Il risveglio delle carenate: come è rinato il mercato delle sportive con i semimanubri

Il risveglio delle carenate: come è rinato il mercato delle sportive con i semimanubri

A distanza di oltre 20 anni dal boom delle supersportive, i semimanubri tornano prepotentemente nei listini e nei sogni dei motociclisti... ma in modo un po' diverso, vi spieghiamo perchè

07.02.2024 ( Aggiornata il 07.02.2024 10:19 )

20 anni fa, le supersportive

In realtà ci dovremmo avvicinare anche a 30 anni fa per capire l'inizio di questo enorme fenomeno, ma ci concentreremo negli anni a cavallo del millenno per cogliere il cuore della passione sportiva degli italiani e degli europei per le moto corsaiole. Tendenzialmente, il successo che portò le supersportive in cima alle classifiche di vendita era dovuto alla estrema popolarità della Superbike, unita a una disponibilità economica sicuramente superiore da parte degli appassionati e dalla moda del periodo che abbracciava anche il tuning auto e le piccole coupè sportive.

Che fosse una moda passeggera era chiaro, le supersportive che tiravano in quel periodo erano moto scomode, molto potenti e poco pratiche: Suzuki GSX-R da 600 a 1000, Yamaha R6 e R1, Ducati 1098/848, Honda CBR-RR da 600 a 1000, Aprilia RSV 1000 e Kawasaki ZX-6R e 10R. Bombe senza elettronica ma dalla potenza ancora gestibile su strada, che le rendeva moto al limite ma comunque sfruttabili su strada soprattutto da chi aveva una certa esperienza. La scarsissima versatilità di queste moto e la loro scomodità le ha fatte soccombere in favore delle ben più pratiche e unviversali crossover, con le quali si può fare davvero di tutto, non solo la sparata del weekend, e qui arrivamo al punto della rinascita delle carenate

Rewind, Yamaha YZF-R1 '04 FOTO

Rewind, Yamaha YZF-R1 '04 FOTO

Nel 2004 la supersportiva di Iwata segnò un importante balzo in avanti nel design e nelle prestazioni. Forme affilate, motore da 172 CV e nuovo telaio (oltre al doppio scarico sotto sella), consegnavano una, sportiva grintosa nel look sino al midollo. Meno "stradale" rispetto al passato, ma decisamente più efficace nell'utilizzo in pista, questa versione segnò il debutto anche in SBK della R1.

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