000 da AMA SBK e endurance usando la base della serie GSX-8.
Kawasaki, dal canto suo, ha dimostrato con le Z900RS e Z650RS che il filone classico può diventare una gamma e un business, con stilemi Z1, fari tondi e tecnologia attuale.
Yamaha? Presente! Ha già riportato in auge le carenature GP con la XSR900 GP su base CP3, un manifesto delle linee 80-90 riviste per l’uso quotidiano. Il quadro, insomma, è più di una tendenza: è una strategia condivisa.
Perché proprio gli anni Ottanta? Perché parlano a due platee che oggi si sovrappongono in concessionaria. Da un lato chi quelle moto le ha possedute o inseguite sulle riviste; dall’altro i quarantenni di oggi che le hanno viste in garage, sulle strade di quartiere, nei poster, e che ora hanno il budget per togliersi un capriccio che non sia un compromesso tecnico. L’anello di congiunzione è l’equilibrio: la CB1000F SE non chiede di perdonarle freni molli o sospensioni non in linea con la concorrenza. La precedente CB1100 aveva sfiorato il bersaglio; questa volta Honda mira al centro.
Suzuki GSX-8T & 8TT - Le foto della prova
Sono ispirate dal passato, ma hanno un look contemporaneo e una base tecnica ben collaudata, quella della serie 8S e 8R. La T ha un'estetica neoclassica per eccellenza, mentre la TT è ispirata alle racer degli anni '80
Guarda la gallerySe il mercato risponderà, cosa potremmo vedere dopo? Sul fronte giapponese il prossimo passo naturale è la ramificazione: colorazioni “heritage”, versioni più speciali e magari varianti semicarenate anche in cilindrate medie, perché il linguaggio degli Ottanta funziona benissimo sui 700-800 cc dove i volumi si fanno importanti.
E in Europa?
Oggi le “modern classic” europee pescano soprattutto nei ’60-’70, ma l'apprezzamento delle proposte nipponiche potrebbe accelerare una lettura più “’80s": carene compatte, grafica racing, quote ciclistiche aggiornate e pacchetti elettronici completi su piattaforme già in gamma.
Che ne dite di una serie "Pantah" su base Ducati Monster? O una vintage BMW su base F 900 che riprende le linee delle R45 e R65?
È uno scenario plausibile, e dipende quasi tutto da come crescerà il filone anni '80 giapponese. Se la nostalgia farà scattare davvero la molla del portafogli, l’onda lunga degli Ottanta diventerà un segmento vero e proprio anche per gli europei.
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