Linea spigolosa e personale che fece tendenza, meccanica che sprizzava forza e quel "mono" da 750 cc protagonista di un progetto che ha fatto storia
NELLA NOSTRA SU STRADA PROVA SU MS DEL 1988 SCRIVEVAMO:
Fa una certa impressione di trovarsi fra le gambe una massa imponente come il grosso serbatoio della Suzuki DR Big. Si capisce subito di trovarsi alle prese con una enduro speciale e surdimensionata, tanto che non si avverte quasi la notevole larghezza del manubrio e la sella sembra addirittura bassa da terra.
L'assetto in sella è piacevole anche se poco specializzato in senso fuoristradistico grazie al confortevole dislivello fra piano manubrio e piano sella. La DR 750 Big è fra le moto più confortevoli. Per quanto generosamente dimensionata e risulti pesante da manovrare da fermi, si scopre presto che in movimento diventa la classica piuma piacevole e tutt'altro che impegnativa da condurre. Inoltre anche la protezione aerodinamica è accettabile. L'unico problema sembra arrivare dalle vibrazioni, avvertibili soprattutto dai 5500 giri in su, con maggiore intensità sulle pedane stranamente con maggiore accento su quella di sinistra.
Per quel che riguarda il motore monocilindrico tutte le remore che nutrivamo sulla fluidità di funzionamento sono sparite; tanto che se avessimo provato questa moto senza conoscerne la cilindrata non avremmo trovato eccessive differenza rispetto alle 600-650, a parte la maggior robustezza del tiro.
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