Aprilia 125: storia di una piccola regina

Dalla AF1 Project del 1987 con forcellone monobraccio, passando per la RS Extrema del 1992 che fu base tecnica per i modelli successivi fino all'arrivo dell'era 4T con la RS4/RS 

William ToscaniWilliam Toscani

Pubblicato il 20 marzo 2020, 13:40 (Aggiornato il 20 marzo 2020, 23:22)

 

Aprilia RS 125 Extrema (1992)

Nel 1992 avvenne il salto. Un salto così netto che Aprilia abbandonò la gloriosa sigla AF1 per puntare sulla più "corsaiola" RS. La nuova 125, battezzata Extrema (codice GS), era un capolavoro di tecnica. Dal telaio, sempre doppio trave in alluminio, ma pressofuso e con costruzione a guscio sottile con nervature interne di rinforzo. La moto era tutta nuova, come sottolineato anche dal forcellone, non più monobraccio, ma doppio braccio ad andamento a "boomerang" sul lato sinistro e con copertura da "150" al posto della "140" della Futura del '91. Rivista la linea, ora davvero replica fedele delle moto da corsa di Noale, sempre più protagoniste nel mondiale 250 e anche 125, Campione del Mondo con Alex Gramigni nel 1992. Il motore Rotax sfiorava i 34 CV. La Extrema rimane in produzione fino al 1994 e viene affiancata dalle versioni Replica e Sport Pro prodotte in colorazione "Reggiani" nel 1992 e 1993 e "Chesterfield" nel 1994 che celebra i trionfi nel Mondiale 250 con Max Biaggi. Da questa base tecnica del 1992, si succedettero le varie versioni della RS 125 fino al 2014, anno di svolta per il motore con l'adozione del 4T.

 

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading