Temi caldi
Aerodinamica attiva, sulle ali della libertà: la prossima sfida dell’ingegneria motociclistica
Il tema è sempre centrale nello sviluppo dei nuovi modelli e le motivazioni sono molteplici: prestazioni, marketing, comfort, consumi... Lo sviluppo sembrerebbe ormai fermo, ma siamo certi che nel prossimo futuro ci saranno novità: le ali mobili sono dietro l’angolo!

Franco Giallini
9 ott 2025
"Aerodinamica" è un termine che probabilmente fa storcere il naso ai più puristi fra gli appassionati, soprattutto per il fiorire sui modelli più sportivi di vistose appendici, magari anche utili nell’uso più estremo, ma sicuramente tali da snaturare la purezza delle linee. Ma come le odierne ali vengono da alcuni giudicate come qualcosa di estemporaneo su una moto stradale, probabilmente la stessa considerazione veniva fatta a inizio anni ’80 quando iniziavano a comparire carenature integrali sulle sportive stradali, per non parlare degli enormi parabrezza e delle abbondanti pance che sempre in quel periodo definivano nuovi standard sulle turistiche più lussuose!
La verità è che i tempi cambiano e si portano nuove mode e nuove tendenze, con la fortuna però che almeno sul tema estetico ci sarà sempre la possibilità di scegliere. Qui vogliamo parlare di aerodinamica perché è - e sarà - un tema centrale in quanto strettamente connesso con più aspetti dello sviluppo del veicolo.
Difatti forme pensate per interagire con il flusso del vento relativo possono servire per proteggere il pilota, per aumentare la velocità massima, per ridurre i consumi, per migliorare il raffreddamento, con la ricerca tecnologica sempre più spinta che arriva ad estremizzare le forme per massimizzare i benefici sperati. Va detto però che il limite è stato raggiunto, nel senso che qualsiasi forma pensata, vuoi per il comfort vuoi per la prestazione, è da considerarsi ormai ampiamente ottimizzata, quindi per ottenere nuovi progressi serve un vero “game changer”, un qualcosa capace di cambiare le regole del gioco: parliamo dell’aerodinamica attiva.
Moto Guzzi e i deflettori mobili della V100
Non stiamo certo svelando un segreto, dell’argomento se ne parla da tempo e qualche timida applicazione si è già vista in produzione. Banalmente, possiamo citare i diffusi plexiglass di protezione regolabili manualmente o elettricamente, mentre qualcosa di nuovo ha presentato Moto Guzzi con i deflettori mobili della V100. Ma ad interessare maggiormente sono le idee ancora sulla carta svelate da diversi costruttori e le anticipazioni di quello che potremmo vedere il prossimo anno.
Le ragioni alla base di questi studi sono quelle citate: è vero che si cerca sempre di proporre qualcosa di nuovo, funzionale ed immediatamente apprezzabile da parte dell’utente, ma ci sono anche motivazioni più nascoste legate ad una duplice problematica che i progettisti devono affrontare.

Yamaha R1: l'introduzione di carene con estrattori con paratie motorizzate
Da un lato i dispositivi antinquinamento rendono le moto sempre più calde, quindi con crescenti necessità di raffreddamento; dall’altro, la necessità di ridurre consumi ed emissioni di CO2 richiedono forme sempre più aerodinamiche. Due temi che non si conciliano, a meno di adottare ali, prese d’aria, feritoie ed estrattori che si muovono alla bisogna.
Nelle auto queste paratie sono ormai estremamente diffuse soprattutto nelle griglie anteriori, ma nelle moto non si è visto niente almeno fino ad oggi, visto che Yamaha ha mostrato schemi della nuova R1 che prevedono carene dotate di estrattori con paratie motorizzate per coniugare penetrazione aerodinamica e thermal management.

I brevetti di CFMOTO, Kymco, BMW e Honda
Ma Yamaha non è sola: sul tema stanno lavorando un po’ tutti anche se con aspettative diverse; per migliorare la deportanza possiamo citare CFMOTO che ha presentato concetti con ali aerodinamiche attive retrattili, brevetti sono stati depositati da Kymco, BMW e Honda per sistemi di aerodinamica attiva con superfici mobili.

Piaggio: alette sullo scooter MP3
Piaggio, invece, ha pensato alette per lo scooter MP3 capaci di lavorare anche in controfase per facilitare la rotazione lungo l’asse di rollio. Quante e quali di queste soluzioni vedranno la luce non è dato sapere, ma è certo che qualcosa vedremo, perché ci sono temi tecnici da risolvere.
Serve solo qualche stimolo: uno può venire dalla voglia di primeggiare nelle competizioni riservate alle derivate di serie, che sono aperte ad accogliere soluzioni “mobili” sviluppate per la produzione, oppure l’implementazione di qualche soluzione semplice ed economica che possa sostituire gli attuatori motorizzati, come ad esempio i materiali a memoria di forma in grado di deformarsi sotto azione del calore o di impulsi elettrici.

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