Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose proteste da parte dei motociclisti europei contro regole sempre più stringenti (alcune davvero inspiegabili) contro la categoria. Tra decibel troppo alti e blocchi alla circolazione, tariffe dei parcheggi e così via. Adesso c’è una nuova protesta, arriva dalla Francia, e riguarda i controlli tecnici obbligatori per le moto, di cui vi avevamo parlato a inizio estate.

Cambiano le regole

Il 1° gennaio 2022 l’Unione Europea ha attuato una normativa per quanto riguarda i motocicli di cilindrata superiore a 125cc (finora esclusi) per sottoporre motocicli e scooter a controlli tecnici obbligatori per poter circolare. A questa notizia il governo francese ha subito reagito decidendo di sospendere il piano, e quindi di non adeguarsi alle norme UE.

Ma ora c’è stata un’inversione di marcia. La decisione, infatti, non è piaciuta all’Unione Europea che ha fatto pressioni: il massimo tribunale amministrativo francese si è quindi nuovamente pronunciato sui controlli di sicurezza per le moto, questa volta in favore, nonostante il presidente Macron abbia affermato di non voler "disturbare i francesi". Dichiarazioni o meno dai piani alti, dal 2023 dovrebbero cambiare le carte in tavola. Ciò ha scatenato il malcontento dei motociclisti che, ricordiamolo, ad agosto 2022 hanno dovuto affrontare le nuove tariffe per il parcheggio dei loro mezzi, e nel 2021 erano arrivati i limiti di velocità a 30 km/h. Insomma, un periodo non facile per gli amanti delle due ruote in Francia, che per dimostrare il loro disappunto sono scesi in piazza a protestare.

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