Rewind, Aprilia RSV Mille: la scommessa di Beggio

Rewind, Aprilia RSV Mille: la scommessa di Beggio

Con questa bicilindrica la Casa di Noale gettò il sasso oltre le piccole cilindrate tuffandosi nel settore delle maxi. Ciclistica da favola e motore V2, non ebbe però il successo che ci si aspettava

08.01.2021 18:58

"Ricordo che fu un progetto che elettrizzò tutta l’azienda. Si trattava di entrare nel mercato delle supersportive, il massimo del motociclismo mondiale: ogni reparto era ansioso di fare del suo meglio per la propria competenza. Non lesinammo nulla in termini di investimenti per garantire prestazioni, affidabilità, sicurezza. Devo dire che la RSV, disegnata da Giuseppe Ricciuti, centrò subito l’obiettivo in tutto il mondo, arrivando in pochi anni ai numeri di Ducati, bicilindrica che vantava una tradizione leggendaria. In particolare, in Germania si aggiudicò subito il titolo di migliore moto dell’anno. L’evoluzione che ebbe questa moto negli anni fu eccellente, rimanendo a mio giudizio per molto tempo la più equilibrata supersportiva del mercato, anche grazie ad una ciclistica di riferimento per precisione e sicurezza". 

APRILIA RSV Mille: salto in grande stile

Così parlava il compianto Ivano Beggio, fondatore e Presidente di Aprilia, a proposito della nuova RSV Mille che nel 1997 debuttò alle passerelle autunnali. Un progetto che vide la sua genesi qualche anno prima: siamo nel 1993.

Forte dei tanti successi nel campo delle 125 ad alte prestazioni, a Noale si era decisi per il grande salto. Con la RS 250 già in cantiere, ed il Reparto Corse che lavorava all'inedita bicilindrica RSV 400 per correre nella 500 del Motomondiale, un'altra grande sfida vedeva impegnati i tecnici veneti, spinti dalla passione di Ivano Beggio. Era tempo di una sportiva da 1000 cc che si gettasse nella difficile arena delle supersportive ad alte prestazioni dove le Case giapponesi e la Ducati dettavano legge.

Il motore, disegnato insieme ai tecnici Rotax, era un bicilindrico a V con doppio contralbero e da 900cc (poi passati a 1000 nella versione definitiva). L'angolo della bancata era di 60°, una scelta tecnica voluta anche per differenziarsi dai 90° della unità Ducati, oltre che per ottenere una ciclistica più efficace e compatta. La potenza si attestò sui 128 CV all'albero, un dato che la poneva sui livelli della migliore concorrenza. Il debutto sul mercato avvenne nel 1998, con tre anni di ritardo rispetto al preventivato e questo probabilmente ne condizionò l'impatto estetico, con le forme - comunque efficaci ed innovative con "chicche" come il faro ispirato allo stemma di Superman o il design posteriore che si rifaceva al posteriore dei caccia militari -  che pagavano pegno nei confronti di moto come la MV Agusta F4 o la neo arrivata Yamaha R1: mezzi decisamente più filanti e moderni in termini di linee.

Dalla sua la nuova Aprilia RSV Mille vantava comunque doti di dinamiche di elevato livello: ciclistica di grande efficacia e motore inesauribile, la ponevano ai vertici assoluti, surclassando sui circuiti e su strada una concorrenza anche più dotata in termini di cavalleria, in molti casi.

Una scommessa vinta? Purtroppo non del tutto. Almeno in termini di vendite ed appeal. Si levò qualche soddisfazione in SBK (con i modelli che le succedettero) con piloti del calibro di Nory Haga e lottando anche per il titolo con Troy Corser.
In generale, la prima "Mille", patì la concorrenza da un punto di vista estetico più che tecnico, ma oggi la RSV Mille di quell'anno sta riprendendo la giusta rivincita, restando una delle moto più richieste dai collezionisti.

Gira pagina per leggere la prova su InMoto del 1998 sul tracciato di Imola:

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