Rewind, Yamaha TDM 850: e fu la moto totale

Rewind, Yamaha TDM 850: e fu la moto totale

Telaio e ruote da stradale, sospensioni a lunga escursione e manubrio alto, nel 1991  aprì un’era oggi al massimo del suo fulgore: l’era delle moto “crossover”

30.06.2020 11:05

ARRIVA LA 900

La TDM iniziò mano mano a farsi strada tra le preferenze degli utenti, risultando per anni una delle moto più apprezzate (e vendute) sul mercato.  Sulla scia dei trionfi commerciali nel 2001 arrivò un sostanziale step evolutivo (dopo un ulteriore affinamento al progetto nel 1999).

Al Salone di Parigi di quell’anno, in occasione dei 10 anni dal lancio della prima 850, sbucò fuori da un telo la TDM 900, moto che solo in apparenza era simile alla precedente. Nella realtà le migliorie apportate ad Iwata ne incrementano ancora di più la polivalenza nell’utilizzo, oltre che efficacia nella guida. Il motore crebbe di cilindrata fino agli 897 cc, arrivò l’iniezione elettronica, e di pari la potenza arrivo a 87 CV; il telaio cambiò struttura, non più in acciaio ma in alluminio, diventando di fatto più sportivo oltre che più rigido e più leggero di 6 kg; le ruote, alleggerite, erano entrambi da 17” di diametro.

Da quel momento in poi la TDM non subì che affinamenti di dettaglio, restando in listino fino al 2011. Nel 2015 Yamaha ripescò i concetti di quella moto evolvendoli ulteriormente e portando poi alla ribalta la Tracer 900. Un'altra storia che pesca però a piene mani da quella “moto totale” che arrivò sul mercato 30 anni fa...

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