Rivoluzione elettrica nel 2035: e le moto?

Rivoluzione elettrica nel 2035: e le moto?

Il Parlamento Europeo ha deciso: si alla rivoluzione elettrica del 2035, con la sospensione della vendita di auto e furgoni alimentati a benzina. Le moto non sono interessate da questo provvedimento, ma non mancano i dubbi

28.02.2023 17:19

Eni e Plenitude: svolta elettrica fattibile

Il Gruppo Eni è fra i principali produttori italiani di energia elettrica. Plenitude, società controllata al 100% da Eni, si occupa invece di energie rinnovabili e di gestione dei punti di ricarica per veicoli. A loro abbiamo posto qualche domanda sulla percorribilità della svolta elettrica.

È stato fatto un calcolo di quanta energia servirà per alimentare i veicoli quando i termici andranno fuori produzione?

Dalle nostre analisi - rispondono da Plenitude - nel 2030 saranno necessari circa 12 TWh di energia/anno per ricaricare il parco circolante elettrico circolante a tale data. Ci sono stime diverse e molto variabili. Noi utilizziamo uno scenario di circa 4,3 milioni di veicoli elettrici e poco meno di 1 milione di elettrici plug-in in circolazione al 2030”.

Sarà disponibile l’energia necessaria?

Ci sono diversi studi che hanno calcolato che l’energia aggiuntiva necessaria per ricaricare i veicoli elettrici non sia un grande problema. Si consideri che i 12 TWh/annui necessari al 2030 sono pari a circa il 7% della produzione di energia attuale italiana. E la riduzione dei consumi per tutti gli investimenti in efficienza energetica, soprattutto in ambito industriale e abitativo, dovrebbero aiutare in tal senso”.

Serviranno delle implementazioni importanti alla rete di distribuzione, perché bisognerà trasportare più corrente. E andranno rivisti pure gli impianti di prossimità, le stesse reti interne agli edifici, se nei garage si installeranno dei punti di ricarica. È fattibile tutto ciò? E con quali investimenti?

Occorre prestare attenzione al rafforzamento delle reti di distribuzione, soprattutto quelle di ultimo miglio su cui, nel lungo termine, si potrebbero creare dei colli di bottiglia. Considerando la crescita graduale del mercato, riteniamo che ci sia tutto il tempo per effettuare gli investimenti necessari. Ricordiamo che le principali società di distribuzione di energia italiane hanno già intrapreso programmi di investimento molto importanti e che, anche nell’ambito del PNRR, molti fondi sia nazionali che europei sono dedicati al rafforzamento delle reti di distribuzione energia. Un elemento in più da considerare è la possibilità dei veicoli elettrici di essere una risorsa importante, in quanto modulabile, per aiutare la rete elettrica nell’adeguarsi ai picchi di consumo potenziali”.

Si parla dunque della possibilità di utilizzare i veicoli anche per restituire energia elettrica alla rete quando non utilizzati. Ad Eni chiediamo allora quali possono essere le tempistiche e le modalità ottimali per lo switch dai veicoli termici a quelli a propulsione elettrica.

Anche nel caso in cui dal 2035 fossero prodotte solo auto elettriche, fino ad allora saranno prodotte anche auro Euro 5 o Euro 6. Si tratta di veicoli che nei 20 anni successivi al 2035 dovranno essere alimentati, e sarebbe preferibile si trattasse di biocarburanti, che dalla fine di quest’anno saranno prodotti da Eni esclusivamente da scarti, rifiuti e colture non in competizione con la filiera alimentare, come l’olio di ricino, per cui stiamo sviluppando filiere di agro-feedstock in particolare in Africa”.

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