Aprilia Motò 6.5, il coraggio di osare

Aprilia Motò 6.5, il coraggio di osare

Non la progettò un ingegnere ma un architetto famoso: Philippe Starck antepose l'estetica alla funzionalità. Non era perfetta e non fu un successo: oggi è diventata un mito

Dario Ballardini

07.04.2020 11:32

A sentire gli ingegneri, gli architetti costruiscono meravigliosi castelli in aria ma fanno crollare i ponti; gli architetti replicano che il design degli ingegneri emoziona quanto un ragioniere svizzero. Ivano Beggio, che era presidente dell’Aprilia e non aveva paura di niente, tentò il compromesso all'inizio degli anni Novanta. Vi dice qualcosa il nome Motó 6.5? Fu l'Aprilia creata da un architetto di fama internazionale, Philippe Starck. "El parùn" della Casa di Noale gli dette carta bianca, il risultato commerciale fu insoddisfacente ma il successo in termini di immagine fu eccezionale. Soldi pochi, popolarità tanta. Fu vera gloria? Giudicate voi. Quello che allora fu un flop, oggi è un oggetto cult. A quella avventura è dedicato un capitolo dell'autobiografia postuma di Beggio che Claudio Pavanello, responsabile comunicazione a lui vicinissimo, sta raccogliendo sulla base degli appunti lasciati prima della morte.

"Incontrai il celebre 'archistar' Philippe Starck - vi si legge - reduce dall'avere appena modernizzato su invito del Presidente Mitterrand il palazzo dell’Eliseo, a una esposizione di mobili, presentato da alcuni comuni amici. Molto simpatico ed entusiasta, considerato il capofila dell’architettura espressionista del tempo, mi travolse con la sua grande
passione per le moto: da giovane, come me, smontava e rimontava motorini e quando lo conobbi ricordo aveva in garage una Bultaco da trial, una Triumph d’epoca e una Harley. Mi fece intendere che si sarebbe volentieri impegnato per Aprilia, Casa che giudicava perfetta per essere sua complice nel proporre una due ruote che lui definiva "spirituale". Non ci pensai troppo, e in poche settimane l’accordo venne raggiunto. Nelle mie intenzioni la Aprilia Motó (il nome così sintetico lo propose Starck stesso) avrebbe dovuto avere il fascino della Harley-Davidson e presentarsi quale mezzo senza tempo come lo Scarabeo. Starck prese l’impegno molto seriamente ed in poco più di un mese mi sottopose i bozzetti".

Aprilia Motò 6.5: la pazza idea di Philippe Starck

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