Sequestravano moto e le rivendevano agli "amici": due poliziotti agli arresti

Sequestravano moto e le rivendevano agli "amici": due poliziotti agli arresti

Protagonisti della vicenda la comandante della polizia locale di Cassolnovo, provincia di Pavia, e un suo sottoposto

Redazione - @InMoto_it

20.01.2023 ( Aggiornata il 20.01.2023 15:31 )

Si erano fatti consegnare in comando due moto da cross senza targa, assicurazione né autorizzazione alla circolazione stradale. A quel punto intimavano ai proprietari delle moto che, per evitare di redigere gli atti e le conseguenti multe, avrebbero dovuto venderle a persone da loro indicate al prezzo stabilito da questi ultimi, naturalmente inferiore al loro valore reale. Ma per la comandante della polizia locale di Cassolnovo, provincia di Pavia, Mariagrazia Pietrapertosa, e per il suo sottoposto Luigi Critelli, questa vicenda non ha avuto un lieto fine.

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Moto sequestrate e da rivendere agli "amici"

Le indagini sono partite in seguito alla segnalazione della madre di un adolescente e sono poi proseguite raccogliendo altre testimonianze. Come accennato, la comandante e il suo sottoposto sequestravano le moto senza redigere verbali per poi rivenderle a prezzi modici a quegli stessi "amici" a cui prontamente toglievano le multe da pagare con dei dati modificati. Gli agenti prendevano le moto e per evitare multe, denunce e la conseguente confisca, venivano messe in vendita. I compratori erano già stati individuati dai poliziotti, e il prezzo già fissato.

Le minacce al collega

Dopo le proteste delle famiglie, che si erano rivolte anche al Comune, le moto erano state restituite ai legittimi proprietari. Successivamente sono stati redatti i verbali e il fermo amministrativo, che comunque riportavano dei fatti diversi dalla realtà. Dalle indagini è emerso inoltre come i due avessero ordinato a un agente appena arrivato di annullare multe già comminate a persone legate agli indagati, modificando i verbali e inserendo i dati di altri veicoli. L'agente ha rifiutato, ricevendo delle minacce verbali e fisiche dai suoi superiori, che volevano evitare che questa storia uscisse al di fuori del comando. Tali minacce hanno costretto la vittima ad assentarsi dal lavoro per sottoporsi a una terapia psichiatrica, con assunzione di psicofarmaci.

Entrambi agli arresti domiciliari

La comandante e il suo complice sono adesso agli arresti domiciliari e accusati dei reati di concussione continuata, falso in atto pubblico, indebita induzione e dare o promettere utilità e atti persecutori in danno del collega.

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