Rivoluzione elettrica nel 2035: e le moto?

Rivoluzione elettrica nel 2035: e le moto?

Il Parlamento Europeo ha deciso: si alla rivoluzione elettrica del 2035, con la sospensione della vendita di auto e furgoni alimentati a benzina. Le moto non sono interessate da questo provvedimento, ma non mancano i dubbi

28.02.2023 17:19

Davvero passeremo tutti all’elettrico? No, ma…Alla luce dell’ultimo voto del Parlamento Europeo, che pochi giorni fa ha approvato definitivamente lo stop alla vendita delle auto e dei furgoni che emettono CO2 a partire dal 2035, la risposta potrebbe essere questa.

Stop motori termici 2035, l’Italia voterà contro

Non si parla di moto

A oggi si parla solo di auto e furgoni. Però il pacchetto europeo di misure contro il cambiamento climatico, Fitfor55, prevede obiettivi difficili da raggiungere nelle emissioni di gas climalteranti già dal 2030. Dunque, se dovessimo avere difficoltà a rientrare in quei limiti, potrebbero scattare misure che coinvolgerebbero anche le moto.

Sarà per questo che in tanti sono convinti che andremo verso l’elettrificazione generalizzata. Con il risultato che le case moto hanno già indirizzato i budget dei reparti R&D sui nuovi modelli elettrici, mettendo da parte il motore termico.

Eppure sappiamo che l’alternativa elettrica non è ancora percorribile in pieno. Da una parte c’è una rete di distribuzione dell’energia assolutamente sottodimensionata per caricare tanti veicoli. Andrebbero rifatte le linee interrate, ma l’Italia è piena di città storiche e d’arte, che impatto e costi avrebbero tali lavori? Poi c’è un problema economico. A differenza degli Stati Uniti, dove le sovvenzioni statali hanno allineato il costo dei veicoli elettrici a quello dei termici, da noi rimane una forte disparità di prezzo. E nel caso delle due ruote anche dei limiti oggettivi di autonomia e tempi di ricarica.

Non a caso, i produttori di moto da tempo stanno suggerendo al mondo politico che l’alternativa elettrica per le due ruote a oggi è percorribile solo per i mezzi da commuting urbano; gli scooter da città. Per la passione e il divertimento su due ruote non siamo pronti. Meglio sarebbe pensare a un’alternativa sostenibile come gli e-fuels (Leggi anche Carburanti, l’alternativa e-fuels: la vera svolta?).

Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo sembrano però sordi a questi allarmi e – almeno per auto e furgoni – tirano dritti sull’elettrico, non lasciando spazio agli investimenti su altre tecnologie. Una scelta molto ideologica e poco pragmatica.

Intanto nelle auto arrivano i primi contraccolpi. la Ford ha annunciato che nei prossimi tre anni dovrà tagliare 3800 posti di lavoro in Europa, l’11% della forza lavoro impiegata nel nostro Continente. Salteranno 2800 persone impiegate nei reparti di sviluppo dei veicoli; perché i mezzi elettrici sono più semplici. Dunque la dinamica regressiva si sarebbe già innescata, e potrebbe penalizzare particolarmente l’industria italiana, che ha un forte know-how sul motore termico e che avrebbe bisogno di investimenti per convertirsi.

In mezzo a tante polemiche c’è un dato positivo che non possiamo tacere. La Keck School of Medicine della University of Southern California, uno stato dove lo switch off dei motori termici è già molto avanti, ha diffuso recentemente un rapporto nel quale parla di una sensibile riduzione degli accessi ospedalieri per problemi respiratori mettendolo in collegamento con la diffusione dei mezzi elettrici. E anche se lo studio appare forse troppo ottimista, certe conclusioni appaiono innegabili.

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