20 anni dell'Aprilia Tuono (parte 2): la seconda serie

Il carattere è lo stesso, ma il vestito cambia

E gli appassionati come hanno preso questa evoluzione "fighetta" del progetto? Molto bene, anzi, finalmente l'estetica convinceva anche gli scettici e le vendite si sono dimostrate superiori alla versione di debutto. Fondamentalmente i tecnici Aprilia volevano conquistare più utenza senza perdere quella che si era affezionata alle prime 1000, per questo l'idea di proporre un nuovo stile senza però cambiare le caratteristiche dinamiche e filosofiche del progetto si dimostrò una mossa vincente.

La Tuono, però, perse quel fascino "rozzo" della prima versione, quell'idea della moto messa sù con le fascette in garage che la rese unica sia in termini positivi che negativi. In questi casi si dice che la moto diventa "adulta", come un giovane che si accorge di essere un uomo e si dà una sistemata al guardaroba, ma per fortuna senza perdere quell'attitudine da ragazzaccio scalmanato che nella Tuono 1000 R è rimasta intatta, così come sono rimasti invariati i problemi di dissipazione elettrica di un impianto non proprio perfetto, che rimase il più grande difetto delle V60, a contrasto con una meccanica sempre robusta ed efficiente.

Quello che non si vede guardando o guidando la moto è che in realtà la seconda serie dei V60 entrò nel mercato proprio nel periodo in cui Aprilia passò in mano al Gruppo Piaggio, con tutte le difficoltà e cambiamenti di amministrazione conseguenti che portarono a problemi relativi più al lato del marketing e dell'assistenza tecnica. La serie 1000 rimaneva comunque un progetto originale Aprilia che Piaggio non ha voluto toccare, almeno fino all'avvento della V4 che è un progetto nato fin dall'inizio sotto la direzione toscana... ma questo è il tema del prossimo capitolo!

20 anni dell'Aprilia Tuono (parte 1): la prima ignorantissima serie