L'Airone elettrico di Roversi e i problemi del retrofitting

L'Airone elettrico di Roversi e i problemi del retrofitting

Le discussioni sulla trasformazione di un vecchio Guzzi da parte del volto televisivo riaccendono i riflettori sulla pratica del retro-fitting in Italia.

04.03.2022 ( Aggiornata il 04.03.2022 14:31 )

Tranquilli, nessuno scempio

L'Airone utilizzato, invece, apparteneva al padre di un amico e da tanto tempo era abbandonato, non si trattava di certo di un "targa oro". La meccanica avrebbe necessitato di un intervento radicale e lì è nata l'idea di essere... ancora più radicali. Va detto che nonostante sui social la condanna sembri unanime, non tutti gli appassionati si sono dimostrati contrari comprendendo invece che si tratta di una nuova possibilità che prima non c'era.
Anche tra chi non approva la scelta del retrofitting, molti hanno contestualizzato con le criticità che sappiamo affliggono ancora l’elettrico. Comprendiamo tutti, però, che allungare la vita utile di un vecchio veicolo ne abbassa l'impatto ambientale e una conversione di questo tipo non solo ne allunga la vita ma consente di utilizzare ancora un veicolo che magari per noi è iconico o rappresenta un legame particolare. Certo, a questo bisogna mettere in conto l'impatto ambientale delle nuove batterie, non siamo ancora in una situazione in cui le nostre attività non hanno conseguenze di qualsiasi attività si tratti. Al netto delle polemiche, l’episodio di Roversi ha il merito riportare all’attenzione il fenomeno del retrofitting sul quale la burocrazia italiana è ancora ferma. Da tempo è atteso un apposito decreto dedicato alle due ruote, ma di fatto oggi omologare una moto con la nuova alimentazione è ancora un iter complicato e dall'esito non scontato. Riteniamo sia ora di adeguarci a queste nuove possibilità come già avviene in altri Stati.

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