Rewind, Aprilia RSV Mille: la scommessa di Beggio

Rewind, Aprilia RSV Mille: la scommessa di Beggio

Con questa bicilindrica la Casa di Noale gettò il sasso oltre le piccole cilindrate tuffandosi nel settore delle maxi. Ciclistica da favola e motore V2, non ebbe però il successo che ci si aspettava

08.01.2021 18:58

APRILIA RSV MILLE: UNA FACILE SINTONIA

Il merito dell'Aprilia nel realizzare la splendida RSV Mille è senza dubbio da attribuire al grande equilibrio e alla notevole fruibilità che abbiamo riscontrato nella guida in pista come su strada. Un compito tutt'altro che facile quello che ha portato i tecnici di Noale a definire una moto destinata a confrontarsi in un segmento dove la concorrenza è quanto mai agguerrita.

Emerge soprattutto la facilità con cui si entra in sintonia su qualsiasi percorso nella guida su strada, dove riesce sempre a trasmettere al pilota una buona dose di confidenza in ragione della discreta maneggevolezza e fluida azione di cui è capace nel misto-stretto. 

Tendenzialmente neutra sotto il profilo ciclistico, recepisce ed attua qualsiasi comando in modo molto naturale, mostrandosi sincera e prevedibile nelle reazioni grazie al prezioso lavoro svolto dalle sospensioni la cui taratura di base si è rivelata idonea nel digerire asperità di ogni tipo senza penalizzare troppo la precisione di guida. Proprio per questo sul veloce la ciclistica non ci ha mai fatto brutti scherzi, conferendo alla RSV una confortante precisione direzionale a qualsiasi velocità, la necessaria stabilità sui curvoni guidati così come minime reazioni dello sterzo sui tratti accidentati che non danno mai luogo ad evidenti sbacchettate di avantreno.

Nell'impiego al limite, l'assetto di base troppo morbido, genera evidenti oscillazioni del retrotreno amplificate dall'impreciso funzionamento dell'ammortizzatore dopo appena poche tornate. Un problema facilmente risolvibile intervenendo a caldo sulle regolazioni del monoo irrigidendo sia il freno idraulico in estensione che in compressione. Dopo le opportune regolazioni effettivamente la moto ha cambiato faccia, si è mostrata molto più rapida nelle varianti e precisa in traiettoria, meno propensa a scomporsi di assetto sebbene più reattiva sotto il profilo ciclistico, ma sempre in termini accettabili.

I TEMPI AD IMOLA

Sul circuito di Imola la RSV MIlle ha fatto davvero faville fermando il cronometro sui 2’06,70 (basti pensare che come riferimento la ben più costosa e potente Ducati 916 S PS anche se in condizioni climatiche differenti non era scesa sotto i 2’08,66) senza troppa fatica o richiedere un particolare stress per il pilota il cui compito, come già accennato, è facilitato dal lodevole equilibrio meccanico ciclistico.

Tre giri tiratissimi sul circuito del Santerno per vedere come si comporta nei vari settori, le velocità in staccata o quelle di percorrenza delle numerose "esse" che caratterizzano il tracciato romagnolo. Si scopre come nei tratti veloci (rettilinea di arrivo e alla Rivazza) la RSV Mille riesce a raggiungere prima della frenata rispettivamente quasi 234 km/h e più di 225 km/h, alla stregua di certe maxi quattro cilindri.
Allo stesso modo impressionano i riscontri velocisti al tamburello così come in uscita dalla variante bassa, con 151 km/h 110 km/h, tali da mettere ben in luce la notevole prontezza dell'erogazione del motore è sottolineata anche dai soli 9,5 secondi che impiega nel tratto Tosa-Piratella, nonché gli 8,1 secondi che occorrono per passare dalla seconda delle Acque Minerali alla Variante Alta.

Rewind, Aprilia RSV 1000: la scommessa di Beggio FOTO

Rewind, Aprilia RSV 1000: la scommessa di Beggio FOTO

Presentata ai saloni del 1997, segnò l'ingresso nel mondo delle maxi sportive per Aprilia. Pur vantando doti dinamiche da primato, la bicilindrica RSV non riscosse il successo meritato. Insuccesso in parte dovuto ad un progetto uscito con qualche anno di ritardo e che pagò pegno nei confronti della più agguerrita - e accattivante - concorrenza giapponese. (di William Toscani)

Guarda la gallery

Per quanto riguarda il generoso propulsore V2 non possiamo che dirle bene, promuovendolo per la generosa vitalità e regolarità di erogazione che riesce esprimere ai bassi regimi dove è possibile riprendere senza strappi già in vista dei 3000 giri.dai 4000 giri inizia a farsi vigoroso ma il meglio lo esprime dai 7000-7500 giri (dove eil valore di coppia massima è di 9,02 kgm effettivi) superati i quali la tonalità di scarico da zoppicante si fa più grintosa e l'indicatore del contagiri si proietta sul traguardo dei 10.000 giri per poi, all'incirca 500 giri dopo, raggiungere il limite segnalato dal lampeggio del LED rosso.

Potente quanto basta con i suoi 112,28 cavalli e 9800 giri alla ruota rilevati dal banco prova, il maxi bicilindrico di Noale impressiona positivamente per la qualità di erogazione e le sorprendenti caratteristiche di tiro. In considerazione di questo fatto si comprende meglio come, soprattutto in una pista guidata come quella di Imola, in uscita di curva dalle numerose varianti basta spalancare l'acceleratore per sentirsi proiettati in avanti con veemenza.

Rewind, Ducati Desmosedici RR: la forza della MotoGP

Indietro

2 di 2

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento