Rewind, Yamaha TDM 850: e fu la moto totale

Rewind, Yamaha TDM 850: e fu la moto totale

Telaio e ruote da stradale, sospensioni a lunga escursione e manubrio alto, nel 1991  aprì un’era oggi al massimo del suo fulgore: l’era delle moto “crossover”

30.06.2020 11:05

PROVA SU STRADA YAMAHA TDM 850 1991

L'eccitazione che trasmette la TDM e di quelle particolarissime: sembra di avere finalmente tra le mani lo strumento a due ruote col quale poter fare effettivamente di tutto ed abbiamo potuto rendercene ben conto nel corso della nostra lunga prova.

C'è piaciuta in città perché non ci aspettavamo tanta maneggevolezza da una moto così alta, grossa e pesante. Ce la siamo goduta il lunghe tirate autostradali perché può mantenere medie elevate senza particolare stress per il pilota e senza apparente sforzo per il propulsore.

Ce la siamo gustata in un paio di eccitanti sparate sulle strade di montagna dove permette di acquisire un ritmo eccellente e redditizio, ma soprattutto abbiamo anche che potuto assaporare appieno tutte le sfumature nelle numerose divagazioni che ci siamo concessi: dalle puntate in pista dove abbiamo generosamente limato le ginocchiere, alle esibizioni in fuoristrada, su stradine sterrate dove, dopo un po' di tirocinio, il comportamento ed il rendimento non sono poi di tanto inferiori a quelli delle altrettanto pesanti maxi enduro, e ci si può produrre in qualche gloriosa e leale scodata in perfetto stile supermotard.

Solo sui percorsi davvero angusti il baricentro alto e la mole si fanno sentire, togliendo un po' di armonia all'avantreno che si fa conseguentemente più pesante, ma basta superare i 50 km/h per sentire lo sterzo riequilibrarsi, farsi neutro e garantire inserimenti sicuri e progressivi con grande margine di sicurezza. Sul veloce l’inerzia direzionale non tende mai ad amplificarsi, ma si verifica solo un percettibile aumento della sensibilità dell'avantreno, che risulta più evidente su fondo sconnesso. Nella marcia rettilinea ad elevata velocità non manca qualche oscillazione dell'esito tuttavia prevedibile, amplificata dalla presenza del passeggero.

Il rendimento della sospensione posteriore è spesso in buona sintonia con quello a più ampio spettro della forcella. Il reparto trasmissione prevede una frizione modulabile, quanto dolce da disinnestare, che accusa solo qualche rumorosità se viene sfruttata sconsideratamente, mentre il cambio si fa ruvido e rumoroso se viene utilizzato troppo sportivamente.

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