Aprilia, il sogno mai realizzato della Blue Marlin: perché?

Aprilia, il sogno mai realizzato della Blue Marlin: perché?

E' stato uno dei concept più belli mai realizzati a Noale, e fece strage di cuori ad EICMA 2001. Ma a volte i sogni non si avverano e quella fascinosa cafè racer non entrò mai in produzione. Ecco i motivi

12.04.2022 10:04

Sono passati ormai più di 20 anni dal concept Blue Marlin di Aprilia, ma ancora se ne parla. Sono molti i motociclisti che ricordano bene le forme di quel concept e se lo immaginiamo in produzione oggi, sarebbe ancora incredibilmente attuale. Immaginate l'effetto che fece nel 2001, quando venne svelata al Salone di Milano e tutti chiesero a gran voce l'entrata in produzione di quella super naked che anticipava il fenomeno delle cafè racer modern-classic, arrivato poi ufficialmente dieci anni dopo. Benchè ci fosse gente pronta a strappare l'assegno sulla fiducia, non se ne fece nulla e fu un grosso peccato, ma le motivazioni ce le ha raccontate Klaus Nennevitz, l'allora capo progetto della Tuono.

Beggio voleva vedere i cilindri

Prima di spiegarvi perchè non venne prodotta, è giusto fare un passo indietro e capire perchè venne realizzato il concept. Fondamentalmente Aprilia voleva realizzare una Show Bike per EICMA capace di reinterpretare in chiave naked il V60 Rotax che equipaggiava la RSV Mille. La Tuono non era ancora stata lanciata e sul tavolo dei progettisti di Noale c'erano diverse idee come la Motò 1000 (disegnata da Philippe Starck e poi scartata per il poco successo della Motò 6.5) e la Hurricane (che non superò mai la fase di bozza).

Come altra opzione si decise di affidare lo studio di un concept a Thierry Henriette di Boxer Design che al tempo si occupava anche dello stile della casa francese Voxan, chiedendogli di mostrare il V60 in tutta la sua possenza. Fondamentalmente questo era un desiderio di Ivano Beggio, che si lamentava del fatto che tutte le proposte naked in studio non mostrassero per nulla o poco i gruppi termici.

Thierry prese sul serio questa sfida e ne uscì fuori la Blue Marlin, una cafè racer dalle linee moderne e pulite, con proporzioni da vera pistaiola degli anni '60. Il lunghissimo serbatoio e i semimanubri spioventi sovrastavano il bicilindrico a V che si mostrava in tutta la sua bellezza, pulitissimo e senza alcun elemento a coprire la visuale del motore. Il codino monoposto lasciava uno spazio vuoto tra sella e faro, giocando con la percezione di pieni e vuoti di chi osservava. Il doppio scarico a tronco di cono rovesciato era lungo e alto, e faceva il paio con il forcellone in traliccio di tubi impreziosendo tutto il posteriore, che rimaneva leggero e sexy.

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